sabato 24 ottobre 2020

Il Tesoro Dimenticato della Gloria di Ahghairon - Capitolo 10

Rotta verso l'Ignoto

Il giorno dopo partirono presto, all'alba, tra le urla e gli ordini del Capitan Frustaventi.

Lasciarono il porto di Baldur's Gate per uscire dalla foce del Chiontar in mare aperto: una scintillante distesa di azzurro davanti a loro.

Il primo giorno trascorse tranquillo, tra i racconti dei marinai e le loro usanze.

Notarono che alcuni di loro buttavano a mare qualche ninnolo, e scoprirono che erano doni per placare Umberlee, la terribile dea dei mari.

Fecero conoscenza anche di alcuni altri singolari componenti della ciurma, come il mezzorco Groham Staccadenti, un tizio sfregiato senza orecchie il cui passatempo era intuibile dal soprannome, e Messer Sottile, un mezzelfo magrissimo, scheletrico, tutto nervi, che come una scimmia si arrampicava sulla coffa e tra le vele con una agilità incredibile

Qual è il tuo colore, mezzodiavolo? Chiese Frustaventi ad Arok, intento a fissare l'orizzonte.

Il blu? anche il mio. Il colore del mare... ma non crediate che solo perchè sono un esperto Capitano il mare non mi spaventi.

Il mare deve sempre spaventare. Siamo ospiti, piccole briciole sulla sua immensa superficie....

Il mare va sempre rispettato. E temuto...

Il secondo giorno a causa del troppo rum ci fu una rissa tra marinai, ma anzichè sedarla ci scommisero sopra. Finì con uno scaraventato in acqua. Riuscirono ad issarlo di nuovo a bordo, ma era più leggero: uno squalo si era preso la sua gamba.

Il terzo giorno non prometteva bene: una sconfortante bonaccia aveva lasciato la Pulzella Vivace a languire in mezzo al mare, ad una velocità quasi nulla, aumentando il malumore.

Verso la fine della giornata i venti tornarono finalmente a spirare ma passando vicino ad alcuni scogli affioranti ci fu uno spiacevole incontro con alcune Arpie che col loro canto infido rischiarono di trascinare fuoribordo più di un marinaio.

Il quarto giorno tutto cambiò. Il cielo si fece grigio, plumbeo, una accennata promessa di tempesta e maltempo. Il mare si fece agitato, la Pulzella veniva sbatacchiata su e giù tra le onde, scricchiolando sinistramente.

Quel che era peggio, Frustaventi sembrava preoccupato.

Il quinto giorno la tempesta arrivò davvero. La nebbia bassa veniva spazzata via lasciando spazio a spruzzi d'acqua e ondate di pioggia così fitte che la visibilità era davvero ridotta. Senza contare che il sole non pareva mai esser sorto da tanto era nera, scura e opprimente l'enorme coltre di nubi su di loro.

Troppo tardi capirono di non esser soli.

Piratiiiiiiiiiii!!!! Urlò Messer Sottile.

Tra un'onda e l'altra, la prua di un vascello più grande del loro, passò a fianco alla Pulzella.

Numerosi rampini furono lanciati per agganciare la murata.

Tutti si precipitarono per tagliare le corde, sotto quella tempesta d'acqua e anche qualche quadrello lanciato dalla nave nemica.

Riuscirono nell'intento e quel tentativo d'abbordaggio fu respinto, ma era questione di tempo... le due navi sfilarono via in direzioni opposte ma con una spregiudicata manovra il Capitano Pirata aggirò di nuovo la Pulzella Vivace, da un'altra direzione.

Spuntò come dal nulla, tra le basse nubi l'intervallo tra un'onda e la successiva, puntandoli di nuovo.

La tempesta però era ingovernabile anche per gli assalitori e il vascello pirata finì per schiantarsi lateralmente contro un lato della Pulzella.

Le due navi rimasero abbracciate, scricchiolando.

Molti caddero a terra per l'impatto, ma gli esperti pirati, abituati all'equilibrio, saltarono sul ponte in un assalto feroce.

Il rapporto numerico era impietoso, sarebbe stata dura resistere.

Sulla Pulzella Vivace però, non c'erano normali marinai, e presto quei pirati scoprirono i poteri oscuri di Arok, le magie di Tamira, il tremendo maglio di Korlon, le affilate scimitarre di Thayla e l'incrollabile determinazione di Alyn

Ogni urlo era coperto dall'assordante uragano che aumentava di minuto in minuto, era difficile stare in piedi.

Era difficile vivere.

Era difficile.

Ma lentamente i pirati cominciarono a dubitare di farcela, e quando uno scossone più forte separò le due navi, quelli rimasti cercarono di risaltare a bordo.

In mezzo a quella tempesta, bastò l'onda successiva per far si che la nave pirata fosse scomparsa di nuovo alla vista.

Naufragio

Il sesto giorno a causa della forte tempesta e dei lavori febbrili per curare i feriti e riparare i danni nessuno aveva dormito.

Si sentivano stracci. Le energie cominciavano a mancare.

Forse la stanchezza, o forse la speranza, fece intravvedere ad alcuni la sagoma di un'isola di fronte a loro quando qualche fulmine illuminava il cielo.

Anzichè placarsi però..la tempesta aumentò.

Non c'era più modo di governare la nave, e avevano tolto ogni vela.

Con le forze residue avevano lavorato coi secchi per svuotare la stiva.

Poi arrivò.

Era un'onda immane.

Qualcuno riuscì a tenersi, altri no, volando sul ponte e colpendo altri oggetti scagliati in giro, ferendosi gravemente.

Appena il tempo di rialzarsi in piedi e gli occhi di Frustaventi si riempirono di terrore.

Oh merda

Ne arrivò un'altra.

Più grossa. Li prese di lato.

Un orrendo CCCrrraaacccckkkkk di legname frantumato, forse su una roccia. Il mondo prese a girare. Non c'era più un sopra e un sotto.

Poi il freddo. Il buio. I suoni di colpo tutti ovattati.

L'amara sensazione dell'acqua nei polmoni.

Tutto si fece nero...



lunedì 5 ottobre 2020

Il Tesoro Dimenticato della Gloria di Ahghairon - Capitolo 9

 La Mappa


Rientrati a Baldur's Gate, studiando la mappa, inizialmente criptica, con Kelysius riuscirono ben presto a individuare cosa indicava: una delle tre isole senza nome, molte miglia a ovest al largo dalla Città.

Nonostante la tentazione di fare da soli, era chiaro che serviva una imbarcazione di una certa stazza per affrontare il mare a quella distanza, e l'unico che aveva i fondi necessari per approntare un tale spedizione era proprio il collezionista che li aveva ingaggiati.

Dopo lunghe e malfidate trattative pattuirono 1/3 di quanto avrebbero trovato, e si misero al lavoro per trovare un vascello da noleggiare con il finanziamento ricevuto.

Il ritrovamento di quel tesoro ormai dimenticato anche dalle leggende era sempre più vicino!

La Pulzella Vivace.

Girarono tutto il giorno per i moli di Baldur's Gate, studiando, osservando e contrattando per trovare la nave giusta e risparmiare anche qualcosa.

L'Andirivieni era troppo grande e costosa, ad esempio, e la Trota di Mare perfetta se non che li avrebbe portati ma non ripresi per il ritorno... il Kraken Pazzo sembrava troppo losco...

La Sirena Grassa un buon compromesso...


Tra la folla che come al solito a quell'ora intasava il porto intanto, si faceva largo una pattuglia del Pugno Fiammante, che indicava proprio loro e iniziò a sbraitare.

Poi capirono. 

Un magazzino era andato in fiamme. Era il capannone della banda delle Daghe Rosse.

Probabilmente gli Zhentarim si erano vendicati per quella questione di droga ma come se non bastasse avevano rigirato la colpa su di loro!

Mentre le guardie guadagnavano terreno, una serie di scaricatori con numerose casse si frappose passando loro davanti e nascondendoli momentaneamente alla vista dei soldati, e proprio in quel momento una voce li chiamò

Psssst.. .ehi da questa parte! svelti! nella stiva!

Non ci pensarono due volte e seguirono il consiglio, nascondendosi nella stiva di una nave.

Passarono lunghi minuti mentre i mercenari del Pugno Fiammante si dividevano a cercarli. Sentivano le loro voci e le loro imprecazioni finchè poi li sentirono allontanarsi.

Arh Arh Arh! non ho mai sopportato quelle guardie corrotte!

Disse l'uomo che li aveva salvati.

Sono Capitan Frustaventi, e siete sulla meravigliosa Pulzella Vivace.

Davanti a loro un uomo barbuto, con pochi denti, che parlava sputazzando.

Pesanti passi si avvicinarono alla botola e un uomo enorme spuntò

mmmh...Capitano, se ne sono andati....

E lui è il mio Primo Ufficale: Alzaonda.

Era un uomo enorme e grasso, dalla carnagione scura, probabilmente del Calimshan. Nonostante la mole però era assai agile nel muoversi su quella vecchia nave.

Beh..caro Capitano disse Arok Forse potremmo fare affari insieme... quanto costa noleggiare questa Pulzella Allegra?

Vivace! Pulzella Vivace dannato caprone! Porta male sbagliare il nome di una nave!

Chissà che forse in quell'equipaggio squinternato non avessero trovato davvero ciò con cui salpare.

Il Tesoro Dimenticato della Gloria di Ahghairon - Capitolo 8

L'inseguimento prosegue.

Cavalcarono come pazzi verso nord, fino a giungere nei pressi della grande e famosa locanda fortificata del Braccio Amico, e anche le tracce dei fuggitivi sembravano passate da li.

Erano davvero così stupidi da rifugiarsi li? Pregustando la fine dell'inseguimento, i 5, dopo aver lasciato le armi all'ingresso, entrarono a indagare.... ma no, i due fuggitivi non erano stati così stupidi.

Secondo alcune testimonianze, due tizi giunti stremati con due cavalli ormai stanchissimi avevano rifiutato cure e riposo e semplicemente scambiato i cavalli con altri 2 freschi per poi ripartire, dicendo che si sarebbero accampati più avanti, nei boschi.

Subito gli avventurieri ripresero la strada maestra, proseguendo verso nord con i sensi tesi per notare nuove tracce.

Era ormai buio quando, guidati da Thayla che aveva avvertito un leggero odore di fumo, giunsero ad un piccolo accampamento nascosto lontano dalla strada.

Il fuoco era ormai spento e tutto era all'aria come se fosse scoppiato un combattimento. Diversi orchi morti giacevano sparpagliati ma tra loro non c'erano i corpi dei due ladri.

Tamira si rese conto, esaminando gli orchi, che le frecce di fattura elfica significavano solo una cosa: degli elfi avevano salvato i due malfattori dall'agguato degli orchi e ora, probabilmente, li stavano ospitando per curarli.

Non restava altro che seguire la pista e trovare gli elfi del Bosco Ammantato...



Filosofia Elfica

Attraversarono un ruscello, perdendo ogni traccia, ma andando a istinto proseguirono risalendo un declivio che portava ad un piccolo altopiano che dominava la foresta.

Li vennero fermati da una sentinella. Era un elfo.

Chiarite le intenzioni pacifiche, vennero scortati al campo dove altri 4 elfi sedevano attorno al fuoco.

Tra di loro ve n'era uno molto anziano, un druido, che prese parola e li interrogò sui motivi del loro girovagare nel Bosco Ammantato.

Confermò che avevano salvato due stremati viandanti e ascoltò la versione degli avventurieri su quanto avvenuto.

L'elfo, come molti della sua razza abituati alla lunga vita e al ponderare in tempo in maniera diversa dagli umani, parlava lentamente e ancor più lentamente rifletteva e pensava alle decisioni da prendere, snervando i 5 desiderosi di rimettere mano alla mappa e vendicarsi.

A complicare le cose, per non rivelare i loro segreti e la missione della mappa, inventarono prima una serie di fandonie dietro l'altra, e quando il druido, confuso, fece condurre li uno dei due banditi per farli confrontare direttamente e sentire il loro scambio di battute, emerse la verità.

Quando subiamo un torto, spesso ci dimentichiamo che la stessa vicenda, vista da occhi neutrali, può apparire diversa da come la stiamo vivendo. E così era per il druido, ai cui occhi la mappa non era ne dell'uno ne dell'altro gruppo, visto che giaceva in una tomba.

Ma tecnicamente l'avevano raccolta i due fuggitivi, anche se era stata scoperta dagli avventurieri.

Alla fine, per sciogliere il dubbio, decise di sottoporli alla Prova della Fonte.

Nel cuore della foresta quegli elfi custodivano una fonte sacra che ristorava e curava chiunque, tranne chi beveva col cuore gonfio di menzogna o malafede... in quel caso l'acqua uccideva (o almeno così sosteneva il druido: voleva forse spaventarli?)

Tra i presenti, proprio lo zhentarim però appariva come il più scettico e ritroso nell'affrontare tale prova, e il vecchio elfo dopo averlo guardato a lungo negli occhi sentenziò la sua decisione: gli ospiti erano comunque sacri e sarebbero stati ospitati e guariti, tuttavia la mappa sarebbe tornata agli avventurieri, a patto che lasciassero subito il bosco e non minacciassero vendetta sui due uomini debilitati.

Finalmente la mappa era nelle loro mani.