venerdì 16 febbraio 2024

RETURN OF THE STORM MAIDEN (41)

CAPITOLO 41 - ADDIO HERGATHA

“Il senso di colpa è un lusso riservato a chi respira ancora e non ha dolori insopportabili, freddo o fame che richiedano tutta la sua volubile attenzione. Finché il senso di colpa sarà il tuo solo grosso problema, ragazza... le cose non potranno andare così male." (Erliza Daressin)

Un tetro e rispettoso silenzio regnava sul ponte del Nasello Fantasma.
Le spoglie del nemico più temibile e odiato degli ultimi mesi erano al cospetto dell'equipaggio ma adesso suscitavano rispetto e tristezza.
Era stata pur sempre una grande condottiera, con un grande sogno, prima di impazzire.
E prima di tornare.
Era lei a manipolare Verania? Ma a sua volta da chi era manipolata? Un freddo fantasma usato come un manichino da una entità nascosta...che triste destino.

Ognuno spese brevi parole innanzi a quei miseri resti, che ora non facevano certo più così paura.
Perfino Dujek sembrava commosso.
Lyandria e Gelrish benedirono e officiarono un rituale per cercare di purificare quelle ossa, poi furono adagiate in una scialuppa e fu dato tutto alle fiamme, lasciato alla deriva.
Hergatha, la Storm Maiden, La Due Volte Benedetta. Protetta da Umberlee e da Tempus, eccezionale condottiera, conquistatrice, leader, vera rarità in una società come quella nordica che escludeva le donne dai posti di comando, tornava al suo mare.
Un mare ironicamente per nulla tempestoso in quel momento.

Era davvero finita?
Sarebbe bastato quello a porre pace a quel fantasma? O sarebbe ancora tornata?
E se avesse avuto ragione quel dannato servitore di Ydaach'Nar? Se il vero filatterio era Lyandria stessa?
Proprio per questi dubbi Dujek guardava storto Lyandria, era pronto a ucciderla.
Non per odio, ma per dovere.
Cercava nei compagni dell'equipaggio un appoggio, ma fu deciso di attendere.
In assenza di altri avvistamenti avrebbero considerato la famosa Capitana definitivamente in pace..e se non in pace, almeno sconfitta o distrutta.

Finito quel compito, l'ingente bottino fu contato e diviso, e risollevò il morale dell'equipaggio, mentre Adelius procedeva nell'identificare tutti gli oggetti magici recuperati.
Sia Hergatha che i resti della sacerdotessa avevano fruttato diversi oggetti potenti e interessanti, tra cui anelli, un bastone magico, una curiosa barca pieghevole, la pregevole arma della Storm Maiden e il suo tricorno incantato in grado di conferire autorità e carisma e capacità di comando a chi lo indossava.

Tornarono a riunirsi nella cabina di Ploppa per decidere il da farsi: puntare sul nascondiglio di Verania per cercare Siberrin era la mossa più impellente, e il Nasello puntò la prua a nord-ovest, nel freddo mare del mese di nightal.
Tramite Adelius, durante la notte Lyandria riuscì a entrare nei sogni di Marla Tide, l'agente del Kraken. La giovane capitana era infatti anch'ella turbata dalla rivelazione sull'anima di Hergatha.
Spiegò a Marla i suoi dubbi e le chiese, in virtù dei suoi contatti privilegiati con la religione di Umberlee di chiedere un incontro con Verania, sfruttando la sacerdotessa che si portava sempre appresso.
Era pur sempre un tentativo che andava fatto.

Un'alba grigia e fredda illuminò il Nasello, che solcava le onde in modo deciso, sempre diretto a Nord-Ovest.
Sempre verso il covo di Verania.
Ignari di quel che accadeva altrove.
Ignari del futuro. Ma decisi a scriverlo.



venerdì 9 febbraio 2024

RETURN OF THE STORM MAIDEN (40)

CAPITOLO 40 - SCELTE

"Il saggio aspetta il suo momento, ma non lo lascia mai passare" (Verità del Saggio Jamal 7.11)


Nel tumultuoso Mare delle Spade gli eventi stavano precipitando verso una svolta
Si era appena conclusa una importante battaglia, forse la più importante in quel conflitto, ma non c'era neppure il tempo di riposare.
Da un lato, Verania e il resto dei ruathem erano fuggiti. E Verania aveva Siberrin, forse poteva proprio essersi rifugiata nel suo covo dove la teneva in ostaggio, e con essa in scacco gli alleati meridionali del Norland.
Dall'altro bisognava rapidamente trovare il relitto e il corpo di Hergatha e porre definitivamente fine alla sua esistenza, sia essa materiale che spettrale, prima che si rigenerasse.
E poi i morti.
Tanti caduti da una parte e dall'altra dello schieramento, che confermavano le tetre parole dello gnomo Brandoban "in guerra vince solo la morte" erano state più che mai profetiche.
Decine e decine di cadaveri in acqua, alcuni già affondati e scomparsi, sarebbero andati ad accrescere l'esercito silente di Ydaach'nar?
Galdran provò a coinvolgere tutti i superstiti a recuperare tutti i corpi possibili, benedirli e bruciarli, ma ciò scatenò l'indignazione di quei fieri barbari di Gundarlun, abituati a ben altre pratiche funebri. Sarebbe stato molto difficile convincerli...

Sul Nasello Fantasma c'erano altri problemi però: era tempo di scelte.
Inseguire Verania o cercare subito il relitto?

Vinse la seconda scelta, e sfruttando anche le nubi temporalesche, facendo appello alle sovrannaturali capacità del Nasello Fantasma, il vascello si fuse nel vento, in turbini vaporosi, viaggiando nel vento stesso più veloce di qualunque nave avesse potuto mai solcare i mari.

Viaggiarono veloci verso sud, puntando una zona di mare tra le Ossa di Balena e l'arcipelago Korinn, percorrendo quasi 400 chilometri in una notte fino a che il magico effetto, in assenza di nubi, si arrestò.
Un'alba rosacea li accolse, mentre Dujek dava indicazioni studiando la mappa.

Quasi tutto l'equipaggio però dormiva ancora, cercando di recuperare per quanto possibile le energie.
Ishmael si svegliò di soprassalto, come animato dal suo spirito di sopravvivenza, per trovare una strana figura accanto al suo giaciglio.

Era il pericoloso warlock incappucciato già visto all'opera nel primo covo di Verania e anche al suo servizio altre volte.
Per fortuna era solo una proiezione, ed era li solo per parlare. Chiese di radunare i compagni di Ishmael tranne Lyandria.
Rivelò che era inutile quello che stavano tentando di fare per eliminare definitivamente Hergatha.
Raccontò che quando la Storm Maiden morì, ferita mortalmente (da Dujek) affondando con la sua nave, Umberlee intervenne prima che l'entità demoniaca chiamata Ydaach'Nar si appropriasse totalmente della sua anima, nascondendo la sua energia vitale in una statua che curiosamente apparteneva al suo stesso sangue.
Questa parte combaciava sinistramente col passato di Lyandria, ma gli avventurieri erano sospettosi.
Un'altra entità risvegliò la statua dalla pietrificazione e così Lyandria si trovò in conflitto ospitando anche in se Hergatha.
Questo conflitto spiegava il puro caos che di tanto in tanto emergeva dalla ragazza, così come il suo carattere cangiante...
Se volevano uccidere Hergatha dovevano uccidere Lyandria!
Era una rivelazione atroce.. ma poi perché aiutarli?
A quel dubbio il misterioso incantatore disse che Verania aveva capito di aver sbagliato strada, e di aver perseguito una guerra sbagliata e sfruttata da altri...
Il tizio poi sparì. Lasciandoli con questa incredibile versione dei fatti.

Avrebbero dovuto davvero uccidere l'ignara Lyandria, che dormiva nella sua cabina?
O era solo un trucco per cercare di farli desistere e guadagnare tempo per Hergatha, oltre che per fargli autoeliminare una spina nel fianco come la giovane capitana?

Tramite Ploppa chiesero di contattare Galdran, e chiedere un parere sulla possibilità che fosse verosimile quanto sostenuto dal messaggero.
Secondo lo stregone, era piuttosto difficile, ma neppure impossibile.
Questo lasciò ancora qualche dubbio nei tre compagni di Lyandria, ma decisero per il momento di non fidarsi, e di proseguire la missione...

La rosea e tranquilla alba che li aveva accolti era ormai scomparsa, per far spazio al mattino quando la nave rallentò per scrutare il fondale in cerca di scogli e segni distintivi che risvegliassero la memoria dell'ex combattente della Dark Storm.
Dopo aver sondato per un po' il mare in cerca di segnali e punti di riferimento, Dujek fece arrestare definitivamente il vascello.
Profondi declivi, scarpate e crepacci si estendevano sotto a quel mare freddo e pericoloso, e in mezzo ad essi le sagome scure di alcuni relitti, chiaro segno di una vecchia battaglia.
L'ultima battaglia di Hergatha, quando era ancora in vita.

La discesa in quelle acque non fu delle più agevoli.
Gelrish protesse parte del gruppo con una preghiera per respirare sott'acqua, ma nessuna preghiera poteva proteggerli dal freddo delle acque invernali.
E dalla pressione che via via che scendevano si faceva più opprimente.
Attraversarono i resti tra due tronconi di un grosso veliero tranciato a metà.
Avvertendo la loro presenza, dalle cavità del relitto cominciarono ad emergere numerose meduse "testa di morto", quelle misteriose e inquietanti creature che già altre volte avevano visto.
Adelius, sfruttando un potente potere metamorfico, si tramutò in un colossale capodoglio e trascinò via i compagni.
In pochi potenti colpi di coda, l'enorme bestia lasciò indietro quei banchi di meduse, lente e fluttuanti.
Scesero ancora di più, nel buio e nel freddo di una profonda depressione tra le rocce, dove individuarono la Dark Storm.

Il possente vascello giaceva su un fianco, come addormentato. La parte centrale del ponte sventrata e gli alberi spezzati. Soltanto i fregi dorati del castello di poppa avevano resistito all'azione delle alghe e dei cirripedi, e l'enorme fregio a forma di teschio ancora mandava qualche luccichio.

Adelius, in forma di capodoglio, accelerò per speronare e cominciare a distruggere il relitto, ma da uno spesso mucchio di detriti emerse una gigantesca figura umanoide.. i resti distorti e corrotti di un gigante delle tempeste, grande abbastanza per provare a fermare un colosso marino del genere.

La mente di Adelius, ora costretta nel cervello poco evoluto del cetaceo, ancora non poteva elaborare il tragico collegamento: quel coso era Trakar, il suo fratellastro gigante, o ciò che era diventato.
Il gigante subì grossi danni da quello scontro, ma non se ne curava, e con un potente colpo fece perdere la concentrazione al mago, che tornò alla sua forma originaria, sparpagliando i compagni che erano appesi alla sua coda.
Lyandria, in groppa alla sua cavalcatura aquatica invece seguiva da una posizione laterale e attaccò a distanza.
Adelius, tornato in se, capendo chi aveva di fronte come promesso fece un silenzioso appello mentale al fratello Knaar.
Si buttarono tutti nella mischia, in una nube di detriti e sabbia che rendeva ora più difficile veder attorno.
Attirati dallo scontro, uno stuolo di orribili morti affogati sbucò dal relitto e dal fondale circostante, per unirsi alla carneficina.
Dal lato opposto, verso nord, con calma serafica, alcune meduse stavano raggiungendo anche loro lo scontro.
Gelrish evocò un turbine che cominciò a risucchiarle distuggendole una a una e tracciando una traiettoria ad arco puntava verso la prua della nave affondata.
Quelle dannate bastarde potevano sembrare poco pericolose ma esplodevano in piccole nubi acide quando morivano.

Poi, rispondendo all'atteso richiamo, in un turbine elettrico piombò tra loro Knaar, che affrontò senza pietà il fratello gemello non-morto, già abbondantemente danneggiato, e con un tremendo fendente lo decapitò.

Con le meduse spazzate via, restavano quegli ostinati pirati affogati a difendere la carcassa affondata della gloriosa Dark Storm, ma con l'aiuto del furente Knaar furono rimessi a riposo.
Adelius nel frattempo, resosi invisibile, fu il primo ad addentrarsi nel ventre della nave, in cerca dei resti umani di Hergatha, la Storm Maiden.
Si portò verso la zona di poppa, mentre la prua era ancora spazzata e divelta dal gorgo di Gelrish.
Una volta eliminato ogni pericolo, anche gli altri si fecero strada tra le stanze capovolte fino a trovare una zona in cui una paratia era stata spezzata e si poteva vedere il fondo su cui era adagiato il relitto, e sotto cui erano rimaste alcune vittime.
Tra questi resti Ishmael individuò finalmente lei. Hergatha.
Il suo tricorno da capitano ancora stranamente integro.
La sua sciabola-stocco resa verdognola dalle alghe ma senza un filo di ossidazione.
E quel teschio che conservava ancora quell'espressione di sfida al mondo intero.
La estrasse dal fondale per consegnarla a Lyandria.

Trovarono anche parecchi tesori, oro e argento, e i resti della sacerdotessa personale della capitana e i suoi oggetti.
Poi, mentre con un'ultima richiesta Knaar faceva a pezzi definitivamente il relitto, risalirono stanchi e spossati da quelle acque profonde.
La loro intenzione era benedire o santificare il corpo, per poi distuggerlo.
Entro poche ore avrebbero scoperto se davvero la minaccia del terribile fantasma della Storm Maiden era stata definitivamente eliminata o no.

venerdì 2 febbraio 2024

RETURN OF THE STORM MAIDEN (39)

CAPITOLO 39 - LA BATTAGLIA DEI CAPITANI FANTASMA

"Mi stupisce sempre la rapidità con cui i problemi possono essere risolti, una volta che si inizia a tagliare le cose alle persone." (Dujek Onearm)


Era il Settimo giorno della Prima Decade di Nightal. Il breve pomeriggio invernale stava per volgere al termine quando la flotta di Gundarlun incominciava a disporsi in formazione da battaglia e a muovere verso sud.

Contro la sagoma dell'orizzonte, a nord, una nave ritardataria stava puntando sul gruppo, forse proprio verso il Nasello Spiaggiato.
Avvicinandosi videro che aveva un che di inquietante, rinforzata con enormi e spesse ossa di gigante, in in cima alla prua la figura di un uomo scarno, consumato dalla vita e dal passato, e senza un braccio.
Al timone riconobbero finalmente Alina: era la Spina Avvelenata!
Alina fu messa al corrente del piano e fece la conoscenza di un galante Adelius, mentre Dujek passò a bordo del Nasello visto che aveva ormai un solo desiderio per la sua misera vita...
Dopo il discorso del Capitano Lyandria, seguito da quello di Ploppa per incoraggiare gli equipaggi, la flotta si mise in marcia.

L'ammiraglia del Capoguerra Korlon, camuffata per sembrare la nave di Re Olgrave in persona, prese posizione a fianco al Nasello.
Il mare prometteva ancora una volta tempesta, per per ora era insolitamente piatto e calmo, anche se grigio e cupo. Forse la proverbiale calma prima della tempesta.
Navigavano verso sud, tesi e attenti.
Il sole era tramontato da un po', restava la luce del crepuscolo, e in quella luce il Nasello Fantasma ancora una volta diventò spettrale, scivolando nel piano etereo.
Si sovrappose allora all'Ammiraglia, diventando così indistinguibile.
Anche se ormai era buio, si distingueva ancora qualcosa nel contrasto tra i nuvoloni neri e il mare grigio scuro e ora agitato.
Sagome. Numerose sagome di vele e navi. Era giunto il momento.

Era il finire del Settimo giorno della Prima Decade di Nightal.
Ed entrerà nella storia.
Alcuni la chiameranno la Battaglia dei Capitani Fantasma, altri la Battaglia delle Acque Grigie. Su alcuni trattati storici diventerà la Battaglia di Nightal o la Mietitura Invernale.
Per i più cinici, sarà solo e semplicemente un altro dei tanti bagni di sangue che hanno costellato la storia delle isole del nord.
La Banshee, la nave di Verania individuò le insegne di Re Olgrave e puntò dritta verso l'Ammiraglia, guidata dalla sua ossessione, ma a meno di trecento metri di distanza al suo fianco, con un entrata alquanto scenica, emerse tra turbini d'acqua e nebbia il sinistro scafo della Dark Storm.

L'ammiraglia scartò a babordo, mentre Verania virava dalla parte opposta, per evitare impatti e aggirare, ma inaspettatamente si rivelò il Nasello Fantasma, che senza alcun timore puntava la Dark Storm.
I due vascelli fantasma si sfiorarono, poi virarono per incrociarsi ancora e affiancare nuovamente le murate, incastrandosi e vendendo bloccati dai rampini dell'equipaggio fantasma di Hergatha.
Un moto d'orrore colse la ciurma del Nasello ora che poteva vedere da vicino quell'equipaggio fatto di esistenze sbrindellate, relitti umani resi spettri ma quanto mai solidi in quel mondo dove era scivolato il Nasello stesso...
Infuriò la battaglia. Lyandria fece crollare un muro di oscurità sussurrante ma la Storm Maiden rispose con una tremenda esplosione di fulmine ed energia necrotica che squassò il ponte del Nasello e chi ancora non era saltato sulla Dark Storm.
Adelius bloccò alcuni nemici con una trama ipnotica mentre Gelrish e Ishmael erano già sul ponte avversario a spazzare via chi si trovava di fronte.
La sacerdotessa al servizio della Storm Maiden invocò Ydaach'Nar con una sola tremenda parola, che stordì Lyandria annullando così il suo incantesimo.
Quella dannata riusciva a manipolare anche l'acqua, creando ondate che facevano oscillare la nave rischiando di mandare tutti gambe all'aria...
I fulmini di Gelrish mietevano vittime non-morte, anche se Hergatha parve protetta da quel tipo di energia, dopotutto se era la Storm Maiden un motivo ci sarà stato..

Dujek, troppo scosso dal ritrovarsi faccia a faccia con la sua ex-capitana, cercò di puntare dritto verso di lei, distraendosi e venendo colpito da più lati fino a crollare. Per fortuna Gelrish riuscì a rianimarlo prontamente.
Anche Baandulf subì una ferita atroce, e il dolore scatenò lui la bestia.
In un attimo al suo posto non c'era più il giovane barbaro di Holgerstead, ma un orso in ira che avrebbe colpito chiunque a tiro, anche gli amici.

Ishmael per togliersi da quel fuoco incrociato e dal caos di corpo a corpo che infuriava sul ponte si calò come un ragno dalla murata tra le due navi per sbucare a poppa, alle spalle di Hergatha, afferrandola.
Nel frattempo attorno allo scontro fantasma, anche la guerra materiale non era da meno.
Sul lato ovest dello schieramento sembrava aver la meglio Gundarlun, al centro si era in stallo e Verania se la stava vedendo con Korlon, mentre sul lato est c'erano alcune navi prese tra più nemici che se la stavano vedendo male.
Alcune navi, colpite da dardi incendiari erano  già in fiamme, mentre disperati marinai correvano con secchi di sabbia per spegnerle, o si affidavano alle preghiere di qualche sacerdotessa, anche se nonostante le nubi tempestose, a parte qualche grossa goccia mezza ghiacciata, al momento la pioggia non pareva volersi manifestare.
La Spina Avvelenata, che era stata in formazione con i rinforzi di Mintarn, era stata isolata e mentre un vascello le bloccava la strada, una feroce nave nordica con un grosso rostro stava per affondarla a tutta velocità ma fu salvata dall'intervento di una incredibile e misteriosa nave-mimic.
Chi vide la scena, giurò che era timonata da uno uguale a Ploppa.

Sul ponte della Dark Storm non c'era tempo per distrarsi, le energie venivano meno, e il terribile equipaggio non-morto era in grado di infliggere terribili ferite agli assalitori.
Baandulf, fuori controllo nella sua terribile forma di orso, continuava ad aggredire qualunque cosa si muovesse. 
Dujek, malconcio e salvato da Gelrish, faticava ad aprirsi un varco verso Hergatha.
Lyandria però aveva visto la mossa di Ishmael ed era riuscita a dargli man forte.
La terribile capitana fantasma non riusciva a scrollarsi di dosso il tenace guerriero, mentre Lyandria la incalzava dall'altro lato, ma veniva lei stessa circondata e ferita da altri nemici.
La sacerdotessa di Umberlee invocò fulmini che sferzavano l'aria, ferendo chiunque fosse vicino, ma Ishmael non mollava la presa.
Hergatha riuscì comunque a formulare un insidioso incantesimo di Esilio, che l'avrebbe finalmente liberata del fastidioso avversario, ma Adelius, intuendo le sue intenzioni, riuscì ad annullarlo con un contro-incantesimo.
L'energia dell'Orso venne completamente assorbita da uno spettro, lasciando Baandulf frastornato e nuovamente nella sua forma umana.
Dujek, ormai quasi morto, arrivò alle spalle della sacerdotessa, l'ultimo ostacolo che lo divideva dalla Storm Maiden, e la trafisse ai reni.
La punta del suo stocco sbucò dallo sterno dell'ignara donna, che con un grugnito sordo si afflosciò scomparendo lentamente.

Nel caos della battaglia, anche colpita da più lati, Lyandria cadde.

Gelrish e Adelius cercarono di liberarsi degli altri spettri per raggiungerla, mentre Ishmael veniva colpito alle spalle da un affogato e ormai stava in piedi per odio e disperazione, privo di qualunque energia, ferito dalla sciabola di Hergatha che non si limitava a tagliuzzarlo ma era intrisa di debilitante energia necrotica.
Erano ad un passo dalla sconfitta. E sarebbero stati fortunati colori che fossero riusciti a ritirarsi.
Chissà le anime rimaste su quel ponte che fine avrebbero fatto?

Una raffica di dardi incantati, infallibili nel trovare il bersaglio, investirono la terribile Capitana, che parve non cadere.: la forza e la resitenza di Hergatha era incredibile, ma alla fine, con un ultimo disperato tentativo, Ishmael riuscì a "ucciderla", sempre si possa uccidere una simile creatura fantasma..
La sentì cedere, dissolversi.
Con sua sorpresa però, prima di sparire lo fissò con un ghigno di sfida. Uno strano e sospetto sogghigno.
Aveva forse sibilato "tornerò"?
Rispondendo alla morte della sua capitana, la stessa Dark Storm vibrò, scricchiolò, e cominciò a dissolversi insieme al resto dell'equipaggio ancora in piedi.
Gelrish riuscì a rianimare Lyandria appena in tempo per fuggire.
Mentre tutti fuggivano per non finire in mare nel vuoto, Dujek restava immobile a fissare dove poco prima giaceva Hergatha... deluso, imbambolato, mormorava tra se di aver fallito di nuovo, come tanti anni prima.
Ishmael lo agguantò in tempo, come portasse un sacco vuoto e privo di volontà, e riuscì a balzare sul Nasello Fantasma prima che la Dark Storm si dissolvesse del tutto.

La sconfitta della Storm Maiden fu la pietra tombale sul quella sanguinosa battaglia navale: le altre navi di Ruathym batterono in ritirata.
Anche Verania, dopo aver danneggiato la nave ammiraglia di Korlon, si era disimpegnata ed era già lontana in fuga verso sud.
Relitti inclinati, incendiati, e in procinto di affondare, battenti vessilli di entrambi gli schieramenti erano disseminati tutto attorno.
Nel buio era difficile distinguere la reale portata e la situazione, ma era evidente che c'erano anche molti cadaveri in acqua o a fondo, già reclamati dal mare, o più presumibilmente da Ydaach'nar.

Guardando a nord-est, videro la Spina Avvelenata di nuovo in formazione con i mercenari di Mintarn. Alina era viva.
A bordo di un vascello di Mintarn, Maran e lo "stregone" Galdran si avvicinarono al Nasello, esultando e complimentandosi per l'impresa, ma anche Galdran di fronte ai timori di Ishmael, confermò che forse non era finita davvero, e che per impedire che si rigenerasse, come accade a molti fantasmi, avrebbero dovuto cercare il relitto materiale della Dark Storm e il corpo di Hergatha, e distruggerli definitivamente.
Il problema era dove cercare.
Avevano quelle strane lenti rubate a Verania, ma non sapevano come e dove usarle.
Ma, stremati e sconvolti dalla battaglia, dimenticavano il vecchio Dujek.
Chi meglio di lui, unico superstite dell'affondamento della Dark Storm, poteva guidarli?
Puntò l'unico braccio rimasto sulla carta nautica, indicando un punto.
"Era qui"