lunedì 30 novembre 2020

Il Tesoro Dimenticato della Gloria di Ahghairon - Capitolo 14

Una di meno 

Avevano sognato tutto? Alyn era li, pietrificata.
Eppure la posizione sembrava diversa da prima... E se avevano sognato.. la scelta.. il patto...com'era possibile che avessero fatto tutti lo stesso sogno?
Confusi ma tristi per la perdita della compagna uscirono dal rifugio senza troppe parole, decisi a lasciarsi alle spalle quella maledetta isola e quella pericolosa scogliera.

Poco più avanti parte del passaggio era crollata ma collaborando riuscirono a passare.
Dopo aver iniziato un tratto in leggera discesa, che si insinuava in una sorta di galleria, sbucarono finalmente in uno slargo che sovrastava un promontorio.

Da li si vedeva sotto di loro, verso nord, il resto dell'isola che era finalmente pianeggiante e invaso dalla vegetazione, da cui spuntavano qua e la alcune radure e forse anche miseri resti murari di antiche costruzioni.
Oltre la foschia invece, la sagoma vaga di un'altra piccola isola, proprio di fronte alla loro, oltre il braccio di mare a nord.
Un vecchio tronco rinsecchito faceva da ponte, e collegava il promontorio alla parte rocciosa che scendeva già verso la parte boscosa. Non sarebbe stato poi difficile attraversarlo, se non fosse stato per alcuni sahuagin che li avevano nuovamente individuati e presero a bersagliarli mentre passavano.

Scampato il pericolo, si immersero tra gli stretti sentieri nella vegetazione, per raggiungere la costa nord e cercare un modo di lasciare l'isola.

Una di più

Fu li che si unì al gruppo un nuovo membro: una gnoma di nome Blenda Blembotter..si, Blembotter come il famoso Bardo conosciuto da altri a Leilon, infatti si scoprì esserne la sorella.
La sventurata, naufragata li in seguito a chissà quale altro scalognato evento, era legata e pronta ad esser cucinata da un grosso Ciclope, ma grazie all'astuzia la salvarono per poi dileguarsi ancora più nel folto. 

Scovarono anche un antico altare votivo dedicato a Talos il Dio delle Tempeste, e grazie ad un'offerta ne ottennero la temporanea benedizione...che si rivelò utile più avanti.

Sbucando sulla costa notarono una vecchia scialuppa malconcia, ma lungo la spiaggia trovarono i remi mancanti e il materiale adatto per ripararla abbastanza bene da poter raggiungere l'isola di fronte... sempre che i Diavoli di Mare fossero stati d'accordo, perchè giunsero in forze per impedire ai fuggitivi di scappare.
Grazie ad un po' di astuzia, ad un po' di fortuna, e all'intervento involontario del Ciclope, i 5 eroi riuscirono a prendere il largo.
Non era ancora tempo però di tirare un sospiro di sollievo, perchè le sacerdotesse sahuagin unirono le loro preghiere per lanciare una maledizione sui fuggitivi...nubi nere si addensarono rapidamente colpendo il mare attorno a loro e saturando l'aria di energia elettrica.. e solo grazie alla benedizione di Talos ne uscirono indetti.
E non era tutto... il mare si fece più agitato e l'acqua si plasmò in forme tentacolari che tentavano di colpire, afferrare, destabilizzare.

Remavano come forsennati mentre l'isola di fronte finalmente sembrava più vicina, ma le sagome scure dei sahuagin sotto di loro significavano che la fuga non era ancora finita.
Poi qualcosa accadde... 
Tutte le sagome dei diavoli di mare sott'acqua di dispersero, cambiarono direzione per fare nervosamente dietrofront, mentre un'altra sagoma, enorme e dalla strana forma, puntava verso di loro lentamente ma minacciosamente.
Difficile dire cosa fosse. Aveva almeno 5 appendici rivolte in avanti.
Tentacoli?
Qualunque cosa fosse, al momento pareva che i sahuagin difficilmente avrebbero tentato di seguirli sulla nuova isola, e stremati raggiunsero una piccola caletta per rifiatare. 


Il Relitto della Gloria di Ahghairon


Di fronte a loro, una scoscesa costa rocciosa e i resti di quello che una volta doveva esser stato un imponente vascello.
Si. 
Era la Gloria di Ahghairon.
O almeno, ciò che ne restava.
Con la barchetta rattoppata raggiunsero il relitto, ma fu abbastanza chiaro che non conteneva più nulla di utile.
Quel poco di intero o di utile era stato evidentemente rimosso dagli antichi naufraghi per sopravvivere e crearsi qualche rifugio.
Poco distante infatti scoprirono l'enorme ingresso di una grotta marina, ampia e luminosa grazie all'alta volta di ingresso, con una parte rialzata e asciutta che i naufraghi avevano trasformato nella loro casa. C'erano casse, tavoli, casupole, latrine, tutto ricavato dai pezzi della nave.
La cosa strana è che non c'era neppure uno scheletro o un segno della fine dei naufraghi.
E cosa peggiore, neanche del tesoro, anche se antiche tracce di qualcosa di pesante trascinato via poteva essere un indizio.
Mentre gli avventurieri discutevano sul proseguire nei cunicoli che si inoltravano all'interno di quella grotta, si accorsero di non esser soli: all'improvviso l'inquietante presenza di numerosi Kuo-Toa li circondò.
A quanto pareva, queste isole deserte erano meno deserte di quel che si pensasse... 

lunedì 23 novembre 2020

Il Tesoro Dimenticato della Gloria di Ahghairon - Capitolo 13

Aria Aperta

Lentamente l'aria stava cambiando, era più fresca, segno che forse si stavano avvicinando ad una uscita all'esterno, e il loro girovagare casuale in quelle caverne piene di insidie giunse finalmente al termine, non prima di un incauto incidente ad Arok che per saccheggiare i resti rinsecchiti di un sahuagin non si accorse della vicina parete infestata di muffa marrone.

Evitate le ultime trappole a rete dei Diavoli di Mare, emersero finalmente all'aperto.

Nelle gallerie alle loro spalle echeggiavano i passi palmati dei Sahuagin che li avevano nuovamente trovati, l'unico modo per seminarli era inerpicarsi lungo uno strettissimo sentiero a picco sulle scogliere sottostanti... quelle creature infatti non potevano resistere troppo lontano dall'acqua e lassù tra quelle rocce i fuggitivi avrebbero trovato finalmente un po' di pace.

L'aspro sentiero saliva e proseguiva lungo la nuda roccia, sferzato da venti insidiosi, largo appena il necessario perchè una persona potesse avanzare, spalle alla parete, e il ribollente mare quasi una trentina di metri più sotto.

Il fatto che avessero seminato i Sahuagin non significava che fossero al sicuro da altri pericoli... per questo ebbero la buona idea di legarsi insieme.

Svoltato un promontorio, Korlon vide il resto dell'isola sotto di se, che si distendeva verso nord, e davanti alla loro isola, un'altra isola.

Forse erano nel posto giusto. E in base alla mappa di Frico, il relitto era sull'isola di fronte.

Il vento però aveva portato con se un suono: un canto suadente e magnetico.

Tre orrende arpie, alzatesi in volo da alcuni scogli di fronte al loro sentiero, si avvicinarono minacciose.

Alyn e Tamira rischiarono più volte di cadere nel vuoto, ammaliate e attirate da quel suono, e la corda si rivelò provvidenziale.

I 5 riuscirono a sconfiggere e mettere in fuga quelle dannate creature, proseguendo sul pericoloso percorso.

La Statua della Discordia

Giunsero nei pressi di un leggero slargo per rifiatare e notarono che sulla parete si apriva una fenditura. Uno strano lezzo giungeva da dentro, segno che poteva esserci qualche abitante, ma la cosa preoccupante era all'ingresso: pezzi di roccia che a guardarli meglio rivelavano forme non casuali, bensì immaginandoseli interi e riuniti, potevano esser state delle statue.

Statue di Arpia.

O arpie pietrificate?

Neppure il tempo di riflettere su questo dubbio che nel frattempo il curioso Arok si era già insinuato, diventando invisibile, nella galleria che saliva dentro la scogliera.

Due occhietti azzurrognoli balenarono nel buio, dove la galleria si allargava in una sorta di tana.

Un basilisco attaccò sibilando.

Fu uno scontro durissimo, altri giunsero a dargli manforte ma l'accesso era troppo stretto.

Tamira provava a lanciare incantesimi ad occhi chiusi sperando nella buona sorte, mentre Alyn, giunta in soccorso di Arok fissò quegli occhi un attimo di troppo.

Le sue gambe si fecero pesanti, grigie.

Si sentiva rigida. Doveva reagire!

Ma quello sguardo..quel potere...

Pochi attimi dopo era già roccia, paralizzata e pietrificata in un'espressione di sorpresa e orrore.

Anche l'Imp di Arok, nel tentativo di distrarre il mostro, finì sgranocchiato nelle sue fauci facendo così un traumatico ritorno al suo piano di esistenza.

Arok prossimo alla morte riuscì a ripiegare all'esterno, e come il basilisco ferito uscì dalla grotta fu investito da un ultimo disperato tentativo: una freccia acida che lo disciolse infliggendo il colpo mortale.

Risentimento e incredulità fecero precipitare i quattro rimanenti avventurieri nel silenzio, e stremati usarono la stessa tana ora libera del basilisco per riposare e riordinare le idee.


Alyn era spacciata. Rimasta di sasso, in tutti i sensi.

Nessuno li aveva conoscenze e poteri sufficienti per salvarla.

Davvero nessuno?

Una volta riposati, Arok rievocò il suo famiglio Imp, che tornò dall'Avernus con una soluzione.

"asssscoltate... torno a voi con una sorpresa..posssso salvarla... Asmodeus in persona può salvarla, ma nessuno fa niente per niente...ci sssssarà un prezzo, un prezzo da pagare: il mio padrone la spietrificherà, ma lei in cambio dovrà abiurare la sua fede e giurare fedeltà a lui, a lui ssssoltanto!"

"e se una volta tornata di carne rifiutasse questa offerta? tornerebbe di pietra?"

"ohhhh..no... no... peggio... se rifiutasse..la sua anima verrebbe trascinata direttamente ai Nove Inferi!"

"E come fa a scegliere? non può parlare.. non so neanche se ci sta sentendo!"

"secondo me non lo farebbe mai! conoscendola rifiuterebbe!"

I 4 discussero a lungo sul da farsi. Non potevano mettere Alyn di fronte ad una scelta così difficile, ma non potevano neanche arrogarsi il diritto di scegliere per lei...

Alla fine accettarono.

Tramite l'Imp, una strana colonna di fiamme e luce oscura scese sulla statua di Alyn, che un attimo dopo, confusa e disorientata, guardò i suoi compagni e poi l'Imp.

"Allora, bella ssssacerdotessa, hai sentito il potere fluire in te? Hai ssssentito la forza di Asmodeus? E' a lui che devi la vita, ed è a lui che devi giurare fedeltà. Abbandona il tuo cammino e diventa testimone della sua grandezza!... o rifiuta e sarai dannata e morta, e rimpiangerai il tuo destino da statua.."

"io non... non posso..io..."

La paura, la sensazione di essere intrappolata in una scelta che non era tale, ma era una trappola, la realizzazione di rischiare qualcosa di peggiore della morte.. si impadronì della giovane sacerdotessa. Improvvisamente la propria fede vacillò di fronte alla prospettiva del prezzo che avrebbe avuto onorarla fino in fondo. Era così forte? La sua volontà arrivava ad un sacrificio tanto devastante per lei?

"pensaci. hai di nuovo la tua vita ora... vuoi davvero gettarla?"

Alyn deglutì e con aria grave e rassegnata, abbassò il capo.

"Giuro fedeltà"

L'Imp emise un gridolino eccitato e applaudì, svolazzando attorno felice. Era obbligato a servire Arok, ma ciò non gli impediva di portare benefici al suo vero padrone. E chissà che un giorno...

sabato 14 novembre 2020

Il Tesoro Dimenticato della Gloria di Ahghairon - Capitolo 12

In fuga nell'oscurità

Ripreso gran parte del loro equipaggiamento, tornarono indietro per esplorare il passaggio segreto nella Stanza della Sacerdotessa.

Conduceva, anche se sbucando più in alto rispetto al livello del terreno, all'enorme caverna semiallagata con la statua.

Grazie a questo passaggio potevano evitare il portone principale e le sentinelle, ma c'era un altro problema: scure figure pinnate nuotavano pigramente in circolo sotto di loro...

Tamira lanciò un fulmine magico che riverberò su tutta la superficie, e uno dei due squali restò secco sul colpo.

L'altro però era vivo e arrabbiato ora.

Sfidando la sorte, Arok e Korlon si gettarono di sotto per poi raggiungere a nuoto la terra prima che lo squalo lo assalisse, ma la stessa fortuna non ebbe Alyn che appesantita dall'armatura venne assalita e ferita gravemente.

Korlon e Arok raggiunsero con un balzo le scale che sbucavano dall'acqua e salivano verso la statua.

Come pensava la marinide che avevano salvato, quel manufatto non era solo una figura votiva ma nascondeva un qualche meccanismo, le braccia infatti sembrava potessero ruotare.

Se davvero governavano il livello dell'acqua, come usarle?

Con sforzo si appesero e decisero di provare a farle ruotare verso il basso.

Fu la scelta giusta.

Il livello dell'acqua prese a scendere, e più avanti alcune gallerie prima completamente allagate e da percorrere in apnea, si liberarono parzialmente...

Era la loro via di fuga.


Le loro azioni non passarono inosservate però ai Sauhagin, che capirono subito dove si trovavano i fuggitivi.

Diversi gruppi stavano convergendo verso la sala della statua, e i 5 eroi si fecero strada combattendo e riprendendo poi la fuga, ma ormai i diavoli di mare erano troppo vicini per seminarli...

Riemersero in un'altra enorme caverna naturale, l'aria era più fresca, forse erano più vicini ad una uscita e all'aria aperta.

Non ebbero tempo di rifiatare, e stremati affrontarono un'altra pattuglia.



Le energie erano agli sgoccioli, gli incantesimi pure, e ormai era solo la tenacia e l'istinto di sopravvivenza a mantenerli in piedi..

Istinto non molto vigile in Korlon però, che una volta sconfitto l'ennesimo gruppo di assalitori, scelse una delle tante possibili gallerie per finire in una trappola a rete, che scattò imprigionando lui, Alyn e Thayla...

Mentre febbrilmente cercavano di riuscire a usare i coltelli da quella scomoda posizione per segare le trame della rete, un nuovo gruppo di sahuagin inseguitori venne attirato dal rumore della trappola scattata, e proprio mentre si gettavano all'attacco, e la sacerdotessa che era tra di loro iniziava a salmodiare qualcuno dei suoi terribili sortilegi, con un tonfo sordo si liberarono e si schiantarono al terreno.

Anche questi nemici vennero sconfitti.

Altre biforcazioni, altri dubbi..quelle gallerie erano un dedalo, e serviva una zona più riparata e difendibile.

Svoltarono verso nord in una caverna che forse poteva fare al caso loro, e mentre esaminavano attorno, nessuno si accorse che tra le moltitudini di stalattiti sul soffitto, c'era qualcosa di vivo..di vivo ed estremamente mimetico.

Due Mantoscuro si lasciarono cadere sulle teste di Arok e Thayla.

Quest'ultima schivò all'ultimo istante ma la testa di Arok fu imprigionata in quella morsa, rischiando di soffocare...

E in quel caos successe qualcosa di ancora peggiore: quelle infide creature oscurarono magicamente l'intera area.

Era un buio impenetrabile, anche alla luce magica di Alyn.



Presero a colpire a caso, a cercare di strapparsi di dosso quelle schifezze... un quadrello colpì Arok in una chiappa, una lancia Alyn alla schiena.. urla, grugniti, lamenti, poi finalmente l'ultimo Mantoscuro gravemente ferito decise di scappare.

Quando ripresero a poter vedere, decisero che proseguire in quelle condizioni era morte certa, serviva riposo e cure.

Predisposero così i turni di guardia e si adattarono in quell'anfratto, contando sul fatto che forse anche i Sahuagin evitavano quella zona se sapevano del pericolo dei Mantoscuro...

Arok inoltre usò qualche illusione per creare una finta parete che li coprisse meglio.


Non fu una notte tranquilla. Forse Tymora però stava guardando verso di loro quel giorno, perchè filò tutto liscio. Al risveglio però, i rumori erano inequivocabili: i Diavoli di Mare erano ancora li attorno che li cercavano...

La fuga riprendeva...

martedì 3 novembre 2020

Il Tesoro Dimenticato della Gloria di Ahghairon - Capitolo 11

Prigionieri

Buio.Freddo.Era questa dunque la morte?

Il primo a risvegliarsi fu Korlon.

L'ultimo ricordo, mentre affogava, una sagoma umanoide con creste..o appendici palmate...la sabbia bagnata.

Ma ora era buio e c'era silenzio.

Lentamente aprì meglio gli occhi e vide che non era del tutto buio. Si trovava in una grotta allagata d'acqua marina e dall'alto soffitto filtrava una tenue luce.

Accanto a se le sagome dei compagni. Del resto dell'equipaggio non c'era invece traccia.

Erano in una nicchia nell'angolo della grotta, chiusa da una rozza inferriata arrugginita.

Non avevano più nulla del loro equipaggiamento.

Qualcuno o qualcosa li aveva salvati per poi imprigionarli.

Presto capirono chi.

Dalla galleria allagata che conduceva alla loro prigione emerse un Sahuagin.

Chiamati anche "Diavoli di Mare", si tratta di umanoidi anfibi, simili ad orrendi uomini pesce.

La creatura li apostrofò con una strana voce, in una lingua incomprensibile.

Tamira in qualche modo riuscì a farsi capire e scoprì che secondo quelle creature i 5 dovevano ritenersi onorati e felici perchè presto sarebbero andati in sacrificio e avrebbero conosciuto Sekolah, la loro divinità.

La prospettiva, per quanto lusinghiera, non era nei loro piani e cercarono così di fuggire.

Rubare le chiavi con mano magica purtroppo fallì, facendo alterare il diavolo di mare, che poi se ne andò.

Fecero allora molto baccano e tentarono di piegare le sbarre finchè il guardiano tornò per punirli, ma come riemerse dall'acqua restò paralizzato da un incantesimo.

Nonostante la stanchezza accumulata, rimaneva infatti ancora qualche incantesimo a disposizione e cercarono di sfruttarli al meglio per fuggire.

Rubarono le chiavi ed eliminarono la guardia, poi, ancora disorientati e incapaci di capire dove si trovavano, presero ad addentrarsi cautamente in quel complesso di grotte, superando prima in apnea quel buio e inquietante tunnel che per fortuna riemergeva in un'altra stanza...

Eliminarono altri Sahuagin senza allarmare tutta la colonia e trovarono anche un altro prigioniero: una marinide, in brutte condizioni, che li pregò di portarla nell'acqua.

Lei poteva tranquillamente usare dei tunnel subacquei e tentare di raggiungere l'uscita, ma loro non potevano resistere in apnea così a lungo. La marinide tuttavia rivelò alcune cose utili su quel posto, e forse c'era modo di uscirne ugualmente: una statua che controllava il livello dell'acqua.

Recuperarono alcune armi di fortuna fatte con ossa e tutto ciò che poteva aiutarli, proseguendo ad esplorare quelle umide caverne, eliminando altre sentinelle ed evitando infide trappole fino a raggiungere una stanza chiusa da una pesante porta, molto difficile da scassinare e ancor più da forzare.

La fortuna però li aiutò e trovarono la chiave, scoprendo così che si trattava della "stanza dei doni", dove tutto quanto veniva ritrovato o requisito dai sahuagin era stoccato e catalogato, pronto per diventare poi un eventuale dono a Sekolah...

Fu proprio li ritrovarono tutti i loro averi, ma non c'era tempo da perdere, la loro fuga presto sarebbe stata scoperta da tutta la tribù e si sarebbero trovati col fiato puzzolente di decine di sahuagin per nulla amichevoli sul collo.

Erano stanchi e stremati, ma a fuga era appena iniziata.


sabato 24 ottobre 2020

Il Tesoro Dimenticato della Gloria di Ahghairon - Capitolo 10

Rotta verso l'Ignoto

Il giorno dopo partirono presto, all'alba, tra le urla e gli ordini del Capitan Frustaventi.

Lasciarono il porto di Baldur's Gate per uscire dalla foce del Chiontar in mare aperto: una scintillante distesa di azzurro davanti a loro.

Il primo giorno trascorse tranquillo, tra i racconti dei marinai e le loro usanze.

Notarono che alcuni di loro buttavano a mare qualche ninnolo, e scoprirono che erano doni per placare Umberlee, la terribile dea dei mari.

Fecero conoscenza anche di alcuni altri singolari componenti della ciurma, come il mezzorco Groham Staccadenti, un tizio sfregiato senza orecchie il cui passatempo era intuibile dal soprannome, e Messer Sottile, un mezzelfo magrissimo, scheletrico, tutto nervi, che come una scimmia si arrampicava sulla coffa e tra le vele con una agilità incredibile

Qual è il tuo colore, mezzodiavolo? Chiese Frustaventi ad Arok, intento a fissare l'orizzonte.

Il blu? anche il mio. Il colore del mare... ma non crediate che solo perchè sono un esperto Capitano il mare non mi spaventi.

Il mare deve sempre spaventare. Siamo ospiti, piccole briciole sulla sua immensa superficie....

Il mare va sempre rispettato. E temuto...

Il secondo giorno a causa del troppo rum ci fu una rissa tra marinai, ma anzichè sedarla ci scommisero sopra. Finì con uno scaraventato in acqua. Riuscirono ad issarlo di nuovo a bordo, ma era più leggero: uno squalo si era preso la sua gamba.

Il terzo giorno non prometteva bene: una sconfortante bonaccia aveva lasciato la Pulzella Vivace a languire in mezzo al mare, ad una velocità quasi nulla, aumentando il malumore.

Verso la fine della giornata i venti tornarono finalmente a spirare ma passando vicino ad alcuni scogli affioranti ci fu uno spiacevole incontro con alcune Arpie che col loro canto infido rischiarono di trascinare fuoribordo più di un marinaio.

Il quarto giorno tutto cambiò. Il cielo si fece grigio, plumbeo, una accennata promessa di tempesta e maltempo. Il mare si fece agitato, la Pulzella veniva sbatacchiata su e giù tra le onde, scricchiolando sinistramente.

Quel che era peggio, Frustaventi sembrava preoccupato.

Il quinto giorno la tempesta arrivò davvero. La nebbia bassa veniva spazzata via lasciando spazio a spruzzi d'acqua e ondate di pioggia così fitte che la visibilità era davvero ridotta. Senza contare che il sole non pareva mai esser sorto da tanto era nera, scura e opprimente l'enorme coltre di nubi su di loro.

Troppo tardi capirono di non esser soli.

Piratiiiiiiiiiii!!!! Urlò Messer Sottile.

Tra un'onda e l'altra, la prua di un vascello più grande del loro, passò a fianco alla Pulzella.

Numerosi rampini furono lanciati per agganciare la murata.

Tutti si precipitarono per tagliare le corde, sotto quella tempesta d'acqua e anche qualche quadrello lanciato dalla nave nemica.

Riuscirono nell'intento e quel tentativo d'abbordaggio fu respinto, ma era questione di tempo... le due navi sfilarono via in direzioni opposte ma con una spregiudicata manovra il Capitano Pirata aggirò di nuovo la Pulzella Vivace, da un'altra direzione.

Spuntò come dal nulla, tra le basse nubi l'intervallo tra un'onda e la successiva, puntandoli di nuovo.

La tempesta però era ingovernabile anche per gli assalitori e il vascello pirata finì per schiantarsi lateralmente contro un lato della Pulzella.

Le due navi rimasero abbracciate, scricchiolando.

Molti caddero a terra per l'impatto, ma gli esperti pirati, abituati all'equilibrio, saltarono sul ponte in un assalto feroce.

Il rapporto numerico era impietoso, sarebbe stata dura resistere.

Sulla Pulzella Vivace però, non c'erano normali marinai, e presto quei pirati scoprirono i poteri oscuri di Arok, le magie di Tamira, il tremendo maglio di Korlon, le affilate scimitarre di Thayla e l'incrollabile determinazione di Alyn

Ogni urlo era coperto dall'assordante uragano che aumentava di minuto in minuto, era difficile stare in piedi.

Era difficile vivere.

Era difficile.

Ma lentamente i pirati cominciarono a dubitare di farcela, e quando uno scossone più forte separò le due navi, quelli rimasti cercarono di risaltare a bordo.

In mezzo a quella tempesta, bastò l'onda successiva per far si che la nave pirata fosse scomparsa di nuovo alla vista.

Naufragio

Il sesto giorno a causa della forte tempesta e dei lavori febbrili per curare i feriti e riparare i danni nessuno aveva dormito.

Si sentivano stracci. Le energie cominciavano a mancare.

Forse la stanchezza, o forse la speranza, fece intravvedere ad alcuni la sagoma di un'isola di fronte a loro quando qualche fulmine illuminava il cielo.

Anzichè placarsi però..la tempesta aumentò.

Non c'era più modo di governare la nave, e avevano tolto ogni vela.

Con le forze residue avevano lavorato coi secchi per svuotare la stiva.

Poi arrivò.

Era un'onda immane.

Qualcuno riuscì a tenersi, altri no, volando sul ponte e colpendo altri oggetti scagliati in giro, ferendosi gravemente.

Appena il tempo di rialzarsi in piedi e gli occhi di Frustaventi si riempirono di terrore.

Oh merda

Ne arrivò un'altra.

Più grossa. Li prese di lato.

Un orrendo CCCrrraaacccckkkkk di legname frantumato, forse su una roccia. Il mondo prese a girare. Non c'era più un sopra e un sotto.

Poi il freddo. Il buio. I suoni di colpo tutti ovattati.

L'amara sensazione dell'acqua nei polmoni.

Tutto si fece nero...



lunedì 5 ottobre 2020

Il Tesoro Dimenticato della Gloria di Ahghairon - Capitolo 9

 La Mappa


Rientrati a Baldur's Gate, studiando la mappa, inizialmente criptica, con Kelysius riuscirono ben presto a individuare cosa indicava: una delle tre isole senza nome, molte miglia a ovest al largo dalla Città.

Nonostante la tentazione di fare da soli, era chiaro che serviva una imbarcazione di una certa stazza per affrontare il mare a quella distanza, e l'unico che aveva i fondi necessari per approntare un tale spedizione era proprio il collezionista che li aveva ingaggiati.

Dopo lunghe e malfidate trattative pattuirono 1/3 di quanto avrebbero trovato, e si misero al lavoro per trovare un vascello da noleggiare con il finanziamento ricevuto.

Il ritrovamento di quel tesoro ormai dimenticato anche dalle leggende era sempre più vicino!

La Pulzella Vivace.

Girarono tutto il giorno per i moli di Baldur's Gate, studiando, osservando e contrattando per trovare la nave giusta e risparmiare anche qualcosa.

L'Andirivieni era troppo grande e costosa, ad esempio, e la Trota di Mare perfetta se non che li avrebbe portati ma non ripresi per il ritorno... il Kraken Pazzo sembrava troppo losco...

La Sirena Grassa un buon compromesso...


Tra la folla che come al solito a quell'ora intasava il porto intanto, si faceva largo una pattuglia del Pugno Fiammante, che indicava proprio loro e iniziò a sbraitare.

Poi capirono. 

Un magazzino era andato in fiamme. Era il capannone della banda delle Daghe Rosse.

Probabilmente gli Zhentarim si erano vendicati per quella questione di droga ma come se non bastasse avevano rigirato la colpa su di loro!

Mentre le guardie guadagnavano terreno, una serie di scaricatori con numerose casse si frappose passando loro davanti e nascondendoli momentaneamente alla vista dei soldati, e proprio in quel momento una voce li chiamò

Psssst.. .ehi da questa parte! svelti! nella stiva!

Non ci pensarono due volte e seguirono il consiglio, nascondendosi nella stiva di una nave.

Passarono lunghi minuti mentre i mercenari del Pugno Fiammante si dividevano a cercarli. Sentivano le loro voci e le loro imprecazioni finchè poi li sentirono allontanarsi.

Arh Arh Arh! non ho mai sopportato quelle guardie corrotte!

Disse l'uomo che li aveva salvati.

Sono Capitan Frustaventi, e siete sulla meravigliosa Pulzella Vivace.

Davanti a loro un uomo barbuto, con pochi denti, che parlava sputazzando.

Pesanti passi si avvicinarono alla botola e un uomo enorme spuntò

mmmh...Capitano, se ne sono andati....

E lui è il mio Primo Ufficale: Alzaonda.

Era un uomo enorme e grasso, dalla carnagione scura, probabilmente del Calimshan. Nonostante la mole però era assai agile nel muoversi su quella vecchia nave.

Beh..caro Capitano disse Arok Forse potremmo fare affari insieme... quanto costa noleggiare questa Pulzella Allegra?

Vivace! Pulzella Vivace dannato caprone! Porta male sbagliare il nome di una nave!

Chissà che forse in quell'equipaggio squinternato non avessero trovato davvero ciò con cui salpare.

Il Tesoro Dimenticato della Gloria di Ahghairon - Capitolo 8

L'inseguimento prosegue.

Cavalcarono come pazzi verso nord, fino a giungere nei pressi della grande e famosa locanda fortificata del Braccio Amico, e anche le tracce dei fuggitivi sembravano passate da li.

Erano davvero così stupidi da rifugiarsi li? Pregustando la fine dell'inseguimento, i 5, dopo aver lasciato le armi all'ingresso, entrarono a indagare.... ma no, i due fuggitivi non erano stati così stupidi.

Secondo alcune testimonianze, due tizi giunti stremati con due cavalli ormai stanchissimi avevano rifiutato cure e riposo e semplicemente scambiato i cavalli con altri 2 freschi per poi ripartire, dicendo che si sarebbero accampati più avanti, nei boschi.

Subito gli avventurieri ripresero la strada maestra, proseguendo verso nord con i sensi tesi per notare nuove tracce.

Era ormai buio quando, guidati da Thayla che aveva avvertito un leggero odore di fumo, giunsero ad un piccolo accampamento nascosto lontano dalla strada.

Il fuoco era ormai spento e tutto era all'aria come se fosse scoppiato un combattimento. Diversi orchi morti giacevano sparpagliati ma tra loro non c'erano i corpi dei due ladri.

Tamira si rese conto, esaminando gli orchi, che le frecce di fattura elfica significavano solo una cosa: degli elfi avevano salvato i due malfattori dall'agguato degli orchi e ora, probabilmente, li stavano ospitando per curarli.

Non restava altro che seguire la pista e trovare gli elfi del Bosco Ammantato...



Filosofia Elfica

Attraversarono un ruscello, perdendo ogni traccia, ma andando a istinto proseguirono risalendo un declivio che portava ad un piccolo altopiano che dominava la foresta.

Li vennero fermati da una sentinella. Era un elfo.

Chiarite le intenzioni pacifiche, vennero scortati al campo dove altri 4 elfi sedevano attorno al fuoco.

Tra di loro ve n'era uno molto anziano, un druido, che prese parola e li interrogò sui motivi del loro girovagare nel Bosco Ammantato.

Confermò che avevano salvato due stremati viandanti e ascoltò la versione degli avventurieri su quanto avvenuto.

L'elfo, come molti della sua razza abituati alla lunga vita e al ponderare in tempo in maniera diversa dagli umani, parlava lentamente e ancor più lentamente rifletteva e pensava alle decisioni da prendere, snervando i 5 desiderosi di rimettere mano alla mappa e vendicarsi.

A complicare le cose, per non rivelare i loro segreti e la missione della mappa, inventarono prima una serie di fandonie dietro l'altra, e quando il druido, confuso, fece condurre li uno dei due banditi per farli confrontare direttamente e sentire il loro scambio di battute, emerse la verità.

Quando subiamo un torto, spesso ci dimentichiamo che la stessa vicenda, vista da occhi neutrali, può apparire diversa da come la stiamo vivendo. E così era per il druido, ai cui occhi la mappa non era ne dell'uno ne dell'altro gruppo, visto che giaceva in una tomba.

Ma tecnicamente l'avevano raccolta i due fuggitivi, anche se era stata scoperta dagli avventurieri.

Alla fine, per sciogliere il dubbio, decise di sottoporli alla Prova della Fonte.

Nel cuore della foresta quegli elfi custodivano una fonte sacra che ristorava e curava chiunque, tranne chi beveva col cuore gonfio di menzogna o malafede... in quel caso l'acqua uccideva (o almeno così sosteneva il druido: voleva forse spaventarli?)

Tra i presenti, proprio lo zhentarim però appariva come il più scettico e ritroso nell'affrontare tale prova, e il vecchio elfo dopo averlo guardato a lungo negli occhi sentenziò la sua decisione: gli ospiti erano comunque sacri e sarebbero stati ospitati e guariti, tuttavia la mappa sarebbe tornata agli avventurieri, a patto che lasciassero subito il bosco e non minacciassero vendetta sui due uomini debilitati.

Finalmente la mappa era nelle loro mani.



martedì 16 giugno 2020

Il Tesoro Dimenticato della Gloria di Ahghairon - Capitolo 7

La strana tomba di Thamas Drewyll

L'intuizione di Alyn si rivelò giusta: nel vecchio cimitero di Blenen si trovava proprio una tomba a nome "Thamas Drewyll".
Quindi tutto liscio e tranquillo direte voi? Nemmeno per sogno.


Seguendo un sentierino inutilizzato da tanto, troppo, tempo arrivarono ai piedi del cimitero, che sorgeva su un altopiano con rocce a strapiombo,
Se Blenen era abbandonato da anni, il cimitero non era da meno, ed era ancora più insidioso...
Una volta inerpicati su per la stretta scaletta tra le rocce notarono subito le inferriate metalliche arrugginite e divelte in più punti, le lapidi che si scorgevano a fatica nell'erba altissima, resti di lapidi divelte o spaccate dal tempo e inquietanti fosse scoperte.
Non era facile distinguere le cose vista la fitta nebbiolina che circondava tutto, come un sudario e rendeva ancora più tetro il paesaggio.
A peggiorare le cose lo strano silenzio, l'assenza dei consueti grilli canterini o i canti dei vari uccelli che popolavano la vegetazione locale.

Iniziarono a battere al tappeto ogni lapide in cerca del nome rinvenuto sull'appunto di Frico, scoprendo che Drewyll sembrava un cognome abbastanza diffuso in passato a Blenen.

Nell'erba alta si celava però un male in agguato, e un gruppo di scheletri e zombie prese d'assalto improvvisamente i nostri avventurieri.

Korlon e compagni dopo un attimo di spavento si occuparono dei nefasti defunti irrequieti e ripresero la ricerca, finchè Thayla trovò la tomba che cercavano: la tomba di Thamas Drewyll.

Forzarono una cripta ancora integra per recuperare alcune pale per scavare, e mentre Korlon e Thayla scavavano gli altri tre, attirati dall'aspetto più curato e raffinato della cripta, presero a cercare qualche tesoro.

Un colpo di vanga dopo l'altro, finalmente si sentì un cupo "TUNF!", quando Korlon colpì qualcosa di vuoto. Un angolo di un coperchio di legno emerse dallo scavo, nemmeno troppo in profondità.

Ma proprio quel rumore, oltre a spezzare il cupo silenzio, attirò altri non-morti. Questa volta però erano veloci e affamati, e dal tocco letale: erano Ghoul.
Gli eroi si riunirono attorno al Alyn che brandendo il simbolo sacro con voce imperiosa invocò il potere di Hoar e tentò di scacciarli.
Il rito funzionò parzialmente, e mentre alcuni fuggivano lontani da lei, altri, resistendo, ingaggiarono in combattimento i 5 avventurieri.

Durante questo teso scontro, qualcuno in subdola attesa entrò in azione, e coperto dall'invisibilità riuscì a sollevare il coperchio messo a nudo da Korlon e Thayla, e a prelevare qualcosa.
A parte quello, la bara era vuota e pulita, come se questo Thamas Drewyll non fosse mai esistito, probabilmente un nome fittizio ma plausibile dove nascondere qualcosa.

Troppo tardi si accorsero di quanto stava accadendo, ma cercando di intercettare alla cieca l'invisibile ladro riuscirono comunque a ferirlo e rallentarlo.
Il misterioso individuo lanciò allora la mappa che aveva preso ad un Imp, che resosi poi invisibile sfrecciò via.
In questa baraonda, anche i ghoul precedentemente in fuga ri-sbucarono dalla fitta vegetazione che circondava i resti del cimitero e impegnarono nuovamente Alyn e compagni in combattimento, facilitando la fuga dell'Imp e di altri complici nascosti più a sud.
Anche il ladro scoperto e tornato visibile, pur ferito, tentò di nuovo la fuga approfittando del panico causato da un ghoul che aveva paralizzato Alyn e stava per ucciderla.
Tutte le attenzioni dei cinque erano sui ghoul che dimenticandosi di farlo prigioniero gli diedero una nuova possibilità di fuga... una fuga che però fu interrotta da una precisa freccia di Thayla e dal successivo attacco dall'alto del famiglio di Arok, che però lo avvelenò, rendendo vano ogni tentativo di salvarlo e interrogarlo.
Il famiglio aveva anche visto fuggire 3 figure dietro i resti del tempio. Non erano degli sprovveduti e si erano preparati evidentemente bene per quella missione perchè secondo la testimonianza del famiglio erano fuggiti di corsa non verso le scale per ridiscendere il ripido pendio, ma direttamente verso il costone roccioso per poi buttarsi nel vuoto, rallentando l'atterraggio con un incantesimo e riprendendo incolumi la fuga.

Non c'era tempo da perdere...nonostante fossero stanchi e feriti, i 5 compagni sfrecciarono a ritroso, superando Blenen e tornando verso la strada della Costa fino alla fattoria dove avevano lasciato i cavalli.
I fuggitivi, passati anch'essi da li, non avevano lasciato nulla al caso e li avevano slegati, per guadagnare tempo.
Grazie ad Arok e a Thayla però, il gruppo riuscì a calmarli e radunarli subito, per poi partire al galoppo verso Nord.

Inseguimento

Passavano le ore. I cavalli erano allo stremo. Le tracce di altri cavalli in corsa nella strada polverosa, davanti a loro, li spronavano a resistere e a non mollare.
I fuggitivi erano diretti a Nord e il sospetto era che fossero diretti a Baldur's Gate. Spie che avevano fiutato la caccia al tesoro e volevano fregarli.
Non poteva essere diversamente, visto che a Beregost non avevano fatto menzione della loro missione, e tutto era nato proprio nella grande città costiera.

La strada correva veloce a fianco a loro, gli alberi erano macchie sfumate di verde, e il polverone alzato dai loro stessi cavalli faceva lacrimare gli occhi.
Dopo tanti sforzi non potevano farsi fregare proprio ora. Li avrebbero raggiunti. Li avrebbero trovati...

Agguato

Era passato già un giorno dall'inizio dell'inseguimento. Avevano rallentato solo per far rifiatare i cavalli quanto bastava e per piccoli riposi, ma temevano di perdere troppo tempo e le tracce dei fuggitivi.
La stanchezza si sa gioca brutti scherzi, e mentre cavalcavano con lo sguardo fisso sulla strada, ormai esausti, una grande ombra offuscò la luce, sorvolandoli.
Nessuno riuscì a reagire in tempo e una creatura planando afferrò Tamira per poi riprendere quota e posarla come un trofeo su una parete rocciosa.
Un volto demoniaco e mostruoso su enorme e possente corpo muscoloso, simile a quello di un leone, con grandi ali membranose e una letale coda irta di aculei che poteva sparare come frecce. Si trattava di una temibile Manticora.

Tamira era in pericolo. Isolata dal resto del gruppo, che come ridestato da un sogno, prese ad agire freneticamente cercando di risalire fino al nido della bestia.
La stregona, approfittando di un momento buono, sfruttò le ultime energie rimaste per un incantesimo che la salvò: invisibilità.
Scomparve da sotto le grinfie della bestia e cercò disperatamente una via di fuga.
Il volto fino alla strada sottostante era alto ma lei saltò per afferrarsi ai rami di un albero. Purtroppo non riuscì a tenersi e la caduta fu quasi letale.

Ferita e impaurita, restò nascosta dall'incantesimo osservando con trepidazione i compagni che lottavano con la Manticora.

Non era facile affrontare un avversario che poteva sfuggirgli alzandosi in volo e colpirli con gli aculei, per poi planare in picchiata e cercare di ghermire un altro di loro.
Toccò ad Arok, che come una biscia si contorse sfuggendo alla presa degli artigli, per poi rispondere con i suoi temibili sortilegi.

Alla fine anche Tamira, ripreso fiato, emerse dalla sua invisibilità per colpire a morte la bestia.
Malconci e feriti, gli avventurieri calmarono i cavalli e lentamente ripresero la strada, notando che qualcun altro era stato vittima dell'imboscata del mostro alato: macchie di sangue umano erano sparse nella vicinanza e si allontanavano verso nord, e sulla Manticora erano conficcate alcune frecce che non avevano certo scagliato loro...

Confortati dal fatto che anche i ladri erano stanchi, feriti e indeboliti, ripresero l'inseguimento...

lunedì 8 giugno 2020

Il Tesoro Dimenticato della Gloria di Ahghairon - Capitolo 6

Un nuovo arrivato

Arok durante la nottata passata a Beregost aveva di nuovo sentito quella voce beffarda dentro di se, che gli aveva comunicato che avrebbe ricevuto un regalo.
Al mattino sulla sua spalla stava un corvo. I suoi compagni erano ancora ignari che non si trattava di un vero corvo, ma di un subdolo Imp in grado di mutare magicamente aspetto...




Blenen

Dopo mezza giornata di cammino, seguendo le indicazioni ricevute, arrivarono a Blenen.
La prima cosa che notarono fu un angolo di una casa e una mezza parete, l'unica parte rimasta in piedi di quella prima abitazione al limitare del villaggio.
Nonostante gli anni e le intemperie, alcune delle pietre mostravano ancora i segni anneriti di un incendio.

Lasciarono i cavalli in un posto sicuro e iniziarono l'esplorazione, superando un traballante ponte di legno marcio che superava uno stretto ma vivace ruscello, e introduceva nel villaggio vero e proprio.. o per meglio dire, ai miseri resti di quello che era stato un villaggio.

L'atmosfera era cupa, silenziosa. La vegetazione si era ripresa lentamente quanto le era stato tolto, e una leggera nebbiolina aleggiava su tutta l'area

Presero ad ispezionare ogni casa e ogni perimetro di pietre che faceva capire che una volta era una abitazione.
Ogni scoperta rivelava qualche piccola traccia di vite che ormai non erano più li, spente da tempo. Ogni ritrovamento, sotto le macerie, raccontava di vite ormai passate.

Arok mandò nel frattempo il suo "corvo" a perlustrare attorno.

In alcuni ruderi trovarono anche la targhetta forse posta all'ingresso della casa, che ne indicava la famiglia. In una cantina del vino nanico, e in quella che era una delle abitazioni più grandi i resti di un orco...e ancora peggio, colui che aveva ucciso l'orco: un enorme ragno che balzò addosso a Korlon per poi sparire nella sorpresa generale.

Era un ragno fase, capace di passare dal loro piano a quello etereo in un battito di ciglia, per poi spostarsi e ricomparire altrove..magari alle loro spalle, e ucciderli col letale veleno.
Più di uno venne ferito e quasi ucciso, ma alla fine il malvagio aracnide si raggomitolò ferito a morte.

Il famiglio di Arok nel frattempo portava altre brutte notizie: orchi accampati nei resti dell'ex-locanda.
I cinque si organizzarono attorno all'edificio e con una illusione attirarono gli orchi, massacrandoli in poco tempo con l'effetto sorpresa, e anche il pericoloso sciamano che li guidava, un Occhio di Gruumsh, venne liquidato insieme ai suoi sortilegi.

Passi avanti?


Su Blenen tornò a regnare il silenzio, e gli avventurieri ripresero a battere al tappeto ogni rudere finchè non trovarono la casa che cercavano. La casa di Frico Midgee.
Non era rimasto molto di utile o di intero, ma non c'erano dubbi sia per la dimensione che per i pezzi di targhetta ritrovati vicino all'ingresso (che rimessi insieme rivelarono la scritta "Famiglia Midgee") che quella fosse la casa dell'halfing naufrago.

La gioia fu breve perchè pur trovando nella cantina un altro piccolo diario, questo si polverizzò non appena toccato da quanto era decrepito, e c'era ben poco di utile che si potesse leggere, ma un biglietto, aggiunto in fondo e scritto su pergamena, era chiaramente intatto e recava soltanto un nome, con sopra una specie di croce scarabocchiata abbastanza male.
Il biglietto diceva "Thamas Drewyll"
Qualcuno suggerì di tornare a Baldur a chiedere aiuto a Kelysius, altri di provare a chiedere a Beregost se quel nome diceva qualcosa, ma Alyn suggerì prima di sprecare di nuovo tempo in altri spostamenti, di provare prima al cimitero..sempre ce ne fosse uno, ma ogni paese solitamente aveva un luogo dove venivano tumulati i morti.
Chissà che non ci fosse qualche lapide con quel nome.. e il paranoico Frico non l'avesse proprio usata per nasconderci qualcosa?
Riposarono nei resti della Locanda e fu una notte parecchio agitata..gli scherzi di Arok avevano creato malumori e incomprensioni, ma una cosa certamente teneva ancora tutti uniti: il miraggio dell'immenso Tesoro della Gloria di Ahghairon.

lunedì 11 maggio 2020

Il Tesoro Dimenticato della Gloria di Ahghairon - Capitolo 5

Agguato!

Mancavano ancora due giorni di viaggio per giungere a Beregost e la strada della Costa proseguiva verso sud, larga e ben segnata anche se ormai non si vedeva anima viva ne avevano incontrato altre carovane o altri viandanti.

Entrarono in una zona boscosa, in lontananza si vedevano i resti di mura da un lato della strada, ormai ridotti a cumuli alti non più di un metro.
C'era molto silenzio e il gruppo non aveva dialogato molto durante quel viaggio, ognuno continuava a stare sulle sue, senza svelare troppo di se, così che, chi più chi meno, avevano rinunciato a far domande ai compagni.

Ci pensarono i Goblin a rompere il silenzio, assalendo improvvisamente gli avventurieri di passaggio, ma grazie a Korlon e Thayla il gruppo non fu preso di sorpresa...

Quegli sgradevoli malefici umanoidi caricarono da due lati, mentre altri, al sicuro usando le macerie come riparo, tiravano con le balestre.
Lontano da tutti, quello che sembrava il comandante, iniziò a eseguire strani rituali, protetto da un sinistro Worg
Era uno sciamano!

Infuriò una dura battaglia, con i 5 che cercavano di liberarsi di quei fastidiosi avversari in fretta per gettarsi sullo sciamano e impedirne gli incantesimi. 
Lo sciamano riuscì però a investirli con più di un sortilegio: Iniziò con sonno che però fece effetto solo su Alyn e per errore anche su alcuni goblin, poi maledisse tutti con un'anatema provando infine ad accecare Korlon che era arrivato più vicino, dopo averli rallentati con una malefica crescita di rampicanti che cercavano di avvinghiarli e bloccarli...
Quando però l'avanguardia goblin cadde, e i balestrieri furono messi in fuga, anche per lo sciamano non restò che la sconfitta.

Il gruppo usò quelle stesse rovine come riparo per una sosta rigenerante per curare le ferite e lenire la stanchezza, poi ripresero il viaggio che terminò senza altri pericoli.

Beregost

Giunsero a Beregost nel tardo pomeriggio, oltrepassando le "mura" che altro non erano che una robusta palizzata di legno.

Individuarono subito una locanda, "il Mago in Fiamme" e entrarono a riposare e cercare informazioni per il sentiero per Blenen.
Nel frattempo furono coinvolti anche in qualche scommessa ad un tavolo in cui si giocava a dadi. Si trattava di "Ossa di Baldur", un gioco molto in voga nei dintorni.
Arok sperperò del denaro, senza fortuna, mentre Tamira fu invece fortunata.

Parlando con un cacciatore locale riuscirono a farsi spiegare anche come trovare Blenen, e dopo un meritato riposo sotto ad un tetto, al mattino presto partirono per il misterioso villaggio abbandonato.