venerdì 23 giugno 2023

RETURN OF THE STORM MAIDEN (13)

CAPITOLO 13 - CASTAGNE, SOGNI E VELENI

"Al nord si dice: quando hai pochi denti hai tanto coraggio... o tanta sfortuna" (Garrdo il Furente, primo ufficiale di Siberrin)

Un caleidoscopio di colori da rosso a giallo all'arancione al marrone, per passare a tinte più scure o grigie degli alberi ormai spogli, accompagnava i quattro viaggiatori il penultimo giorno di Marphenot, ma guardando verso le montagne, oltre il verde delle conifere, già si vedeva il bianco delle prime nevi. O non erano mai andate via?
Nonostante Ruathym sia un isola sottile e in linea d'aria dalla costa est a quella ovest non ci siano così tante leghe, il terreno sale aspro verso montagne selvagge e pericolose, e la via è più lunga di quel che si pensi, specialmente senza vere strade e sentieri, ma ormai i quattro erano decisi a svalicare e puntare sul Figlio di Yggdrasil, seguendo le indicazioni approssimative di Brando.

Rendendosi conto dello scorrere del tempo, Lyandria ebbe la buona intuizione di far mandare un messaggio magico a Ploppa, suggerendo di tentare nel frattempo di raggiungere e trovare il vero Vok Dorrg prigioniero, visto che con la loro deviazione difficilmente loro avrebbero potuto arrivare in tempo, e visto che ormai la trappola al doppleganger era stata probabilmente scoperta. Che ne sarebbe stato del presunto prigioniero? O forse era già morto da tempo?

Presi da questi e altri discorsi più futili, gli avventurieri giunsero ad un profondo guado dove le vivaci acque di un torrentello sembravano alquanto fredde.
Fu proprio la stessa Lyandria a testare la temperatura quando il vecchio tronco secco usato come ponte si spezzò e la fece piombare giù.
Venne issata prontamente con una corda e pur infreddolita e bagnata non risentì più di tanto della caduta.
Fatta ancora un po' di strada poco più avanti notarono un enorme cinghiale che grufolava tra i ricci e le foglie, ai piedi di due grossi castagni.
Troppo preso dal suo abbuffarsi di castagne, finì per diventare la cena del gruppo, che si accampò li vicino vista l'ora.

Durante i turni di guardia, in piena notte, Gelrish si accorse di un gruppo di cinghiali attirati dalle numerose castagne, e decise di allertare il gruppo.
Una confusa e assonnata Lyandrya, che grazie alla sua vista riusciva a penetrare anche il buio, puntò il suo strano canno-scoppio verso i rumori lasciando deflagrare una palla di fuoco che per un istante illuminò a giorno l'intera foresta.
L'effetto non su esattamente quanto voluto: le coriacee bestie, feriti e col la pelliccia fumante, scapparono in tutte le direzioni e nel punto di impatto le foglie secche stavano dando vita a diversi focolai d'incendio.
Ishmael e Richard capirono subito il rischio e si precipitarono per spegnerli, ma fu Gelrish con una esplosione di ghiaccio a domare del tutto le fiamme, lasciando però una zona devastata.
Senza dire una parola, tutti si augurarono con un vago sgomento che qualche druido o protettore dei boschi non avesse assistito alla scena.
La notte agitata non era ancora finita, perchè Lyandria fece uno strano sogno, trovandosi persa in un abisso marino scuro e desolante, ma venne attirata da una luce e da una voce, sbucando in una spiaggia nascosta tra alte rocce.
Una figura la attendeva, aveva l'aspetto di Garrdo il Furente, il primo ufficiale di Siberrin che le aveva donato l'anello del Grande Nuban.
La fece inginocchiare e giurare, insegnandole i valori e i dogmi del Giuramento del Mare, e per aiutare l'antica entità a fermare quel che di misterioso stava accadendo in quei mari.
Fu proprio l'acqua a svegliare l'agitata ragazza, ma tiratale in faccia da Gelrish, che interruppe quello strano viaggio onirico.
La cosa veramente strana, è che in mano stringeva una iscrizione con il giuramento.
La seconda cosa strana, di cui lì per lì Lyandria non si era resa conto, era il nome con cui nel sogno era stata chiamata: Lyndran

All'alba, con qualche malumore per la strana notte, il gruppo ripartì cercando di tenere per quanto possibile una direzione verso est, puntando le colline e le montagne.
Costeggiarono un altro castagneto e tra alberi e arbusti incolti Richard notò resti di muratura.
Cascine e edifici di un piccolo insediamento, forse usato in antichità per essiccare e lavorare le castagne.

Quel che non notò però fu un insidioso ragno-fase che comparso come dal nulla lo avvelenò quasi a morte.
Tutti accorsero in fretta ma la sfuggente mostruosità era già scomparsa nel piano etereo, pronta a colpire nuovamente.
Ne fece le spese Gelrish, anche lui avvelenato tanto da cadere immobile a terra.
I compagni, con orrore pensarono che fosse morto, per poi accorgersi che quel veleno letale l'aveva ridotto senza forza ma non ucciso, bensì paralizzato, e mentre Richard tentava di trascinarlo via dalla mischia, e un secondo grosso ragno-fase attaccava Ishmael, il primo afferrò il povero dragonide strappandolo dalla presa di Richard per trascinarlo via.
Ishmael nel frattempo riuscì a uccidere il suo avversario, poi entrarono tutti nei resti dell'edificio più grande dietro cui si era ritirato il ragno notando i resti di una scala che scendeva sotto al terreno.
Le tracce di sangue di Gelrish conducevano la sotto.

Appena scesi nel buio, i tre inseguitori si accorsero che non sarebbe stato facile trovare il compagno, perché davanti a loro c'erano diverse gallerie scavate in vecchie catacombe mezze collassate.
Filamenti di ragnatele e ossa dei pasti dei ragni facevano capire in che razza di posto si erano cacciati.
Finalmente Ishmael trovò Gelrish, vivo e paralizzato, bloccato in fondo ad un cunicolo e bloccato nella tela, ma diversi sciami di piccoli ragnetti si riversarono da varie direzioni, mentre il ragno-fase ancora vivo attaccò Lyandria tornando visibile.
La bestia però non fece in tempo a usare la sua strana capacità per sparire nuovamente, perché Lyandria esasperata liberò il suo potere, che si scatenò in maniera fin troppo caotica e incontrollata danneggiando persino i compagni, ma alla fine, seppur malconci tutti riemersero da quelle gallerie.

Viste le condizioni, decisero di riposare e rifiatare almeno un'ora per curare le ferite e dar tempo al veleno di esser smaltito, mentre l'unico non ferito, Ishmael, tornò là sotto a dare un'altra occhiata.
Nonostante la presenza di qualche altro ragnetto che schiacciò facilmente, curiosò tra i cunicoli trovando persino qualche moneta e qualche gemma tra i resti di qualche vittima passata.

Tornato dai compagni, che mestamente discutevano su cosa fosse andato storto e sulla necessità di fare più attenzione, diede il segnale per rimettersi in cammino.
La montagna non aspetta.

martedì 20 giugno 2023

RETURN OF THE STORM MAIDEN (12)

CAPITOLO 12 - SCAVARE NEL PASSATO

"Ogni eroe è il cattivo di qualcuno" (Victarine Redaxe)

Il mese di Marphenot stava finendo, e da quelle parti significava freddo.
Un aspro sentiero si snodava nell'entroterra, verso i monti, attraversando colline di quercie, sorbi, carpini e abeti. Soltanto questi ultimi avevano mantenuto il loro verde, mentre per il resto era un trionfo di giallo-arancione-marrone e foglie cadute.
Lungo il tragitto Lyandria espose una sua idea: aiutare Siberrin a diventare il punto di riferimento per i northlander, l'anello di congiunzione per riunirli nella pace e far cessare tutte le diatribe.
Si chiesero anche se aveva un senso aiutarla magari scrivendo il suo nome sulla corteccia dell'albero leggendario che si trovava proprio li, a Ruathym.
O cosa sarebbe accaduto se avessero cancellato il nome di Hergartha, la Storm Maiden. Avrebbe perso i poteri? Si sarebbe indebolita?
La curiosità su quel misterioso albero ancestrale chiamato il Figlio di Yggdrasil li spinse a pianificare una visita anche li, una volta finita la missione a Vikgaard.
E a proposito di Vikgaard, sul finire della giornata eccolo li, all'orizzonte, il villaggio.
Villaggio era una parola grossa: erano poche case abitate da ancor meno persone, rozzi e robusti nordlander temprati dalla natura del luogo e poco abituati a vedere forestieri.
I 4 avventurieri decisero così di cammuffarsi prima di farsi vedere, e Richard si spacciò per il vecchio padre di Verania tornato a cercarla dopo averla abbandonata.
Parlarono con un contadino, tale Gustav, e vinta la sua diffidenza scoprirono che effettivamente Verania fu affidata anni fa ad un piccolo monastero di Chauntea li vicino, e da bambina era combattiva, intelligente, vivace e dura. Inoltre pare che un tizio venisse ad addestrarla nella scherma 2 volte a decade.
Quando il monastero fu distrutto dagli orchi, proprio le abilità apprese le permisero di salvarsi, ma dopo quell'evento si sentì abbastanza grande da cavarsela e lasciò la zona, rispondendo al crescente richiamo del mare.

Visto che il sole era ormai tramontato, si accamparono in un fienile e la mattina partirono alla ricerca dei resti del monastero, sperando che nei suoi registri, ammesso fossero interi, ci fossero ulteriori indizi sulla temibile guerriera.
Gustav li mise in guardia sui pericoli del bosco e soprattutto sulle misteriose presenze spettrali che a suo dire infestavano quelle rovine.

La giornata era grigia, con una pioggerella fine ma fitta e fredda.
Il sentiero proseguiva serpeggiante seguendo l'ansa di un profondo e agitato torrente.
Sulla sponda opposta i resti di un insediamento di guardia, poche pietre circolari unite da un corpo centrale ricordavano quelle che eranoa stati due torrioni.
Qualcosa calò dall'alto, avvertito troppo tardi da Gelrish, un forte spostamento d'aria e le zampe di una grossa viverna afferrarono alle spalle Lyandria per poi virare verso le rovine e gettarla dentro i resti di una delle torri.
In quell'improvvisato nido, Lyandria, sorpresa e ferita per la caduta, notò subito una seconda viverna.
La prima tornò all'attacco, ferendo gravemente Gelrish, poi ingaggiò Ishmael che assaggiò il terribile veleno della sua coda.
Lyandria si fece invisibile e cercò la fuga attraverso un passaggio sotterraneo che sbucava lungo il corso del torrente.
Gelrish cominciò a concentrare l'energia già carica nell'atmosfera temporalesca scagliando fulmini, mentre Ishmael, morso e ferito, morse a sua volta la creatura, afferrandosi alla sua coda per impedirle di pungerlo ancora.
Il martello magico di Gelrish invocò il potere della terra bloccando al suolo la viverna, ma l'altra non trovando più Lyandria si gettò su di loro.
Richard cautamente restava al riparo degli alberi alternando attacchi e ritirate, poi una delle creature fu avvolta da un terribile buio fatto di freddo, sussurri, tentacoli e altri orrori, evocati da Lyandria, ma volò in alto riuscendo a liberarsi, giusto in tempo per vedere la sua compagna caduta ai piedi di Ishmael.
La viverna superstite calò in picchiata per afferrare la compagna e forse portarla via al nido, non comprendendo che fosse già morta, ma le furono tutti addosso e finirono anche lei.
Dopo aver dato un occhiata ai torrioni per vedere se c'era qualcosa di interessante nel nido, i quattro si leccarono le ferite e ripartirono verso il bosco, individuando il sentiero indicato da Gustav...

Il bosco si faceva più fitto, il sentiero più incolto, e mentre discutevano tra loro, forse troppo distratti, solo Ishmael si accorse di qualcosa che stava arrivando a gran carriera dai cespugli, travolgendo rami e arbusti.
Un grosso cervo emerse in corsa, ignorandoli e proseguendo dritto dalla parte opposta anche se colpito di striscio da un'onda di energia di Lyandria.
Subito a ruota, alcuni lupi emersero dalla boscaglia al suo inseguimento.
Il gruppo, immobile, scelse di non intervenire, poi individuata una zona adatta si fermarono per riprendere le forze ancora fiaccate dalla lotta precedente, discutendo a bassa voce su cosa fare e come comportarsi di fronte a spettri e fantasmi.

Ripartirono e non ci volle molto prima che, tra gli antichi tronchi, adagiate sotto una volta di rami e vegetazione ormai intricata, emergessero le rovine del monastero.
Un luogo molto diverso da come doveva esser stato in passato, che ora stava tornando alla natura, anche se quelle pietre e le ombre tra di esse, forse per via dei racconti del contadino, apparivano assai sinistre.
Qualcuno udì dei sussurri, forse grida lontane, altri videro per qualche istante una figura spettrale sparire dietro un muro, ma nonostante questo si fecero strada tra le macerie in cerca di quanto poteva esser rimasto intero.
Il falco di Richard, dopo una ricognizione aerea, individuò una scala ancora integra che scendeva nei sotterranei e decisero di scendere per veder se gli archivi o quanto ne rimaneva potessero essere la sotto.
Procedendo verso il punto individuato per scendere, tra rovi e sterpaglie sbucarono sciami di centopiedi che fastidiosamente si arrampicavano sui loro corpi con fastidiosi morsi, ed era davvero difficile colpire in modo efficace quelle masse brulicanti di insetti che non fornivano un bersaglio chiaro.
Superato l'intoppo, il gruppo prese a scendere nell'oscurità del sotterraneo, con in testa Richard che lanciò un incanto di luce.
Quando la luce di Richard squarciò quel velo d'oscurità, per un attimo ebbe l'orrenda visione di un fantasma di donna a poca distanza che lo gettò nel panico totale.
L'uomo provò a fuggire per le scale travolgendo i compagni fin quando Ishmael non riuscì a fermarlo.
L'apparizione nel frattempo era scomparsa, ma la paura ormai serpeggiava tra gli avventurieri che esaminarono la sala in cui erano scesi: si trattava di uno stanzone quadrato con diversi scaffali pieni di vecchie scartoffie e pergamene malridotte. C'erano anche tre porte di cui una chiusa bene e stranamente ben conservata, e proprio per questo scassinarono la serratura e puntarono in quella direzione.
Non appena varcarono la soglia, lungo tutta la sala e i corridoi risuonò una terribile minaccia, una voce ultraterrena che gli intimava di fermarsi e non osare andare oltre.
Le sole minacce non bastarono però a intimidire gli eroi ormai a pochi passi da qualche scoperta interessante, finché, spazientita la voce cambiò di tono diventando una vocetta stridula e graffiante.
Da un passaggio segreto emerse una piccola figura, uno gnomo.
Non c'era alcun dannato fantasma, ma quell'astuto gnomo che con le sue illusioni spaventava e teneva lontani i curiosi dai resti dell'archivio.
Si chiamava Brandoban Billandis Arcibinden Febblerius Copperpot ma per brevità si presentò loro come Brando Copperpot e spiegò di aver fatto di quel posto il suo rifugio e che stava trascrivendo tutte le storie e informazioni utili dei registri del monastero ancora leggibili, per preservarle dal tempo.

I quattro chiesero subito di Verania, e tra i registri Brando aveva proprio da poco trascritto l'atto di adozione di Verania di Kismortr nel 1462, e, cosa ancora più interessante, alcuni successive note che indicavano come in realtà fosse stata proprio Hergatha Stromkir a lasciarla al monastero, facendo notare come guardacaso i due cognomi fossero l'anagramma l'uno dell'altro.
Verania era dunque una figlia segreta della Storm Maiden?

Lo gnomo raccontò loro quanto si ricordava della Verania bambina di anni prima, del suo amico Remad, e di quanto successo durante l'attacco di orchi che distrussero il complesso. Per quanto già scaltra e brava a combattere, la ragazza fu aiutata da un misterioso individuo dagli strani poteri, che pareva corrispondere proprio allo stesso visto giorni prima in compagnia della sacerdotessa di Umberlee.
Parlarono anche di Hergatha e della sua nave fantasma, e di come riuscire a rivaleggiare con un'arma intangibile e inafferrabile. Brando non aveva risposte, ma parlò loro di una eremita di Gundarlun, tale Grizhilda, che sapeva leggere una polla magica, come quelle presenti a Gwynneth, l'isola più misteriosa e fatata delle Moonshae: si diceva che la vecchia sapesse trovare risposte a quasi tutte le domande.
Viste le conoscenze dello gnomo, gli chiesero anche informazioni sulla loro prossima meta: il Figlio di Yggdrasil, ma di quello ne sapeva poco, anche se a suo dire non era così semplice raggiungerlo e usarlo.

Raccolte tutte le informazioni disponibili, e con qualche nuova carta da giocarsi sul tavolo degli intrighi e dei conflitti in corso, non restava altro che salutare Brando e ripartire.
Nonostante sapessero ancora troppo poco e non avessero bene le idee chiare sul da farsi con l'albero ancestrale chiamato il Figlio di Yggdrasil, decisero di puntare ugualmente in quella direzione.
Presero la via dei monti, tagliando all'interno dell'isola di Ruathym per guadagnare giorni, anche se l'autunno qui sapeva esser come l'inverno di altri luoghi e le montagne erano selvagge e pericolose... 

mercoledì 7 giugno 2023

RETURN OF THE STORM MAIDEN (11)

CAPITOLO 11 - L'APPARENZA (NON)INGANNA

"La verità è come il sale. Gli uomini vogliono sentirne il gusto, ma troppo fa star male tutti" (Verità del Saggio Jamal 17.8)

Plic - Plac - Plic..il tempo era scandito dalle gocce d'umidità che trasudava dalle celle. Due giorni in uno stato di prigionia, per quanto fosse finta, erano comunque percepiti come lunghissimi.
I quattro prigionieri, anzi cinque con il goblin, finirono così per rompere quei lunghi silenzi aprendosi e parlando un po' di se.
Richard e i guai da cui era sfuggito, solo temporaneamente a quanto pare.
Ishmael e la sua strana infanzia, Gelrish e gli scontri con lo schiavista Hrolf...

Di tanto in tanto ricevevano visite da Alfhilda, approfittandone per scoprire di più su quel clan e sulle storie di Ruathym.
Parlarono dell'iniziale cavalcata trionfale della Storm Maiden, del Figlio di Yggrasil, l'albero su cui la madre avrebbe scritto il suo nome per farla benedire, delle ultime notizie su battaglie finite in modo sanguinoso per entrambi gli schieramenti, e delle misteriose origini di Verania, le cui tracce portavano ad un villaggio li vicino e ad un tempio in cui, da orfana, sarebbe stata lasciata.

Arrivò finalmente il giorno in cui Vok Dorrg, o meglio il suo presunto impostore, rispose alla chiamata e arrivò a Holgerstead con una nutrita guardia personale e il consigliere Gregolf
I nostri avventurieri, con le orecchie tese, cercavano di udire quanto accadeva nelle sale superiori. Attendevano il momento in cui il doppelganger sarebbe sceso a fargli visita e sarebbe stato smascherato.

Ad un certo punto però sentirono urlare, poi diversi tonfi e rumori, e l'inequivocabile voce dell'acciaio e della morte.
Riuscirono a liberarsi e ad accorrere nella sala del trono dove diversi uomini erano a terra, feriti o morti.
Il consigliere Gregolf era in scacco delle guardie personali di Wedigar e lo stesso Wedigar minacciava il forte goliath che aveva accompagnato Vok, e che ora si trovava a terra ferito e disarmato.
Neppure Alfhilda aveva tenuto conto della sleale abilità dei doppelganger: leggere agevolmente i pensieri.
Il finto Vok Dorrg così si era accorto delle intenzioni e della trappola della Prima Ascia di Holgerstead, agendo con letale rapidità, colpendo Alfhilda, spostandosi fulmineamente con incantesimo di passo velato per poi fuggire.
La donna, ferita gravemente e in preda all'ira, era mutata in in un enorme orso sfondando il portone e mettendosi all'inseguimento.
Senza perder tempo, capita la situazione, mentre Richard interrogava e cercava di far ragionare il consigliere catturato, gli altri tre si misero a loro volta all'inseguimento.

Ishmael era riuscito facilmente a seguire le tracce di sangue fino a giungere in una zona di stretti vicoli cittadini dove trovarono Alfhilda che, stremata, era tornata alla sua forma umana.
Cercarono tracce e indizi, scoprendo che qualcuno in fuga, con agilità soprannaturale era salito sopra un tetto.
Si arrampicarono per cercare di vedere la situazione dall'alto ma quel bastardo poteva essersi trasformato in chiunque e non era per nulla facile ritrovarlo.
Proprio quando erano sul punto di abbandonare, notarono dall'alto un po' di trambusto all'ingresso di una locanda, dove un tavolo di giocatori di carte era stato urtato da qualcuno che evidentemente andava di fretta.
Mentre Gelrish e Ishmael entravano a controllare nella Locanda dell'Ascia Spezzata, Lyandria procedeva sul retro tenendo d'occhio una uscita di servizio, finendo per trovarsi faccia a faccia con un cittadino che stava uscendo in maniera piuttosto losca.
La donna fece appello alle sue capacità magiche per bloccarlo ma il sortilegio pareva non aver effetto su quella che evidentemente non era una creatura umana.
Da dentro, gli altri due avevano notato l'uscita dall'altra porta del tizio e corsero a dar man forte a Lyandria.
L'astuto mistificatore mutaforma avrebbe probabilmente preferito fuggire ad uno scontro impari ma circondato e afferrato da Ishmael fu costretto a lottare con tutte le forze, ma ormai per lui era tardi.
Il doppelganger tuttavia non venne ucciso ma catturato vivo e condotto a palazzo al cospetto di Wedigar Ruthmaald

L'infida creatura provò con ogni mezzo a contrattare per la sua vita in cambio di informazioni, in un teso scambio con Richard, grazie al quale alla fine scoprirono che a suo dire Vok Dorrg era ancora vivo e tenuto in un luogo segreto sotto la città di Ruathym.
Scoperti almeno parzialmente i trucchi e le macchinazioni in atto per condurre i northlander alla guerra, i quattro eroi cercarono di far ravvedere il consigliere e di far schierare Wedigar dalla loro parte.
Lyandria chiese alla Prima Ascia anche la libertà per il goblin, e uno scambio con la nave lunga nordica in cambio di qualcosa di più adatto.

Non restava che decidere le prossime mosse, e vista la distanza, il gruppo decise che avrebbe fatto un salto a Vikgaard, in cerca di informazioni su Verania e le sue origini.
Era tempo di lasciare il mare per saggiare l'aspro entroterra dell'isola di Ruathym...

giovedì 1 giugno 2023

RETURN OF THE STORM MAIDEN (10)

CAPITOLO 10 - IMPREVISTI E INTRIGHI

"...Regole? Le regole sono per i bambini. Questa è la guerra, e in guerra l'unico crimine è perdere" (Prima Ascia Vok Dorrg)

Il Nasello Spiaggiato e la nave lunga a remi nordica sequestrata nel covo di Verania avanzavano lentamente, ma nessuno dal fortino li aveva inseguiti.
I reduci dalla battaglia osservarono quanto trafugato, qualche mappa, un registro e qualche oggetto interessante, come cercando di leggervi un indizio sulla loro sorte futura.
Su una mappa pareva segnata una piccola isola di fronte a Ruathym, e pensando che si trattasse di un altro possibile nascondiglio di Verania, decisero di puntare la prua da quella parte, proprio verso grigie nubi temporalesche in via di formazione.
Era passato il mattino quando dal Nasello avvistarono alcuni detriti in acqua..su una scialuppa semiaffondata era rannicchiata una patetica figura umanoide di taglia piccola.
Rallentarono fino e virarono fino ad avvicinarsi, notando con sorpresa che si trattava del grottesco giullare goblin senza braccia che avevano visto nel Salone della Prima Ascia a Ruathym, il giocattolo di Vok Dorrg.
Il povero Goblin, Gigl Glokl detto Gnaghi, fu soccorso e dissetato finchè non riuscì a parlare e spiegare come diamine fosse possibile che l'avessero trovato li, alla deriva, di fronte alle coste di Ruathym, a sud-est di Holgerstead.
Il goblin disse che aveva provato a fuggire dal palazzo per avvertire la Prima Ascia di Holgerstead, tale Wedigar Ruthmald, dei terribili eventi avvenuti nella capitale, Ruathym: secondo il goblin, Vok Dorrg era stato ucciso o forse imprigionato, e al suo posto era stato insediato un assassino mutaforma, probabilmente una marionetta di Verania pronta a tutto per la guerra.
Che ne era della moglie? E i suoi figli? Quando erano stati ricevuti dopo la regata finita male ne avevano conosciuto almeno uno, Uthan Dorrg. Era complice o inconsapevole spettatore?

Gigl Glokl raccontò anche che Wedigar aveva ricevuto il "vero" Vok tempo prima e  aveva rifiutato di fornire navi per la campagna militare in atto.
Nonostante l'importante informazione, prima di aiutare il Goblin e accompagnarlo a Holgerstead, l'equipaggio decise di proseguire comunque verso la minuscola isola segnata sulla mappa. Questo, curiosamente, causò il terrore del Goblin.

Il secondo giorno, in un cielo tinto di grigio e prossimo al tramonto, avvistarono l'isola.
Era poco più di un enorme e spoglio conglomerato di alti scogli, e dalla loro angolazione non vedevano approdi o insediamenti, ma con uno squalo magicamente legato a Richard scoprirono che dall'altro lato c'era qualcosa.
Tre navi facevano da ronda attorno all'isola, e sarebbe stato difficile avvicinarsi oltre, senza contare che non era solo la superficie del mare ad essere insidiosa, ma anche sotto, sul fondale, attendevano orde di sinistri non-morti affogati..immobili eppure sicuramente in grado di animarsi nel momento giusto.
Mentre studiavano la situazione, due delle navi cambiarono rotta. Dalla lunga distanza potevano vedere le vele che puntavano ora su di loro.
Senza perdere tempo virarono per tornare indietro, ma la nave lunga catturata li rallentava. Soltanto grazie ai venti alzati magicamente da Gelrish riuscirono a riguadagnare distanza, proprio mentre il sole tramontava e tra le due navi inseguitrici, annunciata da una bassa nebbia verdognola e sinistra, sbucava anche il profilo decadente della Black Storm..il vascello della Storm Maiden.

Verso ovest, nella luce crepuscolare, emergeva il profilo della lunga isola di Ruathym, come un gigante addormentato. Puntarono verso le luci di Holgerstead, guardandosi le spalle e rabbrividendo per il sudore freddo, fino a che degli inseguitori non si scorgeva più nulla.
Forse avevano desistito.

Approdarono nel borgo fortificato, eretto su una collina a ridosso dell'agitato Mare senza Tracce, guidati dal goblin che pareva conoscere il posto.
Raccontò che fu Wedigar a "donarlo" a Vok, dopo che aveva sterminato tutto il suo clan risparmiando solo lui (ma prendendosi le sue braccia).
Rivelò loro anche qualche retroscena sugli abitanti di Holgerstead, che erano famosi e conosciuti per la loro casta di guerrieri berseker: si diceva che la consorte di Wedigar, Alfhilda, fosse una mutaforma capace di diventare un terribile orso, e questa capacità fosse piuttosto comune anche tra gli altri loro guerrieri.
Non era chiaro se fossero mannari o altro, ma le persone dotate di tale potere erano chiamati in lingua locale "hamfriggan".
Notarono frenetici preparativi attorno alle poche navi da guerra, come se stessero per partire in fretta, e come se altre fossero ormai già partite.

Furono ricevuti al cospetto della Prima Ascia Wedigar e sua moglie Alfhilda.
Quando chiesero lumi sulle navi in partenza, Wedigar disse che aveva ricevuto notizie che gli avevano fatto cambiare idea.
Vok Dorrg gli aveva riferito che a nord c'erano già stati i primi scontri con Gundarlun, e addirittura a sud, colpiti alle spalle, era giunta voce di un assalto ad un fortino di Verania.
Questo fece impallidire i nostri eroi, visto che erano proprio loro i responsabili, e non pensavano che un episodio del genere potesse esser usato come pretesto per la guerra.
Wedigar ascoltò il racconto del goblin e dei quattro emissari di Gundarlun scesi dal Nasello con aria preoccupata.
Richard ammise che l'attacco a sud era stato opera loro, spiegando i motivi e cercando di far capire che non era un atto di guerra, ma che c'erano altre macchinazion in atto.
Proposero a Wedigar di richiamare subito le navi partite e invitare Vok Dorrg li per ridiscutere dell'invio delle sue truppe, per smascherarlo lontano dalla sua città.
La Prima Ascia di Holgerstead acconsentì, ma temendo le spie di Vok, per render più credibile la cosa imprigionò i quattro avventurieri offendo a Vok anche i responsabili dell'attacco all'isola a sud.

La trappola era tesa. Non restava che attendere.