CAPITOLO 13 - CASTAGNE, SOGNI E VELENI
"Al nord si dice: quando hai pochi denti hai tanto coraggio... o tanta sfortuna" (Garrdo il Furente, primo ufficiale di Siberrin)
Un caleidoscopio di colori da rosso a giallo all'arancione al marrone, per passare a tinte più scure o grigie degli alberi ormai spogli, accompagnava i quattro viaggiatori il penultimo giorno di Marphenot, ma guardando verso le montagne, oltre il verde delle conifere, già si vedeva il bianco delle prime nevi. O non erano mai andate via?
Nonostante Ruathym sia un isola sottile e in linea d'aria dalla costa est a quella ovest non ci siano così tante leghe, il terreno sale aspro verso montagne selvagge e pericolose, e la via è più lunga di quel che si pensi, specialmente senza vere strade e sentieri, ma ormai i quattro erano decisi a svalicare e puntare sul Figlio di Yggdrasil, seguendo le indicazioni approssimative di Brando.
Rendendosi conto dello scorrere del tempo, Lyandria ebbe la buona intuizione di far mandare un messaggio magico a Ploppa, suggerendo di tentare nel frattempo di raggiungere e trovare il vero Vok Dorrg prigioniero, visto che con la loro deviazione difficilmente loro avrebbero potuto arrivare in tempo, e visto che ormai la trappola al doppleganger era stata probabilmente scoperta. Che ne sarebbe stato del presunto prigioniero? O forse era già morto da tempo?
Presi da questi e altri discorsi più futili, gli avventurieri giunsero ad un profondo guado dove le vivaci acque di un torrentello sembravano alquanto fredde.
Fu proprio la stessa Lyandria a testare la temperatura quando il vecchio tronco secco usato come ponte si spezzò e la fece piombare giù.
Venne issata prontamente con una corda e pur infreddolita e bagnata non risentì più di tanto della caduta.
Fatta ancora un po' di strada poco più avanti notarono un enorme cinghiale che grufolava tra i ricci e le foglie, ai piedi di due grossi castagni.
Troppo preso dal suo abbuffarsi di castagne, finì per diventare la cena del gruppo, che si accampò li vicino vista l'ora.
Durante i turni di guardia, in piena notte, Gelrish si accorse di un gruppo di cinghiali attirati dalle numerose castagne, e decise di allertare il gruppo.
Una confusa e assonnata Lyandrya, che grazie alla sua vista riusciva a penetrare anche il buio, puntò il suo strano canno-scoppio verso i rumori lasciando deflagrare una palla di fuoco che per un istante illuminò a giorno l'intera foresta.
L'effetto non su esattamente quanto voluto: le coriacee bestie, feriti e col la pelliccia fumante, scapparono in tutte le direzioni e nel punto di impatto le foglie secche stavano dando vita a diversi focolai d'incendio.
Ishmael e Richard capirono subito il rischio e si precipitarono per spegnerli, ma fu Gelrish con una esplosione di ghiaccio a domare del tutto le fiamme, lasciando però una zona devastata.
Senza dire una parola, tutti si augurarono con un vago sgomento che qualche druido o protettore dei boschi non avesse assistito alla scena.
La notte agitata non era ancora finita, perchè Lyandria fece uno strano sogno, trovandosi persa in un abisso marino scuro e desolante, ma venne attirata da una luce e da una voce, sbucando in una spiaggia nascosta tra alte rocce.
Una figura la attendeva, aveva l'aspetto di Garrdo il Furente, il primo ufficiale di Siberrin che le aveva donato l'anello del Grande Nuban.
La fece inginocchiare e giurare, insegnandole i valori e i dogmi del Giuramento del Mare, e per aiutare l'antica entità a fermare quel che di misterioso stava accadendo in quei mari.
Fu proprio l'acqua a svegliare l'agitata ragazza, ma tiratale in faccia da Gelrish, che interruppe quello strano viaggio onirico.
La cosa veramente strana, è che in mano stringeva una iscrizione con il giuramento.
Una figura la attendeva, aveva l'aspetto di Garrdo il Furente, il primo ufficiale di Siberrin che le aveva donato l'anello del Grande Nuban.
La fece inginocchiare e giurare, insegnandole i valori e i dogmi del Giuramento del Mare, e per aiutare l'antica entità a fermare quel che di misterioso stava accadendo in quei mari.
Fu proprio l'acqua a svegliare l'agitata ragazza, ma tiratale in faccia da Gelrish, che interruppe quello strano viaggio onirico.
La cosa veramente strana, è che in mano stringeva una iscrizione con il giuramento.
La seconda cosa strana, di cui lì per lì Lyandria non si era resa conto, era il nome con cui nel sogno era stata chiamata: Lyndran
All'alba, con qualche malumore per la strana notte, il gruppo ripartì cercando di tenere per quanto possibile una direzione verso est, puntando le colline e le montagne.
Costeggiarono un altro castagneto e tra alberi e arbusti incolti Richard notò resti di muratura.
Cascine e edifici di un piccolo insediamento, forse usato in antichità per essiccare e lavorare le castagne.
Quel che non notò però fu un insidioso ragno-fase che comparso come dal nulla lo avvelenò quasi a morte.
Tutti accorsero in fretta ma la sfuggente mostruosità era già scomparsa nel piano etereo, pronta a colpire nuovamente.
Ne fece le spese Gelrish, anche lui avvelenato tanto da cadere immobile a terra.
I compagni, con orrore pensarono che fosse morto, per poi accorgersi che quel veleno letale l'aveva ridotto senza forza ma non ucciso, bensì paralizzato, e mentre Richard tentava di trascinarlo via dalla mischia, e un secondo grosso ragno-fase attaccava Ishmael, il primo afferrò il povero dragonide strappandolo dalla presa di Richard per trascinarlo via.
Ishmael nel frattempo riuscì a uccidere il suo avversario, poi entrarono tutti nei resti dell'edificio più grande dietro cui si era ritirato il ragno notando i resti di una scala che scendeva sotto al terreno.
Le tracce di sangue di Gelrish conducevano la sotto.
Appena scesi nel buio, i tre inseguitori si accorsero che non sarebbe stato facile trovare il compagno, perché davanti a loro c'erano diverse gallerie scavate in vecchie catacombe mezze collassate.
Filamenti di ragnatele e ossa dei pasti dei ragni facevano capire in che razza di posto si erano cacciati.
Finalmente Ishmael trovò Gelrish, vivo e paralizzato, bloccato in fondo ad un cunicolo e bloccato nella tela, ma diversi sciami di piccoli ragnetti si riversarono da varie direzioni, mentre il ragno-fase ancora vivo attaccò Lyandria tornando visibile.
La bestia però non fece in tempo a usare la sua strana capacità per sparire nuovamente, perché Lyandria esasperata liberò il suo potere, che si scatenò in maniera fin troppo caotica e incontrollata danneggiando persino i compagni, ma alla fine, seppur malconci tutti riemersero da quelle gallerie.
Filamenti di ragnatele e ossa dei pasti dei ragni facevano capire in che razza di posto si erano cacciati.
Finalmente Ishmael trovò Gelrish, vivo e paralizzato, bloccato in fondo ad un cunicolo e bloccato nella tela, ma diversi sciami di piccoli ragnetti si riversarono da varie direzioni, mentre il ragno-fase ancora vivo attaccò Lyandria tornando visibile.
La bestia però non fece in tempo a usare la sua strana capacità per sparire nuovamente, perché Lyandria esasperata liberò il suo potere, che si scatenò in maniera fin troppo caotica e incontrollata danneggiando persino i compagni, ma alla fine, seppur malconci tutti riemersero da quelle gallerie.
Viste le condizioni, decisero di riposare e rifiatare almeno un'ora per curare le ferite e dar tempo al veleno di esser smaltito, mentre l'unico non ferito, Ishmael, tornò là sotto a dare un'altra occhiata.
Nonostante la presenza di qualche altro ragnetto che schiacciò facilmente, curiosò tra i cunicoli trovando persino qualche moneta e qualche gemma tra i resti di qualche vittima passata.
Tornato dai compagni, che mestamente discutevano su cosa fosse andato storto e sulla necessità di fare più attenzione, diede il segnale per rimettersi in cammino.
La montagna non aspetta.
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