lunedì 30 novembre 2020
Il Tesoro Dimenticato della Gloria di Ahghairon - Capitolo 14
lunedì 23 novembre 2020
Il Tesoro Dimenticato della Gloria di Ahghairon - Capitolo 13
Aria Aperta
Lentamente l'aria stava cambiando, era più fresca, segno che forse si stavano avvicinando ad una uscita all'esterno, e il loro girovagare casuale in quelle caverne piene di insidie giunse finalmente al termine, non prima di un incauto incidente ad Arok che per saccheggiare i resti rinsecchiti di un sahuagin non si accorse della vicina parete infestata di muffa marrone.
Evitate le ultime trappole a rete dei Diavoli di Mare, emersero finalmente all'aperto.
Nelle gallerie alle loro spalle echeggiavano i passi palmati dei Sahuagin che li avevano nuovamente trovati, l'unico modo per seminarli era inerpicarsi lungo uno strettissimo sentiero a picco sulle scogliere sottostanti... quelle creature infatti non potevano resistere troppo lontano dall'acqua e lassù tra quelle rocce i fuggitivi avrebbero trovato finalmente un po' di pace.
L'aspro sentiero saliva e proseguiva lungo la nuda roccia, sferzato da venti insidiosi, largo appena il necessario perchè una persona potesse avanzare, spalle alla parete, e il ribollente mare quasi una trentina di metri più sotto.
Il fatto che avessero seminato i Sahuagin non significava che fossero al sicuro da altri pericoli... per questo ebbero la buona idea di legarsi insieme.
Svoltato un promontorio, Korlon vide il resto dell'isola sotto di se, che si distendeva verso nord, e davanti alla loro isola, un'altra isola.
Forse erano nel posto giusto. E in base alla mappa di Frico, il relitto era sull'isola di fronte.
Il vento però aveva portato con se un suono: un canto suadente e magnetico.
Tre orrende arpie, alzatesi in volo da alcuni scogli di fronte al loro sentiero, si avvicinarono minacciose.
Alyn e Tamira rischiarono più volte di cadere nel vuoto, ammaliate e attirate da quel suono, e la corda si rivelò provvidenziale.
I 5 riuscirono a sconfiggere e mettere in fuga quelle dannate creature, proseguendo sul pericoloso percorso.
La Statua della Discordia
Giunsero nei pressi di un leggero slargo per rifiatare e notarono che sulla parete si apriva una fenditura. Uno strano lezzo giungeva da dentro, segno che poteva esserci qualche abitante, ma la cosa preoccupante era all'ingresso: pezzi di roccia che a guardarli meglio rivelavano forme non casuali, bensì immaginandoseli interi e riuniti, potevano esser state delle statue.
Statue di Arpia.
O arpie pietrificate?
Neppure il tempo di riflettere su questo dubbio che nel frattempo il curioso Arok si era già insinuato, diventando invisibile, nella galleria che saliva dentro la scogliera.
Due occhietti azzurrognoli balenarono nel buio, dove la galleria si allargava in una sorta di tana.
Un basilisco attaccò sibilando.
Fu uno scontro durissimo, altri giunsero a dargli manforte ma l'accesso era troppo stretto.
Tamira provava a lanciare incantesimi ad occhi chiusi sperando nella buona sorte, mentre Alyn, giunta in soccorso di Arok fissò quegli occhi un attimo di troppo.
Le sue gambe si fecero pesanti, grigie.
Si sentiva rigida. Doveva reagire!
Ma quello sguardo..quel potere...
Pochi attimi dopo era già roccia, paralizzata e pietrificata in un'espressione di sorpresa e orrore.
Anche l'Imp di Arok, nel tentativo di distrarre il mostro, finì sgranocchiato nelle sue fauci facendo così un traumatico ritorno al suo piano di esistenza.
Arok prossimo alla morte riuscì a ripiegare all'esterno, e come il basilisco ferito uscì dalla grotta fu investito da un ultimo disperato tentativo: una freccia acida che lo disciolse infliggendo il colpo mortale.
Risentimento e incredulità fecero precipitare i quattro rimanenti avventurieri nel silenzio, e stremati usarono la stessa tana ora libera del basilisco per riposare e riordinare le idee.
Alyn era spacciata. Rimasta di sasso, in tutti i sensi.
Nessuno li aveva conoscenze e poteri sufficienti per salvarla.
Davvero nessuno?
Una volta riposati, Arok rievocò il suo famiglio Imp, che tornò dall'Avernus con una soluzione.
"asssscoltate... torno a voi con una sorpresa..posssso salvarla... Asmodeus in persona può salvarla, ma nessuno fa niente per niente...ci sssssarà un prezzo, un prezzo da pagare: il mio padrone la spietrificherà, ma lei in cambio dovrà abiurare la sua fede e giurare fedeltà a lui, a lui ssssoltanto!"
"e se una volta tornata di carne rifiutasse questa offerta? tornerebbe di pietra?"
"ohhhh..no... no... peggio... se rifiutasse..la sua anima verrebbe trascinata direttamente ai Nove Inferi!"
"E come fa a scegliere? non può parlare.. non so neanche se ci sta sentendo!"
"secondo me non lo farebbe mai! conoscendola rifiuterebbe!"
I 4 discussero a lungo sul da farsi. Non potevano mettere Alyn di fronte ad una scelta così difficile, ma non potevano neanche arrogarsi il diritto di scegliere per lei...
Alla fine accettarono.
Tramite l'Imp, una strana colonna di fiamme e luce oscura scese sulla statua di Alyn, che un attimo dopo, confusa e disorientata, guardò i suoi compagni e poi l'Imp.
"Allora, bella ssssacerdotessa, hai sentito il potere fluire in te? Hai ssssentito la forza di Asmodeus? E' a lui che devi la vita, ed è a lui che devi giurare fedeltà. Abbandona il tuo cammino e diventa testimone della sua grandezza!... o rifiuta e sarai dannata e morta, e rimpiangerai il tuo destino da statua.."
"io non... non posso..io..."
La paura, la sensazione di essere intrappolata in una scelta che non era tale, ma era una trappola, la realizzazione di rischiare qualcosa di peggiore della morte.. si impadronì della giovane sacerdotessa. Improvvisamente la propria fede vacillò di fronte alla prospettiva del prezzo che avrebbe avuto onorarla fino in fondo. Era così forte? La sua volontà arrivava ad un sacrificio tanto devastante per lei?
"pensaci. hai di nuovo la tua vita ora... vuoi davvero gettarla?"
Alyn deglutì e con aria grave e rassegnata, abbassò il capo.
"Giuro fedeltà"
L'Imp emise un gridolino eccitato e applaudì, svolazzando attorno felice. Era obbligato a servire Arok, ma ciò non gli impediva di portare benefici al suo vero padrone. E chissà che un giorno...
sabato 14 novembre 2020
Il Tesoro Dimenticato della Gloria di Ahghairon - Capitolo 12
In fuga nell'oscurità
Ripreso gran parte del loro equipaggiamento, tornarono indietro per esplorare il passaggio segreto nella Stanza della Sacerdotessa.
Conduceva, anche se sbucando più in alto rispetto al livello del terreno, all'enorme caverna semiallagata con la statua.
Grazie a questo passaggio potevano evitare il portone principale e le sentinelle, ma c'era un altro problema: scure figure pinnate nuotavano pigramente in circolo sotto di loro...
Tamira lanciò un fulmine magico che riverberò su tutta la superficie, e uno dei due squali restò secco sul colpo.
L'altro però era vivo e arrabbiato ora.
Sfidando la sorte, Arok e Korlon si gettarono di sotto per poi raggiungere a nuoto la terra prima che lo squalo lo assalisse, ma la stessa fortuna non ebbe Alyn che appesantita dall'armatura venne assalita e ferita gravemente.
Korlon e Arok raggiunsero con un balzo le scale che sbucavano dall'acqua e salivano verso la statua.
Come pensava la marinide che avevano salvato, quel manufatto non era solo una figura votiva ma nascondeva un qualche meccanismo, le braccia infatti sembrava potessero ruotare.
Se davvero governavano il livello dell'acqua, come usarle?
Con sforzo si appesero e decisero di provare a farle ruotare verso il basso.
Fu la scelta giusta.
Il livello dell'acqua prese a scendere, e più avanti alcune gallerie prima completamente allagate e da percorrere in apnea, si liberarono parzialmente...
Era la loro via di fuga.
Diversi gruppi stavano convergendo verso la sala della statua, e i 5 eroi si fecero strada combattendo e riprendendo poi la fuga, ma ormai i diavoli di mare erano troppo vicini per seminarli...
Riemersero in un'altra enorme caverna naturale, l'aria era più fresca, forse erano più vicini ad una uscita e all'aria aperta.
Non ebbero tempo di rifiatare, e stremati affrontarono un'altra pattuglia.
Le energie erano agli sgoccioli, gli incantesimi pure, e ormai era solo la tenacia e l'istinto di sopravvivenza a mantenerli in piedi..
Istinto non molto vigile in Korlon però, che una volta sconfitto l'ennesimo gruppo di assalitori, scelse una delle tante possibili gallerie per finire in una trappola a rete, che scattò imprigionando lui, Alyn e Thayla...
Mentre febbrilmente cercavano di riuscire a usare i coltelli da quella scomoda posizione per segare le trame della rete, un nuovo gruppo di sahuagin inseguitori venne attirato dal rumore della trappola scattata, e proprio mentre si gettavano all'attacco, e la sacerdotessa che era tra di loro iniziava a salmodiare qualcuno dei suoi terribili sortilegi, con un tonfo sordo si liberarono e si schiantarono al terreno.
Anche questi nemici vennero sconfitti.
Altre biforcazioni, altri dubbi..quelle gallerie erano un dedalo, e serviva una zona più riparata e difendibile.
Svoltarono verso nord in una caverna che forse poteva fare al caso loro, e mentre esaminavano attorno, nessuno si accorse che tra le moltitudini di stalattiti sul soffitto, c'era qualcosa di vivo..di vivo ed estremamente mimetico.
Due Mantoscuro si lasciarono cadere sulle teste di Arok e Thayla.
Quest'ultima schivò all'ultimo istante ma la testa di Arok fu imprigionata in quella morsa, rischiando di soffocare...
E in quel caos successe qualcosa di ancora peggiore: quelle infide creature oscurarono magicamente l'intera area.
Era un buio impenetrabile, anche alla luce magica di Alyn.
Presero a colpire a caso, a cercare di strapparsi di dosso quelle schifezze... un quadrello colpì Arok in una chiappa, una lancia Alyn alla schiena.. urla, grugniti, lamenti, poi finalmente l'ultimo Mantoscuro gravemente ferito decise di scappare.
Quando ripresero a poter vedere, decisero che proseguire in quelle condizioni era morte certa, serviva riposo e cure.
Predisposero così i turni di guardia e si adattarono in quell'anfratto, contando sul fatto che forse anche i Sahuagin evitavano quella zona se sapevano del pericolo dei Mantoscuro...
Arok inoltre usò qualche illusione per creare una finta parete che li coprisse meglio.
Non fu una notte tranquilla. Forse Tymora però stava guardando verso di loro quel giorno, perchè filò tutto liscio. Al risveglio però, i rumori erano inequivocabili: i Diavoli di Mare erano ancora li attorno che li cercavano...
La fuga riprendeva...
martedì 3 novembre 2020
Il Tesoro Dimenticato della Gloria di Ahghairon - Capitolo 11
Prigionieri
Buio.Freddo.Era questa dunque la morte?
Il primo a risvegliarsi fu Korlon.
L'ultimo ricordo, mentre affogava, una sagoma umanoide con creste..o appendici palmate...la sabbia bagnata.
Ma ora era buio e c'era silenzio.
Lentamente aprì meglio gli occhi e vide che non era del tutto buio. Si trovava in una grotta allagata d'acqua marina e dall'alto soffitto filtrava una tenue luce.
Accanto a se le sagome dei compagni. Del resto dell'equipaggio non c'era invece traccia.
Erano in una nicchia nell'angolo della grotta, chiusa da una rozza inferriata arrugginita.
Non avevano più nulla del loro equipaggiamento.
Qualcuno o qualcosa li aveva salvati per poi imprigionarli.
Presto capirono chi.
Dalla galleria allagata che conduceva alla loro prigione emerse un Sahuagin.
Chiamati anche "Diavoli di Mare", si tratta di umanoidi anfibi, simili ad orrendi uomini pesce.
La creatura li apostrofò con una strana voce, in una lingua incomprensibile.
Tamira in qualche modo riuscì a farsi capire e scoprì che secondo quelle creature i 5 dovevano ritenersi onorati e felici perchè presto sarebbero andati in sacrificio e avrebbero conosciuto Sekolah, la loro divinità.
La prospettiva, per quanto lusinghiera, non era nei loro piani e cercarono così di fuggire.
Rubare le chiavi con mano magica purtroppo fallì, facendo alterare il diavolo di mare, che poi se ne andò.
Fecero allora molto baccano e tentarono di piegare le sbarre finchè il guardiano tornò per punirli, ma come riemerse dall'acqua restò paralizzato da un incantesimo.
Nonostante la stanchezza accumulata, rimaneva infatti ancora qualche incantesimo a disposizione e cercarono di sfruttarli al meglio per fuggire.
Rubarono le chiavi ed eliminarono la guardia, poi, ancora disorientati e incapaci di capire dove si trovavano, presero ad addentrarsi cautamente in quel complesso di grotte, superando prima in apnea quel buio e inquietante tunnel che per fortuna riemergeva in un'altra stanza...
Eliminarono altri Sahuagin senza allarmare tutta la colonia e trovarono anche un altro prigioniero: una marinide, in brutte condizioni, che li pregò di portarla nell'acqua.
Lei poteva tranquillamente usare dei tunnel subacquei e tentare di raggiungere l'uscita, ma loro non potevano resistere in apnea così a lungo. La marinide tuttavia rivelò alcune cose utili su quel posto, e forse c'era modo di uscirne ugualmente: una statua che controllava il livello dell'acqua.
Recuperarono alcune armi di fortuna fatte con ossa e tutto ciò che poteva aiutarli, proseguendo ad esplorare quelle umide caverne, eliminando altre sentinelle ed evitando infide trappole fino a raggiungere una stanza chiusa da una pesante porta, molto difficile da scassinare e ancor più da forzare.
La fortuna però li aiutò e trovarono la chiave, scoprendo così che si trattava della "stanza dei doni", dove tutto quanto veniva ritrovato o requisito dai sahuagin era stoccato e catalogato, pronto per diventare poi un eventuale dono a Sekolah...
Fu proprio li ritrovarono tutti i loro averi, ma non c'era tempo da perdere, la loro fuga presto sarebbe stata scoperta da tutta la tribù e si sarebbero trovati col fiato puzzolente di decine di sahuagin per nulla amichevoli sul collo.
Erano stanchi e stremati, ma a fuga era appena iniziata.