Prigionieri
Buio.Freddo.Era questa dunque la morte?
Il primo a risvegliarsi fu Korlon.
L'ultimo ricordo, mentre affogava, una sagoma umanoide con creste..o appendici palmate...la sabbia bagnata.
Ma ora era buio e c'era silenzio.
Lentamente aprì meglio gli occhi e vide che non era del tutto buio. Si trovava in una grotta allagata d'acqua marina e dall'alto soffitto filtrava una tenue luce.
Accanto a se le sagome dei compagni. Del resto dell'equipaggio non c'era invece traccia.
Erano in una nicchia nell'angolo della grotta, chiusa da una rozza inferriata arrugginita.
Non avevano più nulla del loro equipaggiamento.
Qualcuno o qualcosa li aveva salvati per poi imprigionarli.
Presto capirono chi.
Dalla galleria allagata che conduceva alla loro prigione emerse un Sahuagin.
Chiamati anche "Diavoli di Mare", si tratta di umanoidi anfibi, simili ad orrendi uomini pesce.
La creatura li apostrofò con una strana voce, in una lingua incomprensibile.
Tamira in qualche modo riuscì a farsi capire e scoprì che secondo quelle creature i 5 dovevano ritenersi onorati e felici perchè presto sarebbero andati in sacrificio e avrebbero conosciuto Sekolah, la loro divinità.
La prospettiva, per quanto lusinghiera, non era nei loro piani e cercarono così di fuggire.
Rubare le chiavi con mano magica purtroppo fallì, facendo alterare il diavolo di mare, che poi se ne andò.
Fecero allora molto baccano e tentarono di piegare le sbarre finchè il guardiano tornò per punirli, ma come riemerse dall'acqua restò paralizzato da un incantesimo.
Nonostante la stanchezza accumulata, rimaneva infatti ancora qualche incantesimo a disposizione e cercarono di sfruttarli al meglio per fuggire.
Rubarono le chiavi ed eliminarono la guardia, poi, ancora disorientati e incapaci di capire dove si trovavano, presero ad addentrarsi cautamente in quel complesso di grotte, superando prima in apnea quel buio e inquietante tunnel che per fortuna riemergeva in un'altra stanza...
Eliminarono altri Sahuagin senza allarmare tutta la colonia e trovarono anche un altro prigioniero: una marinide, in brutte condizioni, che li pregò di portarla nell'acqua.
Lei poteva tranquillamente usare dei tunnel subacquei e tentare di raggiungere l'uscita, ma loro non potevano resistere in apnea così a lungo. La marinide tuttavia rivelò alcune cose utili su quel posto, e forse c'era modo di uscirne ugualmente: una statua che controllava il livello dell'acqua.
Recuperarono alcune armi di fortuna fatte con ossa e tutto ciò che poteva aiutarli, proseguendo ad esplorare quelle umide caverne, eliminando altre sentinelle ed evitando infide trappole fino a raggiungere una stanza chiusa da una pesante porta, molto difficile da scassinare e ancor più da forzare.
La fortuna però li aiutò e trovarono la chiave, scoprendo così che si trattava della "stanza dei doni", dove tutto quanto veniva ritrovato o requisito dai sahuagin era stoccato e catalogato, pronto per diventare poi un eventuale dono a Sekolah...
Fu proprio li ritrovarono tutti i loro averi, ma non c'era tempo da perdere, la loro fuga presto sarebbe stata scoperta da tutta la tribù e si sarebbero trovati col fiato puzzolente di decine di sahuagin per nulla amichevoli sul collo.
Erano stanchi e stremati, ma a fuga era appena iniziata.
Nessun commento:
Posta un commento