venerdì 11 agosto 2023

RETURN OF THE STORM MAIDEN (18)

CAPITOLO 18 - COLPI DI SCENA E SUSSURRI

"Le cose veramente intelligenti si dicono in poche parole. I discorsi lunghi sono usati per nascondere la stupidità" (Alina Frustaventi)

Era una sera umida e fredda a Gundbarg, e il gruppetto uscito dalla Dragon Turtle Inn non aveva tempo da perdere. Per questo motivo, nonostante l'ora, si diresse subito al Castello per farsi ricevere dal Re.
Il massiccio barbacane di ingresso, oltre il ponte levatoio, conduceva ad una doppia serie di porte.
Le prime erano ancora aperte ma a guardia delle seconde c'erano delle guardie che li fermarono. L'assenza di Ploppa non li aveva resi immediatamente riconoscibili, ma poi fu Otegard in persona a venirli a ricevere e scortare nel dedalo di corridoi del castello fino alla sala del consiglio che per altro era ancora in corso.

Quando entrarono si stava discutendo di un recente scontro con la nave di Siberrin ma tutti si zittirono quando notarono il variopinto gruppo di avventurieri finalmente tornati.
Tra sbraiti, proclami e consigli di ogni tipo, il Consiglio ascoltò gli aggiornamenti dei nuovi arrivati, che a loro volta scoprirono che la povera Tissaya, l'emissaria di Siberrin mandata li come messaggera, era stata "trattenuta" nelle segrete di Olgrave.
La povera maga fu fatta liberare, con le rassicurazioni da parte degli avventurieri che Siberrin era nemica di Verania e non era da considerare nemica di Gundarlun

Parlarono poi delle creature chiamate Progenie del Profondo, quei mutanti con cui si erano scontrati sulla nave abbandonata alla deriva, e di cui i Cacciatori avevano scoperto i segreti.
Per precauzione, a tutti i presenti fu chiesto di procurarsi un piccolo taglio o ferita per verificare che stillassero sangue umano e non quella strana sostanza nerastra che Ishmael aveva visto nella testa mozzata esibita da Varsha.
Per fortuna nessun membro del Consiglio era un mutato.
Si discusse delle strane tattiche del nemico e anche dell'imminente matrimonio di Re Rault con Verania, un fatto preoccupante che andava fermato.
Richard però voleva prima di tutto scovare la spia, che aveva finora evitato ogni tranello, e lanciò un incantesimo di zona di verità.
Un atto potenzialmente oltraggioso in un simile contesto, ma il Re saggiamente acconsentì e spronò i presenti, se non avevano nulla da nascondere, a lasciarlo fare.
Il consigliere Mikkan, oltraggiato, provò a defilarsi ma venne messo spalle al muro fino a esser smascherato: era lui la gola profonda che comunicava con Verania?
La rabbia e la delusione di Re Olgrave era palpabile, ma riuscì a mantenere la calma ordinando di imprigionare l'uomo, per carpire più informazioni possibili, anziché decapitarlo sul posto.

Questo non fu l'unico colpo di scena di quella concitata serata al Castello e per contrastare il matrimonio di Rault il Saggio, il Re decise di svelare una sua carta segreta: il povero ragazzo ustionato e mutilato che lavorava al porto, soccorso 15 anni prima proprio dal Re e da Ainolf Occhioverde, era il nipote di Rault, scampato all'ultima battaglia prima della sconfitta della Storm Maiden.
Olfsvenn figlio di Olfsgaut figlio dello stesso Rault.
Il legittimo erede maschio di Norland
Se Rault si stava davvero per sposare con Verania per cercare di avere quell'erede maschio che tanto lo ossessionava, questo jolly avrebbe cambiato ogni carta in tavola.
L'uomo fu mandato a prendere e condotto al Consiglio, dove Ainolf in qualche modo con una strano intruglio, insieme al racconto di chi era e come era stato trovato, sbloccò la sua memoria sopita.
Una delle idee emerse era di condurlo direttamente da Rault.
Era una idea che presentava dei rischi perchè, se fosse stato scoperto prima chi era, c'erano poteri all'opera che avrebbero avuto tutto l'interesse ad elmininarlo.
C'era una persona in grato di avvicinare Rault e tornare alle Norland senza destare troppi sospetti: Siberrin la Fiera.
Ma avrebbe collaborato?

In quella lunga notte, si parlò anche del covo di Verania scoperto dalla ciurma di Lyandria, e di un possibile attacco per arrivare proprio a Verania stessa.
Il problema era la maledetta e letale nave fantasma della Storm Maiden, e fu qui che chiesero ad Occhioverde di parlargli dell'eremita Grizhilda e della pozza delle visioni, perché se davvero poteva dare delle risposte, forse potevano scoprire come contrastarla.
Nel frattempo, nel brusio della sala, la mente di Lyandria era presa da altri pensieri: associava la storia del pescatore scoperto mutante al Capitano Grishanik, creduto affondato nella regata e invece ritrovato li a Gundbarg.
Con un brivido pensò che potesse esser un impostore, e con sgomento realizzò che lo stesso poteva dirsi per Alzaonda o lo stesso Capitan Frustaventi, mettendo in pericolo la sua cara amica Alina.

Poco prima che il Re sciogliesse la riunione, dopo una paziente attesa, anche Maran Ventopungente chiese la parola, provando a convincere il sovrano a non trattare con Grabius Lanterzi e la famigerata Banca del Sale.
L'uomo sosteneva che per quanto fosse necessario ogni genere d'aiuto, quel genere d'aiuto era da evitare, e avrebbe piuttosto provveduto lui a trovare qualche altro alleato...

Il Consiglio, sconvolto per tutti quei colpi di scena, si era concluso e nella notte del castello i presenti si allontanarono per aggiornarsi al giorno dopo, mentre Baandulf, che aveva capito ben poco di quanto era stato detto, cominciò ad azzannare qualunque cosa rimasta sulle lunghe tavolate.

Mentre Richard di appartava per parlare in privato con Occhioverde dei suoi recenti cambiamenti e dell'avvicinamento alla natura a discapito dell'oro, Virga, l'attendente di Re Olgrave, che durante il consiglio era rimasta defilata e in attesa di ordini, in maniera discreta contattò gli altri tre avventurieri conducendoli nelle cantine con aria da cospiratrice.
La misteriosa tuttofare del Re si disse sollevata del fatto che avessero smascherato Mikkan, di cui lei stessa sospettava e che aveva anche seguito scoprendo che lasciava strani messaggi indecifrabili in una bacheca di annunci vicino al porto.
Gelrish e Ishmael non avevano certo menti sopraffine per decifrare strani codici o capire che sistema di criptazione poteva nascondersi dietro certe frasi ma ebbero una semplice illuminazione: quelle frasi non sembravano titoli di libri?
Era dunque questo il sistema?
Un complice avrebbe semplicemente annotato in quale libro trovare il vero messaggio, senza così entrare mai in contatto diretto con Mikkan? Era alquanto ingegnoso.
Prima di partire per le montagne in cerca dell'eremita, forse era il caso di dare un occhiata alla libreria.
Tuttavia non era solo questo che voleva rivelare Virga.
Disse di essere in contatto con una organizzazione temuta e segreta, qualcosa che normalmente avrebbero magari evitato e combattuto, ma che in questo caso aveva gli stessi interessi a evitare la guerra e una unificazione dei nordici, e che quindi offriva loro un aiuto.
Virga li invitò a rifletterci, e a rendersi conto, prima di accettare, che non era un aiuto da accettare a cuor leggero e li avrebbe in qualche modo vincolati a dei segreti.

Rivelazioni, smascheramenti, segreti: la notte del settimo giorno della prima decade di Uktar fu una notte davvero lunga... e non era finita.

giovedì 10 agosto 2023

RETURN OF THE STORM MAIDEN (17)

CAPITOLO 17 - VECCHI AMICI E SORPRESE

"Gli uomini a volte devono fare ciò che non gli piace se vogliono essere ricordati." (Vecchio Lupo, capo dei Cacciatori di Streghe)

Una leggera ma fitta pioggerella autunnale li stava accompagnando verso Gundbarg, lungo una via costiera. Da un lato le aspre montagne di Gundarlun, dall'altro le altrettanto aspre scogliere a picco sul mare grigio e cupo.
Tra gli alberi ormai spogli, notarono una costruzione, mentre dall'altro lato del sentiero una sgangherata insegna di legno consumato dall'aria salina recitava "Locanda del Naufrago".

Erano indecisi se fermarsi o proseguire diretti alla capitale quando notarono un gruppo uscire dal cortile della locanda.
Si trattava dei tre Cacciatori di Streghe, dall'aria piuttosto arrabbiata, che parlottavano tra loro lamentandosi evidentemente di un buco nell'acqua.
Ishmael e compagni pensarono che per quanto sgradevoli, quei tizi potessero avere qualche informazione anche sul Vortice o si fossero scontrati con qualche loro adepto, quindi si avvicinarono curiosi sul motivo della loro presenza in quel posto.

Varsha, la Lupa Nera, spiegò loro che erano giunte voci di un bambino dai potenziali poteri infernali (forse un warlock?), poi mostrò fiera uno degli ultimi trofei: una orribile testa umana deformata da tratti marini di una progenie abissale.
I cacciatori spiegarono di aver scoperto che probabilmente quelle creature erano umani mutati da qualche oscuro potere sottomarino, ed erano in grado di mutare forma prendendo le sembianze di chi erano prima. Infatti quel loro trofeo era tornato a casa dalla moglie, spacciandosi per un marinaio disperso, e aveva cercato di fare proseliti proprio per il culto del Vortice.
Una volta smascherato aveva preso la sua vera forma ma contro i tre formidabili Cacciatori non aveva avuto scampo.
Una idea balenò al gruppo: mandare i Cacciatori a Berranzo, nelle miniere abbandonate, per vedere se avessero trovato qualche traccia anche li, e per attirarceli gli raccontarono dei cristalli verdi e dei loro sospetti.
Nonostante un certo timore, alla fine i Cacciatori si convinsero a tentare, non prima però di fare un giro alla spiaggia della recente battaglia per bruciare i cadaveri e controllare che qualcuno non fosse già risorto come affogato errante, un fenomeno che stava succedendo un po' troppo spesso a loro dire.

I quattro avventurieri insieme a Baandulf, una volta salutati i Cacciatori, decisero di fare una sosta in quella locanda, dove Lyandria si esibì mentre Ishmael cercava di provocare qualche tumulto per vedere se usciva allo scoperto qualche potere strano per scoprire se chi cercavano i Cacciatori era davvero li e magari metterlo in salvo.
Tutto quello che ottennero, a causa di un potere inaspettato sfuggito a Lyandria, fu spaventare i superstiziosi e diffidenti northlander, da sempre ostili alla magia, e svuotare quel posto in pochi minuti.
Vista la situazione, ripartirono per Gundbarg e verso l'imbrunire, tra la fitta e fredda pioggia, scorsero il porto e le case ammassate, con il Castello di Re Olgrave che dominava la scena, grigio più che mai.
Ora che quasi tutta la flotta era schierata nel mare antistante, nel porto si notavano perlopiù pescherecci e piccole imbarcazioni, tranne che per un caratteristico vascello da guerra, che nonostante la luce ormai fioca riconobbero per via delle sue vele rosse: La Sibilante Promessa, del Capitano Grishanik detto L'Aspide delle Acque.
Quell'arrogante dunque si era salvato dal disastro della Regata? E dove diamine era stato finora?
Proseguendo sulla via maestra verso il Castello, Richard notò un ragazzetto che dopo averli individuati, pensando di non esser stato visto, sgattaiolò lungo una via laterale.
Accelerando il passo, Richard lo vide entrare alla Dragon Turtle Inn, e decise di deviare in quella locanda.
Non appena entrato vide una porta sul retro che si stava chiudendo, mentre l'Oste, il calimshita Velam Walid, li osservava entrare scrutando lui in particolare con sorpresa.
Il piccolo informatore evidentemente aveva ordine di informare se li avesse rivisti? In fondo era parecchio che erano assenti e probabilmente attesi da tempo.
L'affabile parlata di Velam li accolse, per poi interrogare subito Richard.

Lo stupore dell'Oste derivava dal fatto che non si aspettava di vedere Richard con gli altri, visto che a suo dire era rientrato in anticipo giorni prima da solo, finendo con trascinarsi dietro alcuni di quei loschi figuri che erano giunti a cercarlo.
Richard restò impassibile non senza però una certa soddisfazione interiore per aver ideato quel piano e aver mandato il doppelganger a impersonare se stesso per attirare gli zhentarim lontano da la.
Mentre ordinavano da bere, una corrente fredda annunciò che si erano riaperte le porte, e subito dopo una bella voce femminile che rideva e scherzava con altri due uomini li fece voltare verso l'ingresso. Era Alina.
Doveva aver superato bene il lutto per il povero Frustaventi se parlava così...ma un momento, vicino a lei era inconfondibile la mole di Alzaonda, il Primo Ufficiale sempre al fianco del suo caro padre.
Il terzo individuo invece, un damerino dal cappello a larga tesa e i baffetti ordinati e impomatati, non sapevano chi fosse.
Lyandria fu la prima a partire, abbracciando l'amica che raggiante rivelò subito che suo padre era vivo! Era tornato!
Recuperato in mare da Grishanik, l'Aspide delle Acque, in fuga dalla Storm Maiden dopo che aveva recuperato anche Alzaonda poco tempo prima.
L'altro tizio si presentò, con un accento che poteva essere di Luskan o di Neverwinter, come Maran Ventopungente.
Un "alleato", a suo dire, recuperato a Luskan dall'Aspide delle Acque durante le operazioni di riparazione della Sibilante Promessa.

Per la gioia Lyandria offrì da bere all'intera locanda, poi, mentre si scambiavano racconti come vecchi marinai attorno ad un tavolo, Maran si alzò per parlottare con Velam, ma Ishmael si accorse che era solo una scusa per avvicinarsi e origliare meglio un tizio grasso nel tavolo all'angolo, protetto da almeno due uomini.
Ora che guardava meglio, lo aveva già visto! Era Grabius Lanterzi, della Banca del Sale, già venuto da Re Olgrave per trattare qualche prestito mesi prima, e ora che fiutava la disperazione di Gundarlun, forse tornato per dettare condizioni ben peggiori.
Al tavolo intanto proseguivano pettegolezzi e notizie, e non erano solo buone notizie quelle di Alina, c'erano altri retroscena accaduti nella capitale durante la loro assenza: il povero strambo vecchietto che leggeva le ossa e faceva le sue strane profezie era stato ucciso. Chi mai poteva prendersela con un innocente come lui?

Ishmael fece notare il panzone anche ai suoi compagni e subito presero a pianificare un rapimento o qualcosa di simile, e offrirono abbondante vino al suo tavolo per farlo ubriacare e facilitare le cose.
Notando la situazione però, lo sveglio Maran tornò al loro tavolo sibilando sottovoce di non fare mosse stupide e ammonendoli sulla pericolosità di quell'individuo.
Piuttosto, chiese loro di aiutarlo a convincere il Re a evitare a ricorrere al suo aiuto, visto che si vantavano che sarebbero stati ricevuti nel castello da Olgrave in persona.

Il gruppo placò subito le macchinazioni, godendosi la compagnia di Alina e Alzaonda e l'insperata notizia del sopravvissuto Frustaventi, dando fondo alla birra ordinata, per poi tornare alle incombenze più pressanti: c'era da riferire al Re di Gundarlun.

martedì 1 agosto 2023

RETURN OF THE STORM MAIDEN (16)

CAPITOLO 16 - RIENTRO TRAUMATICO

"L'unica differenza tra guerra e omicidio è il numero di morti" (Ainolf Occhio Verde)


Nessuno di loro si era mai immaginato il teletrasporto tramite gli alberi.
Forse nessuno di loro si era mai immaginato il teletrasporto e basta.
Oltre quella barriera tra spazio e tempo, mentre facevano il passo al di la della corteccia, si immaginavano il buio, la mancanza di gravità probabilmente, e poi di nuovo la luce al di la di un albero completamente diverso.
E più o meno fu così.
Ma la trama era disturbata.
Un potere era all'opera, lentamente, da anni. Un potere crescente, che nell'oblio e nelle vertigini di quell'insolito modo di viaggiare trovò l'appiglio per una interferenza, e per un attimo furono in fondo ad un freddo abisso, schiacciati da una pressione indicibile, sul bordo di un crepaccio marino ancora più buio, mentre sinistre sagome di morti affogati, alcuni con volti familiari, si stringevano verso di loro.

Al successivo battito di ciglia, per fortuna, erano volati ruzzolando, qualcuno con la nausea e altri solo confusi, al di la di un grossa quercia.

Non fu esattamente il tipo di ritorno che si aspettavano a Gundarlun, visto che più dei rumori del bosco, udirono il cupo suono di corni da battaglia e grida umane.
Corsero verso la spiaggia dove videro numerose agili scialuppe scaricare gruppi compatti e organizzati di invasori.
I difensori invece, lontani dalla Capitale, erano assai meno numerosi anche se ben organizzati.
Uomini duri dei piccoli villaggi limitrofi, temprati come tutti dal clima e dal retaggio dei nordici.
Non potevano farcela in campo aperto, ma avevano disseminato la spiaggia di ostacoli e tronchi appuntiti, sfruttando i naturali restringimenti delle rocce che risalivano per difendere pochi punti stretti con pochi uomini.

Un grosso northlander che indossava una pelle d'orso bianco sbraitava coordinando i difensori, quando i nostri avventurieri si unirono subito alla battaglia.
Lyandria scatenò una profonda nebbia mentre dall'altro lato Gelrish si appellò alla sua magia e a Valkur per scatenare una tempesta di fulmini sugli incursori, decimandoli.
Pur nella concitazione della battaglia, tra urla e minacce che come spesso accade quanto più minacciose sono tanto più coprono la reale paura che prende l'uomo di fronte alla morte, il capitano della guarnigione in poche parole spiegò la situazione e le strategie di mordi e fuggi che gli invasori stavano tenendo da qualche tempo: approfittando del fatto che Re Olgrave aveva radunato quasi tutte le sue forze dinnanzi al porto di Gundbarg, gli incursori di Verania e di Ruathym attaccavano villaggi e zone costiere libere, cercando di fare danni e provocare quante più reazioni possibili per poi farsi inseguire in mare aperto e attirare i difensori di Gundarlun lontano dall'isola, per prenderli poi tra due fuochi con flotte nascoste o direttamente con l'arrivo della terribile nave fantasma della Storm Maiden.
Per questo stavano saggiamente tenendo le posizioni, senza cedere alle provocazioni.

Le forze in campo erano però preoccupanti, e il capitano chiese a Richard di prendere i suoi uomini e raggiungere il punto più alto del promontorio dove era stata predisposta una pira di segnalazione.
Altri uomini erano stati mandati ad accenderla, per segnalare alla vicina Gundbarg l'urgente bisogno di rinforzi, ma evidentemente avevano fallito.

Il gruppo avanzò verso la collina finché, trovandosi in un prato in campo aperto, fu bersaglio di un nugolo di frecce. Cercarono di sparpagliarsi e mettersi al coperto.
Gelrish, dopo esser stato ferito, manipolò ancora una volta il tempo, creando una burrasca ventosa che deviava i proiettili disperdendoli in aria, poi Richard sfruttò un cavallo vagante rimasto orfano del proprio cavaliere, una vittima del tentativo precedente di accendere il falò, e sfrecciò lungo la pietrosa salita, portando con se Lyandria.
Ishmael sfruttò le sue capacità di arrampicata per tagliare verso le rovine sulla sommità, da cui erano arrivati gli attacchi.
Sentì salmodiare una preghiera e poco dopo una tempesta di nevischio oscurò l'aria e gelò il terreno in cima al sentiero, pronta ad accogliere i nuovi arrivati.
Lungo la risalita Richard e Lyandria notarono una piccola fattoria assediata da altri barbari, ma non c'era tempo da perdere e dopo qualche dardo in corsa, proseguirono il galoppo.
Il povero cavallo però, tuffandosi alla cieca nella tempesta, scivolò sul terreno ormai completamente gelato volando di lato e spezzandosi una zampa, mentre i due cavalieri volarono in direzioni opposte.
Ishmael nel frattempo aveva scavalcato il muro e assalito il prete, ma il dannato pur ferito riuscì a mantenere ancora attivo l'incantesimo, richiamando due energumeni armati d'ascia a difenderlo.
Gelrish e Baandulf, appiedati, correvano a perdifiato sulle tracce di Richard, e si trovarono davanti invece gli assalitori della fattoria.
Non potevano ignorare la povera gente la dentro, e cambiarono direzione attaccandoli.
Quando finalmente, coperto di ferite, Ishmael riuscì ad abbattere il chierico e toglieri da quello spazio chiuso, la tempesta di nevischio cessò e Lyandria con una palla di fuoco, forse un po' incautamente, colpì la pira.
Nonostante l'esplosione scompose e sparpagliò l'ordinata disposizione di fascine di legno, gran parte del materiale prese fuoco e le alte fiamme fecero finalmente da segnale.
I gruppo piegò le ultime resistenze fino a quando non rimasero che tre uomini che furono costretti ad arrendersi.
Lyandria garantì per loro anche se gli abitanti della fattoria, brandendo ora dei forconi, sembravano più propensi ad un ben altro tipo di giustizia, più rapido e, per loro, soddisfacente.

Tornarono alla spiaggia e dopo una breve discussione decisero di lasciare al presidio i prigionieri, per viaggiare senza intoppi, anche se Lyandria avrebbe voluto convincere gli sconfitti a diventare parte del suo equipaggio.

Erano diretti alla capitale, avevano molto da raccontare al Re, sulle strategie e su quanto scoperto nel loro girovagare, e altrettanto avevano molto da apprendere di tutto ciò che era accaduto in loro assenza.
Ancora non lo sapevano, ma le sorprese erano solo all'inizio...