giovedì 24 ottobre 2019

Storm King's Thunder - Capitolo 3 Le sorprese non finiscono

Prigionieri ritrovati

L’ingresso del complesso di caverne era molto ampio.
Una enorme caverna sotterranea da cui echeggiava ritmico lo sgocciolio delle numerose stalattiti, con un pavimento irregolare fatto di nicchie e tratti rialzati e alcune polle d’acqua o fango.

Da una prima perlustrazione dell’ingresso Brogmar non aveva notato presenze, ma una volta inotrati all’interno si accorsero di un sordo rumore simile ad un russare.
 Rhogar, la mezzadrago, si rese conto di alcuni orchi beatamente addormentati in un bagno di fango, mentre dalla parte opposta stava un nutrito gruppo di goblin.
Non era quello che si aspettavano di trovare. Dove erano finiti i popolani rifugiati?
La saggezza militare di Brogmar suggeriva che il rapporto numerico era assai pericoloso, e viste le loro capacità furtive non sarebbe passato molto prima che li avessero individuati, andava almeno eliminato uno dei due fronti in maniera rapida… il nano studiò le formazioni  rocciose sul soffitto sopra gli orchi e il suo occhio esperto capì che potevano essere abbastanza instabili e fragili da esser fatte crollare sui quelle dannate creature. 
La stregonessa non perse tempo a cogliere quel suggerimento, chiuse gli occhi e salmodiò una breve formula aprendo poi repentinamente il palmo della mano verso le stalattiti con un’ultima imperiosa parola arcana.
Un globo magico si schiantò sul soffitto e come lance acuminate le lunghe e pesanti stalattiti si schiantarono sulla pozza di fango e sugli ignari orchi dormienti.

Non uno restò vivo.

Ma i goblin, dopo un attimo di sorpresa, si allarmarono partendo all’attacco. 
Le loro urla acute erano rese ancora più grottesche dall’eco nella grotta. La battaglia infuriò violenta e il martello di Brogmar mulinava e spaccava crani con sordi rumori di morte. Nell’enfasi della lotta, solo dopo si rese conto di una profonda e grave ferita che gli era stata inferta, ma non c’era tempo di leccarsi le ferite, altri goblin potevano arrivare da un momento all’altro e soprattutto dovevano cercare gli abitanti di Nightstone.

Presero ad esplorare le numerose gallerie che si diramavano dalla grande grotta centrale, e finalmente dopo vicoli ciechi, altri goblin e nuovi imprevisti, trovarono i superstiti del villaggio per fortuna ancora vivi, anche se imprigionati dietro a rozze sbarre metalliche.

Si erano rifugiati li pensando che fosse un luogo sicuro, ma l’avevano invece trovato occupato dai goblin ed erano stati imprigionati. I più deboli vennero curati e si prepararono a scortarli per il viaggio di ritorno, ma prima finirono di perlustrare le caverne per mettere in sicurezza l’intera area e non avere sorprese.

Un passaggio nascosto in effetti conduceva alla miserabile sala del trono del capo di quella tribù di pelleverde. Nonostante i suoi ranghi ormai fossero stati decimati, la deprecabile creatura non si arrese all’evidenza e insieme ad alcune sue concubine armate di arco e ad uno sciame di orrendi topi attaccò disperatamente i nostri stanchi eroi.

Una fitta acuta alla spalla annunciò nella maniera peggiore a Brogmar che una freccia era andata a segno.
Era stato davvero stupido a rischiare nuovi scontri con le gravi ferite che ancora lo fiaccavano, e mentre lo scontro infuriava nella sala del trono d’ossa del re goblin, si rese le energie lo stavano abbandonando.
Morire per mano di un dannato goblin? Per le sette Barbe di Moradin! Non se ne sarebbe andato così. Non quel giorno… con un ultimo sforzo, incurante di subire colpi, balzò davanti al Re con tutta la forza che gli restava.
Il suo colpo, per quanto ampiamente annunciato dall’ampio movimento per caricarlo di tutta la forza, calò inarrestabile e inesorabile sul goblin, schiantandolo a terra morto.

Con un sorriso trionfale il nano si voltò verso i compagni ancora impegnati nello scontro, si aspettava la resa ma si sbagliava: le goblin superstiti, pur vedendo il loro leader cadere in quel modo, non si arresero e rinnovarono la loro resistenza in un ultimo sforzo disperato, fino alla sconfitta totale.

Malconci ma vincitori (e vivi), dopo aver perquisito la grottesca sala del capo goblin, i nostri tornarono dai prigionieri liberati, caricarono sul carro lasciato fuori i più deboli e malconci, e ripartirono alla volta di Nightstone dove arrivarono a tarda sera.

L'incredibile Torre Volante

Furono ospitati per la notte e celebrati, nonché omaggiati da una ricompensa, anche se magra vista la razzia subita dalla cittadina e fu loro anche affidato un nuovo compito: dare notizia dell’attacco dei Giganti e del pericolo imcombente anche per altre città.
Brogmar detestava atavicamente i giganti, e non poteva tirarsi indietro di fronte a questo compito. E così pure i suoi compagni.

Il sole era già sorto da qualche ora quando ristorato ed riequipaggiato il gruppo di avventurieri si preparava a lasciare Nightstone per la nuova missione. 

Le sorprese tuttavia non erano finite.

Un improvviso panico serpeggiò tra i sopravvissuti, e il presagio di un nuovo disastro calò su quello sfortunato borgo, mentre tutti gli occhi si alzarono verso il cielo.
Brogmar, con la sua tozza mano a visiera davanti alla fronte cercava di schermarsi dal sole per capire quale altra maledetta diavoleria fosse comparsa, e vide anche lui “quella cosa”.
Per i Nove Inferi! Cos'era??

Mai aveva visto una cosa così strana e incredibile. Più strana del suo improbabile amico pennuto kenku, e persino più strana del mago simil costrutto vivente Lucky.
Nel cielo si profilava la sagoma di una enorme torre volante, circondata da nuvolette che parevano quasi solide. La cosa più strana era la sommità, che terminava con una sorta di tetto fatto a cappello a punta.
Non era facile valutare da quella distanza ma sembrava che le dimensioni della costruzione non fossero di taglia umana, e la mente terrorizzata degli abitanti di Nightstone tornò al terribile attacco che avevano recentemente subito.
Tuttavia, dalla bizzarra torre volante non piovvero macigni né terribili incantesimi, mentre planava lentamente verso il terreno. Le strane nuvole su cui era posata potevano esser usate come una scala, e sostenevano il peso. Un vecchio gigante con una strana veste blu fece capolino dall’ingresso, si guardò attorno e con aria per nulla bellicosa salutò gli allibiti testimoni.

"Buongiorno! Che è successo qui?"

giovedì 17 ottobre 2019

Storm King's Thunder – Capitolo 2 Nightstone libera e altri guai


La roccaforte, un tozzo e robusto edificio a pianta quadrata con 4 grossi torrioni agli angoli (uno di questi danneggiato pesantemente) che lo faceva sembrare un quadrifoglio, sorgeva su un isolotto separato dal resto di Nighstone. 
Era raggiungibile tramite un ponte di legno, danneggiato da un masso. Saltando all’altra estremità e lanciando le corte Brogmar e il Pennuto fecero attraversare tutti.

Anche nella fortezza non mancavano i goblin, evidentemente anche loro avevano superato il problema del ponte. Un gruppo in particolare si stava accanendo contro una porta sprangata, in cerca di chissà cosa.
Il gruppo fece irruzione nella sala cercando di prenderli di sorpresa ma uno dei lupi dei goblin riuscì a fiutarli rovinando tutto. Questo non impedì un’altra sconfitta per i malvagi pelleverde.

Scoprirono così che dall’altra parte della porta c’erano ancora degli abitanti in vita. Erano una decina di guardie e dietro di loro, su un grosso tavolo in quercia giaceva il cadavere di una donna.
Con delusione Brogmar apprese che si trattava proprio di Lady Valrose. Avevano perso la loro datrice di lavoro… le  cose si mettevano sempre peggio.
Le guardie raccontarono che tutto era cominciato con una pioggia di macigni lanciati da alcuni giganti da un castello volante.
Brogmar sgranò gli occhi.
Un castello volante?
Aveva visto una volta, da molto lontano, un drago volante.  Aveva visto le sentinelle della tribù Uthgardt dei Corvi Neri solcare i cieli cavalcando dei corvi giganti. Quando era molto piccolo ricordava ancora che con suo nonno nel bosco aveva  visto una pixie svolazzare con le sue alette da libellula… ma per la barba di Moradin, un CASTELLO VOLANTE? Era troppo da accettare per la mente semplice del nano.
Intollerabile. Una buona costruzione, secondo i dettami nanici doveva innanzitutto esser ben radicata al terreno. Ancora meglio se sotto al terreno.

L’attacco dei giganti aveva creato il fuggi fuggi nel paese, e con l’accesso alla fortezza bloccata tutti gli abitanti erano così fuggiti verso nord, abbandonando le case, mentre le guardie erano rimaste asserragliate e bloccate li nella fortezza con Lady Valrose, putroppo però perita nel crollo.
Sempre secondo il loro racconto, alcuni giganti erano scesi e avevano preso la Nighstone, la caratteristica strana roccia che sorgeva al centro della piazza… questo era strano… a cosa mai poteva servire?

In mancanza della Reggente deceduta furono le guardie a proporre una ricompensa ai 5 eroi se fossero andati, ora che il villaggio era tornato sicuro, a recuperare i popolani scappati.
Ipotizzavano che avessero trovato rifugio in alcune grotte naturali più a nord, nel bosco, ai piedi di una montagna. Erano grandi e abitate solo da pipistrelli, e un ottimo rifugio temporaneo evidentemente.

Partenza rimandata


Il mattino dopo, riposati e con le ferite rattoppate, si apprestarono a partire alla ricerca degli evacuati, ma appena tirato giù il ponte levatoio notarono una piccola nube di polvere alzata da 7 cavalieri in arrivo.
Brogmar borbottò subito sullo scarso tempismo di questi presunti rinforzi, visto che ormai avevano liberato il villaggio da soli, ma mentre si avvicinavano il loro aspetto non appariva esattamente quello di prodi cavalieri in armatura…piuttosto erano loschi figuri, guidati da un mezzelfo dalla faccia strafottente.

Davano risposte sfuggenti e dissero di esser giunti a recuperare una persona che con stupore si rivelò essere la misteriosa donna trovata barricata in locanda…
Beh, ora potete anche andarvene dunque” borbottò il nano, ma quelli in tutta risposta sguainarono le armi. In un attimo infuriò la battaglia.
Questo tradimento improvviso fece scoppiare l’ira del nano, che incurante di ferite o strategie, intuendo che erano in netta inferiorità numerica e vedendo i balestrieri incautamente vicini ai margini del ponte levatoio, caricò gettandone subito uno nel fossato, e provando a farne seguire subito un secondo.
Poi prese a mulinare il suo martello, mentre le armi nemiche gli mordevano le carni.
Magia, armi, urla e quadrelli cantarono la melodia della morte, e il vantaggio numerico degli assedianti in breve si era ridotto, fino a che il loro leader fuggì con la donna, spronando i cavalli a più non posso.
Brogmar bloccò l’unico superstite, che si era issato di nuovo su dopo il volo nel fossato, ma quell’infido dannato riuscì a inghiottire qualcosa che lo avvelenò all’istante.
Per le mutande sporche di nonna Gulda! Per arrivare ad un gesto simile non doveva certo trattarsi di comuni banditi. Persino la mente semplice di Brogmar intuiva le implicazioni di quel gesto, e che quei 7, che avevano tutti uno tatuaggio identico, dovevano far parte di qualche organizzazione oscura e terribile. Ma cosa potevano volere da quel paese deserto? Appropriarsene?
Mostrarono i corpi alle guardie superstiti ma queste non avevano idea di chi fossero e del perché avessero agito così.

Di certo la sorte non era benevola con quel villaggio: pioggia di macigni, raid di goblin, e ora anche questi loschi banditi. Cosa diamine avevano fatto gli abitanti di quello sperduto buco della Costa della Spada per meritarsi tutte quelle calamità tutte insieme? Era forse Beshaba in persona (Tymora, perdonami se la nomino!) che gettava la sventura su quei posti? O un'altra divinità arrabbiata? O erano loro stessi che attiravano guai in ogni loro avventura?

A causa di questi eventi comunque, i presunti rifugiati nelle grotte dovettero attendere un altro giorno per ricevere aiuto, visto che era nuovamente necessario leccarsi le ferite, recuperare le forze e organizzare la guarnigione cittadina per lasciarla a sentinella in loro assenza.

Verso le grotte


Il viaggio, grazie ad un carro allestito dal Pennuto, procedette piuttosto spedito nella prima parte, poi il sentiero si fece più stretto e la foresta di Ardeep più fitta.
Tutto ad un tratto due figure che parevano in fuga eruppero dalla boscaglia. Erano due orchi, uno evidentemente ferito. Da chi o cosa scappassero non era chiaro, ma non si fecero problemi ad assalire i nostri avventurieri pur di aprirsi la strada.

Nonostante fossero solo in due, la loro furia disperata mise in difficoltà Brogmar e compagni, anche perché uno dei due era un temibile shamano o qualche diavolo d’arcanista.
Per fortuna, improvvisamente fischiarono le frecce, che rivelarono chi erano gli inseguitori: gli elfi della foresta di Ardeep.
Un nano salvato da elfi! Che onta per la dignità di Brogmar.
Mentre l’intera pattuglia proseguiva all’inseguimento degli orchi, un elfo si fermò con aria non molto amichevole, intimando anche a loro di andarsene.

I 5 spiegarono i motivi della loro intromissione nella foresta e rassicurarono l’elfo che se ne sarebbero andati non appena avessero ritrovato gli esuli di Nighstone, e si fecero indirizzare verso le caverne.
Era quasi l’imbrunire quando la piatta boscaglia cominciò a diventare una salita e alle pendici di una collina rocciosa e più spoglia, dove la vegetazione lasciava spazio alla nuda roccia videro le ampie volte di una grotta. 
Erano arrivati.

giovedì 10 ottobre 2019

Storm King's Thunder - Capitolo 1 Problemi a Nightstone

Questa è la storia di Brogmar del Clan Headstone, figlio di Bruran figlio di Bhargrum e della sua strampalata compagnia di avventurieri.
Brogmar non era un nano come tutti gli altri, visto che quando ancora aveva la barba corta (quindi poco più che un ragazzino) si trovò ad essere l'unico sopravvissuto del suo clan, quando la sua carovana fu razziata da una tribù di barbari Uthgardt.
Fu preso e visse con loro, assimilando molto delle loro barbare tradizioni e perdendo molto della sua originaria identità nanica. Il nome del suo clan si perse e per quei barbari fu solo Brogmar "Asciarotta", come l'arma di suo padre andata in frantumi in quell'assalto.


Dopo anni, divenuto un forte e possente combattente delle terre selvagge, si unì a seguito di fortunosi eventi come guardia del corpo di una arcanista, e successivamente finì nella compagnia di avventurieri che prese parte ai terribili eventi che sto per narrarvi...

Storm King's Thunder

Il gruppo di avventurieri, una banda che non si era neppure data ancora un nome, viaggiava verso Nightstone, seguendo la via del commercio.
C'era rispetto ma goliardia negli appellativi che Brogmar riservava ai vari membri di quel gruppo, invero il più strano che abbia mai visto non solo nella mia locanda ma credo in tutto il Faerun.

Alla testa del gruppo Rolan, un druido. Un umano dallo sguardo attento, profondo conoscitore della natura e dei sentieri circostanti nell terre selvagge della Costa della Spada.

Poi v'era un esponente di una razza rara, al centro di molte congetture sulle sue origini maledette: un Kenku. Spesso emarginati e confinati da maldicenze e diffidenze, questo rappresentava una stranezza nella stranezza essendo infatti un paladino con tanto di cotta di maglia lucente.
Per Brogmar spesso era "Pennuto" o "Dannato Pennuto"

In quanto a rarità anche il terzo membro del gruppo non attirava sguardi meno curiosi e persino più timorosi: un draconico. Un essere mezzo-drago parecchio raro in queste terre. Un essere fiero e di grande fascino. Uno sguardo attento avrebbe potuto stabilire che si trattava di una femmina, ma pochi in queste terre ignoranti capirebbero certe differenze in tali lucertole. (Ed era "lucertola" il soprannome con cui Brogmar la chiamava, seppur con un certo timore reverenziale)

Il quarto del gruppo passava dall'esser raro ad esser persino unico. Nella mia vita ho sentito parlare di costrutti e golem creati da maghi e arcanisti vari ma mai di quello strano essere umano simil-meccanico che viaggiava con quel gruppo.
Si faceva chiamare Lucky, e dall'aspetto e dall'equipaggiamento dire che era un mago o qualcosa di simile.
Per Brogmar era "Coso" o "Uomo di latta"

Erano diretti a Nightstone perchè si diceva che la reggente del piccolo villaggio fortificato, Lady Valrose, offriva ricompense a chi avesse risolto il problema di alcune bande di goblin che stavano razziando gli insediamenti circostanti.

Nightstone prendeva il nome da una grossa pietra situata al centro della piazza cittadina, un enorme megalite di ossidiana nero come la notte appunto.
protetta da una palizzata di legno, era circondata da un fossato d'acqua creato sfruttando un corso d'acqua, e vi si ergeva in mezzo come una piccola isola

Giunti in vista del paese, si accorsero subito che c'era qualcosa di strano.
Nessun viavai lungo la strada che conduceva all'ingresso cittadino, protetto da un ponte levatoio abbassato.
Avvicinandosi notarono parecchie impronte, sia umane che non, e nessuna sentinella in vista sulle due torri di guardia sopra il ponte.

Entrarono cautamente nell'abitato, trovandolo disabitato. Regnava la desolazione e il silenzio. Qua e la, si vedevano grossi pietroni in posti dove non avrebbero dovuto essere. Alcuni avevano sfondato gli edifici, come ad esempio la modesta locanda vicino alla piazza, o alcune torri di guardia. L'unico segno degli abitanti si rivelò esser qualche sventurato schiacciato dai macigni.

Esaminarono le case, trovandole svuotate e razziate. Tracce di goblin sparse in giro si dividevano tra le case. Eppure nessun goblin avrebbe potuto lanciare o muovere quei macigni.
Sul retro della locanda disastrata scoprirono che i goblin razziatori, o almeno una parte di essi che si erano attardati, erano ancora nel villaggio! Ma quei dannati pelleverde poco potevano contro Brogmar e suoi compagni.
Tramite un incantesimo riuscirono anche a bloccarne uno vivo e a interrogarlo, ma lo stolto essere non rivelò cose molto utili.
Neppure una ragazza barricata in una stanza ancora intatta al secondo piano della locanda fu molto utile, essendosi barricata non appena udito lo schianto del macigno sulla locanda e da li in poi rimasta li chiusa per paura di quel che accadeva fuori.

Uno dopo l'altro i goblin cadevano sotto le armi o i sortilegi dei cinque improvvisati eroi, ma ancora non si trovavano altri superstiti per capire esattamente cosa fosse successo. Era molto strano che a parte gli abitanti morti sotto i macigni, non si trovassero corpi uccisi dai goblin, come se nessuno si fosse opposto a quell'invasione senza combattere...o forse i goblin erano giunti a razziare approfittando del villaggio già vuoto? La mente semplice di Brogmar faticava a sviluppare tali ragionamenti...

Era tempo di puntare alla roccaforte, anch'essa malconcia, forse l'unico luogo rimasto dove avrebbero potuto trovare risposte...