martedì 31 marzo 2020

La Congrega. Capitolo 8 - A caccia nelle paludi

Dubbi

Portarono in salvo il cacciatore salvato nella grotta e ripartirono subito per Leilon.
Non sapevano cosa pensare...Violet, che faceva spesso visita a Ygor...forse era proprio lei che faceva finta di curarlo e lo avvelenava, o lo aveva maledetto in qualche modo, per eliminarlo.
Forse voleva rivelarsi come la sua gemella e senza di lui il patrimonio Thorpentoff sarebbe stato suo...
O forse dietro tutto questo c'era la terribile megera notturna che l'aveva generata?

Violet

Tornati a Leilon puntarono subito alla Locanda, cercando Violet.
La giovane stava servendo alcuni tavoli e li raggiunse.

Con poco tatto le intimarono di parlare, ma Violet nonostante la sua natura era solo una ragazzina ed era molto turbata e spaventata da quell'approccio minaccioso... li pregò di uscire e parlare fuori e poco dopo li raggiunse.
Ammise di sapere la sua natura, e raccontò che all'inizio era invidiosa delle ricchezze di Ygor e anzichè curarlo, lo maledisse.
Poi, giorno dopo giorno, portandogli finte cure, vedendolo indifeso e debole, qualcosa del suo lato umano emerse e mossa a pietà iniziò a curarlo veramente e a cercare di annullare la maledizione.. ma non riusciva, c'era qualcosa di strano, forse un'altra forza all'opera.
Sapeva che sua madre si nascondeva nella palude, ma non il luogo preciso, inoltre quel luogo era enorme, pericoloso ed era facilissimo perdersi.
Zorestrel però le aveva donato un medaglione, che a suo dire l'avrebbe condotta lungo la strada giusta, anche se non sapeva come.
Osservando lo strano pendaglio rotondo, capirono con orrore che poteva trattarsi dell'Occhio della strega.
Le chiesero di accompagnarli, ma si rifiutò, e offrì loro il pendaglio.
Con i loro tipici modi diplomatici la...convinsero, e si diressero verso le paludi con la poveretta legata.

Le Paludi


Individuarono quello che poteva essere un sentiero o comunque una striscia di terreno un po' più solida in quel mare cedevole e melmoso, fatto di alghe e fanghiglie salmastre, coperto da una coltre di bassa nebbia che rendeva tutto piatto e uguale.
L'atmosfera era tetra, la nebbia ovattava i rumori di varia natura che provenivano dalle creature che abitavano quella palude. Esseri guizzanti, o sguscianti, o invisibili sotto la melma.
E le zanzare.. quelle maledette zanzare che non davano tregua.
Si fermarono a studiare l'artefatto, ma senza capirne il funzionamento o come diavolo li avrebbe guidati.
Poteva sembrare una umile collana di viticci intrecciati, che si univano in una sfera ricavata da un..frutto secco e rotondo? O era legno? Lucidato con colori verdi e marroni, ma a ben vedere, ora che sospettavano si trattasse dell'Occhio della Megera, ci vedevano un vero occhio umano, trattato o vetrificato in qualche modo.
Non sembrava comunque molto utile per capire dove dirigersi.

Si affidarono così all'affinità con la natura di Breena, che provò a guidarli lungo le vie più sicure, ma alla fine della giornata non avevano ancora avvistato nulla di interessante o nessun segnale rivelatore della presenza della Strega.

Si accamparono, e durante la notte il riposo fu interrotto da alcuni troll, che per fortuna vennero depistati da uno stratagemma magico di Dhorna prima che si avvicinassero troppo al campo.

Ripresero a vagare per la palude, assillati dalle zanzare e disorientati dalle nebbie, finchè non notarono qualcosa: i resti di un focolare.

Era il loro.
Avevano viaggiato in tondo.

Aran tirò fuori di nuovo l'occhio. Teneva quello strano amuleto per l'estremità della funicella, lasciandolo dondolare e scrutandolo per capire quale diamine fosse la chiave. Forse si illuminava? Telepatia?

Poi notò che se lo ruotava in una direzione qualunque, comunque l'occhio incastonato girava mantenendo una direzione ben precisa.
Una bussola!
Una specie di dannata, orribile e disgustosa bussola!

Ripresero il cammino, cercando di mantenere la direzione in cui l'occhio guardava, e dopo mezza giornata tornarono a mettere i piedi su sprazzi di sentiero più solidi..anche se mezzo sprofondato e con parecchi bivi.

Da una vecchia torretta d'avvistamento, Breena vide più a nord le rovine di un piccolo tempio. Era la prima traccia di civiltà da 2 giorni. Ed era la stessa direzione puntata dall'occhio.

Evitarono le zone più velenose e mefitiche, facendo ampie deviazioni, fino a finire (a causa della solita brama di tesori o oggetti luccicanti a dire il vero) nelle grinfie, o meglio nei tentacoli di un Otyugh.

Sconfitto quel fastidioso mangiatore di detriti, proseguirono fino a sentiero, ora più ampio, che portava dritto alle rovine.

Qualcosa di invisibile ed enorme però era in agguato, e camminava avanti e indietro, come se pattugliasse la zona d'ingresso.
Si avvicinarono piano e con un sortilegio di dissoluzione della magia annullarono l'invisibilità di una enorme mostruosità bipede simile ad un incrocio tra un umanoide e un rospo demoniaco: uno Slaad.
Uno Slaad verde, per la precisione. E si trattava di un avversario formidabile... ma Violet suggerì che serviva Zorestrel doveva esser perchè lei aveva preso la sua Gemma del Controllo..una pietra preziosa che, si diceva, si trovava originariamente nel cervello degli slaad...
Barattarono così la libertà dello Slaad, promettendogli che avrebbero strappato la gemma dalla megera per restituirgliela, col passaggio incolumi.
Non so se fu fortuna, la benedizione di qualche divinità o solo l'abilità oratoria, ma la cosa funzionò

Avanzarono dunque salendo gli alti scalini su una collinetta dove sorgeva un piccolo tempio in rovina..un po' stretto come nascondiglio per Zorestrel, e infatti una volta spalancata l'antica porta, nella sala sorretta da imponenti colonne di granito nero e consumato dal tempo, notarono subito una larga scalinata che scendeva nel sottosuolo, vero cuore di quelle rovine...
Se l'Occhio della Megera aveva anche poteri divinatori e scrutatori come sospettavano, di sicuro si era già preparata alla loro visita...

Prestando attenzione a eventuali trappole, iniziarono a esplorare.
La fine di questa storia si avvicinava...

La Congrega. Capitolo 7 - Carramba che sorpresa

Lo scontro nel covo

L'esplosione della palla di fuoco aveva attirato la strega, giunta a dar man forte al suo guardiano insieme a alcune strane creature vegetali/umanoidi: aghi maligni.

Con prontezza però gli avventurieri sfruttarono la stretta porta di accesso alla grotta e, pur non conoscendo l'esatta planimetria del luogo, barricandosi dall'interno e bloccando la porta.

Tonfi e graffi si udivano sul passaggio bloccato mentre il resto di loro si concentrava a finire e sbriciolare il malefico teschio.

Jezelith, la strega, nel frattempo aveva fatto il giro lungo percorsi solo a lei noti per arrivare all'ingresso nord di quella stanza.
Bogro in esplorazione sentì che stava arrivando qualcuno da quel lato e tentarono di bloccare il cancello, chiudendosi di fatto dentro da ogni lato.

La strega arrivò al cancello, e provarono a trattare, offrendole delle gemme, mentre nel frattempo elaboravano un piano.
Una palla di fuoco di Aran mise fine alle parole, e non appena la nube di fuoco, polvere, fumo e detriti si diradò, notarono che il cancello aveva ceduto, alcuni aghi maligni erano bruciati, ma la strega era sparita.

Fu la prontezza di Dhorna a salvarli, grazie ad un incantesimo per vedere l'invisibilità individuò la megera che si stava avvicinando rasente alla parete.
Partirono all'attacco, alla cieca ma guidati dalle indicazioni di Dhorna.
Alle loro spalle dall'altra apertura continuavano a sentire gli aghi maligni che provavano a forzare la catasta ammassata a bloccare la porta.
La megera vistasi scoperta dall'incantesimo di Dhorna, cambiò strategia e grazie alla sua capacità di assumere l'aspetto illusorio di chiunque, si trasformò in Bogro e lo ingaggiò in un mortale combattimento.
Gli altri erano indecisi e confusi, nel vedere due Bogro che lottavano, senza capire chi colpire...finchè non presero a far domande di cui solo il vero mezzorco avrebbe saputo la risposta, cercando così di colpire l'altro Bogro che non rispondeva...
Fu uno scontro epico e letale.
La megera, pur in inferiorità numerica, era un avversario davvero temibile ma alla fine cadde e restò morente a terra, implorando che la risparmiassero...

La rivelazione

Illudendola che l'avrebbero salvata, le estorsero quel che sapeva sulla sua ex-Congrega, su Leilon e sulla questione Thorpentoff...

Non era lei la responsabile per quanto stava accadendo, su questo non mentiva, e non sapeva di preciso dove trovare Zorestrel, la terza di loro...se che aveva un nascondiglio in un sotterraneo abbandonato da qualche parte nelle Paludi dei Morti... ma sapeva dove trovare la figlia.
Non aveva neanche idea se questa presunta maledizione fosse colpa della figlia...o di Zorestrel in persona.

Un momento.. la figlia??

Restarono letteralmente folgorati per la rivelazione: ecco la chiave della vicenda.... quella notte di 12 anni fa, secondo la megera, nacquero due gemelli, Ygor e Yana, e come da accordi Yana fu subito presa come pagamento... La Congrega era già sciolta ma lei e Zorestrel litigarono per la bambina, e alla fine la prese Zorestrel e la divorò come voleva l'orrenda prassi riproduttiva delle streghe...nacque, o ri-nacque, una bambina uguale a Yana...o almeno, sarebbe rimasta uguale fino al tredicesimo anno di vita, per poi assumere le fattezze di una megera notturna come la madre...

Ma dove era ora questa figlia?

La risposta li sorprese ancora di più.
Era vicino...molto vicino...era Violet, la cameriera della Locanda, che portava i suoi intrugli curativi proprio a Ygor.

Diavolacci che storia...

Tutte queste informazioni non valsero comunque la vita della megera verde, che si trovò la testa staccata dal collo.
Restava il suo covo vuoto, silenzioso, con l'eco di tutte le loro domande e dubbi sulla inquietante vicenda...
Bisognava scambiare due parole con Violet.

venerdì 27 marzo 2020

La Congrega. Capitolo 6 - Entrata non convenzionale

Verso il Bosco di Neverwinter

Il mattino seguente, seguirono la strada ancora per mezza giornata, era gi à da qualche chilometro che i margini meridionali del Bosco di Neverwinter
si affacciavano sul sentiero ed era tempo di cominciare a cercare qualche traccia o indizio che potesse condurre alla Strega Verde.
Proprio in quel momento sentirono una voce. Un ragazzino di 15-16 anni, disperato, chiamava il padre.

"Mio padre! È sparito da due giorni interi! E’ colpa di quella dannata elfa.. ci scommetterei! Siamo cacciatori, veniamo da Phandalin…mio padre sognava di portare a Phandalin le prede
più grosse e incredibili che i suoi amici avessero mai visto..e mentre eravamo qui accampati per prepararci alla caccia è arrivata quest’elfa che gli ha parlato di un orsogufo enorme, bellissimo, e l’ha convinto che lui era forte, che lui poteva farcela, che sarebbe stato celebrato da tutti… ma non è più
tornato…"


Le parole della prima strega risuonarono nella testa di alcuni degli avventurieri... aveva detto che Jezelith, così si chiamava, amava nutrirsi dei fallimenti e le tragedie delle altre creature?
Che fosse l'elfa cammuffata?

Decisero di cercare l'uomo scomparso.

Tra la boscaglia udirono dei versi... un orsogufo!
Seguirono i rumori, restando sulle tracce dell'animale, finchè l'udito di Bogro non si insospettì..qualcosa in quei versi non andava..forse era una imitazione.

Che fare?

Decisero di far finta di non essersene accorti e continuarono a seguirli, dividendosi in modo che un gruppo avrebbe tenuto d'occhio la situazione parallelamente al percorso degli altri, facendosi trascinare dove voleva l'autore o l'autrice dell'inganno.

E per poco la trappola non funzionò, perchè proprio pochi istanti prima che 3 di loro mettessero piede in una profondissima fossa nascosta da una illusione, gli altri li avvisarono.
Il profondo buco scendeva per oltre 15 metri in una grotta, forse una trappola dove finivano i prigionieri della strega?
Il modo di Bogro per scoprirlo, anzichè cercare un altro ingresso del covo, fu di scendere direttamente da li a controllare.
Breena si issò sulla sua schiena per accompagnarlo, ma la discesa del colosso fu un po' troppo sicura di se, e a metà precipitarono facendosi male.

Nel Covo...

Scoprirono di trovarsi proprio in una piccola grotta-prigione, una galleria naturale partiva verso sud, chiusa da sbarre.
Chiamarono gli altri e scesero tutti..decidendo di inoltrarsi in quelle grotte da quel passaggio.

Le sbarre risultarono troppo dure da piegare per Bogro, e la serratura, anche se non troppo complessa ruppe gli arnesi da scasso di Dhorna.
Ma la galleria era allagata e scavando leggermente, passarono sotto in apnea.
Il problema che non avevano considerato, era se avessero poi dovuto scappare via di corsa...

Esplorarono quel dedalo di grotte, che pur essendo naturali erano chiaramente abitate e adattate, con qualche parete leggermente spianata e qualche porta di legno.

Entrarono in una caverna ampia e irregolare, dall’andatura zigzagante e dall’ampia volta piena di stalattiti trasformata in una sorta di laboratorio.
Un tavolo e scaffali con varie boccette dai contenuti ripugnanti
in una nicchia, mentre in una parte di parete più liscia e
levigata, un corpo svenuto o morto giaceva legato a delle catene.
Ai suoi piedi residui di candele rosse sciolte.
Forse era il cacciatore che cercava il ragazzo la fuori.

Un terribile guardiano però stava a guardia di quella sala.
Un teschio fiammeggiante fluttuò individuando gli avventurieri dietro una parete e una piccola fiammella sfrecciò fino a tre di loro, per detonare in una esplosione di fiamme e fuoco.

Aran balzò da un lato.

Dhorna balzò dall'altro.

Breena... non balzò affatto, detonando in quel boato che risuonò certamente in tutto il resto delle grotte e restando gravemente ferita.

Non appena si diradò il fumo, tutti si gettarono sullo sfuggente malefico teschio, mentre Aran liberava l'uomo, che se anche era vivo lo era probabilmente ancora per poco, poi con un incanto lo stregone moltiplicò le sue immagini per sviare gli attacchi del teschio, che nonostante le sue magie e i suoi sfuggenti movimenti fluttuanti, era ora in difficoltà, colpito più volte dalla pesante lama di Bogro e impegnato dal Lupo evocato dalla borsa magica di Katrina...

E proprio nel culmine della battaglia, una porta scricchiolò aprendosi dall'altro lato, alle spalle dei combattenti, e una voce infastitita sbottò "che diamine sta succedendo qui?! Intrusi??"

La Congrega. Capitolo 5 - Incidenti di percorso

Partenza

Ancora mezzi sbronzi dalla festa della sera precedente partirono alla volta dei margini meridionali del Bosco di Neverwinter senza ulteriori indagini nel villaggio.
Purtroppo non c'era tempo da perdere, il povero Ygor peggiorava giorno dopo giorno.


Il viaggio lungo la Strada Alta procedette spedito e senza problemi fino al bivio per il Sentiero di Triboar, che tagliava verso l'entroterra appunto verso Triboar.

Dopo alcune ore di cammino incrociarono una piccola carovana che li mise in guardia sulla presenza di un gigante delle colline malconcio e ubriaco, sceso negli ultimi tempi dai territori più settentrionali, che assaliva carovane e viandanti.

Qualcosa scattò nelle loro menti... un gigante delle colline ubriacone? Veniva da più a nord? Magari proprio dalle pendici del monte Hotenow? Poteva davvero esser Lui? Urgo? (NdR:Vedi Spade, Maghi e Pestilenze Capitolo 1)

Dopo un po' di cammino, trovarono proprio i resti di un assalto del gigante: terreno schiacciato, grosse tracce, macigni nel terreno, e una poltiglia di carne che poteva esser stata una creatura spiaccicata da un pietrone scagliato da lui.
Breena con orrore riconobbe alcuni pezzi di legno che inequivocabilmente erano stati un liuto.
Il liuto di Blenin??

Mormorarono silenziosamente una preghiera per l'artista gnomo, e proseguirono, superando anche il bivio per Phandalin.

I contrattempi non finirono qui.
In un punto abbastanza stretto del sentiero, trovarono un uomo che si piazzò davanti al loro percorso.
Disse che lui e i suoi uomini si occupavano di garantire la sicurezza della strada, e che bisognava pagare quindi un obolo per il passaggio.
Katrina nel frattempo notò che in effetti non era solo, e alcuni suoi uomini erano in agguato ai lati del sentiero, sopra alcune rocce o dietro alcuni residui di muraglioni.
Bogro, intuita la statura morale di quei cosidetti guardiani gentiluomini che si preoccupavano per l'incolumità dei viandanti...e che si potevano semplicemente chiamare banditi, finse di pagare, ma quando l'uomo allungò il braccio per afferrare le monete, fu l'enorme lama del mezzorco a portare via la mano al bandito.
Subito balzarono fuori tutti gli altri, e infuriò la battaglia.

Sconfitti i banditi, scoprirono anche rovistando tra i loro averi che il capo era ricercato a Phandalin. Un piacevole extra.

Ripararono tra quelle rocce per la notte, e quasi all'alba, durante il turno di guardia di Breena, pesanti passi si avvicinarono.

Era proprio lui, Urgo, il gigante delle colline che avevano già incontrato.
Era ubriaco e si mise a sgranocchiare la gamba di uno dei banditi, un nano, come una coscia di pollo.
Si stava avvicinando pericolosamente e il tintinnio delle armature di Dhorna e Katrina lo attirò da quella parte.
Per fortuna, anche questa volta sfruttarono la sua immensa stupidità per evitare lo scontro.

Il viaggio poteva proseguire...

sabato 21 marzo 2020

La Congrega. Capitolo 4 - Jazanal


La casa della vecchia era sempre più vicina, e ancora non avevano deciso una linea.
C’era chi come Bogro voleva partire in un assalto diretto per ucciderla sul colpo, e chi, più saggiamente, faceva notare che forse poteva sapere dove trovare le altre due Streghe, ed era meglio cavarne qualche informazione.

Jazanal aka "Nonna Dentimarci"

Da parte sua Jazanal, la megera, li accolse con un sorrisetto beffardo e soddisfatto: avevano ucciso per lei quella pericolosa medusa grazie ad un piccolo inganno, ma ora li avrebbe placati con le buone o le cattive.

Non negò di aver mentito, e neppure di essere una strega (benché camuffata magicamente, e quei cinque sciagurati non sanno che fortuna hanno avuto a non vederne il vero aspetto) ma offrì loro come ricompensa per averla liberata da quella scomoda vicina le risposte che poteva dare, visto che era chiaro che erano arrivati cercando lei fin da subito, il tutto sotto l’inquietante presenza di due spaventapasseri che, ci avrebbero giurato, non erano così vicini la prima volta che erano stati li.

La megera negò qualunque coinvolgimento sulla salute attuale di Ygor, e rivelò che la Congrega si era sciolta da tempo per i continui litigi, non ultimo proprio per la spartizione del pagamento per il servigio offerto ai Thorpentoff…e a tal proposito capirono che Yan Thorpentoff non aveva detto loro tutta la verità su tale pagamento: c’era una parte ben più oscura e vergognosa oltre alle mere gemme di cui aveva parlato.

Quanto alle altre, sapeva indirizzarli solo da una delle altre due ex-compari… una strega verde che a suo tempo era chiamata Peggy la Grassa, e il cui vero nome era Jezelith. Era molto temibile, in quanto sapeva scomparire e diventare invisibile a volontà, e si era ritirata ora ai margini del Bosco di Neverwinter, per giocare brutti scherzi ai viandanti sulla strada per Triboar…

Eroi!

Non c'era molto altro da scoprire li, ed erano tentati di ucciderla, ma quel giorno per fortuna non scorse altro sangue, e si accontentarono della testa bruciacchiata e irriconoscibile della medusa da spacciare come trofeo, riconsegnando trionfanti l'infante rubato dicendo che era stata una strega e che quella era la sua testa.
Bastò poco per i rozzi e ignoranti abitanti di Leilon per credere ad una cosa simile e acclamarli come eroi di Leilon, dichiararli cittadini onorari e concedere loro l'alloggio illimitato alla Locanda.
Che non ci provino qui al Gatto Lercio a inscenare simili vergognose pantomime.

Passata la sbornia dei festeggiamenti, la salute di Ygor peggiorava e bisognava proseguire con le indagini. Che fare?
Forse era meglio chiarire con Yan questa storia? Un uomo in grado si stringere un patto simile meritava aiuto? Non si posero nessuna di queste domande, perché era più forte il senso dell’avventura, ed era tempo di viaggiare... il Bosco di Neverwinter li aspettava.
La megera verde avrebbe fatto bene ad avere risposte convincenti...


La Congrega. Capitolo 3 - Non proprio una Strega...


Le Pietre Grigie

Grazie alla guida delle pixie, raggiunsero una casa sperduta sulla scogliera, a 4-5 ore dal Villaggio.
Giunsero infine ad una bassa casa di pietra dal tetto in paglia costruita con la parete ovest ricavata direttamente dalla scogliera.
Un’ampia palafitta di legno faceva da molo e lì vicino si vedevano una serie di tralicci per l’essiccazione del pesce, numerose reti malconce e l’approdo per una vecchia barca ancora intera e una inutilizzabile.
Tutta l’attrezzatura da pesca sembrava in disuso da parecchio.
Avvicinandosi con circospezione bussarono e aprì la porta una anziana donna, davvero vecchia e brutta.
Disse di esser la moglie del pescatore, scomparso nella piccola isola di fronte, proprio a causa della strega che cercavano.
Pur non fidandosi un granché, chiesero di poter prendere in prestito la barca e raggiungere dunque l'isola, ma erano anche indecisi e impauriti su come l'avrebbero affrontata una volta trovata.

Quindi prima Bogro, Dhorna e Breena tornarono al Villaggio con due intenti diversi: ritrovare il chierico che forse troppo velocemente avevano liquidato, e che pareva sapere molte cose utili per affrontare le streghe, e, come secondo obiettivo, procurarsi un neonato, che pensavano si sarebbe rivelato un'ottima esca.

Il chierico però aveva lasciato il villaggio quel pomeriggio.

Quanto al neonato, beh, con un rischioso piano di Bogro riuscirono a procurarsene uno, rischiando di esser scoperti e linciati dal villaggio, nonché di compiere atti ben più malvagi di quelli presunti compiuti dalle megere.

Una volta ritrovatisi, partirono per l'isolotto, chiamato Pietre Grigie.
 L'approdo non fu facile, e mentre stavano esplorando quel brullo pezzo di terra e aspre rocce caddero anche vittime del canto insidioso di alcune Arpie...
L'espediente delle furbe creature però non servì a fermarli e a impedire che finissero per diventare cibo per pesci, e piume per cuscini.

Trovarono l'ingresso di una grotta, e viste le dimensioni dell'isolotto non c'erano dubbi che non c'erano molti altri posti dove nascondersi: doveva esser per forza il covo della megera.

Strane statue, molto realistiche, forse troppo, alcune intere, altre sbriciolate segnavano la strada in un labirinto di cunicoli.
Nonostante le grotte fossero naturali, appariva chiaro l'intervento umano per lavorare le superfici e costruire pareti e stanze più squadrate. Alcuni bassorilievi malridotti e alcuni simboli sacri riportavano alla Dea Umberlee, si trattava probabilmente di un vecchio santuario ormai decadente e inutilizzato...
Nelle parti più umide e profonde delle grotte furono attaccati e quasi resi pazzi dall'orrendo verso di due Fauci Gorgoglianti... una mostruosità che mai prima d'ora avevano affrontato.

Margamant

E poi Breena e Dhorna, in avanscoperta, l'una invisibile e l'altra mutata in millepiedi la videro...era nella stanza principale, una sorta di tempio, ma non era la strega che si aspettavano...bensì un'altrettanto temibile Medusa.

Riferito quanto scoperto, decisero di avanzare ugualmente, stando attenti al suo sguardo.
Da dietro una parete attirarono la sua attenzione e parlamentarono a lungo.
Margamant, la medusa, rivelò loro alcune cose sulla strega, che era a suo dire la vecchina nella casa, e in cambio loro se ne sarebbero andati.
Ma non fu così.

Noncuranti dei rischi, fecero finta di andarsene per poi tornare e ucciderla.
Aran per poco non finì pietrificato, salvandosi per un pelo proprio quando il processo di pietrificazione l'aveva già bloccato.
Nonostante l'inferiorità numerica, Margamant era davvero abile e pericolosa, e combattere a occhi chiusi, alla cieca, non rendeva certo le cose facili, ma quando si rese conto di non potercela fare e fuggì, Margamant fu colpita alle spalle da una palla di fuoco.

Una volta tirato il fiato e perquisito tutto il covo in cerca di qualche tesoro, i 5 ripartirono per la terra ferma, per fare i conti con l'inganno della vecchia...


martedì 10 marzo 2020

La Congrega. Capitolo 2 – il Boschetto di Leiranil

Nel folto...

Dopo aver fatto qualche altra domanda in giro su queste misteriose streghe, i nostri prodi eroi si diressero nel bosco di Lerianil, dove si trovava la capanna delle megere.

Mano a mano che si inoltravano nel profondo del bosco, si notavano i segni di corruzione del male, sia nelle piante, annerite, secche, marcescenti, che nel terreno, molle, paludoso, melmoso… e alla fine, dopo essersi persi e aver  vagato per qualche ora di troppo, giunsero in una conca acquitrinosa e nebbiosa che sembrava il cuore di quella corruzione.

Più di una volta rischiarono di affondare o restare impantanati, e proprio quando tra la nebbia spuntò la sagoma di una costruzione, furono attaccati da ghast e ghoul emersi dalle pozze che circondavano il sottile sentiero.

Armi e magia respinsero quei terribili non-morti, e i 5 si inoltrarono con cautela all’esplorazione della casa.

Restarono delusi dal risultato: quel posto, pur restando ormai marchiato e corrotto, sembrava disabitato e inutilizzato da tempo. Anche l’inquietante cantina, che conduceva ad grotta che aveva ospitato chissà quali rituali, era vuota, a parte qualche pericolosa e corrosiva fanghiglia verde.

Prima di ripartire esplorarono i dintorni, ritrovano le spoglie di quello che sembrava un bardo o uno studioso che probabilmente si era inoltrato li per completare un suo trattato sulle megere, o almeno era quello che si intuiva dalle poche frasi leggibili nei resti sciolti e appiccicosi del grosso tomo che aveva nello zaino.

Preso atto che non c’era null’altro di interessante, e che evidentemente erano anni che le presunte streghe erano sparite, dopo una notte agitata trascorsa nella capanna, il giorno dopo ripartirono per Leilon.

Scherzetti

Lungo la via del ritorno capitarono di nuovo strani scherzi che già all’andata avevano insospettito i 5 esploratori, e sottili vocine invisibili si udivano di tanto in tanto tra gli alberi, finchè non sentirono direttamente una canzone aleggiare nell’aria:

Nella capanna dove il mal si riuniva
Fumo, magia, e dolore veniva
Nella capanna dove non devi andare
Rischiavi la vita per poterle incontrare
Nella capanna dove stavan le streghe
Liti, rituali, discussioni e beghe
Nella capanna alla fine è rimasto
Il vuoto, il male, e  il terreno guasto
Nella capanna non troverai più nessuno
Ma il bosco è malato, importa a qualcuno?

Due pixie apparvero, rendendosi visibili, e la loro curiosità ebbe la meglio sulla diffidenza facendole avvicinare. Ringraziarono gli avventurieri per aver ucciso i ghoul e dissero che li avrebbero potuti aiutare a ritrovare almeno una delle tre streghe, ma in cambio chiedevano aiuto per risanare il bosco.

Stretto il patto, i 5 tornarono a Leilon e per fortuna trovarono ancora li il chierico di Lathander che era giunto giorni prima per curare Ygor. Scambiarono parole e impressioni sulla situazione del giovane e convisero l’uomo ad aiutarli con la questione del bosco.

Quel sacerdote conosceva la potente preghiera “Santificare” e insieme Breena e compagni purificò la zona attorno alla capanna.

Nix e Xinin, le due pixie, erano raggianti e felici per l’avvenimento e rivelarono così dove poter cercare la strega: avrebbero dovuto cercare una casetta sulla scogliera, dove viveva un pescatore e sua moglie. Loro avrebbero saputo guidare i 5 avventurieri…

Trovare una delle tre, avrebbe potuto chiarire finalmente cosa ne era stato della Congrega, e si sperava, aiutare Ygor… ma stando agli ammonimenti del chierico, erano creature pericolose e dai poteri molto letali.

La Congrega. Capitolo 1 – Misteri a Leilon


Nuova Missione

Bogro, Katrina, Dhorna, Aran e Breena si stavano godendo il meritato riposo dopo aver aiutato a sgominare la terribile macchinazione dei seguaci di Talona e impedito il contagio di tutta Neverwinter, quando un furtivo e inaspettato Maran Ventopungente li raggiunse per comunicargli una piccola missione: pareva che a Leilon ci fosse qualcuno malato di una strana malattia che non si riusciva a curare, ed era meglio verificare che non fosse qualcosa ancora legato alla malattia magica scatenata da Bairoth Guld.
Partirono così per la vicina Leilon, con una boccetta di elisir curativo ricevuto da Maran

Leilon

Leilon è l’ultimo centro abitato che si incontra viaggiando da Neverwinter verso sud sulla Strada Alta prima che questa si inoltri a lato dell’insidiosa Laguna degli Uomini Morti (Mere of the Dead Men), una terribile e pericolosa laguna paludosa salata che si estende e allarga verso l’interno, arrivando a lambire la strada.
C’è chi dice che sia vincolata magicamente alla Strada in modo che questa si sposti insieme alla palude.
Leilon fu abbandonata a seguito della Piaga Magica, quando fu flagellata dai guardiani della vicina Torre di Thalivar. Nel 1485 però, quando Lord Neverember ordinò l’abbattimento della torre, per favorire l’incremento dei traffici sulla Strada Alta, il vecchio borgo iniziò ad esser ripopolato e restaurato.
Oggi è uno strano misto di vecchi edifici riparati, altri in rovina, e nuovi edifici sia di pietra che capanne di legno per i lavoratori accorsi per la richiesta di manodopera. Il Borgo si considera un naturale alleato di Neverwinter.
A Leilon si possono trovare: diverse stalle per la cura e il riposo di cavalli e carovane. Una sola grossa Locanda, un fabbro oberato dal lavoro, un emporio, la casa del Borgomastro e varie botteghe di artigiani che al momento producono soprattutto utensili e tutto quanto utile alla ricostruzione.
La zona più deserta del villaggio sono le rovine della Torre di Thalivar. Nonostante non siano più una minaccia e siano solo macerie rase al suolo, nessuno superstiziosamente vi si avvicina.

Il malessere misterioso di Ygor Thorpentoff

Arrivarono in serata a Leilon, dopo un viaggio senza intoppi e si diressero nell’unica locanda al momento riaperta in quel posto: Le Stanze dei Lord, chiamata da tutti semplicemente “Le Stanze”.
Cominciarono a raccogliere le prime indiscrezioni e notizie su chi fosse il malato dai due strani osti, Jim Lo Sbrincio e Jerry lo Svelto, e assistettero allo spettacolo di un bizzarro musico gnomo, che fece anche innamorare Breena.

Una canzone triste attirò la loro attenzione:
Picchia la goccia sulla pietra liscia.
Scappa la rana dalla brutta biscia
Lento affonda i piedi in fanghiglia
Quel boscaiolo teneva famiglia
Cercava qualcuno che risolvesse problemi
Ma ormai è morto e rimangon poemi
Che parlan di cose oscure e nascoste
Tante domande, poche risposte

Lo gnomo, Blenin Blembotter, disse che era ispirata ad una storia vera, quella del marito scomparso della povera cameriera Bertha… a quanto pareva, il vicino Boschetto di Leiranil nascondeva malvage insidie.

Pernottarono li, e al mattino seguente si diressero alla villa di Yan Thorpentoff, un ricco mercante locale.
Era lui che aveva messo l’annuncio di ricompensa per chiunque fosse riuscito a curare il suo figlioletto 12enne Ygor.

Yan li scortò alla stanza di Ygor, che giaceva madido di sudore e stremato nel letto. Già due chierici e diversi erboristi, guaritori, cerusici e saggi avevano provato a curarlo, ma continuava a peggiorare.
Un chierico di Lathander giusto il giorno prima era stato cacciato dopo aver fallito e aver avuto l’ardire di ipotizzare che fosse invece una maledizione.
L’uomo era disperato, quello era il suo unico figlio, l’erede di tutto il suo impero.
Anche i 5 avventurieri fallirono in tutti i tentativi di cura, dagli incantesimi all’elisir che solo parzialmente parve risollevare il povero ragazzino.

Yan, messo alle strette e in imbarazzo da alcune domande, pareva nascondere qualcosa. E alla fine dovette ammettere che quel figlio era nato grazie all’aiuto di un sortilegio di una Congrega di Streghe, visto che lui e sua moglie Olena non riuscivano ad avere figli, e che forse a questo punto l’unica soluzione era ricontattarle e verificare se almeno loro riuscivano a salvare in qualche modo il povero Ygor.