venerdì 22 settembre 2023

RETURN OF THE STORM MAIDEN (22)

CAPITOLO 22 - RITORNO A GUNDBARG

"Facile è parlare del passato, impossibile andarci" (Brandoban Billandis Arcibinden Febblerius Copperpot, gnomo archivista)

La strada che portava alla civiltà non era sconosciuta al gruppo di cinque infreddoliti avventurieri che ridiscendevano dal Piccoverde.

In fondo, l'avevano percorsa soltanto un giorno prima.
Non per questo fu meno difficile. A volte la discesa è peggio della salita, e il terreno era infido e scivoloso, senza contare una aspra parete di roccia friabile da ridiscendere con le corde.
Alla base della parete, notarono ossa e ciuffi di pelo insanguinato e bruciato.
Difficile stabilire di cosa si trattasse, ma potevano essere resti dei lupi invernali individuati all'andata.
Difficile anche pensare a cosa li avesse uccisi, anche se per il resto della discesa regnò una strana inquietudine.

Gli unici discorsi che di tanto in tanto interrompevano la loro concentrazione sul viaggio erano su quanto accaduto dall'Eremita e le varie possibilità che avevano davanti.
La morsa del gelo non mollava e fu nuovamente Gelrish il primo a risentirne: avanzava ormai affaticato e intirizzito, mentre Baandufl e Ishmael aprivano la strada.

Accadde tutto in un attimo.

Neppure il tempo che il piccone da guerra del nano vibrasse un allarme, che dalla neve, tra sbuffi di vapore e detriti in aria, emerse la lunga sagoma ondeggiante di un gigantesco Remorazh.
Il nano gli si scagliò contro, scoprendo l'immane calore che l'insetto sviluppava a breve distanza.
Con uno schiocco delle fauci il mostro afferrò Baandulf per poi sputarlo lontano, gravemente ferito e fuori combattimento.
Tutti gli altri si lanciarono all'attacco e anche Ishmael sperimentò le ustioni che provocava avvicinarsi troppo.
Lyandria evocò un tentacolo d'acqua che però faceva solo il solletico all'enorme creatura, immune tanto al fuoco quanto al freddo.
Gelrish raccolse le energie e scagliò un potentissimo fulmine che ferì il Remorazh, ma in parte la sua corazza chitinosa respinse tutto attorno quella immane carica elettrica, che attraverso il vapore e la neve sciolta ferì perfino Ishmael e Dehuin a poca distanza.
Le fauci si chiusero su Ishmael, ferendo gravemente anche lui, e il vermone si erse in tutta la sua altezza tenendolo bloccato nel morso, esibendolo quasi come un trofeo.
Poco lontano, il terribile dolore aveva sopraffatto Baandulf che perse ogni freno e si tramutò un un enorme orso rabbioso.
Talmente rabbioso che si scagliò sulla prima persona a tiro, che per sfortuna di Lyandria era proprio Lyandria.
Morse e artigliò alla cieca, inconsapevole e incapace di contenere quel potere.

Nel frattempo Ishmael con grande sforzo si liberò dalla stretta delle fauci e lasciandosi cadere aprì il collo del Remorazh per quasi tutta la sua lunghezza, usando le armi per rallentare la caduta.
Fu Dehuin tuttavia, pur ustionato, a dare il colpo di grazia alla creatura, ancor prima che questa si decidesse da ritirarsi sottoterra.
Con un pesante tonfo, il gigantesco verme delle nevi si abbatté al suolo, e l'orso furente prese a scavare nelle su viscere, bramoso e affamato finché lentamente non si calmò, tornado alle sembianze di uno stremato e confuso Baandulf.

Rattoppate le ferite e ripreso fiato, il gruppo riprese la discesa.
Non prima che Ishmael e Dehuin facessero scorta di parecchie placche chitinose con l'idea di realizzarne una armatura.
Finalmente, verso sera videro sulla costa i tetti delle modeste abitazioni di Whirrun, e si rifugiarono in un fienile a riposare.
La nave che li aveva lasciati li ormai aveva proseguito il suo viaggio, quindi discussero se era meglio tornare a piedi o cercare una imbarcazione di fortuna per tornare via mare, e vista la fretta e il tempo sempre pressante sugli eventi in corso, alla fine decisero per il mare.

La mattina, a Whirrun, trattarono con il vice-Jarl Fridir Bolamson il prestito di una barca da pesca.
Ci stavano un po' stretti, e soprattuto il nano era preoccupato sia di affondare che di arrugginire l'armatura, ma era comunque una imbarcazione robusta.
La navigazione sotto costa fu rapida e senza intoppi, nonostante il mare autunnale. Da lontano, poco prima di avvistare la capitale, videro il bagliore d'un fuoco: sembrava che la Locanda del Naufrago, quella dove avevano incontrato i Cacciatori di Streghe, fosse in fiamme. Chissà che diamine era successo?
Non c'era tempo di indugiare, e Lyandria condusse infine la barca fino ai primi moli di Gundbarg.
La civiltà.
Se così si può chiamare, li al nord.



venerdì 15 settembre 2023

RETURN OF THE STORM MAIDEN (21)

CAPITOLO 21 - VERITA' DI UNA VECCHIA EREMITA

"Che tu ci creda o no, tutti vogliamo il meglio. La radice dei mali del mondo è che nessuno può essere d'accordo su cosa sia". (Grizhilda, la Veggente)

La gola terminava con un dipanarsi di piccole grotte, e sotto lo sguardo severo di un gufo delle nevi il gruppo prese a inoltrarsi stando attento a non volare giù da quei ripidi passaggi.

Mentre Dehuin si incaponiva scavando un tunnel troppo stretto per poi giungere a vecchie colonne in rovina e ad una placida pozza sorgiva, il resto del gruppo trovava la caverna principale, arredata spartanamente e casa dell'eremita.
Si trovarono di fronte una vecchietta incartapecorita e con gli occhi pesantemente velati dalla cataratta.
La voce stridula e raschiante non era meglio dell'aspetto.
Le raccontarono gli eventi in corso, e lei parve saperne ben poco: nel suo austero ritiro di meditazione si era lasciata alle spalle i mali del mondo.
La veggente mise subito in chiaro per per eseguire il rito di visione nella polla arcana erano necessari alcuni componenti speciali.
A Gelrish parvero un po' strani, perchè poteva anche andare per una strana varietà di felci e per delle more tardive..ma un coniglio di montagna?

Ishmael, una volta che i compagni si furono incamminati, chiese privatamente a Grizhilda di divinare una cosa per lui: capire se tra loro c'era qualcuno con lo stesso sangue di Verania, perchè aveva un vago timore che ai tempi in cui serviva nei ranghi della Storm Maiden..beh..insomma..ci siamo capiti. Temeva di esser lui il padre della giovane condottiera.
La vecchia rivelò che anni prima la stessa Verania le fece visita per cercare di vedere se sua madre fosse ancora in vita o no.

Tornati nella verdeggiante gola protetta dalle nevi, i cinque avventurieri trovarono gli ingredienti richiesti dalla veggente, per poi risalire nuovamente fino alla sommità delle grotte.

Grizhilda prese di buon grado le felci, le more e il coniglio e li mise da parte dicendo che sarebbe stata un'ottima cena, poi guidò i visitatori dalla sorgente magica, mentre borbottava lamentandosi
"Risposte, risposte..tutti che vogliono avere risposte, senza curarsi di avere invece le giuste domande...scrutare queste acque in cerca della verità mi sfianca, badate di porre le giuste domande, non potrò cercare ogni cosa..." 
Dopo aver ponderato la cosa, il gruppo le chiese dunque alla vecchia come sconfiggere la nave fantasma di Hergatha, la vera spina nel fianco di tutto quel conflitto.

La donna salmodìo una preghiera in un linguaggio antico, per poi immergersi e scrutare in cerca delle verità della pozza ancestrale, ma poco prima di completare del tutto il suo rito scappò fuori affannata e impaurita.
Qualcosa si faceva strada usando l'acqua come canale, una forza sconosciuta e pericolosa che voleva ghermirla.
L'influenza di Ydaach'Nar arrivava anche li?
La vecchia disse comunque di aver visto una nave dal vessillo verde con una lisca di pesce (e loro capirono subito che si trattava del Nasello Spiaggiato di Ploppa) riuscire a divenire eterea come un fantasma, grazie al Cuore di un Pirata Fantasma, ad una Conchiglia, un potente artefatto marino a far da catalizzatore, e alla terribile maledizione di una strega dei mari.

Poi con voce più sommessa, verso Ishmael che la osservava in attesa di quell'altra questione, disse di aver visto che tra loro c'era qualcuno con lo stesso sangue degli Stromkir, lo stesso della famiglia di Verania e della Storm Maiden..ma no, non si trattava di Ishmael.
Nella sua visione, una visione che sembrava di centinaia di anni prima, vide una donna ruathen diretta verso Waterdeep.
Lyandria sussultò.
Era sua madre?
Lei era una Stromkir?
"Lyndran" era stata chiamata tempo fa, in quel sogno...Lyndran Stromkir...come suonava?
Scese la notte, interrotta solo dal passaggio di una colossale creatura alata che sfrecciava a nord, e tutti riposarono per meditare su quanto appreso, e per tornare in città e scoprire chi poteva aiutarli a scoprire di più sui tre obiettivi per trasformare il Nasello in Fantasma.
Lyandria tramite le pietre parlanti fece contattare anche Kelysius de Vag.
L'esperto collezionista poteva sapere qualcosa sugli artefatti marini.
Gelrish invece pensava di chiedere alla sacerdotessa al servizio del Re, la bella genasi che condivideva la sua fede in Valkur.

Tra tutte le loro idee e progetti però, c'era una ardua discesa da quelle montagne. E il freddo ha la spiacevole abitudine di non fare favoritismi.
Era tempo di mettersi in cammino.


lunedì 11 settembre 2023

RETURN OF THE STORM MAIDEN (20)

CAPITOLO 20 - ASCESA AL PICCOVERDE

"La vita - così com'è realmente - non è una battaglia tra il bene e il male, bensì tra il male e il peggio" (Nefius Gostafest, sacerdote di Beshaba)
Nevischiava a Whirrun, mentre uno sparuto gruppetto di cinque avventurieri scendeva dalla nave trasporto truppe di passaggio da Gundbarg.
Il gruppo fu accolto dal sostituto del borgomastro, tale Fridir Bolamson, che sostituiva lo Jarl locale impegnato in guerra.
Fridrir li equipaggiò con pellicce e tutto il necessario per il viaggio, mettendoli in guardia sui pericoli della montagna.
Secondo le sue stime avrebbero impiegato un giorno e mezzo, forse due, per raggiungere il Piccoverde.
Partirono subito, per sfruttare le ore di luce ancora disponibili.

Baandulf e Dehuin si alternavano a battere il sentiero, mentre Ishmael sempre coi sensi tesi cercava di captare tracce e pericoli.
La salita era ripida e faticosa, e nonostante fossero solo i primi giorni di Uktar da quelle parti faceva già freddo e la neve rendeva ancora più faticoso ogni passo.
Il sentiero si inoltrava tra costoni di roccia nuda, la vegetazione era piuttosto scarsa ma basse nubi di nevischio non rendevano agevole la visibilità.
Verso sera, il cielo era più sereno ma in compenso un vento tagliente, il "Respiro di Auril" come lo chiamavano da quelle parti, prese a soffiare senza tregua.
La traccia si biforcava, il freddo aumentava, e il sole stava per scomparire.
Il più infreddolito era Gelrish, ma per fortuna trovarono una grotta dove riparare per la notte.
L'anfratto era inquietante, non tanto per il fetore di bestia e carcasse, quanto appunto per i resti di animali e pure quello che sembrava un cacciatore locale.
Chiunque avesse usato quel posto come tana, comunque non c'era, e il posto era sicuro.
Accesero un fuoco e iniziarono i turni di guardia, tranne Dehuin che uscì all'esterno per poi sparire, fondendosi nella roccia.
Anche se penserete che il nano non potesse vedere nulla con quell'incantesimo, completamente immerso dentro la struttura della pietra, lui faceva affidamento alla sua arma portentosa: un'arma dell'avvertimento.
Un arma incantata per rilevare i pericoli e avvisare il possessore, in modo che mai sarebbe stato preso di sorpresa.

Nel cuore della notte, una bianca figura si avvicinò alla grotta, protetta dall'oscurità e dalla sua pelliccia che si mimetizzava con la neve, oltre che dall'ululare incessante del vento.
Deuhin, avvisato dall'arma, sbucò dalla roccia come una talpa e mise mano al suo corno da guerra, destando gli spaesati compagni nella grotta.
Si trovarono a fronteggiare un enorme yeti, capace di gelare il sangue al solo fissare la sue prede.
E spesso e volentieri le sue prede comprendevano carne umana.
Ferì il nano con una potente artigliata ma ben presto però fu lui a dover fronteggiare temibili avversari, ma prima di rendersi conto di esser ormai sconfitto, prima di poter anche pensare di fuggire, si accorse che il freddo abbraccio della morte era già arrivato, e i suoi occhi prima di spegnersi videro il terreno nevoso avvicinarsi a gran velocità, mentre si schiantava a terra.

Ishmael saggiamente si fece poi aiutare a far rotolare il corpo a valle e a buttarlo in un torrente: troppo pericoloso continuare a riposare con una carcassa puzzolente vicino al rifugio. Chissà quali altri predatori erano pronti in agguato...

Di buon'ora, al mattino presto, il gruppo ripartì per l'ascesa.
Gelrish guardandosi attorno mentre si stiracchiava pronto a partire, notò qualcosa di strano verso valle, lungo il torrentello dove avevano gettato lo yeti.
Era come se qualcosa si muovesse sottoterra, seguito in superficie da una strana foschia, o una nebbia, come se la neve evaporasse per il calore.
Qualunque cosa fosse, per fortuna era diretto altrove, e pur prestando attenzione, il viaggio riprese verso nord, sul sentiero sempre più scosceso e innevato.

Dopo una breve sosta su una terrazza naturale da cui ammirarono il panorama fino alla costa, e la bellezza della natura selvaggia di Gundarlun, la strada si tuffò in una spaccatura della roccia, per prendere di nuovo a salire fino ad un massiccio roccioso quasi verticale.
Non c'erano altre strade che scalarlo, e l'operazione non fu per nulla agevole per chi era mezzo assiderato e con le mani quasi congelate.
Aiutandosi però tutti riuscirono a superare anche quell'ostacolo e giunsero quasi in cima al picco, dalla vetta piatta e frastagliata.
Pareva che un antico ghiacciaio, nel suo spostamento o nel suo ritirarsi, in altre epoche, avesse scavato quella dura pietra lasciando innumerevoli ferite frastagliate, ed era molto difficile spostarsi e individuare un sentiero tra quelle rocce affilate, ma si resero conto che c'era meno neve, e da un lato tirava un'aria più mite.
Grazie a Ishmael trovarono la via giusta che si affacciava su un paesaggio surreale: una piccola valle nascosta, una singola gola di natura verde e ancora non toccata dai rigori dell'inverno. 
Al centro scorreva un placido corso d'acqua termale.
E più in alto lo videro: un passaggio esposto su un cornicione di roccia che portava ad una grotta.
La caverna della veggente Grizhilda?


sabato 9 settembre 2023

RETURN OF THE STORM MAIDEN (19)

CAPITOLO 19 - UNA NOTTE INSONNE

"La fiducia è come il vetro. Adorabile, ma solo uno stupido ci appoggia molto peso" (Verania Stromkir)

Lyandria, Richard, Ishmael e Gelrish si ritrovarono nel cortile, e nonostante fosse ormai passata la mezzanotte discussero su quel che restava da fare prima della partenza della mattina seguente.
Richard, anche se ogni negozio era chiuso, voleva trovare una gemma per un incantesimo.
Ishmael voleva indagare sulla libreria e l'ingenoso sistema di comunicazione della spia Mikkan
Lyandria e Gelrish, dopo l'orribile sospetto della ragazza durante la riunione, cercarono Frustaventi e Grishanik per capire se erano reali o impostori.
Il Castello era più una vera fortezza che una residenza, e non brillava certo per quantità o eleganza delle camere, quindi il Capitano era stato ospitato in una stanza nei sotterranei, vicino alle cantine.
I due scesero dalla strada già fatta in precedenza con Virga ma poi, in quel dedalo di pietra, passarono dalle cucine ad uno stanzone con dei grossi forni.
Fu li che nella penombra Gelrish notò qualcosa nascosto e coperto da un mantello pieno di fuliggine in uno dei forni spenti: una guardia.
Morta.
Mentre con orrore Gelrish si ritraeva col mantello, Marga, la cuoca che aveva uno stanzino proprio li a fianco sbucò fuori curiosando sugli ennesimi rumori di quella notte agitata e vide Lyandria, la guardia morta e Gelrish sopra di essa.
Ci voleva poco per formulare un sospetto e per cercare di non generare equivoci la coppia di avventurieri creò ancora più caos, finendo pure col paralizzare magicamente la povera donna.
Poi, senza trovare tracce, pensarono che il responsabile potesse esser scappato di sopra e schizzarono su per le scale che risalivano ad uno dei torrioni angolari dove furono intercettati da un'altra guardia.

Il baccano attirò tutte le poche altre guardie notturne insieme a Richard e Ishmael che erano ancora nel cortile e sentirono il baccano.
Gli avventurieri riuscirono a convincere le guardie del pericolo ancora in corso oltre che della loro innocenza, e mentre alcune correvano a rinforzare la difesa di Re Olgrave, altre presero a cercare il fantomatico assassino.
Anche i quattro riscesero di sotto, insieme ad una guardia, per scoprire il corpo del povero Alzaonda, ucciso anch'esso e occultato nella ghiacciaia. 
I sospetti di Lyandria erano sempre più concreti: il ripescato Frustaventi era davvero una progenie del profondo?
Nella stanza dove era ospitato insieme ad Alzaonda e alla figlia Alina non c'era, e in un corridoio laterale incontrarono anche la stessa Alina che lo stava cercando.
Con tutto il tatto possibile cercarono di metterla di fronte alla tremenda realtà, ma non c'era tempo da perdere, perchè uno degli obiettivi poteva essere mettere a tacere Mikkan, la spia scoperta poco prima.
Giunti alle celle, trovarono l'uomo ancora in vita.
Forse l'assassino era stato interrotto o scoperto da Alzaonda e quindi l'aveva accompagnato lontano per farlo fuori?
La guardia uccisa era di turno vicino alla dispensa e alla ghiacciaia, si trattava di un danno collaterale?

Risalirono la buia scala a chiocciola del torrione sud-occidentale per cercare tracce nei piani alti, fino ad arrivare alle mura superiori dove in una stanza con vista sul porto trovarono Grishanik e Victarine che conversavano amabilmente, ancora inconsci di quanto accaduto. Anche lo stesso Grishanik era tra i sospettati ma dimostrò per fortuna di essere davvero lui e non un mutante. 
Avevano ipotizzato che fosse coinvolto e che il fuggitivo potesse fuggire con la sua nave, ma osservando i moli da lassù, La Sibilante Promessa, con le sue vele rosse, era ancora in porto.

Victarine ricordò loro che nei sotterranei c'erano delle uscite segrete e il gruppo tornò nuovamente giù.
Ishmael questa volta trovò e seguì una traccia fino alla zona delle cantine dove scoprirono il passaggio usato tempo prima da Virga, un lungo cunicolo scavato nella roccia che scendeva ripido e che andò a sbucare in un capanno sul piccolo molo privato del castello.
Mancava una barca, e capirono che avevano perso troppo tempo e Frustaventi, o chiunque fosse diventato ora, si era dileguato, forse in fuga o forse in città in attesa di colpire di nuovo.

Stabilirono con Victarine un piano per incastrarlo se fosse tornato.
Ishmael, amareggiato per la mancata preda, si ritirò e riposare e così fece Lyandria che andrò a dormire da Alina per starle vicino nel suo dramma, mentre, nonostante fosse ormai notte fonda, Richard disse che si sarebbe recato in città in cerca di una gemma per un qualche incantesimo. Gelrish gli chiese se nel frattempo poteva cercare qualche indizio sulla morte del povero Predicatore, e anche di tenere d'occhio la libreria.

La mattina avrebbero dovuto salpare per Whirrun e da li raggiungere il Piccoverde in cerca della veggente, non restava molto tempo da perdere.
Richard però annunciò a sorpresa che non sarebbe salpato con loro, ma si sarebbe occupato di scortare il redivivo erede di Rault il Saggio fino alle Norland, non appena avessero trovato e convinto Siberrin, e per fortuna c'era la sua maga di bordo che poteva farlo.
Nonostante non fosse un addio, si separarono con un'aria malinconica, consapevoli che in quei tempi di guerra il futuro era più che mai incerto.

Lyandria e la ciurma prima di imbarcarsi passarono dalla Dragon Turtle Inn a recuperare le loro cose e trovarono un esausto nano che la notte prima avevano più volte disturbato durante le loro indagini e le loro scorribande negli alloggi del castello.
Il barbuto brontolone stava lamentandosi con un suo cugino dalla barba ramata, armato ed equipaggiato di tutto punto.
Quest'ultimo notò Lyandria e Gelrish, come se li conoscesse, ed un effetti era così. Si presentò come un amico di Arkantos, e tramite lui aveva conosciuto Ploppa e il suo sgangherato equipaggio.
Era giunto fino a li in risposta all'appello del suo cugino di Gundbarg, per dare il suo contributo al conflitto, e stava aspettando Ploppa, che al momento non era ancora riuscito a tornare sull'isola.
Decise così di auto arruolarsi col resto del gruppo per aiutarli, e un nano sulle montagne poteva esser un'ottima risorsa.
Albeggiava ed erano già sui moli, dove il nano, Deuhin, fece in tempo a prendersi una serie di maledizioni dal tedioso prete di Beshaba dopo averlo gettato nelle fredde acque, poi salparono sfruttando una imbarcazione che avrebbe fatto varie tappe a distribuire rinforzi ai vari villaggi vicino alla capitale, diretti a Whirrun, la via più breve per ascendere al Piccoverde e cercare la veggente della pozza.