giovedì 17 ottobre 2019

Storm King's Thunder – Capitolo 2 Nightstone libera e altri guai


La roccaforte, un tozzo e robusto edificio a pianta quadrata con 4 grossi torrioni agli angoli (uno di questi danneggiato pesantemente) che lo faceva sembrare un quadrifoglio, sorgeva su un isolotto separato dal resto di Nighstone. 
Era raggiungibile tramite un ponte di legno, danneggiato da un masso. Saltando all’altra estremità e lanciando le corte Brogmar e il Pennuto fecero attraversare tutti.

Anche nella fortezza non mancavano i goblin, evidentemente anche loro avevano superato il problema del ponte. Un gruppo in particolare si stava accanendo contro una porta sprangata, in cerca di chissà cosa.
Il gruppo fece irruzione nella sala cercando di prenderli di sorpresa ma uno dei lupi dei goblin riuscì a fiutarli rovinando tutto. Questo non impedì un’altra sconfitta per i malvagi pelleverde.

Scoprirono così che dall’altra parte della porta c’erano ancora degli abitanti in vita. Erano una decina di guardie e dietro di loro, su un grosso tavolo in quercia giaceva il cadavere di una donna.
Con delusione Brogmar apprese che si trattava proprio di Lady Valrose. Avevano perso la loro datrice di lavoro… le  cose si mettevano sempre peggio.
Le guardie raccontarono che tutto era cominciato con una pioggia di macigni lanciati da alcuni giganti da un castello volante.
Brogmar sgranò gli occhi.
Un castello volante?
Aveva visto una volta, da molto lontano, un drago volante.  Aveva visto le sentinelle della tribù Uthgardt dei Corvi Neri solcare i cieli cavalcando dei corvi giganti. Quando era molto piccolo ricordava ancora che con suo nonno nel bosco aveva  visto una pixie svolazzare con le sue alette da libellula… ma per la barba di Moradin, un CASTELLO VOLANTE? Era troppo da accettare per la mente semplice del nano.
Intollerabile. Una buona costruzione, secondo i dettami nanici doveva innanzitutto esser ben radicata al terreno. Ancora meglio se sotto al terreno.

L’attacco dei giganti aveva creato il fuggi fuggi nel paese, e con l’accesso alla fortezza bloccata tutti gli abitanti erano così fuggiti verso nord, abbandonando le case, mentre le guardie erano rimaste asserragliate e bloccate li nella fortezza con Lady Valrose, putroppo però perita nel crollo.
Sempre secondo il loro racconto, alcuni giganti erano scesi e avevano preso la Nighstone, la caratteristica strana roccia che sorgeva al centro della piazza… questo era strano… a cosa mai poteva servire?

In mancanza della Reggente deceduta furono le guardie a proporre una ricompensa ai 5 eroi se fossero andati, ora che il villaggio era tornato sicuro, a recuperare i popolani scappati.
Ipotizzavano che avessero trovato rifugio in alcune grotte naturali più a nord, nel bosco, ai piedi di una montagna. Erano grandi e abitate solo da pipistrelli, e un ottimo rifugio temporaneo evidentemente.

Partenza rimandata


Il mattino dopo, riposati e con le ferite rattoppate, si apprestarono a partire alla ricerca degli evacuati, ma appena tirato giù il ponte levatoio notarono una piccola nube di polvere alzata da 7 cavalieri in arrivo.
Brogmar borbottò subito sullo scarso tempismo di questi presunti rinforzi, visto che ormai avevano liberato il villaggio da soli, ma mentre si avvicinavano il loro aspetto non appariva esattamente quello di prodi cavalieri in armatura…piuttosto erano loschi figuri, guidati da un mezzelfo dalla faccia strafottente.

Davano risposte sfuggenti e dissero di esser giunti a recuperare una persona che con stupore si rivelò essere la misteriosa donna trovata barricata in locanda…
Beh, ora potete anche andarvene dunque” borbottò il nano, ma quelli in tutta risposta sguainarono le armi. In un attimo infuriò la battaglia.
Questo tradimento improvviso fece scoppiare l’ira del nano, che incurante di ferite o strategie, intuendo che erano in netta inferiorità numerica e vedendo i balestrieri incautamente vicini ai margini del ponte levatoio, caricò gettandone subito uno nel fossato, e provando a farne seguire subito un secondo.
Poi prese a mulinare il suo martello, mentre le armi nemiche gli mordevano le carni.
Magia, armi, urla e quadrelli cantarono la melodia della morte, e il vantaggio numerico degli assedianti in breve si era ridotto, fino a che il loro leader fuggì con la donna, spronando i cavalli a più non posso.
Brogmar bloccò l’unico superstite, che si era issato di nuovo su dopo il volo nel fossato, ma quell’infido dannato riuscì a inghiottire qualcosa che lo avvelenò all’istante.
Per le mutande sporche di nonna Gulda! Per arrivare ad un gesto simile non doveva certo trattarsi di comuni banditi. Persino la mente semplice di Brogmar intuiva le implicazioni di quel gesto, e che quei 7, che avevano tutti uno tatuaggio identico, dovevano far parte di qualche organizzazione oscura e terribile. Ma cosa potevano volere da quel paese deserto? Appropriarsene?
Mostrarono i corpi alle guardie superstiti ma queste non avevano idea di chi fossero e del perché avessero agito così.

Di certo la sorte non era benevola con quel villaggio: pioggia di macigni, raid di goblin, e ora anche questi loschi banditi. Cosa diamine avevano fatto gli abitanti di quello sperduto buco della Costa della Spada per meritarsi tutte quelle calamità tutte insieme? Era forse Beshaba in persona (Tymora, perdonami se la nomino!) che gettava la sventura su quei posti? O un'altra divinità arrabbiata? O erano loro stessi che attiravano guai in ogni loro avventura?

A causa di questi eventi comunque, i presunti rifugiati nelle grotte dovettero attendere un altro giorno per ricevere aiuto, visto che era nuovamente necessario leccarsi le ferite, recuperare le forze e organizzare la guarnigione cittadina per lasciarla a sentinella in loro assenza.

Verso le grotte


Il viaggio, grazie ad un carro allestito dal Pennuto, procedette piuttosto spedito nella prima parte, poi il sentiero si fece più stretto e la foresta di Ardeep più fitta.
Tutto ad un tratto due figure che parevano in fuga eruppero dalla boscaglia. Erano due orchi, uno evidentemente ferito. Da chi o cosa scappassero non era chiaro, ma non si fecero problemi ad assalire i nostri avventurieri pur di aprirsi la strada.

Nonostante fossero solo in due, la loro furia disperata mise in difficoltà Brogmar e compagni, anche perché uno dei due era un temibile shamano o qualche diavolo d’arcanista.
Per fortuna, improvvisamente fischiarono le frecce, che rivelarono chi erano gli inseguitori: gli elfi della foresta di Ardeep.
Un nano salvato da elfi! Che onta per la dignità di Brogmar.
Mentre l’intera pattuglia proseguiva all’inseguimento degli orchi, un elfo si fermò con aria non molto amichevole, intimando anche a loro di andarsene.

I 5 spiegarono i motivi della loro intromissione nella foresta e rassicurarono l’elfo che se ne sarebbero andati non appena avessero ritrovato gli esuli di Nighstone, e si fecero indirizzare verso le caverne.
Era quasi l’imbrunire quando la piatta boscaglia cominciò a diventare una salita e alle pendici di una collina rocciosa e più spoglia, dove la vegetazione lasciava spazio alla nuda roccia videro le ampie volte di una grotta. 
Erano arrivati.

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