CAPITOLO 12 - SCAVARE NEL PASSATO
"Ogni eroe è il cattivo di qualcuno" (Victarine Redaxe)
Il mese di Marphenot stava finendo, e da quelle parti significava freddo.
Un aspro sentiero si snodava nell'entroterra, verso i monti, attraversando colline di quercie, sorbi, carpini e abeti. Soltanto questi ultimi avevano mantenuto il loro verde, mentre per il resto era un trionfo di giallo-arancione-marrone e foglie cadute.
Lungo il tragitto Lyandria espose una sua idea: aiutare Siberrin a diventare il punto di riferimento per i northlander, l'anello di congiunzione per riunirli nella pace e far cessare tutte le diatribe.
Si chiesero anche se aveva un senso aiutarla magari scrivendo il suo nome sulla corteccia dell'albero leggendario che si trovava proprio li, a Ruathym.
O cosa sarebbe accaduto se avessero cancellato il nome di Hergartha, la Storm Maiden. Avrebbe perso i poteri? Si sarebbe indebolita?
La curiosità su quel misterioso albero ancestrale chiamato il Figlio di Yggdrasil li spinse a pianificare una visita anche li, una volta finita la missione a Vikgaard.
Un aspro sentiero si snodava nell'entroterra, verso i monti, attraversando colline di quercie, sorbi, carpini e abeti. Soltanto questi ultimi avevano mantenuto il loro verde, mentre per il resto era un trionfo di giallo-arancione-marrone e foglie cadute.
Lungo il tragitto Lyandria espose una sua idea: aiutare Siberrin a diventare il punto di riferimento per i northlander, l'anello di congiunzione per riunirli nella pace e far cessare tutte le diatribe.
Si chiesero anche se aveva un senso aiutarla magari scrivendo il suo nome sulla corteccia dell'albero leggendario che si trovava proprio li, a Ruathym.
O cosa sarebbe accaduto se avessero cancellato il nome di Hergartha, la Storm Maiden. Avrebbe perso i poteri? Si sarebbe indebolita?
La curiosità su quel misterioso albero ancestrale chiamato il Figlio di Yggdrasil li spinse a pianificare una visita anche li, una volta finita la missione a Vikgaard.
E a proposito di Vikgaard, sul finire della giornata eccolo li, all'orizzonte, il villaggio.
Villaggio era una parola grossa: erano poche case abitate da ancor meno persone, rozzi e robusti nordlander temprati dalla natura del luogo e poco abituati a vedere forestieri.
I 4 avventurieri decisero così di cammuffarsi prima di farsi vedere, e Richard si spacciò per il vecchio padre di Verania tornato a cercarla dopo averla abbandonata.
Parlarono con un contadino, tale Gustav, e vinta la sua diffidenza scoprirono che effettivamente Verania fu affidata anni fa ad un piccolo monastero di Chauntea li vicino, e da bambina era combattiva, intelligente, vivace e dura. Inoltre pare che un tizio venisse ad addestrarla nella scherma 2 volte a decade.
Quando il monastero fu distrutto dagli orchi, proprio le abilità apprese le permisero di salvarsi, ma dopo quell'evento si sentì abbastanza grande da cavarsela e lasciò la zona, rispondendo al crescente richiamo del mare.
Villaggio era una parola grossa: erano poche case abitate da ancor meno persone, rozzi e robusti nordlander temprati dalla natura del luogo e poco abituati a vedere forestieri.
I 4 avventurieri decisero così di cammuffarsi prima di farsi vedere, e Richard si spacciò per il vecchio padre di Verania tornato a cercarla dopo averla abbandonata.
Parlarono con un contadino, tale Gustav, e vinta la sua diffidenza scoprirono che effettivamente Verania fu affidata anni fa ad un piccolo monastero di Chauntea li vicino, e da bambina era combattiva, intelligente, vivace e dura. Inoltre pare che un tizio venisse ad addestrarla nella scherma 2 volte a decade.
Quando il monastero fu distrutto dagli orchi, proprio le abilità apprese le permisero di salvarsi, ma dopo quell'evento si sentì abbastanza grande da cavarsela e lasciò la zona, rispondendo al crescente richiamo del mare.
Visto che il sole era ormai tramontato, si accamparono in un fienile e la mattina partirono alla ricerca dei resti del monastero, sperando che nei suoi registri, ammesso fossero interi, ci fossero ulteriori indizi sulla temibile guerriera.
Gustav li mise in guardia sui pericoli del bosco e soprattutto sulle misteriose presenze spettrali che a suo dire infestavano quelle rovine.
La giornata era grigia, con una pioggerella fine ma fitta e fredda.
Il sentiero proseguiva serpeggiante seguendo l'ansa di un profondo e agitato torrente.
Sulla sponda opposta i resti di un insediamento di guardia, poche pietre circolari unite da un corpo centrale ricordavano quelle che eranoa stati due torrioni.
Qualcosa calò dall'alto, avvertito troppo tardi da Gelrish, un forte spostamento d'aria e le zampe di una grossa viverna afferrarono alle spalle Lyandria per poi virare verso le rovine e gettarla dentro i resti di una delle torri.
In quell'improvvisato nido, Lyandria, sorpresa e ferita per la caduta, notò subito una seconda viverna.
La prima tornò all'attacco, ferendo gravemente Gelrish, poi ingaggiò Ishmael che assaggiò il terribile veleno della sua coda.
Lyandria si fece invisibile e cercò la fuga attraverso un passaggio sotterraneo che sbucava lungo il corso del torrente.
Gelrish cominciò a concentrare l'energia già carica nell'atmosfera temporalesca scagliando fulmini, mentre Ishmael, morso e ferito, morse a sua volta la creatura, afferrandosi alla sua coda per impedirle di pungerlo ancora.
Il martello magico di Gelrish invocò il potere della terra bloccando al suolo la viverna, ma l'altra non trovando più Lyandria si gettò su di loro.
Richard cautamente restava al riparo degli alberi alternando attacchi e ritirate, poi una delle creature fu avvolta da un terribile buio fatto di freddo, sussurri, tentacoli e altri orrori, evocati da Lyandria, ma volò in alto riuscendo a liberarsi, giusto in tempo per vedere la sua compagna caduta ai piedi di Ishmael.
La viverna superstite calò in picchiata per afferrare la compagna e forse portarla via al nido, non comprendendo che fosse già morta, ma le furono tutti addosso e finirono anche lei.
Dopo aver dato un occhiata ai torrioni per vedere se c'era qualcosa di interessante nel nido, i quattro si leccarono le ferite e ripartirono verso il bosco, individuando il sentiero indicato da Gustav...
La prima tornò all'attacco, ferendo gravemente Gelrish, poi ingaggiò Ishmael che assaggiò il terribile veleno della sua coda.
Lyandria si fece invisibile e cercò la fuga attraverso un passaggio sotterraneo che sbucava lungo il corso del torrente.
Gelrish cominciò a concentrare l'energia già carica nell'atmosfera temporalesca scagliando fulmini, mentre Ishmael, morso e ferito, morse a sua volta la creatura, afferrandosi alla sua coda per impedirle di pungerlo ancora.
Il martello magico di Gelrish invocò il potere della terra bloccando al suolo la viverna, ma l'altra non trovando più Lyandria si gettò su di loro.
Richard cautamente restava al riparo degli alberi alternando attacchi e ritirate, poi una delle creature fu avvolta da un terribile buio fatto di freddo, sussurri, tentacoli e altri orrori, evocati da Lyandria, ma volò in alto riuscendo a liberarsi, giusto in tempo per vedere la sua compagna caduta ai piedi di Ishmael.
La viverna superstite calò in picchiata per afferrare la compagna e forse portarla via al nido, non comprendendo che fosse già morta, ma le furono tutti addosso e finirono anche lei.
Dopo aver dato un occhiata ai torrioni per vedere se c'era qualcosa di interessante nel nido, i quattro si leccarono le ferite e ripartirono verso il bosco, individuando il sentiero indicato da Gustav...
Il bosco si faceva più fitto, il sentiero più incolto, e mentre discutevano tra loro, forse troppo distratti, solo Ishmael si accorse di qualcosa che stava arrivando a gran carriera dai cespugli, travolgendo rami e arbusti.
Un grosso cervo emerse in corsa, ignorandoli e proseguendo dritto dalla parte opposta anche se colpito di striscio da un'onda di energia di Lyandria.
Subito a ruota, alcuni lupi emersero dalla boscaglia al suo inseguimento.
Il gruppo, immobile, scelse di non intervenire, poi individuata una zona adatta si fermarono per riprendere le forze ancora fiaccate dalla lotta precedente, discutendo a bassa voce su cosa fare e come comportarsi di fronte a spettri e fantasmi.
Ripartirono e non ci volle molto prima che, tra gli antichi tronchi, adagiate sotto una volta di rami e vegetazione ormai intricata, emergessero le rovine del monastero.
Un luogo molto diverso da come doveva esser stato in passato, che ora stava tornando alla natura, anche se quelle pietre e le ombre tra di esse, forse per via dei racconti del contadino, apparivano assai sinistre.
Qualcuno udì dei sussurri, forse grida lontane, altri videro per qualche istante una figura spettrale sparire dietro un muro, ma nonostante questo si fecero strada tra le macerie in cerca di quanto poteva esser rimasto intero.
Il falco di Richard, dopo una ricognizione aerea, individuò una scala ancora integra che scendeva nei sotterranei e decisero di scendere per veder se gli archivi o quanto ne rimaneva potessero essere la sotto.
Procedendo verso il punto individuato per scendere, tra rovi e sterpaglie sbucarono sciami di centopiedi che fastidiosamente si arrampicavano sui loro corpi con fastidiosi morsi, ed era davvero difficile colpire in modo efficace quelle masse brulicanti di insetti che non fornivano un bersaglio chiaro.
Superato l'intoppo, il gruppo prese a scendere nell'oscurità del sotterraneo, con in testa Richard che lanciò un incanto di luce.
Quando la luce di Richard squarciò quel velo d'oscurità, per un attimo ebbe l'orrenda visione di un fantasma di donna a poca distanza che lo gettò nel panico totale.
Il falco di Richard, dopo una ricognizione aerea, individuò una scala ancora integra che scendeva nei sotterranei e decisero di scendere per veder se gli archivi o quanto ne rimaneva potessero essere la sotto.
Procedendo verso il punto individuato per scendere, tra rovi e sterpaglie sbucarono sciami di centopiedi che fastidiosamente si arrampicavano sui loro corpi con fastidiosi morsi, ed era davvero difficile colpire in modo efficace quelle masse brulicanti di insetti che non fornivano un bersaglio chiaro.
Superato l'intoppo, il gruppo prese a scendere nell'oscurità del sotterraneo, con in testa Richard che lanciò un incanto di luce.
Quando la luce di Richard squarciò quel velo d'oscurità, per un attimo ebbe l'orrenda visione di un fantasma di donna a poca distanza che lo gettò nel panico totale.
L'uomo provò a fuggire per le scale travolgendo i compagni fin quando Ishmael non riuscì a fermarlo.
L'apparizione nel frattempo era scomparsa, ma la paura ormai serpeggiava tra gli avventurieri che esaminarono la sala in cui erano scesi: si trattava di uno stanzone quadrato con diversi scaffali pieni di vecchie scartoffie e pergamene malridotte. C'erano anche tre porte di cui una chiusa bene e stranamente ben conservata, e proprio per questo scassinarono la serratura e puntarono in quella direzione.
Non appena varcarono la soglia, lungo tutta la sala e i corridoi risuonò una terribile minaccia, una voce ultraterrena che gli intimava di fermarsi e non osare andare oltre.
Le sole minacce non bastarono però a intimidire gli eroi ormai a pochi passi da qualche scoperta interessante, finché, spazientita la voce cambiò di tono diventando una vocetta stridula e graffiante.
L'apparizione nel frattempo era scomparsa, ma la paura ormai serpeggiava tra gli avventurieri che esaminarono la sala in cui erano scesi: si trattava di uno stanzone quadrato con diversi scaffali pieni di vecchie scartoffie e pergamene malridotte. C'erano anche tre porte di cui una chiusa bene e stranamente ben conservata, e proprio per questo scassinarono la serratura e puntarono in quella direzione.
Non appena varcarono la soglia, lungo tutta la sala e i corridoi risuonò una terribile minaccia, una voce ultraterrena che gli intimava di fermarsi e non osare andare oltre.
Le sole minacce non bastarono però a intimidire gli eroi ormai a pochi passi da qualche scoperta interessante, finché, spazientita la voce cambiò di tono diventando una vocetta stridula e graffiante.
Da un passaggio segreto emerse una piccola figura, uno gnomo.
Non c'era alcun dannato fantasma, ma quell'astuto gnomo che con le sue illusioni spaventava e teneva lontani i curiosi dai resti dell'archivio.
Si chiamava Brandoban Billandis Arcibinden Febblerius Copperpot ma per brevità si presentò loro come Brando Copperpot e spiegò di aver fatto di quel posto il suo rifugio e che stava trascrivendo tutte le storie e informazioni utili dei registri del monastero ancora leggibili, per preservarle dal tempo.
Non c'era alcun dannato fantasma, ma quell'astuto gnomo che con le sue illusioni spaventava e teneva lontani i curiosi dai resti dell'archivio.
Si chiamava Brandoban Billandis Arcibinden Febblerius Copperpot ma per brevità si presentò loro come Brando Copperpot e spiegò di aver fatto di quel posto il suo rifugio e che stava trascrivendo tutte le storie e informazioni utili dei registri del monastero ancora leggibili, per preservarle dal tempo.
I quattro chiesero subito di Verania, e tra i registri Brando aveva proprio da poco trascritto l'atto di adozione di Verania di Kismortr nel 1462, e, cosa ancora più interessante, alcuni successive note che indicavano come in realtà fosse stata proprio Hergatha Stromkir a lasciarla al monastero, facendo notare come guardacaso i due cognomi fossero l'anagramma l'uno dell'altro.
Verania era dunque una figlia segreta della Storm Maiden?
Lo gnomo raccontò loro quanto si ricordava della Verania bambina di anni prima, del suo amico Remad, e di quanto successo durante l'attacco di orchi che distrussero il complesso. Per quanto già scaltra e brava a combattere, la ragazza fu aiutata da un misterioso individuo dagli strani poteri, che pareva corrispondere proprio allo stesso visto giorni prima in compagnia della sacerdotessa di Umberlee.
Parlarono anche di Hergatha e della sua nave fantasma, e di come riuscire a rivaleggiare con un'arma intangibile e inafferrabile. Brando non aveva risposte, ma parlò loro di una eremita di Gundarlun, tale Grizhilda, che sapeva leggere una polla magica, come quelle presenti a Gwynneth, l'isola più misteriosa e fatata delle Moonshae: si diceva che la vecchia sapesse trovare risposte a quasi tutte le domande.
Viste le conoscenze dello gnomo, gli chiesero anche informazioni sulla loro prossima meta: il Figlio di Yggdrasil, ma di quello ne sapeva poco, anche se a suo dire non era così semplice raggiungerlo e usarlo.
Raccolte tutte le informazioni disponibili, e con qualche nuova carta da giocarsi sul tavolo degli intrighi e dei conflitti in corso, non restava altro che salutare Brando e ripartire.
Nonostante sapessero ancora troppo poco e non avessero bene le idee chiare sul da farsi con l'albero ancestrale chiamato il Figlio di Yggdrasil, decisero di puntare ugualmente in quella direzione.
Presero la via dei monti, tagliando all'interno dell'isola di Ruathym per guadagnare giorni, anche se l'autunno qui sapeva esser come l'inverno di altri luoghi e le montagne erano selvagge e pericolose...
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