La strana tomba di Thamas Drewyll
L'intuizione di Alyn si rivelò giusta: nel vecchio cimitero di Blenen si trovava proprio una tomba a nome "Thamas Drewyll".Quindi tutto liscio e tranquillo direte voi? Nemmeno per sogno.
Seguendo un sentierino inutilizzato da tanto, troppo, tempo arrivarono ai piedi del cimitero, che sorgeva su un altopiano con rocce a strapiombo,
Se Blenen era abbandonato da anni, il cimitero non era da meno, ed era ancora più insidioso...
Una volta inerpicati su per la stretta scaletta tra le rocce notarono subito le inferriate metalliche arrugginite e divelte in più punti, le lapidi che si scorgevano a fatica nell'erba altissima, resti di lapidi divelte o spaccate dal tempo e inquietanti fosse scoperte.
Non era facile distinguere le cose vista la fitta nebbiolina che circondava tutto, come un sudario e rendeva ancora più tetro il paesaggio.
A peggiorare le cose lo strano silenzio, l'assenza dei consueti grilli canterini o i canti dei vari uccelli che popolavano la vegetazione locale.
Iniziarono a battere al tappeto ogni lapide in cerca del nome rinvenuto sull'appunto di Frico, scoprendo che Drewyll sembrava un cognome abbastanza diffuso in passato a Blenen.
Nell'erba alta si celava però un male in agguato, e un gruppo di scheletri e zombie prese d'assalto improvvisamente i nostri avventurieri.
Korlon e compagni dopo un attimo di spavento si occuparono dei nefasti defunti irrequieti e ripresero la ricerca, finchè Thayla trovò la tomba che cercavano: la tomba di Thamas Drewyll.
Forzarono una cripta ancora integra per recuperare alcune pale per scavare, e mentre Korlon e Thayla scavavano gli altri tre, attirati dall'aspetto più curato e raffinato della cripta, presero a cercare qualche tesoro.
Un colpo di vanga dopo l'altro, finalmente si sentì un cupo "TUNF!", quando Korlon colpì qualcosa di vuoto. Un angolo di un coperchio di legno emerse dallo scavo, nemmeno troppo in profondità.
Ma proprio quel rumore, oltre a spezzare il cupo silenzio, attirò altri non-morti. Questa volta però erano veloci e affamati, e dal tocco letale: erano Ghoul.
Gli eroi si riunirono attorno al Alyn che brandendo il simbolo sacro con voce imperiosa invocò il potere di Hoar e tentò di scacciarli.
Il rito funzionò parzialmente, e mentre alcuni fuggivano lontani da lei, altri, resistendo, ingaggiarono in combattimento i 5 avventurieri.
Durante questo teso scontro, qualcuno in subdola attesa entrò in azione, e coperto dall'invisibilità riuscì a sollevare il coperchio messo a nudo da Korlon e Thayla, e a prelevare qualcosa.
A parte quello, la bara era vuota e pulita, come se questo Thamas Drewyll non fosse mai esistito, probabilmente un nome fittizio ma plausibile dove nascondere qualcosa.
Troppo tardi si accorsero di quanto stava accadendo, ma cercando di intercettare alla cieca l'invisibile ladro riuscirono comunque a ferirlo e rallentarlo.
Il misterioso individuo lanciò allora la mappa che aveva preso ad un Imp, che resosi poi invisibile sfrecciò via.
In questa baraonda, anche i ghoul precedentemente in fuga ri-sbucarono dalla fitta vegetazione che circondava i resti del cimitero e impegnarono nuovamente Alyn e compagni in combattimento, facilitando la fuga dell'Imp e di altri complici nascosti più a sud.
Anche il ladro scoperto e tornato visibile, pur ferito, tentò di nuovo la fuga approfittando del panico causato da un ghoul che aveva paralizzato Alyn e stava per ucciderla.
Tutte le attenzioni dei cinque erano sui ghoul che dimenticandosi di farlo prigioniero gli diedero una nuova possibilità di fuga... una fuga che però fu interrotta da una precisa freccia di Thayla e dal successivo attacco dall'alto del famiglio di Arok, che però lo avvelenò, rendendo vano ogni tentativo di salvarlo e interrogarlo.
Il famiglio aveva anche visto fuggire 3 figure dietro i resti del tempio. Non erano degli sprovveduti e si erano preparati evidentemente bene per quella missione perchè secondo la testimonianza del famiglio erano fuggiti di corsa non verso le scale per ridiscendere il ripido pendio, ma direttamente verso il costone roccioso per poi buttarsi nel vuoto, rallentando l'atterraggio con un incantesimo e riprendendo incolumi la fuga.
Non c'era tempo da perdere...nonostante fossero stanchi e feriti, i 5 compagni sfrecciarono a ritroso, superando Blenen e tornando verso la strada della Costa fino alla fattoria dove avevano lasciato i cavalli.
I fuggitivi, passati anch'essi da li, non avevano lasciato nulla al caso e li avevano slegati, per guadagnare tempo.
Grazie ad Arok e a Thayla però, il gruppo riuscì a calmarli e radunarli subito, per poi partire al galoppo verso Nord.
Inseguimento
Passavano le ore. I cavalli erano allo stremo. Le tracce di altri cavalli in corsa nella strada polverosa, davanti a loro, li spronavano a resistere e a non mollare.I fuggitivi erano diretti a Nord e il sospetto era che fossero diretti a Baldur's Gate. Spie che avevano fiutato la caccia al tesoro e volevano fregarli.
Non poteva essere diversamente, visto che a Beregost non avevano fatto menzione della loro missione, e tutto era nato proprio nella grande città costiera.
La strada correva veloce a fianco a loro, gli alberi erano macchie sfumate di verde, e il polverone alzato dai loro stessi cavalli faceva lacrimare gli occhi.
Dopo tanti sforzi non potevano farsi fregare proprio ora. Li avrebbero raggiunti. Li avrebbero trovati...
Agguato
Era passato già un giorno dall'inizio dell'inseguimento. Avevano rallentato solo per far rifiatare i cavalli quanto bastava e per piccoli riposi, ma temevano di perdere troppo tempo e le tracce dei fuggitivi.La stanchezza si sa gioca brutti scherzi, e mentre cavalcavano con lo sguardo fisso sulla strada, ormai esausti, una grande ombra offuscò la luce, sorvolandoli.
Nessuno riuscì a reagire in tempo e una creatura planando afferrò Tamira per poi riprendere quota e posarla come un trofeo su una parete rocciosa.
Un volto demoniaco e mostruoso su enorme e possente corpo muscoloso, simile a quello di un leone, con grandi ali membranose e una letale coda irta di aculei che poteva sparare come frecce. Si trattava di una temibile Manticora.
Tamira era in pericolo. Isolata dal resto del gruppo, che come ridestato da un sogno, prese ad agire freneticamente cercando di risalire fino al nido della bestia.
La stregona, approfittando di un momento buono, sfruttò le ultime energie rimaste per un incantesimo che la salvò: invisibilità.
Scomparve da sotto le grinfie della bestia e cercò disperatamente una via di fuga.
Il volto fino alla strada sottostante era alto ma lei saltò per afferrarsi ai rami di un albero. Purtroppo non riuscì a tenersi e la caduta fu quasi letale.
Ferita e impaurita, restò nascosta dall'incantesimo osservando con trepidazione i compagni che lottavano con la Manticora.
Non era facile affrontare un avversario che poteva sfuggirgli alzandosi in volo e colpirli con gli aculei, per poi planare in picchiata e cercare di ghermire un altro di loro.
Toccò ad Arok, che come una biscia si contorse sfuggendo alla presa degli artigli, per poi rispondere con i suoi temibili sortilegi.
Alla fine anche Tamira, ripreso fiato, emerse dalla sua invisibilità per colpire a morte la bestia.
Malconci e feriti, gli avventurieri calmarono i cavalli e lentamente ripresero la strada, notando che qualcun altro era stato vittima dell'imboscata del mostro alato: macchie di sangue umano erano sparse nella vicinanza e si allontanavano verso nord, e sulla Manticora erano conficcate alcune frecce che non avevano certo scagliato loro...
Confortati dal fatto che anche i ladri erano stanchi, feriti e indeboliti, ripresero l'inseguimento...
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