lunedì 25 gennaio 2021

Il Tesoro Dimenticato della Gloria di Ahghairon - Capitolo 16

Blid-Hed-Blaad


La zona in cui erano arrivati sembrava più tranquilla ma non c'era tempo per rifiatare, i kuo-toa potevano arrivare sulle loro tracce da un momento all'altro.
Scelsero una delle due gallerie che si snodavano dalla grotta in cui erano giunti e presto il percorso prese a salire leggermente.
Anche il fondo lentamente passava nuovamente dal sabbioso/terroso alla roccia e la galleria terminò su una apertura che si affacciava a picco su un enorme lago d'acqua salata.
Una tenue luce illuminava l'enorme cavità, le cui pareti si estendevano a perdita d'occhio.

Sotto la superficie dell'acqua si notava una costruzione non naturale, una sorta di piattaforma a scaloni che saliva avvicinandosi al pelo dell'acqua.
In un punto di tale piattaforma si notava un bagliore e un luccichio piuttosto invitante ed erano certi che si trattasse dei tesori accumulati in dono dai kuo-toa alla loro presunta divinità.

Arok attirò sul bordo Blenda con la scusa di osservare meglio la situazione per poi provare a spingerla giù ma la sua mossa fu talmente repentina da sbilanciare se stesso e far volare giù lui.
A quel punto anche Korlon lo seguì, visto che avevano individuato due possibili passaggi nella parete nord della grotta, anche se ben più in alto del livello dell'acqua.

Mentre annaspavano in quelle acque scure però, da una galleria subacquea emerse qualcosa di spaventoso.
Le 5 teste serpentine dall'aria minacciosa di un'Idra marina scrutarono la superficie del lago in cerca degli intrusi, per poi puntare sui due incauti nuotatori.

Nonostante la mole la bestia era una ottima nuotatrice e raggiunti i due avventurieri li assediò sotto i suoi temibili morsi, ferendoli gravemente.

Persino il sarcasmo di Murray si era placato di fronte ad una situazione di questa gravità.
Dall'alto Blenda, Thayla e Tamira cercavano di bersagliare quel mostro con ogni mezzo possibile.
Le implacabili frecce di Thayla riuscirono anche a far saltare qualche testa ma con sgomento notarono che la creatura rigenerava in fretta le ferite e laddove una testa era stata staccata ne stavano ricrescendo altre due.
Per fortuna si accorsero che il fuoco bloccava quel procedimento, e Tamira iniziò un bombardamento di dardi di fuoco.
Nel frattempo da altre nicchie e aperture su altri livelli della grotta si erano affacciati numerosi kuo-toa ma nessuno intervenne, forse per timore di interferire con la propria "divinità", sicuri che si sarebbe sbarazzata degli intrusi senza bisogno di alcun aiuto.

Un ipnotico ritmo di tamburi scandiva ossessivamente il coro "Blid-Hed-Blaaad - Blid-Hed-Blaaad - Blid-Hed-Blaaad......"

Finalmente i due sventurati in acqua riuscirono a issarsi verso una delle aperture in alto.
L'idra non poteva raggiungere ne loro ne le altre 3 rimaste all'imbocco dell'altra galleria e frustrata e ferita con un ruggito delle due teste rimaste si inabissò sparendo sott'acqua.

I kuo-toa restarono in un agghiacciato silenzio, per poi ritirarsi mormorando tra loro e discutendo su quanto accaduto.
Potevano dei mortali far questo alla loro divinità? Era davvero una divinità se si era lasciata trattare così?


Antiche civiltà

Con cautela Blenda-Thayla e Tamira si calarono nell'acqua e raggiunsero in fretta gli altri due, venendo issate su prima che l'Idra sbucasse di nuovo a vendicarsi.
Non erano più in grotte naturali ma in una qualche costruzione dai muri lisci e squadrati.
Uno stretto corridoio sbucava in un'ampia sala sorretta da quattro colonne.

Addossata ad una parete si ergeva una grossa statua di una strana creatura con le fattezze simili ad un lucertoloide, sulla cui testa stava una corona con incastonata una gemma.
La gemma era colpita dalla luce di due gemme montate su dei telai metallici ancorati alle due pareti opposte.

Era evidente che quelle antiche rovine erano state abitate dai kuo-toa solo in periodi recenti ma la loro storia era molto più lunga.
L'aria era pesante, antica, soffocante, e l'architettura sconosciuta ma sicuramente vecchissima.
Blenda ipotizzò che si trattasse di rovine di una delle antiche Razze Creatrici, i Sarrukh, ipotesi confermata anche dai bassorilievi con raffigurazioni e caratteri sconosciuti che rinvennero in una stanzetta confinante.
In quella stanza c'erano anche due grosse leve che però non funzionavano. Erano legate in qualche modo ai bassorilievi e forse alla statua e ai raggi di luce che la illuminavano.

Avevano ipotizzato che, visti i segni e le incrostazioni sulle pareti della grotta in corrispondenza della costruzione sommersa, la piattaforma potesse emergere dall'acqua e rendere più agevole recuperare tutti i tesori depositati la sotto, senza rischiare immersioni.
Cercarono così delle soluzioni per far funzionare le leve ma senza risultati.Dovevano forse prima attivare in qualche modo, ma di sicuro il buon Murray, che era solo un marinaio, non era certo colui da cui aspettarsi idee geniali.

Presero allora a cercare nelle stanze attigue che fino a quel momento avevano ignorato.
Quasi tutte le porte si aprivano su stanze polverose e chiuse da anni, con scaffali realizzati pesanti lastroni di pietra lavorata.
Poche cose erano rimaste integre e non si erano polverizzate col tempo, tra cui alcune anfore, urne e qualche scatola di metallo, dentro cui rinvennero alcune strane lenti colorate.
Nuove ipotesi fecero capolino nelle loro menti a quel ritrovamento, ma le stanze ospitavano anche qualche antico spettro dalle fattezze simili a quelle della statua.

Il gelo scese attorno a loro mentre quella creatura incorporea li attaccava col suo tocco tremendo in grado di prosciugare la vita, e mentre si accorsero che le normali armi potevano poco contro di essa.

Nonostante fossero stremati per la nuotata e la lotta con l'idra, con un'ultima resistenza disperata eliminarono anche la terribile presenza e tra i detriti di un'altra stanza rinvennero altre lenti di altri colori. Provarono allora a piazzarne due davanti ai cristalli, una blu e una gialla.

I due raggi che ora colpivano la gemma nella corona si combinarono così nel colore verde, che a sua volta illuminava la stanza delle leve e una magica energia verdastra si propagò nei bassorilievi attivando i meccanismi.

Tirarono le leve e con un sordo tremore simile ad un terremoto, dal lago iniziò a emergere la piattaforma a scalini sulla cui cima si vedeva ora una specie di altare con due statue, e tra di loro un'ammasso di oggetti e tesori vari in mezzo a cui spiccava il bagliore dorato delle monete del Tesoro a lungo cercato.
Ce l'avevano fatta.



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