CAPITOLO 16 - Tutto è bene ciò che finisce male
Dopo una notte di bagordi, visto che lo finto banchetto nuzial andava comunque consumato, per la Compagnia era tempo di decisioni.
Quella missione, dal principio semplice, li avea condotti lungo un percorso inaspettato e ricchezze e petecchioni ora plagiavan la loro bussola iniziale.
Con un borgo da ricostruire e far proprio, che gl'importava di quel vecchio bacucco del Duca-Conte di Rocca Malpresa?
La compagnia ordunque si sciolse, Pacioso e il Dottor Pio avrebber condotto Ugo al cospetto del Duca-Conte, mentre Gerundo e Inese scelser di restar in quei feudi e prosperare.
L'ultimo tratto di cammin insieme fu condotto fino a Treccastagne, dove da li in poi il terzetto insieme al fido e mai domo mulo Juanin, avrebber proseguito il solitudine e mestizia.
Con un borgo da ricostruire e far proprio, che gl'importava di quel vecchio bacucco del Duca-Conte di Rocca Malpresa?
La compagnia ordunque si sciolse, Pacioso e il Dottor Pio avrebber condotto Ugo al cospetto del Duca-Conte, mentre Gerundo e Inese scelser di restar in quei feudi e prosperare.
L'ultimo tratto di cammin insieme fu condotto fino a Treccastagne, dove da li in poi il terzetto insieme al fido e mai domo mulo Juanin, avrebber proseguito il solitudine e mestizia.
Giunti nei pressi del borgo devastato notaron che qualche esule era tornato e qualcun stava provando a rimetter a posto le cose rimettendo in moto la laboriosità tipica dei testardi abitanti.
Un vecchietto storto e piegato come una falce, stava finendo di apporre il nuovo cartello all'ingresso dell'abitato: Duccastagni
Lo sguardo corse alla piazza central del paese, dove dei tre caratteristici castagni n'eran rimasti solo due.
Quel che restava del terzo era già divenuto tavole e legname d'utilizzo.
Il mulo Juanin raglìò peggio d'un asino, come parodia di beffarda risata equina, quasi avesse compreso pur lui le implicazioni di ciò.
Il lor papiro di pretesa su Treccastagni era, al momento, carta straccia da pulir deretani.
Gerundo per poco non si strozzò, poi prese a minacciar a destra e a manca per tornar al nome originale, ma fu Inese a far ragionare i villici, ricordando lor che il Barone voleva finanziar la ricostruzione, e conveniva quindi chiamarsi TRECcastagni.
Con Gerundo e Inese al borgo a sovrintender e far da padroni, il resto del gruppo proseguì, superò Guado Schifia, e riprese la via per Rocca Malpresa, sempre guardinghi e attenti.
C'eran bande di sbandati e disertori dell'assedio in giro, e soprattutto quel dannato Illusitano dalla parlata straniera. Era ben star in campana.
Al secondo giorno di viaggio, vicino al un crocevia segnato da ruderi di due o tre vecchie cascine, i timori si rivelaron fondati.
Eccolo la, col suo spadon d'acciaio pien di tacche, sinistro e cupo come l'ingiunzion d'una tassa.
Mormorò tetro la sua frase d'ordinanza.
"Mi nombre es Inigo Montoya, tu mataste mi padre e vos otros me inculaste con la fandonia...preparateve a morir!"
Ugo, con presenza di spirito, obiettò che lui era solo e lor eran ben in tre, anzi quattro con lo coriaceo quadrupede.
"Solo? ooooh..nooo.. non da solo! Ehehehehe"
Uno sbuffo di zolfo e la figura di Squinternia comparve allo suo fianco, evocando poi dal terreno i miseri resti di Ulna e Omero, suoi scheletrici chittemmorti servitori.
Anche lei non avea dimenticato lo sgarro. E il fatto che non si eran presi la briga di spaccar in testa il palantìro al fetente volturniese una volta trovato, come promesso.
Li aveva trovati però grazie all'intruglio che gli aveva fatto ber a suo tempore.
Il Dottor Pio intuì che per fortuna non era Squinternia in carne(poca) e ossa, ma una sua proiezione illusoria.
Ma la megera stava ora benedicendo e proteggendo Inigo, e gli scheletri quelli si eran veri.
Senza i lor compagni era veramente difficile salvar la pelle stavolta.
Il Dottor Pio evocò un diavolo di polvere che confuse gli assalitori dal loro incedere, e poi alzò un polverone accecante.
Strategia perfetta per attaccar di sorpresa.
Inigo si mise in parata.
Niun attacco giunse, perchè la miglior difesa est la fuga.
E i tre già sfrecciavan tra le campagne, strinando il povero mulo, troppo vecchio per quelle cose.
Juanin scalciò Pacioso per deviar bizzoso e cambiar strada.
Fu un momento straziante.
Lasciar fuggir l'amata bestia, o tentarne il recupero venendo raggiunti?
Era pur sempre un gramo mulo, et la vita est solo una.
Vinse la prima ipotesi.
Scapicollaron fino a stremarsi, seminando i terribili vendicatori.
Scapicollaron fino a stremarsi, seminando i terribili vendicatori.
Il resto del viaggio proseguì cupo, nel timore d'esser trovati e nel pensiero del buon Juanin.
Giunser infin nell'ameno ma familiare Roccasecca di Rocca Malpresa.
Giunser infin nell'ameno ma familiare Roccasecca di Rocca Malpresa.
La missione era compiuta.
Ugo da Volturnia ricongiunto al buon padron Duca-Conte Piermatteo Barambani Cobram III, come nelle fabule at lieto fine.
I due si strinser in fraterno abbraccio.
Poi Ugo sussultò. Boccheggiò. Si accasciò.
Allo fianco, il pugnal del Duca-Conte, che lo accusava d'aver occultato tutto lo tesoro della Rocca.
Ugo negò, ma ogni torsion dell'arma era un tripudio di dolor e tortura.
Pacioso perse la pazienza aggrappandosi anche lui al pugnal per infierire contro quel Volturniese inaffidabile e traditor.
L'uomo confessò:
Pria dell'arrivo dei Banditi a Roccasecca, per metter al sicuro il tesoro, fuse tutto l'oro, facendone una gigantesca mazza poi coperta de latta e ferraccio.
Un'arma siffattamente pesante da poter esser brandita sol dal deforme Mostro di Roccasecca.
E che niun di sano intelletto avrebbe mai provato a sottrarla.
Un posto sicurissimo et affidabile.
Talmente affidabile che il gigante era scomparso.
Un posto sicurissimo et affidabile.
Talmente affidabile che il gigante era scomparso.
E con lui once ed once d'aureo minerale.
Lo Duca-Conte era paonazzo d'ira.
E voi che state ascoltando codesta storia, capirete or ora che lo spoiler fin da principio era nel titolo.
Maledetto Ugo da Volturnia!
Lo Duca-Conte era paonazzo d'ira.
E voi che state ascoltando codesta storia, capirete or ora che lo spoiler fin da principio era nel titolo.
Maledetto Ugo da Volturnia!
Chissà dove sarà la mazza... ma questa è un'altra storia, che questa è giunta alla sua fin, soprattutto per il povero Ugo.
L'ultimo pensier torna a Treccastagni, ove un mulo fradicio e smagrito, torna alla chetichella nello borgo. Trovato da Gerundo e Inese, che vedendolo solo soletto, vedon in lui una speranza: quella di dover divider ogni bottino in due, e non in quattro.
Maledette Canaglie.
Fine.