Il Male Minore
"Nella mia esperienza, un amico è semplicemente un conoscente che deve ancora tradirti..quindi, va, uccidili ora" (Zed Graff)
La Fortezza Infranta torreggiava su uno sperone di roccia tra vene magmatiche, simile ad una scogliera.
Si fermarono a distanza di sicurezza, nascosti dietro un grosso masso, per studiare la situazione.
Il ponte di grosse pietre squadrate era ancora intero ma guardato da due figure inquietanti.
Si fermarono a distanza di sicurezza, nascosti dietro un grosso masso, per studiare la situazione.
Il ponte di grosse pietre squadrate era ancora intero ma guardato da due figure inquietanti.
Uno sembrava un diavolo barbuto, ma l'altro era più grosso, deforme e pieno di spuntoni. Un hamatula, o diavolo uncinato.
Lentamente strisciarono tra quell'aspro terreno per cercare una via alternativa, visto che gran parte delle mura collassate potevano esser in qualche modo varcate.
Sum lanciò un incantesimo di volo, facendo il giro della struttura, e individuò un varco promettente.
La via per quel varco presupponeva saltare tra i canali di magma, in un caldo opprimente, ma aiutandosi riuscirono a infiltrarsi nel perimetro.
Per fortuna si accorsero di un nido di vespe infernali, da un lato della struttura, e riuscirono a non allarmarle mentre cercavano l'accesso ai sotterranei di cui gli aveva parlato Grunzak.
Infine trovarono una angusta scala a chiocciola che scendeva nel buio, nei sotterranei della fortezza, per fortuna più integri della parte superiore.
Molto cautamente avanzavano in quel buio silenzioso, stando attenti a trappole e pericoli, grazie alla sapiente perizia di Piotr, valutando attentamente ogni porta, ogni direzione, in quello che pareva un dedalo di cunicoli spogli e disadorni.
Soltanto qualche bassorilievo interrompeva la monotonia delle pareti di roccia rossastra, raffigurante diavoli o scene di battaglia con cavalieri infernali.
Trovarono altre scale, e scesero, e scesero ancora e ancora, sempre più disorientati, fino a giungere in una sala più grande sorretta da quattro grandi colonne. All'estremità c'era un altare con due statuette.
Mentre studiavano la stanza, Piotr si accorse quasi per caso di essersi appoggiato ad un passaggio segreto, ma non aveva idea di come si aprisse.
Poi capirono che era qualcosa legato all'altare.
Riuscirono finalmente a risolvere l'enigma, e ruotando la statua giusta si aprì un passaggio che scendeva nuovamente verso il basso, accogliendoli con una zaffata di calore insopportabile.
Il pavimento del piano inferiore era molto più malconcio e sgretolato degli altri, e grosse spaccature fendevano corridoi e terreno, facendo emergere lievi bave magmatiche, unica fonde di leggera luce.
Si fecero strada fino a uno stanzone circolare dominato da una brutta statua addossata ad una parete, e li, già conscio della loro visita, ad attenderli c'erano Zed e due diavoli barbuti.
Si fecero strada fino a uno stanzone circolare dominato da una brutta statua addossata ad una parete, e li, già conscio della loro visita, ad attenderli c'erano Zed e due diavoli barbuti.
Coi suoi modi suadenti il dannato provò a blandirli e a trattare, mentre loro cercarono di far leva sulla sua vanità nell'esaltare il suo piano e spiegarlo, facendogli confessare i suoi raggiri, sperando che in qualche modo qualcuno ascoltasse e Drasyad avesse tenuto fede alla sua parte di accordo.
Zed però non era certo stupido, e quando capì che non sarebbe riuscito a far accordi con loro, con un impercettibile cenno scatenò le guardie.
Infuriò lo scontro, in quell'ambiente non certo agevole in cui scivolare in una crepa del pavimento avrebbe significato morire sciolti nella lava.
La misteriosa statua, dagli occhi di rubino, pareva conferire al maledetto diavolo ulteriori poteri.
Richiamò altri servitori a difenderlo, mentre Piotr lanciò una carta magica che divenne uno Gnoll illusorio, che tenne occupato per un breve tempo uno di essi.
Ainwen caricò verso una delle guardie, mentre Sum si velocizzò magicamente e caricò direttamente al capo.
Ma Zed aveva straordinarie capacità ammalianti, e la volontà di Sum venne sommersa e confusa tanto da credere che ora lui l'amico, e i compagni solo vili traditori.
Corse indietro attaccando una sgomenta Ainwen, che prese a schivare disperata i colpi del compagno.
Grunzak si era eclissato diventando invisibile, e quasi imitandolo Piotr faceva capolino dalla porta per attaccare con la balestra per poi ritrarsi.
Mentre era nascosto in una rientranza del corridoio, sentì poi un boato tremendo e un'ondata di calore che sfiatò dalla stanza.
Zed aveva lanciato una palla di fuoco, perfino sul suo "alleato" Sum, lasciando tutti malconci, ma questo diede modo al tenente del Pugno Fiammante di scuotersi e liberarsi di quel giogo mentale.
Diavoli spinosi comparvero a dar man forte a Zed, e poi ancora piccoli e infidi mephit di fumo in grado di accecare col loro soffio di cenere.
William, ancora stremato dal giorno precedente, aveva poche energie ed appoggiato al muro bersagliava chi poteva con il suo nuovo potere..un raggio oscuro in grado di colpire a distanza.
Poi fu Ainwen a farsi sotto a Zed con grandi fendenti del suo spadone, ma la troppa foga la tradì e lui schivò beffardamente fino a tornare a guardarla con aria paterna e amichevole, e a dominarla come accaduto prima con Sum
Ora fu lei a scagliarsi contro i suoi amici, attaccandoli senza tregua.
Nel frattempo però tutti i servitori a parte qualche mephit erano stati eliminati e Zed spazientito si gettò tra di loro con i suoi terribili e forti artigli.
Piotr emerse alle sue spalle.
La terribile daga chiamata Aculeo di Levistus lo trapassò facilmente alle spalle, facendogli lanciare una serie di tremendi improperi in lingua infernale.
Ainwen (che era tornata libera dall'influenza diabolica) e Sum erano stremati, prossimi alla morte, ma anche Zed ora era gravemente ferito.
Si era quella sottile linea, la linea che demarcava un possibile trionfo da un totale disastro.
Il primo a varcare quella linea fu lo spietato diavolo.
Con un colpo diretto poco sopra la gorgiera, riuscì ad agguantare il collo di Sum.
Intimò a tutti di fermarsi e allontanarsi.
Una stretta e per l'uomo era la fine.
Il tempo parve fermarsi.
Sum avrebbe voluto che i suoi compagni non si fermassero, ma vederlo ad un passo dalla morte li aveva bloccati.
Lo stallo parve durare un momento lunghissimo, e quando parvero non cedere, la pressione della potente mano di Zed si intensificò.
Proprio in quel momento però, i contorni infuocati di un portale di evocazione smossero l'aria alle loro spalle, facendo emergere una figura immane. Un Paeliryon.
Era Kurgimutrax.
"Basta così"
Quella voce infernale, orrendamente cavernosa e cupa fu capita persino da loro.
L'arroganza di Zed sparì di colpo, rendendolo servile e patetico.
Temeva il suo superiore.
Una nuova speranza illuminò i quattro eroi, pensando che il terribile paelyrion, scoperti tutti i sotterfugi messi in atto senza informarlo, fosse li per distruggerlo.
Invece per un attimo sembrò fiero e compiaciuto di un piano tanto ben riuscito e di diavoli di così alto rango fregati.
Zed si ricompose.
"Basta così"
Quella voce infernale, orrendamente cavernosa e cupa fu capita persino da loro.
L'arroganza di Zed sparì di colpo, rendendolo servile e patetico.
Temeva il suo superiore.
Una nuova speranza illuminò i quattro eroi, pensando che il terribile paelyrion, scoperti tutti i sotterfugi messi in atto senza informarlo, fosse li per distruggerlo.
Invece per un attimo sembrò fiero e compiaciuto di un piano tanto ben riuscito e di diavoli di così alto rango fregati.
Zed si ricompose.
Sudarono freddo.
Come spesso accade però dopo un bel discorso, ci fu un "ma..."
E a quel "ma", l'espressione di Kurgimutrax divenne di una cattiveria spaventosa.
Quando fotti qualcuno, devi farlo fino in fondo. E non deve venirsi a sapere. Ma se vieni scoperto... puoi solo affrontare le conseguenze.
Zed aveva rischiato un fastidioso incidente diplomatico con un altro cerchio degli inferi, Minauros, e il suo sovrano Mammon non era certo qualcuno da inimicarsi, visto che c'erano già i Demoni a cui pensare nel dannato Avernus...
Il paelyrion afferrò malamente Zed attirandolo a se, ad un passo dalle sue orrende e fetide fauci. Poi l'orrenda mano gli avvolse la faccia e Zed iniziò ad avvizzire, tremare, ridursi.
Restò un piccolo cumulo di carne semovente a terra.
Un lemure.
Lo stadio più infimo e inferiore dell'esistenza dei diavoli.
La creatura strisciò pietosamente via.
La creatura strisciò pietosamente via.
Soltanto allora ripresero a respirare.
Sollievo.
Restavano li, impietriti davanti a quella spaventosa creatura che li studiava senza alcun timore coi suoi piccoli occhi malevoli.
Capirono di aver tralasciato un particolare nella loro ricerca di aiuto: se avessero sconfitto Zed da soli, avrebbero potuto recuperare tutte le Monete dell'Anima e donare la pace a tutte quelle vittime... ma ora....
Kurgimutrax infatti disse loro che potevano andare, li ringraziò per aver smascherato Zed, e gli fece notare la loro fortuna ad aver incontrato lui e a potersene andare vivi.
Provarono timidamente a reclamare le monete, rischiando di fargli cambiare idea sul "vivi".
Astutamente fu Grunzak ad intervenire e proporre un accordo.
Visto che le monete sarebbero state certamente nascoste in una scatola rompicapo infernale, propose di metter alla prova gli umani per vedere se riuscivano ad aprirla, e in caso di successo avrebbero preso metà del bottino (e metà di quella metà la reclamava lui, blaterando che sarebbe tornato così "quello di prima").
L'enorme paelyrion parve divertito dall'idea.
Restavano li, impietriti davanti a quella spaventosa creatura che li studiava senza alcun timore coi suoi piccoli occhi malevoli.
Capirono di aver tralasciato un particolare nella loro ricerca di aiuto: se avessero sconfitto Zed da soli, avrebbero potuto recuperare tutte le Monete dell'Anima e donare la pace a tutte quelle vittime... ma ora....
Kurgimutrax infatti disse loro che potevano andare, li ringraziò per aver smascherato Zed, e gli fece notare la loro fortuna ad aver incontrato lui e a potersene andare vivi.
Provarono timidamente a reclamare le monete, rischiando di fargli cambiare idea sul "vivi".
Astutamente fu Grunzak ad intervenire e proporre un accordo.
Visto che le monete sarebbero state certamente nascoste in una scatola rompicapo infernale, propose di metter alla prova gli umani per vedere se riuscivano ad aprirla, e in caso di successo avrebbero preso metà del bottino (e metà di quella metà la reclamava lui, blaterando che sarebbe tornato così "quello di prima").
L'enorme paelyrion parve divertito dall'idea.
In fondo fallendo avrebbero fatto scattare qualche trappola di quell'aggeggio, e sarebbe stato divertente.
Cercarono nelle stanze a fianco e trovarono il bottino di Zed.
Parecchie monete d'oro con cui finanziava il Banco della Carità (sottratte a Mammon?), una strana chiave, e in un forziere la strana scatola infernale.
Era una grossa cassa nera dalle venature rossastre e dalle innumerevoli sfaccettature, coperta di incisioni in infernale e tre serrature.
Grunzak tradusse le scritte.
Si trattava di un insidioso enigma logico per scoprire la serratura giusta.
Era superfluo intuire che se avessero usato la serratura sbagliata sarebbe successo qualcosa di brutto.
Unirono gli sforzi, studiando ogni sfumatura di quelle parole, e grazie a Tymora trovarono la soluzione.
Dopo un attimo di tensione girarono la chiave e la scatola si aprì.
All'interno, un plico di contratti di prestito nuovi e in scadenza a Mezzestate, e una borsa conservante colma di monete dell'anima.
Soltanto gli uomini più malvagi possono trasportare più di una certa quantità di quelle infauste monete. Il loro peso, più che fisico, è mentale e morale. Per fortuna erano in quella borsa. E per fortuna avevano Grunzak.
Piotr lo legò con una corda, insieme alla sacca delle monete, e dopo averne dato la metà a Kurgimutrax se ne andarono velocemente, liberandosi della sua terribile e opprimente presenza.
Dopo un attimo di tensione girarono la chiave e la scatola si aprì.
All'interno, un plico di contratti di prestito nuovi e in scadenza a Mezzestate, e una borsa conservante colma di monete dell'anima.
Soltanto gli uomini più malvagi possono trasportare più di una certa quantità di quelle infauste monete. Il loro peso, più che fisico, è mentale e morale. Per fortuna erano in quella borsa. E per fortuna avevano Grunzak.
Piotr lo legò con una corda, insieme alla sacca delle monete, e dopo averne dato la metà a Kurgimutrax se ne andarono velocemente, liberandosi della sua terribile e opprimente presenza.
Tornarono alle Mura, da Drasyad, e da li furono accompagnati al portale.
Lungo il tragitto non poterono fare a meno di pensare a cosa sarebbe successo se nel frattempo i soldati avvisati da William prima di gettarsi li, avessero scoperto il portale e l'avessero distrutto.
Arrivarono sul luogo, tra gli adunchi archi che racchiudevano quella piattaforma.
La Erinni spiegò che per accenderlo dovevano consumare un'anima, e a malincuore usarono una delle monete.
Funzionò.
Per fortuna il portale era ancora funzionante e integro dall'altro lato, sul piano materiale.
Sotto gli occhi severi della erinni, sparirono, e dopo quella sgradevole sensazione di nausea e mancanza di peso, cadendo tra fiamme che non bruciavano, ruzzolarono fuori, nella cantina.
Una lancia per poco non colpì William. Il luogo era presidiato da una massiccia unità del Pugno Fiammante e da alcuni maghi della Torre Arcana.
Li avevano scambiati per diavoli, ma poi videro le divise logore di Sum e Ainwen.
Stavano facendo la guardia al portale ed erano quasi pronti a distruggerlo, c'era mancato poco che dovessero trovare un altro modo per tornare.
L'inquisitore Green li raggiunse, e anche se li redarguì per le loro azioni fatte senza interpellarlo, il suo sguardo tradiva sollievo.
Ce l'avevano fatta.
Zed era sconfitto, e anche se non era stato possibile salvare il destino di tutte le sue vittime, ne avrebbero potute liberare un bel po'.
Quando non vincere il bene, bisogna accontentarsi del male minore.
L'inquisitore Green li raggiunse, e anche se li redarguì per le loro azioni fatte senza interpellarlo, il suo sguardo tradiva sollievo.
Ce l'avevano fatta.
Zed era sconfitto, e anche se non era stato possibile salvare il destino di tutte le sue vittime, ne avrebbero potute liberare un bel po'.
Quando non vincere il bene, bisogna accontentarsi del male minore.
E fu così che la vita a Baldur's Gate tornò a scorrere come al solito.
Ma c'erano patti da onorare.
E un grasso Imp la cui ambizione covava sotto la cenere.
Ma questa è un'altra storia...
Fine
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