venerdì 15 febbraio 2019

Spade, Maghi e Pestilenze. Capitolo 2 - La Spada




Era tempo, per i nostri eroi, di consegnare l’arma ritrovata e concludere la missione, ma quell’arma faceva gola anche a loro. Si trattava infatti, secondo le analisi magiche di Aran, di una Ladra delle Nove Vite, una spada magica che aveva la capacità di imprigionare l’anima di chi uccideva. Tuttavia la temibile lama aveva già esaurito il limite di nove anime intrappolate, e questo ne abbassava drasticamente il valore (pur restando un’ottima lama magica).
Rientrarono qui i locanda e discussero a lungo sul da farsi. C’era chi voleva tenerla, chi faceva presente che non era onorevole mandare a monte così una missione, rovinando la reputazione del gruppo e c’era anche chi temeva l’utilizzo che quello strano tizio ne avrebbe fatto.
Fu così che quando arrivò un emissario del mago, presentandosi con 6 boccali colmi di schiumante birra nanica, gli dissero che non avevano trovato ciò che cercavano. Se anche l’uomo fiutò la commedia (che invero non fu per nulla convincente) non ne diede segno, e lasciò loro i boccali, uscendo.
Tra il buio e il fumo, in un tavolo opposto a quello, una persona si alzò e uscì cercando di pedinare l’uomo. Il suo compagno invece restò al tavolo a tenere d’occhio il gruppo di avventurieri, che continuavano a non accorgersi di nulla.
Non fidandosi del gentile omaggio della birra, con grande spreco e con mio orrore, la versarono e in quel momento videro che sotto ad un boccale il losco figuro aveva lasciato un biglietto.
“1 campana prima di mezzanotte al mulino in rovina”
Evidentemente non si era bevuto né la birra, né le loro scuse, e nel caso ci avessero ripensato gli aveva fornito un appuntamento in un luogo dove organizzare lo scambio lontano da occhi curiosi.
Si scoprì solo in seguito che la birra era stata davvero avvelenata...e anche in maniera subdola, con le costose Lacrime di Mezzanotte, un veleno che a quanto pare inizia ad avere effetto solo una volta raggiunta la mezzanotte. In questo modo forse pensavano, incontrandoli 1 ora prima, di tenerli in scacco giusto il tempo da poterli ricattare con la promessa di un antidoto.
I 5 compagni, nonostante le titubanze decisero di passare all’incasso, ma come ultima prudenza seppellirono la spada poco distante dal mulino.
Del grande mulino a vento restavano in piedi poco più di due piani, le grandi pale si erano abbattute da un lato, dove giacevano a pezzi col legno ormai marcescente e coperto di muschio.
Lassù, all’ingresso delle rovine, li attendeva uno sgherro del mago che li scortò nella cantina del mulino, dove scoprirono che qualcuno aveva scavato aggiungendo altre stanze e un piccolo templio segreto, accessibile tramite un muro nascosto e semovente.
Jerontus Oryan, il mago li attendeva li, con altri suoi mercenari e la trattativa fu piuttosto tesa. Se vi serve diplomazia, ricordatevi di non portarvi un mezzorco scorbutico dietro, e se lo fate, fatelo tacere… ma lasciamo da parte certi consigli perché la storia non è finita. Tutti quanti uscirono fuori, la spada venne disseppellita e consegnata all’arcanista che constatò con soddisfazione che era proprio quel che cercava.
Ricordate quando dicevo che gli imprevisti non mancavano mai? Ebbene anche in questo caso non successe che gli eroi vennero pagati e ognuno se ne andò per la sua strada contento. Non successe perché una voce bloccò la transazione, intimando a tutti di stare fermi e non fare un passo.
Almeno cinque o sei figure emersero dai cespugli circondando la collina. La tensione era palpabile e la compagnia dei 5 confusa e sorpresa non aveva idea da che parte schierarsi e che diavolo stesse succedendo.
Con un gesto repentino e una secca formula in draconico il mago disegnò nell’aria una porta immaginaria i cui contorni brillarono di luce aprendo davvero una porta nel nulla! Con un passo l’uomo vi scomparve dentro insieme alla spada, poi l’aria attorno tornò normale come nulla fosse accaduto.
Le due fazioni presero a darsele di santa ragione, ma gli sgherri del mago, che fino a poco prima si sentivano sicuri e protetti dai suoi potenti incantesimi, vedendolo sparire videro sparire anche il loro morale e cercarono di fuggire, anche se in modo ben più tradizionale e non magico: con una sana corsa a perdifiato.
Stranamente però fuggirono verso il mulino…sotto il mulino. Strano andarsi a chiudere in un luogo chiuso, ma quei loschi figuri avevano una risorsa, una uscita secondaria nascosta sul fianco dalla collina.
Purtroppo per loro però, non la raggiunsero mai, perché l’altra fazione li uccise o catturò, anche insieme ai nostri prodi che nel frattempo si erano decisi a intervenire… anche se in verità nel dubbio presero a menar mazzate e prender per il collo chi capitava a tiro, sia dell’una che dell’altra fazione. Non capivano infatti chi fossero questi nuovi arrivati e se effettivamente potessero esser considerati una minaccia o no, e il gruppo di assalitori a dire il vero non li aiutava molto in tal senso, visto che si rifiutava di rivelare chi fossero e per chi agissero.
Il buon senso per fortuna prevalse e alla fine decisero di collaborare e condividere le informazioni.
L’altro gruppo, guidato da tal Maran Ventopungente, da tempo indagava su Jerontus e gli indizi nel suo laboratori sotto il mulino confermarono che si trattava di un fedele a Talona. Nei numerosi libri polverosi che stava studiando c’erano cenni alla roccaforte di Greyrock, e al cavaliere sepolto nella sua cripta, altri testi invece parlavano di un potente sacerdote di Talona… e se una delle anime nella spada fosse stata sua? Il prigioniero avrebbe rivelato cose utili?
Quali erano i piani di quel folle?

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