martedì 3 settembre 2019

I 7 Sacerdoti Neri - Capitolo 1 Lo strano Gruppo

Non crediate che quello di Aran il suo servitore Bogro e i loro compagni sia l’unico gruppo di avventurieri degni di tal nome che frequentano la mia locanda, sapete?
Eroi di ogni foggia e spessore morale palesano la loro presenza presso questi illustri tavoli, e oggi voglio raccontarvi di un piccolo gruppo emergente di incompatibili individui.

Tutto iniziò quel giorno in cui un preoccupato Romes Tripwine, un piccolo mercante locale, fece capolino nella taverna per attirare l’attenzione di tutti i vari avventurieri o mercenari che fossero interessati alla missione che aveva da proporre.
Nonostante non fosse conosciuto certamente per la sua sensibilità, il povero mercante parlò con cuore spezzato del povero figlio secondogenito scomparso e offrì una ricompensa a chi sarebbe riuscito a riportarglielo o almeno a scoprire che diamine gli fosse successo.

E fu così che per la prima volta si trovarono a cooperare tre (dei futuri quattro) individui di cui sto per raccontarvi.
Hilde Frostbeard fu la prima a rendersi disponibile per la missione. Era una nana (brutta, direi, pure per i criteri nanici… ma non diteglielo) novizia sacerdotessa di Moradin.
Forse il suo tempio l’aveva mandata in giro a farsi le ossa, o forse la sua fede non era così ferrea e aveva preso a errare in cerca di un segno o una illuminazione… fattostà che volle aiutare il povero(?) Tripwine.

Il secondo ad accettare fu un mezzuomo di dubbia fama di cui nessuno sa il vero nome, o forse a nessuno interessa saperlo, ma quel che si sa è che si tratta di un halfling con indubbi e loschi talenti e una passione insana per i giochi d’azzardo che si fa chiamare GattoRosso
Forse aveva fiutato l’opportunità di guadagnare ben più della sola ricompensa…
Visto il nome penserete che la sua chioma sia color del rame, ma così non è. O almeno, così non è sempre… visto che circola voce che sia piuttosto bravo a cammuffare il suo aspetto.

Il terzo ad unirsi a dire il vero non era minimanente interessato a salvare la vita di un inutile mercante, e stava snobbando bellamente l’accorato appello del Tripwine.
Eppure, quasi come se una voce interiore gli avesse caldamente consigliato di farlo, si unì al gruppo.
Il suo nome era Sauron (dove l’ho già sentito un nome simile? Non ricordo proprio…) e l’avevo già visto altre volte in locanda. Un tipo strano, tenebroso pur non mancando di fascino, e forse anche senza qualche rotella… giurerei d’averlo visto parlare da solo a volte…
Ad ogni modo, quali che fossero i suoi talenti nascosti, anche lui si unì al gruppo.

Del figlio del mercante, Agar, non si avevano più notizie da quando era partito, con un carico di sale, alla volta di Lonedale, un piccolo villaggio a circa un giorno e mezzo di viaggio da Neverwinter, e Romes affidò i tre alla guida di una ranger che conosceva i territori circostanti: tale Birel Meliamne, un’elfa piuttosto schiva che accettò non troppo di buon grado quel compito, ma la sua curiosità prevalse sulla diffidenza verso quella strana accozzaglia di umani nani e semiumani.
Di lei so dirvi poco altro, essendo poco avvezza e ritrosa a frequentare le grandi città e amante delle dormite sotto le stelle, ben poche volte ha mai messo piede a Neverwinter e men che meno nella mia rispettabilissima e rinomata Locanda.

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