martedì 3 settembre 2019

I 7 Sacerdoti Neri - Capitolo 3 Scontri e incontri nel Bosco

“Sto riportando questo teppista di mio nipote Mick alla sua fattoria, fuori Lonedale… è venuto a bighellonare in paese e non si è accorto che era l’ora della chiusura… intanto le porto un po’ di fieno in avanzo.”
La scusa funzionò e il carro lascio Lonedale senza sospetti…poi prese un sentiero verso il bosco, e giunto dove il lavoro dei boscaioli non era ancora arrivato e la vegetazione era più fitta, scesero e proseguirono tutti a piedi fino a quando il buio della foresta lasciò spazio di nuovo alla luce lunare in un’ampia radura vagamente circolare, completamente priva di alberi.

Al loro posto, storte e antiche pietre, alcune ancora erette, altre ormai abbattute o sbriciolate, disegnavano (o l’avevano fatto) un qualche circolo rituale di chissà quale culto antico o druidico
“Vi avremmo lasciati qui. Non ho idea poi di cosa vi sarebbe accaduto…gli ordini erano di andarsene subito, e anche ora me ne andrei volentieri..vi ho aiutati… ora fatemi allontanare da questo postaccio…”

Come da accordi, lo lasciarono andare, ma Sauron, non si sa per quale capriccio o sghiribizzo mentale, lasciò partire un singolo quadrello di balestra, in maniera quasi casuale o per gioco…e come sempre quando il caso ci mette lo zampino, il suo colpo si rivelo di una precisione assoluta… la punta piramidale e pesante del quadrello si conficcò esattamente nel cranio del poveretto, un singolo colpo devastante e fatale che lo fece stramazzare al suolo in un sol respiro.

E il respiro mancò anche ai quattro compagni quando subito dopo, con sconcertante tempismo, una voce spettrale, profonda ma flebile, anticipò le indignate e vibranti bestemmie naniche di Hilde per quel gesto vile.
“Quale spreco… un’anima sprecata inutilmente in quel modo…. Quando serviva a noi…. Ma ora qui ne abbiamo ben quattro..”
La voce era arrivata da una figura a malapena visibile nella notte. Pur con fattezze umane, come un magro individuo avvolto in una veste nera, e il cui cappuccio calato sul viso (se mai avesse un viso) creava una finestra di nera tenebra impenetrabile, sembrava fluttuare impalpabile sul terreno
Con il loro caratteristico raggelante silenzio, alcuni non-morti emersero dal perimetro di vegetazione stringendosi verso il cerchio di pietre.
Birel, dai sensi allenati, e il cui nemico giurato erano proprio i non-morti, fu la prima a notarli. La figura che aveva “parlato” restava invece in disparte, senza avvicinarsi.
Dispondendosi a quadrato, i quattro eroi si preparaono a difendersi. Scheletri e zombi giungevano da ogni lato, circondandoli. Il metallo cantò la sua canzone su ossa e carni di quei servitori inanimati ma le forze venivano meno, e le ferite fiaccavano sensi e reazioni dei nostri prodi… l’orrendo lamento del sacerdote spettrale li paralizzò quasi tutti, e altri servitori non-morti si unirono alla battaglia man mano che qualcuno cadeva sbriciolato.

La figura ammantata di nero sembrava poi immune a gran parte dei loro attacchi…e oltre al fisico questo fiaccò il loro morale… tuttavia continuarono testardamente a combattere. Quella scelta li stava portando dritti alla sconfitta..e a chissà quale sorte. Sauron cadde… in fin di vita..e anche Hilde si accasciò, mollando la presa sul suo possente martello con l’effige di Moradin…cercare di trascinare i caduti in una disperata ritirata sembrava inutile ma proprio in quel momento giunse scricchiolando e sbandando il carretto del fieno. 
Gli increduli due muli erano spronati da una figura curva e barbuta con gli occhi stralunati che urlava i peggiori incitamenti: Gàston.
“SALITE, SCIOCCHI!”

La rocambolesca fuga , non si sa bene come, riuscì.
Non è dato sapere se a causa del lento incedere dei non-morti , dell’abilità del carrettiere, della fortuna che dispettosa va e viene dalla vita dell’uomo quando meno te l’aspetti,  o della rinuncia della nera figura ammantata a scendere in competizione con due muli.
Gàston li condusse nel suo tugurio, dove riuscirono a rianimare i feriti gravi per poi crollare, stanchi morti (ma vivi) in un lungo sonno ristoratore.

Nessun commento:

Posta un commento