venerdì 31 maggio 2024

RETURN OF THE STORM MAIDEN (53)

CAPITOLO 53 - MARI TEMPESTOSI

"L’ignoranza è un baratro e la conoscenza è il ponte." (Vestress, reggente di Ascarle)

Il Nasello Spiaggiato veleggiava verso sud-sud-est insieme alle poche navi rimaste a Gundbarg ancora in grado di salpare.
Alla ciurma si erano unite le monache-guerriere e come al solito Alina, desiderosa di esser presente per vendicare il padre.
Davanti a quell'infinita linea grigio-blu del mare invernale, ognuno era immerso nei propri pensieri e nelle proprie battaglie mentali, cercando di pensare (o non pensare in certi casi) a cosa li aspettava...

Il primo giorno trascorse tranquillo, per quanto possano essere tranquilli quei mari invernali.
Solo qualche banco di ghiaccio vagante, e qualche detrito portato dalla corrente, frutto di chissà quale battaglia precedente.
Quella notte Adelius provò ad entrare nei sogni e cercare Shid'anian, ma senza successo.

Il secondo giorno iniziò sotto cattivi auspici: per quanto il cielo fosse oppresso da pesanti e minacciose nubi grigie, il mare era incredibilmente piatto e calmo, e il problema principale era l'assenza di vento.

Adelius trasformò Gelrish in una gigantesca balena, che aiutò a dare propulsione alle imbarcazioni, in modo da riuscire comunque a tenere un minimo di rotta.
Sott'acqua, nella sua forma di cetaceo, Gelrish notò che il livello del mare sembrava abbassato.
C'erano anche pochissimi pesci, e quei pochi erano diretti dalla parte opposta alla loro.
Quando la metamorfosi terminò, per fortuna si era alzato un minimo di vento e una leggera corrente nell'acqua.
Poi la notarono.
Una lunga linea bianca all'orizzonte.
Non poteva essere una costa innevata.
Forse era un banco di nebbia compatta. O nubi basse?
Con un brivido, aguzzando meglio lo sguardo, Ishmael comprese... era un'onda.
E' estremamente difficile quando si è in mare, sballottati dalle onde, accorgersi di un terremoto, per quanto potente sia. Ed evidentemente c'era stata qualche scossa e ora il mare propagava quelle onde mortali aprendosi in una circonferenza distruttiva anche verso di loro.

Anche le altre navi se ne accorsero.
Tutti manovravano nel panico, cercando di allineare la prua all'immensa massa d'acqua in arrivo, fissare o eliminare tutti gli oggetti liberi sul ponte e trovare il modo di non farsi sbalzare via.
Più si avvicinava, più si capiva la sua velocità e la sua altezza smisurata.
Incombeva su di loro, davanti a loro... e un attimo dopo lo schianto.
Adelius provò ad erigere un muro di protezione, mentre Lyandria fece appello alla magia per modellare l'acqua, ma il Nasello subì il colpo, prima una frustata verso l'alto, e la pressione verso il basso, come un maglio.
In tanti vennero sbalzati, e Adelius perfino fuori bordo.
Provò a usare un incantesimo di levitazione per issarsi fuori dall'acqua ma la seconda onda, non meno impressionante della prima era già pronta a colpire e gli fracassò alcune costole nell'impatto.
Il Nasello ancora una volta venne parzialmente salvato dall'incantesimo di Lyandria.
C'era già una terza onda, forse più piccola ma ugualmente distruttiva che stava arrivando.. videro che il pennone, insieme alla polena e parte della prua, era già mezza devastata, e la povera nave rispondeva con scricchiolii sinistri a quelle sollecitazioni.
Ishmael salvò alcuni marinai, mentre Madian si era tuffata coraggiosamente per raggiungere Adelius, ma intervenne prima la magica cavalcatura evocata da Lyandria, un pegaso che trasse in salvo entrambi prima di sfrecciare in alto ed evitare l'ennesima onda.

Lentamente lo tsunami si placò, lasciando navi ed equipaggi stremati.
Sembrava una flotta di relitti fantasma.
Si misero tutti subito al lavoro per rimettere in sesto i vascelli, e per fortuna il Nasello, con la sua maledizione, diventò realmente un vascello fantasma al sopraggiungere del crepuscolo.
In quella forma spettrale soffriva meno il mare e riuscirono a ripararlo più facilmente, e ad evitare la tempesta che come un colpo di grazia stava ora arrivando.
La navigazione era comunque difficile, con quella coltre a coprire le stelle, da sempre il più tradizionale e affidabile strumento di orientamento.
All'alba purtroppo la tempesta non si era placata e il Nasello tornò alla sua forma materiale affrontando con le altre navi la crescente bufera di vento, pioggia gelata e onde impazzite.
Si faceva fatica a parlare, in quel venti ululanti, e pareva che cielo e mare si fossero uniti in un unica entità infuriata contro quelle povere navi.
Fu Murray a scuotere Gelrish e a fargli trovar la forza di invocare Valkur.
Se non ora quando, quella divinità protettrice dei naviganti nordici, aveva il dovere di intervenire?
E tutto attorno alla piccola flotta, lentamente, la tempesta parve placarsi.
Gelrish sentì il potere attorno a lui.
Il formicolìo di una energia che gli ridiede fede e morale.
E mentre tutto attorno la tempesta proseguiva, loro potevano avanzare in una bolla di tranquillità, fino a che finalmente qualche ora dopo il tempo si placò.

Il giorno dopo all'orizzonte non comparve qualche altra disgrazia, ma questa volta erano vele. I Vessilli di Gundarlun, di Re Olgrave, di Ruathym e Holgerstead.
Erano riusciti a riunirsi al resto della flotta già in mare da tempo.
Una nave piena di irsuti e bellicosi hamfriggan si accostò e tra loro un raggiante Baandulf li salutò energicamente.
Poco distanti le squadrate e sgraziate navi dei nani di Rethgaard.
Dalla nave della Prima Ascia Wedigar, proveniente da Holgerstead, balzò invece a bordo una loro piccola conoscenza: Brandoban Billandis Arcibinden Febblerius Copperpot, che per amor di brevità ora chiameremo Brando.
Lo gnomo conosciuto tempo fa a Vikgaard, quando cercavano le origini di Verania, non aveva dimenticato la loro richiesta d'aiuto, e aveva cercato alcuni eruditi gnomi per cercare di dare una mano in qualche modo.
Anche se non conoscevano il segreto della polvere nera, avevano inventato una sorta di barile esplosivo imbottito di alcune palle di fuoco ritardate, tenute in stasi da qualche diavoleria di rune e meccanismi, e bastava rompere il sigillo di ceralacca e dopo qualche istante...BOOOMMM!
Era senza dubbio un dispositivo pericoloso per la loro stessa incolumità, ma poteva esser utile e Brando fu fiero di donarlo ai nostri eroi.
Era bello rivedere volti conosciuti, e la flotta diventare più imponente man mano che si aggiungevano navi.

Il giorno successivo anche la nave di mercenari di Mintarn risalente su dalle Norland giunse nella flotta con Maran e Galdran.
Quella notte, Lyandria chiese aiuto ad Adelius per sognare in qualche modo se stessa, e cercare di entrare in contatto col brandello di anima che ospitava.
Riuscì realmente a contattare Hergatha, anche se la donna ripeteva spesso frasi uguali e diceva di esser spezzata. Lyandria voleva cercare di capire cosa fare con lei, e farsi aiutare anche nell'imminente scontro. La Storm Maiden la mise in guardia dicendo che Ydaach'Nar, avendo divorato quasi tutta la sua anima, avrebbe usato questa connessione per usarla contro di lei.
Quel sogno lasciò molti dubbi alla giovane capitana.
Sotto un cielo cupo e freddo, venne il giorno del piano.
La flotta si divise per assalire e sradicare i cultisti del demone dalle piccole isole di quegli arcipelaghi selvaggi, sperando di attirare tutte le creature comandate da Ydaach'Nar.
Il Nasello doveva sfruttare il momento propizio e cercare quell'entità. La nave di Maran restò d'appoggio alla loro, per proteggere chi restava in superficie, mentre i volontari si immergevano nell'ignoto.
Ancora mezza giornata di navigazione e sarebbero giunti in corrispondenza del punto individuato sulla mappa che contrassegnava la zona d'affondamento della Danzatrice Rossa.
E si sperava che Ydaach'Nar fosse la sotto.

venerdì 24 maggio 2024

RETURN OF THE STORM MAIDEN (52)

CAPITOLO 52 - L'ULTIMA NOTTE

"Difficile e Impossibile sono cugini che vengono spesso confusi l’uno con l’altro, ma hanno pochissimo in comune" (Sorella Madian)

L'ultimo giorno a Gunbdarg trascorse frenetico.
La città era venne rimessa in sicurezza e ripulita e il grosso della forza lavoro si concentrava per rimettere in funzione i moli.
Dalla fortezza sciamavano araldi e messaggeri come formiche e la frenesia era in contrasto con l'immobilismo del povero Gelrish, scosso e svuotato per la perdita di Shid'anian.

Verso sera gli avventurieri tornarono alla Fortezza, dove era in corso un ultimo incontro prima dell'inizio del piano.
Si erano persi gran parte degli aggiornamenti e il figlio di Re Olgrave fece un riassunto degli ultimi dispacci.
La flotta residua di Ruathym aveva accettato di unirsi a quella di Gundbarg, e stavano già navigando nella zona convenuta.
Si diceva che ci fosse anche una nave piena di hamfriggan a dar man forte.

Anche dall'arcipelago di Korinn le notizie erano buone, o almeno in parte: Verania aveva scovato e sconfitto Padre Haesten, l'ultimo Uditore, anche se a caro prezzo.
Si diceva che fosse stata ferita gravemente e ci avesse rimesso gran parte della ciurma.

Era dalle Norland che invece non arrivavano affatto buone notizie: Re Rault non avrebbe partecipato con la sua flotta a causa di tumulti interni e scontri con una frangia di cultisti che era rimasta fino ad allora nascosta.
La notizia che agghiacciò tutti però era che tra le vittime risultava Siberrin La Fiera.
Nel caos di notizie incontrollate, qualcuno aveva provato anche a far ricadere la colpa su Runthem lo Sciancato, il nipote maschio di Rault, che si diceva fosse geloso e timoroso del potere di Siberrin.
Soltanto una nave aveva quindi lasciato Rogarsheim per unirsi alla flotta: la nave mercenaria delle Mintarn con a bordo Maran e Galdran.

Nella salone dove erano riuniti c'era anche Sorella Madian, a capo delle monache guerriere di Istishia, conosciute nella missione della Conchiglia, che attese la fine dei discorsi per avvicinarsi a Lyandria e compagni e chiedere di unirsi al loro equipaggio per aiutarli in quell'ultima difficile missione.
Sosteneva che insieme alle sue Sorelle avrebbero potuto proteggerli con qualche preghiera o benedizione, in quella discesa ignota e profonda verso il relitto.
Chiese anche della reliquia di Istishia che aveva "prestato", generando il panico e una ondata di bugie e giustificazioni inventate.
Che fosse stata convinta o meno, non lo diede a vedere ma reagì con estrema filosofia.

Il piccolo Olfrand, il figlio minore del Re, fece capolino da una porta lasciata aperta, e fece commuovere i presenti quando donò un oggetto della scomparsa Victarine agli avventurieri: era una gemma luminosa.
Avrebbe potuto esser utile nel buio degli abissi marini.

Otegard Redaxe e lo sciamano Occhioverde fissarono negli occhi gli avventurieri, come per assicurarsi che fossero consci dell'impegno che gli veniva chiesto e che tutti avessero chiara la posta in gioco.
Il giovane Otegard era riuscito non si sa come a scrollarsi di dosso la sua indolenza e la sua voglia di locande, musica e avventure, e il peso dell'assenza del Re lo aveva fatto invecchiare di diversi anni in pochi giorni, ma ora sembrava un altro. Ora sembrava pronto a decidere.
L'assemblea fu sciolta.

La notte era calata quando lo sparuto gruppo di jarl, consiglieri e ufficiali rimasto a Gundbarg si disperse nel cortile della fortezza.
Adelius si intratteneva ancora nel salone con alcune guardie cercando di far proseliti al dio dei sogni, che nella fattispecie riteneva se stesso, mentre Ishmael raggiunse le altre monache-guerriere radunate ora nel cortile provando a convincerle a tirare su il morale a Gelrish
Il dragonide blu tuttavia aveva altri programmi.
Insieme a Lyandria si erano infiltrati nei sotterranei, ed evitando gli inservienti erano giunti alla cantina.
Ad attenderli, tra barili di birra, vini sembiani e liquori, un ottimo barilotto di Verde di Mintarn con cui trascorrere la notte...
Adelius poi, in barba alle superstizioni e alla diffidenza sulla magia radicata in quelle terre, eresse una torre magica grazie ad un potente incantesimo che faceva comparire un luogo magico per riposare.
La notte di Lyandria fu agitata.
E non solo a causa del Verde di Mintarn, ma di un sogno in cui Nuban le spiegava che era troppo debole e per evitare che il suo potere venisse assorbito da Ydaach'Nar si era dovuto ritirare nel piano primordiale dell'acqua.
Non avrebbe più potuto donarle i suoi poteri, ma la invitava comunque ad aver fede, e a continuare a credere nel giuramento del mare, e i suoi poteri sarebbero arrivati tramite quello...
Sofferente, venne riscossa da quel sogno da un assonnato e confuso Gelrish, e provò a spiegargli quello che le stava accadendo, per poi raggiungere gli altri alla reggia magica di Adelius.

Era l'alba, e guardando verso il molo alcuni poterono assistere all'inquietante immagine di una nave che compariva quasi dal nulla, come una nave fantasma.
Non era facile abituarsi al potere del Nasello Fantasma.
Si incamminarono al porto, incontrando in un vicolo la solita misteriosa Marla che rivelò confuse informazioni carpite da cultisti interrogati (non volevano immaginare con quali metodi).
Forse non tutti gli uditori erano stati eliminati. O forse erano quattro. O forse erano tre ma Herghata non era di questi tre... o forse erano solo subdole trappole e indizi falsi che quel demone lasciava appositamente...
C'era comunque da riflettere...

Giunsero al Nasello.
Il momento di salpare era giunto.
Era una missione difficile, forse mortale, e poteva esser l'ultima volta che lasciavano Gundbarg.
L'ultima notte trascorsa li.
L'ultima volta che salutavano i loro amici.
L'ultima volta che questi mari erano ancora liberi.

mercoledì 15 maggio 2024

RETURN OF THE STORM MAIDEN (51)

 CAPITOLO 51 - DISTRUZIONE E LUTTO

"Vincere non ti insegna nulla, vedi cosa è veramente un uomo quando perde" (Re Rault il Saggio)

Le lerce e strette viuzze di terra battuta terminavano in una piccola piazza cinta da antichi e malconci edifici e dal cortile di un orfanotrofio con le insegne di Ilmater.
Si trovavano in una città piuttosto grande, ma i bassifondi si assomigliano un po' tutti ed era difficile dire quale fosse. Guardando verso est, si vedeva una montagna svettare, priva di punta, come se una immane esplosione l'avesse aperta.
Un vulcano? Il monte Hotenow? Era dunque Neverwinter quella?

Ishmael, seguito da Adelius, era li.
Non era reale, erano in un sogno: il sogno di suo fratello Kragen.
Ed era forse lui quella figura scheletrica e incappucciata che dopo aver lasciato forse delle monete ad una accolita di Ilmater? E quanto somigliava a Mara quella giovane?
La ragazza cercò di scoprire l'identità del benefattore, ed era questo il sogno..o meglio, l'incubo di Kragen in quel momento. Non voleva esser riconosciuto da lei.
Ishmael ovviamente ignorava il perché, ma decise infine di intromettersi, per parlare finalmente col fratello.
Non c'era quel gran calore tra i due, ma Adelius poteva percepire comunque un forte legame.
Ishmael, per verificare le teorie di Lyandria, chiese informazioni sulle anime e sulla possibilità di salvare o ripristinare quella di Hergatha, il piccolo brandello rimasto in Lyandria.
Adelius scambiò anche pareri e domande sulla possibilità di inibire o annullare i poteri di Ydaach'Nar sui non-morti.

Sulla Spina Avvelenata però era quasi l'alba e l'equipaggio si stava svegliando. Il sogno terminò. E Marla era già sul ponte per prelevarli.
Dujek fu nominato vice-capitano in assenza di Lyandria e compagni, e la nave avrebbe atteso li.
Marla li incappucciò perché non vedessero la vera sede del covo che la sua organizzazione aveva ad Hammerstaad.
Li condusse fino ad uno spoglio scantinato dove era tracciato un rozzo cerchio del teletrasporto.

Varcata la soglia, in un attimo si ritrovarono nelle ormai familiari fogne di Gundbarg.
Risalirono dalla via già nota, sbucando vicino al porto.
La cosa strana era che dalla superficie non giungevano rumori: se si erano aspettati un assedio o battaglie ancora in corso, beh, Li accolse il silenzio.
Il silenzio nella sua forma più pura: il suono dell'assenza, della distruzione, del vuoto...il suono della morte.
Quella parte di Gundbarg era in rovina, quasi irriconoscibile rispetto a come la ricordavano.
Poi notarono qualcosa di ancora più inquietante: pochissimi corpi. pochissimi cadaveri.
E segni che qualcuno o qualcosa aveva trascinato i caduti in acqua.
Un macabro e pericoloso dono a Ydaach'Nar, che continuava a recuperare potere.

Adelius pizzicò un ladruncolo halfling che si era riempito di provviste, ma era difficile dargli torto in quello sfacelo.
Il mezzuomo raccontò sommariamente gli ultimi eventi, e con sollievo scoprirono che quanti avevano potuto si erano rifugiati nella fortezza.
Raggiunsero la Fortezza senza incontrare altre anime vive, e dopo qualche ritrosia Olfrand, il figlio minore di Re Olgrave, li riconobbe e fu abbassato il ponte levatoio per farli entrare.
Ainolf Occhioverde sembrava sollevato nel rivederli e li portò al cospetto dell'attuale reggente in assenza del Re: suo figlio Otegard.
Su quel ragazzo gravavano responsabilità che non era pronto e forse neanche intenzionato a prendersi. Lui amava l'arte, la musica, l'avventura e le donne.
L'assedio aveva steso su di lui un velo di cupezza e preoccupazione che neanche la vista degli amici avventurieri sciolse.
Insieme a lui, nella Sala delle Udienze, il consigliere Grundaf e un ferito e malconcio Bethod lo Zoppo.
Lo sciamano Occhioverde raccontò più nel dettaglio cosa era accaduto: un esercito di affogati, dopo aver marciato sul fondale era emerso verso sera seminando il panico.

Superata la sorpresa e le difficoltà iniziali ad organizzarsi con le poche truppe rimaste che non erano in mare con Re Olgrave, i coraggiosi northlander avevano reagito respingendo gli assalti fino a quando giunsero altri morti, e anche orribili progenie abissali, insieme a Cultisti del Vortice con un loro terribile canto.
A quel punto la decisione più saggia era stata arretrare cedendo terreno e barricarsi nella fortezza.
Occhioverde, in forma di falco, aveva tenuto d'occhio la situazione e nel buio della notte e della tempesta aveva infine scorto una enorme massa emergere dal mare, e spazzare via le macilente navi dei cultisti e buona parte dei morti che presero a sciamargli attorno.
Difficile dire cosa fosse successo, non riuscendo a vedere quasi nulla, ma quella cosa aveva interrotto l'assedio.

Vista la situazione, stavano predisponendo squadre di miliziani per riaprire la Fortezza e uscire a battere quartiere per quartiere eliminando pericoli residui e riprendere pieno possesso di Gundbarg.
Per i nostri eroi però c'era un compito più pressante.
Otegard raccontò che durante l'assedio, quella testarda di sua sorella Victarine aveva abbandonato la Fortezza insieme ad alcuni soldati e a Shid'anian per andare a soccorrere chi era rimasto attardato al Porto Vecchio.
Mirava a condurli lungo alcuni passaggi fognari per evitare il caos in superficie.
E non era ancora tornata.
Il cuore di Gelrish si fermò.
Shid'anian in pericolo.
Come nella visione indotta da Ydaach'Nar.

I quattro partirono subito per i vecchi moli cercando una traccia o qualunque elemento aiutasse nella ricerca.
Buona parte dei vecchi edifici in legno era stata sconquassata da qualche onda anomala, e lo stesso per i moli e i residui pescherecci.
Addentrandosi nella zona di ricerca, capirono che non erano soli: orribili corpi gonfi di nordici affogati, pirati o marinai, emersero dai detriti insieme ad un umano orrendamente mutato da tratti abissali.
Quegli putridi avversari assaggiarono presto la rabbia di Gelrish e compagni e furono eliminati senza troppi danni.
Vicino ad una bottega di reti da pesca, ecco finalmente una rampa in discesa a ridosso di una massicciata di pietra, e una griglia arrugginita e divelta dove numerose tracce indicavano che parecchia gente era entrata li sotto... uno degli ingressi del rudimentale sistema fognario cittadino.

Scesi nei tunnel, individuarono facilmente i segni del passaggio lasciato da un gruppo numeroso di fuggitivi, e avanzarono cautamente tra i vari condotti principali, in quella melma fredda e quasi ghiacciata.
In una sala più ampia, che collettava vari canali, trovarono numerosi non-morti distrutti e carbonizzati, disposti quasi in cerchio.
Al centro stavano i resti di chi si era sacrificato per attirarli e farli saltare. Nel ghigno di sfida di quel corpo bruciato, si vedeva un dente mancante... un indizio che gelò il gruppo: era Victarine.
La coraggiosa, insolente, ribelle figlia di Re Olgrave si era sacrificata dando fuoco ad alcuni barili di olio di pesce e pece stoccati li sotto.
Dalle tracce ere evidente che il gruppo aveva proseguito la fuga, e nonostante il gesto di Victarine, altri inseguitori avevano proseguito la caccia.

Giunti in una zona dove l'acqua era più alta, i quattro avventurieri furono assaliti da altri mostri emersi all'improvviso.
Non era esattamente il terreno più favorevole per uno scontro, ma anche questa volta se la cavarono, animati dalla rabbia per la morte dell'amica.
Proseguirono lungo altre gallerie e in uno slargo circolare i segni di un altro sacrificio: numerosi pezzi di non-morti e progenie abissali ancora mezzi congelati, in una deflagrazione di ghiaccio che si era estesa in tutta la zona.
Qualcuno dotato di grandi poteri magici li aveva attirati su di se per far fuggire i popolani. 
Poteva esser stata solo Shid'anian.
Di lei però non c'era traccia e Gelrish si sentì morire.

Svoltando oltre alcune gallerie mezze intasate di detriti, trovarono delle scale che risalivano. Le tracce suggerivano che numerose persone si erano accalcate per risalirle.
Sbucati nuovamente in superficie, si trovarono di fronte ad una piccola caserma della milizia.
L'aria era intrisa di legno bruciato e c'erano diversi piccoli incendi qua e la, compresa un'ala della caserma.
All'ingresso del cortile erano ammassati tavoli, carretti e altri detriti di legno a formare una barricata, e in giro si vedeva solamente qualche zombie residuo che vagava senza meta e che fu subito abbattuto.
Entrarono cautamente nel cortile, e dal corpo di guardia principale giunse un ammonimento a fermarsi.
Una volta chiarito che non fossero altri mostri, ma i loro salvatori, i rifugiati sbucarono dalla porta barricata.
C'erano alcune guardie, e qualche soldato della fortezza, ma per il resto erano un gruppo sporco e spaventato di vecchi pescatori, donne, bambini e altri abitanti di quella zona del porto.
Tra di loro non c'era Victarine, ma questo già lo sapevano.
Ma non c'era neppure Shid'anian, e dissero tristemente che dopo esser rimasta indietro per fermare gli inseguitori, non era più risalita per raggiungerli.
Qualcosa in Gelrish si spezzò per sempre.
Da uno stanzino laterale vicino alle stalle sbucò improvvisamente anche Virga, l'attendente del Re, anche lei giunta a cercare di aiutare Victarine.
Gelrish avrebbe voluto tornare nelle fogne a cercare ovunque, ma quel gruppo vulnerabile doveva esser portato in salvo.
Insieme a Virga li guidarono alla fortezza, dove incontrarono nuovamente Otegard per dargli le pessime notizie.

Quel lutto diede nuova forza al ragazzo, e insieme a Occhioverde cominciarono a studiare un piano per porre fine a quella follia.
Gli avventurieri rivelarono di aver scoperto il luogo dove forse giacevano le spoglie fisiche del Demone, una zona di mare molto profonda, ma il vero problema era che ogni piano era rischioso e ogni perdita giocava a favore di quel bastardo.
C'erano varie proposte, tutte rischiose, e alla fine Otegard ispirandosi ai suoi trucchi da taverna tirò fuori forse il piano migliore: attirare lo sguardo e sperabilmente anche le forze di Ydaach'Nar con una succulenta preda, mentre la ciurma di Lyandria si sarebbe immersa per distruggerlo.
La "preda" era costituita dall'unione delle flotte delle varie isole, che avrebbe veleggiato verso le Ossa di Balena e l'arcipelago di Korinn con la scusa di distruggere tutti i cultisti rimasti.
In quel modo si speravaa che gli avventurieri avrebbero trovato Ydaach'Nar sguarnito, senza nugoli di affogati a difenderlo.
Per quanto semplice, non era affatto male come piano.
Otegard accennò anche a delle monache-guerriere di Istishia che erano giunti in città a cercarli, e forse potevano aiutarli.
Ogni alleato era una risorsa. Anche chi fino a poco tempo fa era stato nemico.
Andava radunata ogni forza possibile.
E chissà se nel frattempo Verania era riuscita a vendicarsi uccidendo l'altro Uditore.

Prima di mettere in atto la macchina organizzativa, il gruppo tornò ai moli a cercare il Nasello Spiaggiato e parlare con Ploppa.
Il tartarughesco "Ammiraglio" raccontò a Lyandria quel che aveva visto la notte precedente.
A salvare Gundbarg era stato un enorme Zaratan, che era emerso distruggendo le imbarcazioni di fortuna dei cultisti e spazzato via numerosi affogati.
Tutti gli altri assalitori della città conversero su di lui, ammassandosi come formiche sull'enorme figura cercando di straziarne piccole parti fino a che, in un enorme vortice ribollente e sfrigolante di energia magica, lo Zaratan sparì, come in un portale.
Era Il Grande Nuban. Lyandria ne era certa.
E anche Ploppa ora ci credeva.



venerdì 3 maggio 2024

RETURN OF THE STORM MAIDEN (50)

CAPITOLO 50 - VISIONI, INCUBI E PRESAGI

"Prima di bruciare i ponti, un uomo dovrebbe imparare a nuotare" (Sciamano Ulf)

Il freddo vento del nord frustava il tempio in rovina dove si era appena conclusa la battaglia con i cultisti. Ce n'era ancora uno vivo, che venne interrogato ma ottenendo poche reali informazioni dalla sua mente plagiata, se non un inquietante riferimento ad una "mietitura".
Nel frattempo la mente di Ishmael aveva accusato il colpo di quel canto dritto nel cervello, e sembrava ora preso da una strana ossessione per una collana di Lyandria, ritenendola fondamentale per le proprie fortune.

Gelrish tornò in acqua e recuperò la testa dell'Uditore per provare a interrogarla.
Nell'acqua anche lui sentì di nuovo nella testa una cupa voce, strane promesse, e inquietanti presagi.
Se non fosse stato per la sua fede in Valkur, forse si sarebbe abbandonato a quella follia, ma il suo dio soffìò via quelle immagini, aiutandolo a riprendersi.
Adelius usò nuovamente il sortilegio per conferire con i morti e la testa parlò.
Nonostante non avesse alcun motivo di collaborare con i suoi uccisori, fu piuttosto lieto di gettarli nello sgomento rivelando che l'isola di Gundarlun era sotto attacco.
Onde di panico saettarono tra gli avventurieri, pensando alla città e agli amici lasciati li, ma Gundbarg era a giorni e giorni di navigazione, come raggiungerla in fretta?
Adelius provò a invocare il fratello, e anche il potere del Figlio di Yggdrasil, ma senza esiti.

Tornarono ad Hammerstaaad e li Lyandria prese le redini della situazione, arringando la folla e mostrando la testa di una progenie abissale per convincerli, parlando del pericolo incombente e incitando chi era in grado a unirsi alla battaglia contro la misteriosa minaccia.
Dopo che una parte dei presenti parve convinta e cominciò ad organizzarsi, un solitario applauso quasi sarcastico sorprese i nostri eroi alle spalle: era Marla Tide, seduta su alcune casse, con le flessuose gambe dondolanti e gli occhi arrossati dal fumo di quel fastidioso sigaretto marrone da cui pareva non separarsi mai.
Disse che era qui sia per loro che per l'Uditore, apprendendo di esser quindi arrivata tardi per quest'ultimo.
Anche lei fu sorpresa di sapere dell'attacco a Gundbarg, e li informò poi delle ricerche di Vestress, la illithid conosciuta ad Ascarle, su entità simili a Ydaach'Nar e altri casi di frammenti di antichi dei.
Secondo Vestress il misterioso avversario non era insidioso da affrontare dal punto di vista fisico, visto che probabilmente non aveva un corpo e forse non poteva ancora neppure muoversi. In fin dei conti era un pezzo di corpo cristallizzato.
Ma li metteva in guardia su tutte le altre capacità e presentunte resistenze che poteva avere.
Conoscendo la rete di agganci e capacità della Società del Krakern, agli avventurieri non restò altra scelta che implorare Marla di portarli a Gundbarg rapidamente.
La donna, scocciata, acconsentì, ma per per usare il potere del teletrasporto disse di dover riposare. L'appuntamento era per l'alba.

Stavano tornando verso la Spina Avvelenata quando Gelrish avvertì un messaggio mentale da Ploppa, che a quanto ne sapevano dopo il successo nel fermare l'avanzata di Re Olgrave, si era unito alla parte di flotta che tornava verso Gundbarg.
"Siamo in vista di Gundbarg: è come una immensa grandinata su un campo di teneri ananas"
La sua voce, per quanto fosse bizzarra la metafora, confermò quel che temevano: l'attacco alla capitale di Gundarlun era vero.
Passarono dunque la notte a bordo della Spina Avvelenata, dove si riunirono per fare il punto della situazione e dove Lyandria rivelò finalmente della risposta di Istishia alla sua richiesta di benedizione, e la dura scelta fatta.
Parlò di un complesso piano, teorico e azzardato, per cercare di riportare in vita Hergatha, proprio partendo dal brandello di anima che si era rifugiato in lei.
Un piano che passava dalla sconfittà di Ydaach'Nar, alle ricchezze del tesoro della dragonessa antica Arveiaturace, per finire con le supposte capacità della sacerdotessa Shid'anian.
I suoi compagni si mostrarono molto scettici e dubbiosi a riguardo...in fondo, la storia passata dimostrava che fidarsi di una Stromkir non portava mai ad una bella fine.

Terminata la riunione, mentre si stavano separando per andare a riposare, Dujek segnalò che era tornato quel dannato cormorano messaggero.
Portava un piccolo messaggio dello Sciamano Ulf, che li ammoniva (troppo tardi!) a non far strage di cultisti perchè ipotizzava che erano solo altre anime che finivano al demone in fondo al mare.

I sogni di Gelrish furono agitati, rivide quell'occhio in fondo al mare, udì la sua voce beffarda che gli diceva che avrebbe preso Shid'anian, e mentre fissava quell'occhio ci vide dentro cadaveri.
Cadaveri affogati che emergevano dalle acque, nelle fogne e nel porto della capitale.
Si svegliò con un urlo.
In un'altra cabina, come chiesto da Ishmael, Adelius attuò la sua magia dei sogni per rivivere alcuni ricordi della fuga di Ishmael dal suo capitano, nonché padre, vampiro.
Rivide i suoi compagni di fuga, la tenace Mara, e il saggio fratello Kragen, così simile a Ishmael anche se più esile ed emaciato.
Momenti lontani.
Momenti nostalgici. Mara ormai era sotto terra, ma Kragen forse era ancora vivo dopo esser entrato nella Confraternita Arcana di Luskan.
Nel sogno Ishmael chiese poi ad Adelius di cercare proprio lui, perché c'era bisogno anche del suo sapere... l'avrebbe trovato?