CAPITOLO 53 - MARI TEMPESTOSI
"L’ignoranza è un baratro e la conoscenza è il ponte." (Vestress, reggente di Ascarle)
Il Nasello Spiaggiato veleggiava verso sud-sud-est insieme alle poche navi rimaste a Gundbarg ancora in grado di salpare.
Alla ciurma si erano unite le monache-guerriere e come al solito Alina, desiderosa di esser presente per vendicare il padre.
Davanti a quell'infinita linea grigio-blu del mare invernale, ognuno era immerso nei propri pensieri e nelle proprie battaglie mentali, cercando di pensare (o non pensare in certi casi) a cosa li aspettava...
Alla ciurma si erano unite le monache-guerriere e come al solito Alina, desiderosa di esser presente per vendicare il padre.
Davanti a quell'infinita linea grigio-blu del mare invernale, ognuno era immerso nei propri pensieri e nelle proprie battaglie mentali, cercando di pensare (o non pensare in certi casi) a cosa li aspettava...
Il primo giorno trascorse tranquillo, per quanto possano essere tranquilli quei mari invernali.
Solo qualche banco di ghiaccio vagante, e qualche detrito portato dalla corrente, frutto di chissà quale battaglia precedente.
Quella notte Adelius provò ad entrare nei sogni e cercare Shid'anian, ma senza successo.
Quella notte Adelius provò ad entrare nei sogni e cercare Shid'anian, ma senza successo.
Il secondo giorno iniziò sotto cattivi auspici: per quanto il cielo fosse oppresso da pesanti e minacciose nubi grigie, il mare era incredibilmente piatto e calmo, e il problema principale era l'assenza di vento.
Adelius trasformò Gelrish in una gigantesca balena, che aiutò a dare propulsione alle imbarcazioni, in modo da riuscire comunque a tenere un minimo di rotta.
Sott'acqua, nella sua forma di cetaceo, Gelrish notò che il livello del mare sembrava abbassato.
C'erano anche pochissimi pesci, e quei pochi erano diretti dalla parte opposta alla loro.
Quando la metamorfosi terminò, per fortuna si era alzato un minimo di vento e una leggera corrente nell'acqua.
Quando la metamorfosi terminò, per fortuna si era alzato un minimo di vento e una leggera corrente nell'acqua.
Poi la notarono.
Una lunga linea bianca all'orizzonte.
Non poteva essere una costa innevata.
Forse era un banco di nebbia compatta. O nubi basse?
Con un brivido, aguzzando meglio lo sguardo, Ishmael comprese... era un'onda.
E' estremamente difficile quando si è in mare, sballottati dalle onde, accorgersi di un terremoto, per quanto potente sia. Ed evidentemente c'era stata qualche scossa e ora il mare propagava quelle onde mortali aprendosi in una circonferenza distruttiva anche verso di loro.
Una lunga linea bianca all'orizzonte.
Non poteva essere una costa innevata.
Forse era un banco di nebbia compatta. O nubi basse?
Con un brivido, aguzzando meglio lo sguardo, Ishmael comprese... era un'onda.
E' estremamente difficile quando si è in mare, sballottati dalle onde, accorgersi di un terremoto, per quanto potente sia. Ed evidentemente c'era stata qualche scossa e ora il mare propagava quelle onde mortali aprendosi in una circonferenza distruttiva anche verso di loro.
Anche le altre navi se ne accorsero.
Tutti manovravano nel panico, cercando di allineare la prua all'immensa massa d'acqua in arrivo, fissare o eliminare tutti gli oggetti liberi sul ponte e trovare il modo di non farsi sbalzare via.
Più si avvicinava, più si capiva la sua velocità e la sua altezza smisurata.
Incombeva su di loro, davanti a loro... e un attimo dopo lo schianto.
Adelius provò ad erigere un muro di protezione, mentre Lyandria fece appello alla magia per modellare l'acqua, ma il Nasello subì il colpo, prima una frustata verso l'alto, e la pressione verso il basso, come un maglio.
In tanti vennero sbalzati, e Adelius perfino fuori bordo.
Provò a usare un incantesimo di levitazione per issarsi fuori dall'acqua ma la seconda onda, non meno impressionante della prima era già pronta a colpire e gli fracassò alcune costole nell'impatto.
Il Nasello ancora una volta venne parzialmente salvato dall'incantesimo di Lyandria.
C'era già una terza onda, forse più piccola ma ugualmente distruttiva che stava arrivando.. videro che il pennone, insieme alla polena e parte della prua, era già mezza devastata, e la povera nave rispondeva con scricchiolii sinistri a quelle sollecitazioni.
Ishmael salvò alcuni marinai, mentre Madian si era tuffata coraggiosamente per raggiungere Adelius, ma intervenne prima la magica cavalcatura evocata da Lyandria, un pegaso che trasse in salvo entrambi prima di sfrecciare in alto ed evitare l'ennesima onda.
Lentamente lo tsunami si placò, lasciando navi ed equipaggi stremati.
Sembrava una flotta di relitti fantasma.
Si misero tutti subito al lavoro per rimettere in sesto i vascelli, e per fortuna il Nasello, con la sua maledizione, diventò realmente un vascello fantasma al sopraggiungere del crepuscolo.
In quella forma spettrale soffriva meno il mare e riuscirono a ripararlo più facilmente, e ad evitare la tempesta che come un colpo di grazia stava ora arrivando.
La navigazione era comunque difficile, con quella coltre a coprire le stelle, da sempre il più tradizionale e affidabile strumento di orientamento.
La navigazione era comunque difficile, con quella coltre a coprire le stelle, da sempre il più tradizionale e affidabile strumento di orientamento.
All'alba purtroppo la tempesta non si era placata e il Nasello tornò alla sua forma materiale affrontando con le altre navi la crescente bufera di vento, pioggia gelata e onde impazzite.
Si faceva fatica a parlare, in quel venti ululanti, e pareva che cielo e mare si fossero uniti in un unica entità infuriata contro quelle povere navi.
Fu Murray a scuotere Gelrish e a fargli trovar la forza di invocare Valkur.
Si faceva fatica a parlare, in quel venti ululanti, e pareva che cielo e mare si fossero uniti in un unica entità infuriata contro quelle povere navi.
Fu Murray a scuotere Gelrish e a fargli trovar la forza di invocare Valkur.
Se non ora quando, quella divinità protettrice dei naviganti nordici, aveva il dovere di intervenire?
E tutto attorno alla piccola flotta, lentamente, la tempesta parve placarsi.
Gelrish sentì il potere attorno a lui.
E tutto attorno alla piccola flotta, lentamente, la tempesta parve placarsi.
Gelrish sentì il potere attorno a lui.
Il formicolìo di una energia che gli ridiede fede e morale.
E mentre tutto attorno la tempesta proseguiva, loro potevano avanzare in una bolla di tranquillità, fino a che finalmente qualche ora dopo il tempo si placò.
E mentre tutto attorno la tempesta proseguiva, loro potevano avanzare in una bolla di tranquillità, fino a che finalmente qualche ora dopo il tempo si placò.
Il giorno dopo all'orizzonte non comparve qualche altra disgrazia, ma questa volta erano vele. I Vessilli di Gundarlun, di Re Olgrave, di Ruathym e Holgerstead.
Erano riusciti a riunirsi al resto della flotta già in mare da tempo.
Una nave piena di irsuti e bellicosi hamfriggan si accostò e tra loro un raggiante Baandulf li salutò energicamente.
Poco distanti le squadrate e sgraziate navi dei nani di Rethgaard.
Dalla nave della Prima Ascia Wedigar, proveniente da Holgerstead, balzò invece a bordo una loro piccola conoscenza: Brandoban Billandis Arcibinden Febblerius Copperpot, che per amor di brevità ora chiameremo Brando.
Lo gnomo conosciuto tempo fa a Vikgaard, quando cercavano le origini di Verania, non aveva dimenticato la loro richiesta d'aiuto, e aveva cercato alcuni eruditi gnomi per cercare di dare una mano in qualche modo.
Anche se non conoscevano il segreto della polvere nera, avevano inventato una sorta di barile esplosivo imbottito di alcune palle di fuoco ritardate, tenute in stasi da qualche diavoleria di rune e meccanismi, e bastava rompere il sigillo di ceralacca e dopo qualche istante...BOOOMMM!
Era senza dubbio un dispositivo pericoloso per la loro stessa incolumità, ma poteva esser utile e Brando fu fiero di donarlo ai nostri eroi.
Era bello rivedere volti conosciuti, e la flotta diventare più imponente man mano che si aggiungevano navi.
Dalla nave della Prima Ascia Wedigar, proveniente da Holgerstead, balzò invece a bordo una loro piccola conoscenza: Brandoban Billandis Arcibinden Febblerius Copperpot, che per amor di brevità ora chiameremo Brando.
Lo gnomo conosciuto tempo fa a Vikgaard, quando cercavano le origini di Verania, non aveva dimenticato la loro richiesta d'aiuto, e aveva cercato alcuni eruditi gnomi per cercare di dare una mano in qualche modo.
Anche se non conoscevano il segreto della polvere nera, avevano inventato una sorta di barile esplosivo imbottito di alcune palle di fuoco ritardate, tenute in stasi da qualche diavoleria di rune e meccanismi, e bastava rompere il sigillo di ceralacca e dopo qualche istante...BOOOMMM!
Era senza dubbio un dispositivo pericoloso per la loro stessa incolumità, ma poteva esser utile e Brando fu fiero di donarlo ai nostri eroi.
Era bello rivedere volti conosciuti, e la flotta diventare più imponente man mano che si aggiungevano navi.
Il giorno successivo anche la nave di mercenari di Mintarn risalente su dalle Norland giunse nella flotta con Maran e Galdran.
Quella notte, Lyandria chiese aiuto ad Adelius per sognare in qualche modo se stessa, e cercare di entrare in contatto col brandello di anima che ospitava.
Riuscì realmente a contattare Hergatha, anche se la donna ripeteva spesso frasi uguali e diceva di esser spezzata. Lyandria voleva cercare di capire cosa fare con lei, e farsi aiutare anche nell'imminente scontro. La Storm Maiden la mise in guardia dicendo che Ydaach'Nar, avendo divorato quasi tutta la sua anima, avrebbe usato questa connessione per usarla contro di lei.
Quel sogno lasciò molti dubbi alla giovane capitana.
Sotto un cielo cupo e freddo, venne il giorno del piano.
La flotta si divise per assalire e sradicare i cultisti del demone dalle piccole isole di quegli arcipelaghi selvaggi, sperando di attirare tutte le creature comandate da Ydaach'Nar.
Il Nasello doveva sfruttare il momento propizio e cercare quell'entità. La nave di Maran restò d'appoggio alla loro, per proteggere chi restava in superficie, mentre i volontari si immergevano nell'ignoto.
Ancora mezza giornata di navigazione e sarebbero giunti in corrispondenza del punto individuato sulla mappa che contrassegnava la zona d'affondamento della Danzatrice Rossa.
E si sperava che Ydaach'Nar fosse la sotto.
Il Nasello doveva sfruttare il momento propizio e cercare quell'entità. La nave di Maran restò d'appoggio alla loro, per proteggere chi restava in superficie, mentre i volontari si immergevano nell'ignoto.
Ancora mezza giornata di navigazione e sarebbero giunti in corrispondenza del punto individuato sulla mappa che contrassegnava la zona d'affondamento della Danzatrice Rossa.
E si sperava che Ydaach'Nar fosse la sotto.