venerdì 14 marzo 2025

LA NOTTE DEI 1000 SUICIDI (2)

Indizi, coltellate, aiuti e illuminazioni

"È mia triste osservazione che spesso gli uomini vogliono sempre di più: ognuno di noi è il suo proprio diavolo, e facciamo di questo mondo il nostro inferno" (Oste Tauvin)

Quattro individui, tre di essi con le divise del Pugno Fiammante, vagavano nel dedalo di viuzze ormai quasi buie a metà tra il quartiere di Catasta e la Via Est.
Avevano deciso che vista la distanza, era opportuno far visita alle terme per indagare sulla vittima numero 7.
Robell Berondium era stato trovato infatti morto in una delle vasche nelle chiacchierate terme "L'Anima Linda", gestite da un halfling chiamato Berumio Geldorius.

Talvolta le Terme erano frequentate anche da qualche soldato del Pugno, ma la loro atteggiamento l'inserviente all'ingresso capì subito che non erano lì per piacere.
Andò subito a chiamare il capo.
Ma Ainwen voleva approfittare del luogo e lo convinsero a parlare in una vasca lontana dall'ingresso e da orecchie indiscrete.
Una assistente al seguito del capo, una ragazzetta molto giovane, prese in consegna divise ed equipaggiamenti di chi si calò nelle vaporose acque taumaturgiche.
William invece, ben poco ancora nella parte del soldato, mostrò indisciplina e si infilò nella stanza a fianco, dove trovò una strana coppia che cercava solo tranquillità, uno gnomo e una minuta mezzelfa, rovinando non solo il loro bagno ritemprante ma chissà, forse perfino il loro rapporto.
Geldorius spiegò affabilmente che il povero Robell veniva saltuariamente, possedeva un emporio in quello stesso quartiere.
Secondo il mezzuomo, aveva affrontato qualche difficoltà in passato, ma aveva trovato le risorse per risollevare alla grande la sua attività.
Piotr, abile nel leggere il linguaggio del corpo, notò alcuni segnali di titubanza e imbarazzo mentre Geldorius rispondeva ad alcune domande, quindi con una scusa la portò fuori dalla stanza per vederci chiaro.
Ammise che le dispiaceva "gettare vergogna e maldicenze sui morti" ma la sera stessa della morte dell'uomo, la notte di Mezzinverno, raccontò di averlo visto furtivamente girovagare negli spogliatoi e nelle altre stanze come se volesse rubare.
Nella vasca intanto Geldorius continuava a raccontare di quella notte, e del piccolo promemoria trovato tra le vesti del deceduto, un semplice pezzetto irregolare di pergamena con scritto "ancora 190 monete" e una data: l'ultimo giorno di Hammer.

Piotr poi si intromise anche lui nella vasca con William e la coppia infastidita, perché era proprio quella dove secondo la ragazzina era stato trovato il corpo di Robell.
Nonostante ormai fosse stato tutto ottimamente ripulito, in un punto dove il bordo della vasca era più acuminato Piotr trovò ancora un po' di sangue misto a strane particelle, che cercò di grattar via facendole aderire ad un pezzo di carta.
Le indagini furono interrotte dal trambusto creato dallo gnomo furente che cercava Geldorius per reclamare vista l'intromissione di William, che incurante continuava a sedurre Oldolin, la mezzelfa.

In fretta e furia, i quattro se ne andarono da una porticina di servizio, lasciando alle loro spalle il caos che stava per scoppiare.

Ormai il sole era tramontato, ed era stata una lunga giornata di indagini, su e giù per quella città di merda. Erano esausti e discussero sulla prossima mossa.
Qualcuno voleva puntare alla Tavena Tana del Ratto, teatro del caso numero 5, così da potervi poi riposare, mentre altri proponevano di indagare sul caso numero 3, che era vicino ad una locanda con una rinomata cucina, L'Astice Invasato.
Puntarono verso il porto, costeggiando una zona piuttosto desolata, uno stretto budello di catapecchie dai tetti malridotti, fino a passare a fianco ad un piccolo cimitero in disuso.
Udirono un urlo femminile.
Proprio da li.
Cautamente si inoltrarono tra le erbacce e le poche lapidi spezzate, ma lo spadone di Ainwen la avvisò di un agguato.
Non erano soli.
Cinque figure emersero dal buio, tutto attorno a loro.
Una trappola!
Erano seguaci di Bhaal, e volevano sapere tutto sull'ondata di morti, evidentemente adirati perché qualcuno aveva invaso le loro competenze.
Ma i soldati del Pugno Fiammante sapevano ancora troppo poco di questa faccenda, e soprattutto avevano ancora meno idea di condividerla con dei pazzi omicidi di quel culto che credevano fosse stato estirpato ma ogni volta rispuntava.
Quindi furono le lame a parlare.
Lame e magia, perché quei militari non erano solo addestrati alla mischia.

Nel tempo che Ainwen assaltasse improvvisamente quello che pareva il capo, Sum raddoppiò inaspettatamente la sua velocità mietendo colpi a destra e a manca, mentre Piotr, da posizione elevata puntava la sua balestra e William intesseva un sortilegio di rallentamento.
I cultisti caddero uno dopo l'altro tranne il capo, un individuo sinistramente dotato di poteri sovrumani, in grado di generare terrore e vulnerabilità alle sue temibili coltellate.
Vistosi in minoranza, il bhaalita fuggì, lasciando William e Ainwen feriti da tremende pugnalate.

Se avessero detto a William che la sua esperienza per immedesimarsi in un soldato avrebbe comportato vere ferite e concrete possibilità di morte chissà se si sarebbe imbarcato in quella maledetta impresa.
Un contrattempo davvero fastidioso che però almeno escludeva una delle teorie dell'Inquisitore Green: non c'entrava il culto di Bhaal.

Rattopparono le ferite e proseguirono, più cautamente, verso il porto.

Parlarono con una vecchia pescivendola che aveva individuato il corpo della vittima numero 3: il mezzorco Jerome Grutman, e furono indirizzati alla Locanda dell'Astice Invasato, dove il mezzorco giocava spesso d'azzardo cospicue cifre.
Era un bel locale a due, affacciato su uno dei numerosi moli, e con un cortile dotato di tavoli all'aperto illuminati a quell'ora da elaborate lanterne di rame intrecciato.
Dopo un'occhiata alla variegata clientela, entrarono.
L'oste, tale Tauvin, confermò quelle voci.
A quanto pareva, Jerome era un tipaccio che intimidiva e usava la forza, usato da bande e organizzazioni criminali, e per quanto amasse il gioco d'azzardo, soprattutto il gioco di dadi "Le Ossa di Baldur", non era certo abile e perdeva spesso, anche grandi somme.

Tutte le conversazioni furono tenute sotto controllo da William con la lettura dei pensieri superficiali fino a quando un enorme omone baffuto, il cuoco, emerse dalle fumose cucine per richiamare Piotr, riconoscendolo come sarto e chiedendogli un piccolo favore per sistemare il vestito nuovo da regalare a sua moglie.

Piotr fu in realtà condotto tramite una botola nelle cantine, e da li in un anguste stanzette umide ancora più sottostanti, finché da un passaggio segreto che sfociava direttamente in un condotto fognario, emerse una sinuosa figura femminile che Piotr riconobbe subito: Ricamino.

La donna ascoltò il resoconto del ladro, poi aggrottò la fronte pensierosa studiando la lista di nomi, come a cercarne un collegamento.
Ben tre di loro erano stati derubati dalla Gilda (di due ne era al corrente anche Piotr, ma non di Robell Berondium).
Ricamino spiegò allora che quel che li collegava, almeno quei tre, era il Banco della Carità.

Tale attività si era insediata da tempo e stava diventando popolare specialmente tra i quartieri poveri, perché offrivano baratto, scambio di oggetti, donazioni, aiuti, e anche prestiti ad un tasso tanto ridicolo da pestare i piedi alle attività di usura e strozzinaggio della Gilda.
Per questo Keene Novedita in persona aveva mandato una squadra a risolvere il problema ma non era andata come previsto.
I delegati erano tornati con un accordo: quando un debitore del Banco aveva la somma pronta alla restituzione, sarebbero stati avvisati così da beccarlo col gruzzolo e derubarlo.
Questo aveva portato ad un rifiorire dell'usura, perché a volte i derubati, non potendo chiedere nuovamente al Banco, si vedevano costretti a racimolare la cifra in fretta e presso altri canali della Gilda, a tassi capestro.
Quel lasciava perplessa Ricamino era che razza di vantaggio avesse il Banco a trovarsi così con debitori insolventi e disperati...
L'uomo risalì dalle cantine, notando anche la bisca clandestina ivi nascosta e alcune facce note intente a scannarsi a suon di puntate: il goblin Galin, insieme a Jamros, Syaoran e lo strano svirfnebiln Fili.. temuti "risolutori" anch'essi al servizio di Ricamino (NdR: vedi "Per un Pugno di Sannish").

Di sopra intanto, Sum si era ubriacato e William l'aveva subdolamente addormentato, non appena Piotr si riunì a loro si trascinarono in una stanza per il meritato riposo e per un ultimo confronto tra tutti gli indizi.
Il ladro trovò il modo di riferire il suggerimento di Ricamino dicendo che aveva origliato di questo Banco della Carità dalla moglie del Cuoco.
Esaminarono alla luce anche quella strana polvere recuperata: sembrava ferro, ma con strani riflessi, come bagliori di fiamma. Ferro infernale?
Questa volta sarebbe stata la pista giusta e definitiva?

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