IL MANIERO DI ROCCA MALPRESA
Cupo e solitario, il maniero si stagliava sulla collina dominante lo borgo.
Lo scaltro menestrello rivelò che ci dovea esser pertugio o passaggio per transitar secretamente allo suo interno.
Come mai potesse favellar di tale conoscenza era un mistero, ma nessun di loro si pose codesta domanda, presi com'eran nel pianificar l'assalto.
Come mai potesse favellar di tale conoscenza era un mistero, ma nessun di loro si pose codesta domanda, presi com'eran nel pianificar l'assalto.
Smilziade si circondava di due luogotenenti temibili: una baldracca in grado di usar la fandonia come una stregona e un enorme morgante armato di un ascia ancor più grande della sua già grande panza.
Con circospezione giraron attorno al maniero in cerca di ogni punto debole o spunto, trovando verità nelle parole del giullare quando scoprirono il passaggio nascosto tra gli sterpi.
Si divisero.
Ora si faceva sul serio. Non più manrovesci o mischie da locanda, ma lame e sangue, perché altro non avrebbero ricevuto in cambio.
Un gruppo, aiutato anche dal Cavalier Inesistente, attirò le forze e le attenzioni nemiche al cancello mentre l'altro, penetrato nella galleria, avrebbe dovuto sbucare alla spalle degli assediati.
Il tempo passava e il piano non pareva galoppar come previsto, e dall'interno non giungevan notizie degli infiltrati.
Sbucati nelle cantine infatti, faticaron a trovar modo di salire e soprattutto liberaron incautamente creatura di cui soltanto si era favoleggiato, ma inver esisteva davvero.
Il mostro della Rocca.
Forse un parente, forse una vergogna da nasconder, l'enorme omone deforme dalla mente debole e dalla forza di un gigante, una volta fuggito se la prese in egual modo con canaglie e banditi, democratico e imparzial nell'elargir mazzate a destra e mancina, sfondando porte e financo muri, per poi fuggir nel bosco.
L'imprevisto ora però giocava a lor favore, e quand'anche i popolani di Roccasecca ora brandivano il coraggio, oltre che forche e attrezzi, e davan man forte nell'assedio esterno, impietosi, seppur feriti e malconci, i nostri eroi finiron l'astuto e rapido Smilziade e la sua banda, liberando l'antico maniero.
Giustizia era fatta.
COLPO DI SCENA
La sera dopo una folla era radunata davanti al Maniero.
Alle loro spalle, a guardar la scena, il piccolo cimitero privato della Rocca, da cui la tomba del Duca-Conte guardava la scena.
Alle loro spalle, a guardar la scena, il piccolo cimitero privato della Rocca, da cui la tomba del Duca-Conte guardava la scena.
Il Borgomastro, nella riconoscenza dei contadini liberati, stava per apprestarsi a dichiarare Pietro Pietri erede e nuovo Duca-Conte della Rocca.
Un fischiettar, unito al trascinar d'arnese, attirò però l'attenzione.
Lo menestrello mascherato giungeva tra loro trascinando una vanga, e tra la sorpresa e l'indignazione generale prese a zappar la tomba dello Duca-Conte.
Già si udiva batter sul legno quando provarono a fermarlo, ma ancorché anziano di divincolò con forza e con ultima leva sull'arnese scostò il parte il coperchio della bara.
Era vuota.
Sardonica risata accompagnò il suo sfilar la maschera e mostrar lo volto nascosto: era Duca-Conte PierMatteo Barambani Ettore Cobram II in personam, vivum et vegetum, non-defunto, respirante e dotato di polmonar capacità
Ali di folla sgomente e incredule fecer lui passare aprendosi riverenti fin al lontano parente, che consolò con una pacca.
"Figliolo, avevo capito che le guardie erano in odor di tradimento e pria che facettermi fuori, mi son fatto fuori da me.
Volevo veder se qualcun d'eroico e bravo era in grado di fronteggiar quei marrani, e tu et li tuoi valenti compagni lo siete stati.
Entrate nella mia cricca. Diventate la mia banda. La base sarà il maniero, e avrete agi e granlussi"
"Figliolo, avevo capito che le guardie erano in odor di tradimento e pria che facettermi fuori, mi son fatto fuori da me.
Volevo veder se qualcun d'eroico e bravo era in grado di fronteggiar quei marrani, e tu et li tuoi valenti compagni lo siete stati.
Entrate nella mia cricca. Diventate la mia banda. La base sarà il maniero, e avrete agi e granlussi"
Che dire? Le canaglie, superata sorpresa e delusione, accettarono.
Ma perché sprecar tale folla e l'autorità presente per non declamare nulla?
Comare Inese, con gran faccia tosta, prese la man del Pietro Pietri e innanzi allo Padre Terno e al popolo di Roccasecca lo prese in matrimonio!
Inutile dire che lo Duca-Conte rinunciò di buon grado allo ius primae noctis.
E non per cavalleria.
Fine