SALVATAGGIO
I giorni per la scadenza dei termini dell'Eredità erano stringenti, ma la Compagnia dovette prestar attenzione ad ogni mossa, e la popolazione non era certo tutta collaborativa et amichevole, ma zotica e sospettosa.
Con arguto stratagemma però riuscirono a catturare alcuni dei Farabrutti, scontrandosi anche con uno di loro che domava verri e cinghiali come fosser teneri canidi.
Ma le canaglie, ancorché equipaggiate alla stregua di straccioni e con armi assai di basso lignaggio ed affidabilità, avean la forza di Pietro, la melliflua influenza di Ganassa, la forza della fede di Comare Inese e gli incredibili burattini animati di Pacioso.
Scoprirono alfin dove era tenuto prigioniero messer Barbaglio, lo Borgomastro: alcune grotte poco distanti dal borgo.
Ma le canaglie, ancorché equipaggiate alla stregua di straccioni e con armi assai di basso lignaggio ed affidabilità, avean la forza di Pietro, la melliflua influenza di Ganassa, la forza della fede di Comare Inese e gli incredibili burattini animati di Pacioso.
Scoprirono alfin dove era tenuto prigioniero messer Barbaglio, lo Borgomastro: alcune grotte poco distanti dal borgo.
Riposati in una stalla per evitar visite dei restanti Farabrutti, si inerpicaron per la selva oscura trovando, grazie ad alcuni infanti dispettosi ma conoscenti del luogo, la cavità pietrosa ove era custodito lo sventurato.
Con poca strategia passaron alle vie di fatto, ma i carcerieri disponevan di via di fuga lungo stretta galleria e visti a mal partito cercaron la fuga da quel lato.
Soltanto la magia della fandonia riuscì a rallentarli e a impedire che fuggissero a dare l'allarme.
Messer Barbaglio era vivo et salvo.
Nel covo reperiron anche l'elmo del cavaliere Inesistente, e una volta restituito lo strano individuo garantì aiuto nella lotta ai banditi.
Tornarono al paese.
La sua casa era però occupata da alcuni pericolosi sgherri della ghenga dello Smilziade, e tutti i registri e lo sapere eran là custoditi.
Con altra prode missione, sfruttando imposta non ben assicurata, le canaglie penetraron nella casa del Borgomastro.
Silenti come bruma mattutina.
Invisibili come ombre del trapasso.
Fecer ratto dei ai tomi col minimo sforzo e col minimo scontro e tornaron dallo Borgomastro, nel frattempo accomodato dallo scaltro Oste, ora finalmente collaborativo dopo la prova della Compagnia, in un vano secreto dello scantinato.
Con costernazione del Pietro Pietri, a dir delle scartoffie, secondo lo Borgomastro l'esatta e justa attribuzione dell'Eredità prevedeva solo il Maniero, e non tutta la borgata.
Anche quello era meglio di niente, e l'avaro Duca-Conte passato a baciar la terra avrà avuto ben qualche ricchezza nascosta tra quelle mura.
Era tempo di passar alla pugna e cacciare la ghenga dei Farabrutti definitivamente, anche le la Rocca, per quanto malconcia, non era facil preda di assedio.
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