ROCCASECCA DI ROCCA MALPRESA
Soave bosco di noccioli e castagni divideva i prodi dalla colline del paese.
Nell'attraversarlo però, si imbatteron in orrorifica visione: un cavalier senza testa infuriato, armato di lungo spadon che tutto parea tranne che di bassa lega.
Terribile scontro era nell'aere ma infin fu chiarita l'aspra verità: lo cavalier possedeva testa e intelletto, ma era invisibile.
Mai avevan visto finora appartenente a tale razza arcana: gli inesistenti.
Creature della fandonia che senza abiti svaniscono del tutto.
La creatura, dal volgare accento di Apollonia, era adirata con dei banditi siti a Roccasecca che gli avean sottratto l'elmo, lasciandolo in cotal situazione.
Pregò le canaglie, ivi dirette, di recuperarlo e in cambio gli avrebbe donato la sua pregiata arma.
Terribile scontro era nell'aere ma infin fu chiarita l'aspra verità: lo cavalier possedeva testa e intelletto, ma era invisibile.
Mai avevan visto finora appartenente a tale razza arcana: gli inesistenti.
Creature della fandonia che senza abiti svaniscono del tutto.
La creatura, dal volgare accento di Apollonia, era adirata con dei banditi siti a Roccasecca che gli avean sottratto l'elmo, lasciandolo in cotal situazione.
Pregò le canaglie, ivi dirette, di recuperarlo e in cambio gli avrebbe donato la sua pregiata arma.
Accettato lo nobile patto, la Compagnia caracollò fin dunque al borgo.
Ed eccolo nella sua bruttezza cenciosa, lo piccolo agglomerato di case guardato dall'alto da una Rocca invero parecchio trascurata e decadente.
Pietro Pietri non pensava che il suo lontano parente fosse così ben voluto e amato dai cittadini, e invece trovò lo paese in stato di tristezza e cupezza.
Tirava insomma una brutta aria.
Ma si sbagliava: al popolino ben poco tangeva del trapasso nobiliare, ed altri, avrebbero presto saputo, eran i crucci di codesta contrada.
Pietro Pietri non pensava che il suo lontano parente fosse così ben voluto e amato dai cittadini, e invece trovò lo paese in stato di tristezza e cupezza.
Tirava insomma una brutta aria.
Ma si sbagliava: al popolino ben poco tangeva del trapasso nobiliare, ed altri, avrebbero presto saputo, eran i crucci di codesta contrada.
Per fortuna tale infausto borgo era almen dotato di Locanda.
Sbiaditi caratteri su ciondolante legno recitavan "Locanda Cascina Sfasciata"
Non v'era molta gente nel locale basso e fumoso, ma tutti guardarono i forestieri.
Un untuoso oste si fece loro dappresso mentre vicino al camino un menestrello mascherato strimpellava svogliato.
Ahi che amara verità emerse da quelle quattro mura!
L'oste spiegò che Rocca Malpresa, alla morte del Duca-Conte, era stata occupata da una ghenga di banditi, i Farabrutti, guidati da Smilziade lo Smilzo.
Quei maledetti gradassi la facean da padrone come fosse tutto loro.
Le restanti guardie de Duca-Conte si era date alla macchia, a parte qualcuna che addirittura si era unita ai Farabrutti.
Le restanti guardie de Duca-Conte si era date alla macchia, a parte qualcuna che addirittura si era unita ai Farabrutti.
E riguardo all'Eredità, come suggerì lo Menestrello Mascherato, v'era poi da verificar l'effettiva legislazione, perché non era chiar se dava al Pietro Pietri solo il maniero o l'intero potere sul borgo.
Registri e leggi del posto però eran di competenza del Borgomastro, ma era sparito, segregato dai Farabrutti da qualche parte.
L'impresa era or chiara nelle loro menti: salvar lo Borgomatro Barbaglio et liberar lo paese tutto dalla piaga di Smilziade.
Registri e leggi del posto però eran di competenza del Borgomastro, ma era sparito, segregato dai Farabrutti da qualche parte.
L'impresa era or chiara nelle loro menti: salvar lo Borgomatro Barbaglio et liberar lo paese tutto dalla piaga di Smilziade.
Il periglio però era che la ghenga avversa venisse a saper della presenza della Compagnia e dello prezioso carteggio dell'Eredità.
Ogni passo andava erudito et pensato acutamente.
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