CAPITOLO 23 - SCOPERTE E PIANIFICAZIONI
"Non ho mai visto fare più danni che dalla gente che agisce secondo principi elevati" (Shid’Anian, Sacerdotessa di Valkur)
Nel mese di Uktar solitamente Gundbarg era sempre stata una città frenetica, dove tutti correvano per ultimare i lavori, trasporti, gli approvvigionamenti per l'imminente inverno.
Non era questo il caso.
La città era cupa, la gente poca, i moli mezzi vuoti e la maggior parte della popolazione mobilitata per il conflitto.
In questa tetra cornice, sotto una fitta pioggerella fredda, che pungeva come mille aghi, i nostri eroi si diressero subito verso il Castello.
Non era questo il caso.
La città era cupa, la gente poca, i moli mezzi vuoti e la maggior parte della popolazione mobilitata per il conflitto.
In questa tetra cornice, sotto una fitta pioggerella fredda, che pungeva come mille aghi, i nostri eroi si diressero subito verso il Castello.
Lungo il tragitto scorsero la sagoma di vecchie conoscenze: i Cacciatori di Streghe.
Parevano malconci, e ne mancava uno, quel loro inquietante e silenzioso arciere.
Il gruppo li raggiunse subito, per carpire le scoperte che avevano fatto a Berranzo, venendo accolti con occhiate astiose anche se stanche.
Il lupo nero di Varsha ringhiava, e lei non era da meno.
Il Vecchio Lupo riferì che Aldym era morto in quelle dannate miniere, e che le leggende erano vere: quel posto era un inferno.
Nonostante tutto però, avevano trovato un registro del responsabile delle miniere, un tale Pasha Pak-Mashoud.
E ucciso e decapitato la sua figlia superstite, una creatura mutata che viveva ancora li, abbandonata, e li aveva tenuti d'occhio a lungo prima di esser sorpresa e scoperta.
Il Vecchio Lupo lanciò una sacca con la sua orrenda testa come macabra testimonianza del racconto, e i resti marcescenti e scrostati dal sale del registro.
Parevano malconci, e ne mancava uno, quel loro inquietante e silenzioso arciere.
Il gruppo li raggiunse subito, per carpire le scoperte che avevano fatto a Berranzo, venendo accolti con occhiate astiose anche se stanche.
Il lupo nero di Varsha ringhiava, e lei non era da meno.
Il Vecchio Lupo riferì che Aldym era morto in quelle dannate miniere, e che le leggende erano vere: quel posto era un inferno.
Nonostante tutto però, avevano trovato un registro del responsabile delle miniere, un tale Pasha Pak-Mashoud.
E ucciso e decapitato la sua figlia superstite, una creatura mutata che viveva ancora li, abbandonata, e li aveva tenuti d'occhio a lungo prima di esser sorpresa e scoperta.
Il Vecchio Lupo lanciò una sacca con la sua orrenda testa come macabra testimonianza del racconto, e i resti marcescenti e scrostati dal sale del registro.
L'ultima pagina era la più interessante:
Berranzo
3° giorno della Prima Decade di Tarkash - 1370
Sono partiti. La miniera ormai è chiusa da tempo e da domani quel che resta dell'insediamento sarà definitivamente abbandonato.
L'Enclave Thayan di Calimport ha finalmente preso in mano la situazione ed caricato il reperto su una nave.
Sostengono di aver costruito un contenitore adatto, ma come si può contenere ciò che sfugge alla comprensione umana e alla realtà del nostro mondo? E poi un frammento così grande è troppo inquietante, la sua provenienza aliena è chiara ormai.
Ho sabotato personalmente il vascello, e spero la Danzatrice Rossa non raggiunga mai nessun porto.
Ho saputo che per evitare problemi con i Ruathem o con i pirati delle moonshae taglieranno verso le Ossa di Balena e poi verso Waterdeep, per stare più vicino alla costa.
Prego Tyr che mi assolva per i miei peccati e faccia giustizia ai torti che ho commesso facendo affondare da qualche parte quelle nave. La mia coscienza non potrebbe sopportare di vedere replicato quello che è accaduto qui in una grande città come Calimport.
Che Kossuth, Dio del Fuoco protegga Calimport, l'intera Costa della Spada, anzi l'intera umanità da quel misterioso potere, e che Umberlee lo faccia definitivamente sprofondare nell'oceano.
Io credo che mi ucciderò qui, se solo trovassi prima mia figlia Rahirja..le ho impedito di imbarcarsi vista la sorte che attende la Danzatrice Rossa, ma cosa farà qui da sola? Se riuscissi almeno ad affidarla ai barbari dell'isola, ma tutti temono questo posto ormai.
Lasciati i Cacciatori, gli avventurieri proseguirono al Castello e trovarono subito una agitata Victarine che raccontò subito gli ultimi eventi: il tranello per attirare quella dannata progenie del profondo mutante aveva funzionato.
Purtroppo però, Alina, accecata dall'ira, l'aveva subito fatto fuori, ma probabilmente una creatura così aberrante pur eseguendo degli ordini non avrebbe avuto chissà quali informazioni utili, era un tassello sacrificabile e inutile nel grande disegno del nemico.
Victarine spiegò anche che Richard era partito con il rivelato Olfsvenn figlio di Olfgaut il nipote di Rault il Saggio e la maga di bordo di Siberrin proprio incontro a Siberrin, per riportare l'uomo nel Nordland.
Visti i tempi ristretti non sarebbero comunque mai arrivati in tempo per fermare il matrimonio di Rault, ma l'astuto Richard aveva cercato di far rimandare le nozze facendo spargere voci sull'arrivo del nipote dal suo contatto sull'isola, il famigerato topo mannaro Rasimer, per creare tumulti e dicerie e spingere il vecchio sovrano a rimandare il tutto per verificare se era tutto vero.
Richard, secondo Victarine, aveva anche cercato qualche indizio alla libreria prima di partire, trovano ben poco se non una vaga descrizione su un tizio incappucciato, con delle strane mani scure, che a volte veniva a cercare libri che nessuno chiedeva da tempo.
Purtroppo però, Alina, accecata dall'ira, l'aveva subito fatto fuori, ma probabilmente una creatura così aberrante pur eseguendo degli ordini non avrebbe avuto chissà quali informazioni utili, era un tassello sacrificabile e inutile nel grande disegno del nemico.
Victarine spiegò anche che Richard era partito con il rivelato Olfsvenn figlio di Olfgaut il nipote di Rault il Saggio e la maga di bordo di Siberrin proprio incontro a Siberrin, per riportare l'uomo nel Nordland.
Visti i tempi ristretti non sarebbero comunque mai arrivati in tempo per fermare il matrimonio di Rault, ma l'astuto Richard aveva cercato di far rimandare le nozze facendo spargere voci sull'arrivo del nipote dal suo contatto sull'isola, il famigerato topo mannaro Rasimer, per creare tumulti e dicerie e spingere il vecchio sovrano a rimandare il tutto per verificare se era tutto vero.
Richard, secondo Victarine, aveva anche cercato qualche indizio alla libreria prima di partire, trovano ben poco se non una vaga descrizione su un tizio incappucciato, con delle strane mani scure, che a volte veniva a cercare libri che nessuno chiedeva da tempo.
Ishmael e Gelrish nel frattempo raggiunsero la sacerdotessa Shid'Anian per cercare di sciogliere l'enigma delle visioni della Veggente, e capire meglio quel che c'era da fare.
Riguardo all'artefatto coi poteri del mare, grazie alle pietre parlanti, Lyandria aveva avuto informazioni da Baldur's Gate, dal buon Kelysius de Vag, che suggeriva di rivolgersi a un tale Jerom Van Bresson, un esperto in materia di artefatti marini che probabilmente era a conoscenza della Conchiglia.
Per loro fortuna l'uomo non era poi molto distante, visto che i suoi studi lo avevano portato da qualche tempo nelle Purple Rocks, e lo avrebbero potuto trovare a Vilkstead.
Anche la bella genasi Shid'anian confermò l'esistenza di un oggetto chiamato Conchiglia di Istishia, che aveva cambiato diversi padroni ed era stata segnalata in molti luoghi li attorno, tra il Mare Senza Tracce e il Mare delle Spade.
Sul secondo punto, il cuore di un pirata maledetto, la sacerdotessa raccontò di un tale Davoros il Diavolo, affondato più a sud, e per trovarlo suggerì loro di chiedere alla persona che l'aveva ucciso: la regnante di Snowdown, la chiacchierata Erliza Daressin.
Le mascelle di Ishmael si serrarono, tese, in una morsa alla prospettiva di dover chieder aiuto ad una presunta vampira.
Infine per quanto riguardava la potente maledizione da farsi scagliare, e alla visione di quel pinnacolo che pareva una enorme spada di selce, Shid'anian menzionò una strana isola, chiamata Isola Aguzza.
Si trattava di un'isola misteriosa e apparentemente irraggiungibile, protetta da enormi gorghi, e tutte le navi che provavano ad aggirarli finivano per girare in tondo senza trovare un varco, rischiando di finire in quei terribili vortici.
Si diceva in effetti che su quell'isola ci fosse una potente strega dei mari, che venerava la Spada, e si ricordarono che questo collimava con le precedenti strane premonizioni del vecchietto che leggeva gli ossicini al porto: aveva parlato di una spada di selce in frantumi.
Forse distruggere quella pietra avrebbe mandato su tutte le furie la strega che li avrebbe maledetti?
Dopo un goffo tentativo di Gelrish di dichiararsi alla bella sacerdotessa compagna di fede, con tanto d'anello, i due tornarono in Locanda dove ritrovarono Lyandra alle prese con una ubriaca Alina. Era difficile trovare le parole per una ragazza che aveva dovuto uccidere "suo padre", ammesso che potesse esser ancora considerato tale.
Più tardi li raggiunse anche Dehuin, che aveva passato la notte col cugino a metter insieme delle strane armature con le placche del Remorazh, e insieme fecero il punto su tutte le ultime scoperte e pianificarono i tre passi per ottenere la "fantasmizzazione" del Nasello Spiaggiato, l'arma definitiva contro la Storm Maiden e il suo vascello spettrale.
Quel ficcanaso di Maran si era unito alla tavolata e cercò di approfittare del loro viaggio verso le Purple Rocks scroccando un passaggio. Non era interessato alla loro missione ma sosteneva di dover andare e contattare un potente alleato.
Mancava poco all'alba, e nella locanda ormai deserta, Virga, l'attendente del Re Olgrave li raggiunse brevemente, per sapere cosa avevano deciso sulla strana offerta di aiuto.
Con un impulso di incoscenza e curiosità, alla fine il gruppo accettò.
Poco prima che sorgesse il sole, sulle scalette all'esterno, una donna asciutta e dura come un chiodo, dalla faccia tosta e segnata dalla vita, sedeva tranquilla, fumando una paglia di erba del diavolo e pareva attendere qualcuno: loro.
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