CAPITOLO 31 - MADAME ERLIZA DARESSIN
"Di tutte le cose, gli uomini amano di più guardare gli altri affrontare la Morte... Ricorda loro che sono ancora vivi" (Erliza Daressin)
Mancava un'ora, forse qualcosa in più all'alba, ma il cielo era ancora piuttosto buio. La tetra nebbiolina umida causata dal mare stava sparendo.
Lyandria, come un'indovina, effettuò un rituale scrutando nell'acqua per capire se avrebbero avuto esiti propizi. Gli auspici sembravano positivi.
I camini fumavano.
Lyandria, come un'indovina, effettuò un rituale scrutando nell'acqua per capire se avrebbero avuto esiti propizi. Gli auspici sembravano positivi.
I camini fumavano.
Erano più a sud, ma la fine del mese di Uktar si avvicinava, e la presa dell'inverno cominciava a farsi sentire anche li.
Le piazzette e le strade della città erano ancora piuttosto deserte.
Le piazzette e le strade della città erano ancora piuttosto deserte.
I suoni erano pochi e lontani; alcuni familiari, come il miagolio di qualche gatto randagio, altri inquietanti, altri ancora normali risultati di una umanità ammassata e pressata da case e vie strette.
Nonostante tutti i buoni propositi e tutte le varianti del piano discusse durante il tragitto, una volta giunti nella grande piazza, alla vista della casa di Bort, agirono in silenzio e in maniera fredda e metodica, nel modo più cinico e sicuro, cercando di bloccare e sigillare ogni uscita, mentre Ishmael, come un ragno, si issò sul tetto e una volta raggiunto il camino, buttò giù la droga.
Nello stesso istante, al segnale convenuto, gli altri appiccarono il fuoco.
All'interno, il denso e dolciastro aroma dei vapori mordayn, stava già facendo effetto, forse portando le inconsapevoli vittime in qualche stato di beatitudine, e non si udirono molte urla o voci una volta che l'incendio prese a divorare la casa.
Nello stesso istante, al segnale convenuto, gli altri appiccarono il fuoco.
All'interno, il denso e dolciastro aroma dei vapori mordayn, stava già facendo effetto, forse portando le inconsapevoli vittime in qualche stato di beatitudine, e non si udirono molte urla o voci una volta che l'incendio prese a divorare la casa.
Gli avventurieri erano già lontani quando le fiamme presero bene, tranne Dehuin che si era attardato, e notò che uno degli sgherri di Bort, in grado di saltare tra le ombre, era riuscito a teletrasportarsi fuori e chiese aiuto proprio al nano per cercare di aprire una porta e salvare chi ancora era dentro.
Ma Dehuin, freddo, lo colpì alle spalle e lo cosparse anche con l'olio della lanterna, poi inscenò le cose in modo che potesse sembrare lui il piromane, e con il cuore cupo tornò dai suoi.
Visto che si erano intestarditi anche per salvare gli schiavi, c'era da attuare anche la fase due del piano: venne deciso di "vendere" Gelrish e Ishmael proprio a Hrolf, per finire con i poveracci che avrebbero aperto lo spettacolo nell'arena la notte successiva.
Dehuin condusse in porto la trattativa in maniera efficace e i due compagni furono condotti dal pirata nuovamente all'Ultima Goccia e consegnati nelle segrete dell'arena.
Successivamente, Horlf tornò alla sua nave per salpare, e a Dehuin e Lyandria che lo osservavano partire venne in mente un'idea malsana: affondarla.
Mentre un terribile incantesimo funestava il ponte, Dehuin usò il canno-scoppio di Lyandria per colpire la fiancata della robusta nave da guerra.
Il vascello non affondò ma evidentemente prese ad imbarcare acqua, inclinandosi leggermente per poi virare d'urgenza e rientare nel primo molo disponibile.
I due si dileguarono subito, per tornare alla Locanda mettere in atto l'ultima fase: sostituire Bort.
La notizia della scomparsa del Campione di Erliza era arrivata al direttore dell'Ultima Goccia, Aimo Dan Kentel, e soprattutto a Shereena, una elengante e vagamente androgina mezzadrow, l'assistente della governatrice Erliza Daressin.
La donna sembrava arrabbiata e preoccupata anche se Dan Kentel cercava di minimizzare e tranquillizzarla che avrebbe trovato un sostituto all'altezza.
Lyandria approfittò di aver origliato questo dialogo per farsi avanti.
Anche Dehuin in realtà si era deciso a proporsi, ma alla fine decisero le rune: era la ragazza la prescelta.
Il direttore, seppur sollevato di aver trovato dei volontari, era scettico sulla reale forza e condusse Lyandria nell'arena, ancora deserta e in allestimento, per un combattimento di prova.
Lyandria, forse un po' troppo sicura di se, attese al centro del campo di battaglia, quando un'esile figura simile ad un elfo, ma più brutto e verdognolo, uscì da un buio cancello laterale.
Era un cavaliere githyanki, che come un fulmine scomparve per ricomparirle alle spalle e colpirla col suo spadone d'argento.
La ragazza accusò il colpo, e nei primi momenti dello scontro, seppure aiutata da un tentacolo d'acqua evocato, parve sul punto di esser sconfitta.
Ma poi ritrovò la concentrazione e in un paio di colpi ben assestati, chiamò in aiuto il potere del Vecchio Nuban, ammantando di una energia radiosa devastante quei fendenti, e riducendo molto male l'avversario.
Impressionato, Aimo Dan Kentel con voce perentoria pose fine all'incontro.
Nel frattempo, nel ventre sotterraneo dell'arena, Ishmael cercava di istruire i prigionieri ad una minima strategia, per quando sarebbero stati liberati nell'arena a combattere chissà cosa, disarmati e inermi, per esser sbudellati e allietare quel pubblico viziato.
Venne la notte, e il piano terra della Locanda dell'Ultima Goccia si svuotò lentamente, mentre la gente, eccitata, scendeva nei meandri dei sotterranei per raggiungere l'arena.
Lyadria e Dehuin vennero convocati nell'ufficio di Aimo.
Alle loro spalle tornò la mezzadrow già vista prima, Shereena, seguita da una donna elegante, incappucciata, che pareva muoversi senza produrre il minimo rumore.
La pallida ma affascinante signora scostò il cappuccio, mostrando un volto con occhi e labbra pesantemente truccate di nero, e occhi terribili ma al tempo stesso magnetici.
Era Erliza Daressin. Regnante di Snowdown e padrona incontrastata della città.
Scrutò i due avventurieri, poi Aimo, con aria ammonitrice.
Poi si presentò e senza perdere tempo ringraziò Lyandria per aver salvato la situazione e sostituito il suo campione.
Ma subito dopo la sua voce fredda e tagliente creò il gelo quando disse che nessuno poteva pensare di entrare nella sua città senza che lei se ne accorgesse, e che trovava davvero singolare la coincidenza che il suo campione avesse fatto una certa fine proprio quel giorno.
Accuse velate che lasciarono i due senza parole.
Scrutò i due avventurieri, poi Aimo, con aria ammonitrice.
Poi si presentò e senza perdere tempo ringraziò Lyandria per aver salvato la situazione e sostituito il suo campione.
Ma subito dopo la sua voce fredda e tagliente creò il gelo quando disse che nessuno poteva pensare di entrare nella sua città senza che lei se ne accorgesse, e che trovava davvero singolare la coincidenza che il suo campione avesse fatto una certa fine proprio quel giorno.
Accuse velate che lasciarono i due senza parole.
Sia negare che giustificarsi o ammettere, avrebbe peggiorato la situazione... la mente dei due frullava frenetica a tesa per trovare il modo più elegante di commentare quel pensiero così diretto che la governante di Snowdown aveva appena espresso.
Ma il silenzio si prolungava. Carico di tensione e promesse di morte.
Dopo un attimo che parve durare anni, fu invece lei a parlare, affermando che era inutile indagare o affannarsi per una cosa che ormai era passata, e ormai non era più rimediabile, e che c'era da pensare al futuro.
E lei per il futuro si aspettava che il suo campione, Lyandria, le portasse una vittoria.
E allora le sarebbe stata grata.
Diversamente....
Già..diversamente?
Meglio non pensarci...
Dopo un attimo che parve durare anni, fu invece lei a parlare, affermando che era inutile indagare o affannarsi per una cosa che ormai era passata, e ormai non era più rimediabile, e che c'era da pensare al futuro.
E lei per il futuro si aspettava che il suo campione, Lyandria, le portasse una vittoria.
E allora le sarebbe stata grata.
Diversamente....
Già..diversamente?
Meglio non pensarci...
Con un ultimo gesto, Erliza si protese verso il collo di Lyandria, annusando l'aria
"Ci siamo forse già incontrate? In te scorre un sangue particolare.. un sangue che riconosco.."
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