venerdì 22 marzo 2024

RETURN OF THE STORM MAIDEN (45)

CAPITOLO 45 - TORNA A CASA BAANDULF

"Non è l'uscire dal porto, ma il tornarci, che determina il successo di un viaggio." (Rulhad, padre di Baandulf)


La sagoma scura della cittadella fortificata in cima alla collina, una sagoma nera contro la luce morente della sera, sembrava un leviatano addormentato.
Il terreno scricchiolava di brina ad ogni passo mentre uscivano dal piccolo boschetto per attraversare i campi e avvicinarsi alla città.
Le porte però erano ormai chiuse, e Baandulf guidò il gruppo ad un agglomerato di catapecchie e tenute agricole fuori dalle mura.
A casa sua.

Una volta dalla porta però, si bloccò emozionato.
Non riusciva a bussare. Non riusciva a immaginare quel momento.
Quando finalmente bussò, la raschiante voce di suo padre rispose da dietro la porta e inizialmente non sembrava incline a credere che fosse proprio il loro figlio tornato.
Poi la porta si aprì, e così fecero i cuori.

La povera famiglia di Baandulf pensava ormai che la sua ordalia fosse fallita e che lui fosse morto, e trovarselo di fronte, con quella barba poi...ora sembrava un uomo.
Passarono la serata pasteggiando con una frugale cena contadina e a raccontare le loro avventure, anche se ogni racconto sembrava incredibile e inventato alle orecchie di quegli umili abitanti.

Il gruppo poi si informò sulle ultime dicerie e su come veniva percepita la situazione li a Holgerstead.
La Prima Ascia Wedigar insieme alla moglie Halfilda non erano più in città: erano partiti per la capitale Ruathym, convocati da un concilio di guerra richiesto da Verania.
Anche i due fratelli maggiori di Baandulf si erano uniti al contingente.
Erano giunte le voci della sconfitta nell'ultima grande battaglia navale, e anche della rivelazione di Verania di esser la figlia di Hergatha.
Sulla reale sorte della nave fantasma invece non c'erano ancora voci.

Passarono la notte in pagliericci improvvisati ma comodi, e al mattino, mentre Lyandria e Adelius restarono a parlare dei sempre presenti dubbi della ragazza, Gelrish e Ishmael si unirono alla colazione della famiglia.
Il grosso focolare era già acceso, a contrastare i rigori di Nightal, e mentre Sheilin, la sorella di Baandulf, raccontava di aver sognato i fratelli fieri e bellissimi sulla prua di una nave, lo stesso Baandulf sembrava triste e imbarazzato.
Abbraccìò Ishmael ringraziandolo per l'addestramento e ringraziò poi anche gli altri compagni, rivelando che vista l'assenza dei fratelli ora sarebbe rimasto li.
L'ordialia era finita, avrebbe atteso il ritorno di Halfilda per chiudere la cerimonia e diventare un vero hamfriggan.
Ma non era un addio, fatto questo disse che li avrebbe ritrovati.

Partirono in una mattina brumosa, tristi per l'assenza di Baandulf e preoccupati per l'accoglienza che avrebbero potuto trovare a Ruathym.
La strada attraversava i campi ora incolti e gelati, salendo poi tra le montagne.
Un viaggio non lunghissimo ma insidioso e faticoso in quella stagione fredda.
I dialoghi durante la camminata vertevano per lo più su tutte le ipotesi possibili per fermare la guerra, con chi schierarsi se l'aggressore diventava Gundarlun, e sui loro veri obiettivi...
I sensi però erano all'erta, in quella natura selvaggia.

Quando fu troppo buio per proseguire in sicurezza, arrivati presso i resti di un piccolo insediamento, decisero di accamparsi ma Adelius li sorprese con un incantesimo strabiliante che richiamò la sua reggia planare, traboccante di servitori e di comodità.
Per una volta non sarebbero stati all'addiaccio.

Riposati come non mai, al mattino notarono tracce di grossi lupi invernali che evidentemente li avevano fiutati ed erano venuti a curiosare. Ishmael ne intravvide anche alcuni in lontananza che si allontanavano verso nord, proprio dove proseguiva il sentiero.

Giunsero finalmente al passo per svalicare verso Ruathym. Li il sentiero si incuneava in una gola stretta e traboccante di neve. Le tracce dei lupi erano sparite ma il gruppo stava comunque in guardia.

Adelius, fluttuando, individuò appena in tempo due giganti del gelo appostati in alto che stavano per lanciare grossi mucchi di ghiaccio.
Il suo grido fu provvidenziale per non essere sommersi da quella valanga, poi infuriò la battaglia con quei due colossi.

Uno di essi fischiò e alle spalle del gruppo accorsero i feroci lupi invernali.
Gelrish fu colpito in pieno da un blocco di neve e ghiaccio, restando ferito e mezzo bloccato nei detriti, mentre Ishmael incurante dell'impressionante mole degli avversari si arrampicò per ingaggiarne uno in corpo a corpo.
Lyandria colpiva dalla distanza, incalzata però dai lupi.

Adelius poi prese a salmodiare una formula e a muovere le mani come a tessere una immagine, e dall'alto piombò un drago bianco a dir poco gigantesco.
Ad aggrediti e aggressori, indistintamente, furono scossi da quella visione terrorizzante.
Un gigante non fece in tempo a fuggire, ucciso da Lyandria, mentre l'altro cercò di mettersi in salvo.
Anche i lupi non esitarono e sfrecciarono via.
La potente illusione di Adelius aveva posto fine a quella battaglia.

La gola però era piuttosto instabile e insicura, e prima di restare sotto a qualche crollo, gli avventurieri proseguirono celermente per lasciare la zona, cominciando la discesa verso la capitale dell'isola.
E verso fine pomeriggio, eccola la in fondo nella baia, Ruathym.

Se quel che rimaneva dell'alleanza avversaria era la radunato, mancavano solo loro ad unirsi alla festa...
Sempre che di festa si possa parlare.

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