domenica 31 marzo 2024

RETURN OF THE STORM MAIDEN (46)

CAPITOLO 46 - RIUNIONI FORZATE

"Quando gli Dei intendono punire un uomo, gli mandano amici stupidi e nemici intelligenti." (Verità del Saggio Jamal 34.11)


Scesero lungo le spopolate campagne a ridosso della città, accompagnati da una lugubre pioggerella grigia ma freddissima. Era inspiegabile come non stesse nevicando.

Giunti al cancello sud, notarono che nonostante l'orario era già chiuso.
Alcune guardie osservarono ben bene i forestieri, poi dopo un conciliabolo aprirono una delle grandi porte in legno, circondando gli avventurieri con aria minacciosa.
Tutti tranne Ishmael che aveva fiutato guai e si era dileguato, cercando un punto favorevole dove scalare le imponenti palizzate in legno.
Lyandria, con qualche accorgimento, di per se avrebbe anche potuto passare inosservata.
Lo stesso valeva per Adelius, che all'epoca degli avvenimenti precedenti non faceva ancora parte della ciurma.
Ma un dragonide blu non passava per nulla inosservato.
Le guardie non sbagliavano: erano proprio i ricercati.
Nemici di Ruathym accusati (forse giustamente) di spionaggio, atti di guerra e soprattutto (ingiustamente) della congiura e l'assassinio della Prima Ascia Vok Dorrg.

Le guardie scortarono i prigionieri fino al promontorio dove, protetta da un'altra cinta di mura, sorgeva il palazzo della Prima Ascia e le caserme della milizia.
Nonostante Lyandria affermasse di avere un invito dalla sacerdotessa di Umberlee al servizio di Verania, il capo delle guardie fece accomodare i tre in una cella, mentre mandava un messaggero a palazzo.
Durante l'attesa, un messaggio mentale di Galdran li informò che intanto erano giunti nelle Norland e Siberrin era stata consegnata sana e salva a Rault il Saggio.

Il vecchio Re era molto indeciso sul da farsi: vendicarsi di Verania e schierarsi con  Gundarlun, prendendo così Ruathym tra due fuochi? Preoccuparsi dell'eventuale successo di Gundarlun e quindi chiudere un occhio e aiutare comunque Ruathym? O forse..scelta più saggia e calcolatrice, attendere e vedere chi prevaleva per poi schierarsi con lui?

Poco dopo sentirono una voce femminile piuttosto seccata che redarguiva le guardie per non aver seguito le disposizioni, e la sacerdotessa entrò poi nella cella, scrutandoli con aria ostile: il fatto che fossero autorizzati ad una udienza non significava che erano amici.
Il gruppetto, disarmato, fu condotto a Palazzo, mentre Ishmael, scalata la scogliera fino alla rocca, teneva d'occhio da lontano la situazione.

Erano già stati al Palazzo della Prima Ascia, proprio all'inizio di questa loro lunga disavventura, ed era proprio come lo ricordavano: costruito a forma di una enorme chiglia di nave rovesciata, sostenuto da possenti travi in legno.. ma a differenza della volta scorsa, la presenza militare era triplicata.
Quando la sacerdotessa li scortò all'interno, era già in corso un aspro dibattito.
Sullo scranno che fu di Vok Dorrg sedeva Uthan Dorrg, figlio primogenito.
Al suo fianco c'era la madre, Pryam, e dall'altro lato c'era lo sciamano di corte Ulf.
Nell'ampio salone riscaldato da diversi grandi bracieri, erano presenti invece i consiglieri Gregolf e Tevos Garr..mentre ne mancavano altri, probabilmente morti nelle recenti battaglie.
Vicino a loro la Prima Ascia di Holgerstead: Wedigar Ruthmaad e sua moglie la hamfriggan Alfhilda.
Di fronte c'era una giovane donna con pitture di guerra blu, che intuirono potesse esser Verania, insieme ad alcuni della sua ciurma.
Poco più indietro altre Prime Asce di villaggi minori e una sedia vuota. Chissà chi era il ritardatario.

Verania stava mettendo in guardia che qualunque stratega sano di mente, al posto di Re Olgrave, avrebbe attaccato per ribaltare la situazione.
La sovranità di Ruathym era in pericolo.
Dovevano unirsi, far fronte comune e abbandonare ogni acredine personale, se volevano difendersi.

Nonostante il buonsenso delle sue parole, i presenti cominciarono a metter in dubbio le sue parole sbeffeggiandola e ricordando cosa aveva portato ai northlander seguire delle donne, a partire dalla Storm Maiden e poi lei, e che forse se nel nord le donne non governavano un motivo giusto c'era.
Seguire le condottiere aveva portato solo disastri.
Lyandria a quelle parole era pronta a esplodere come un vulcano.
Verania ribatteva che se si fidavano, sua madre anche se ormai sconfitta, le aveva promesso dei misteriosi rinforzi, sulla natura dei quali però si manteneva piuttosto evasiva.
Alcuni, oltraggiati, cominciarono a berciare di necromanzia e magia.
Altri proposero di abbandonare la città, lasciarla vuota come esca e prendere poi alle spalle l'esercito invasore di Gundarlun

Fu proprio l'arrivo di Lyandria e compagni a far deviare il discorso e l'attenzione da quell'acceso dibattito. Ora erano loro l'oggetto delle attenzioni dei presenti.
Uthan era furente, voleva giustiziarli subito per aver ucciso il padre.
Verania e la sacerdotessa, con la coda di paglia conoscendo la verità, cercarono di mediare, anche se li accusavano di aver ucciso Hrolf e Kiridas, il suo mentore warlock.
E aver ucciso la loro speranza: la Storm Maiden, il cui cappello ora era proprio sfoggiato da Lyandria.

Notarono che lo strano incenso che aleggiava nella stanza si addensava attorno a loro, in particolar modo attorno agli oggetti magici.
Era una arcaica misura di sicurezza del vecchio Sciamano per individuare la magia che rese ancora più diffidenti i presenti visti i risultati.

Gli ospiti non si persero d'animo e cominciarono scagionarsi dalle accuse e a spiegare la situazione puntando il dito soprattutto sul vero pericolo: la pericolosa e non meglio definita entità demoniaca che si annidava nel profondo dei mari. Ydaach'Nar.
Cercarono di aprire gli occhi a Verania, facendole capire che era stata manipolata e usata, e forse perfino Hergatha era stata usata a sua volta.
Ogni altra battaglia, ogni altro scontro tra quei popoli dallo stesso sangue, avrebbe causato solo altri morti che andavano ad accrescere l'esercito di affogati di Ydaach'Nar, e altre anime a nutrirlo e a fargli riprendere le energie.
A disagio, la sacerdotessa di Umberlee cominciò ad ammettere che forse avevano ragione.
Verania era atterrita. Ora si sentiva in colpa. Sentiva il peso di tutti quei morti.
E chi era Lyandria, che diceva di chiamarsi Lyndran Stromkir e aver il suo stesso sangue?

Mentre si giungeva finalmente ad un punto di vista e ad un nemico in comune, Ishmael, che era entrato dal tetto e aveva messo a riposo le guardie appostate in alto sulle travi, udì un rumore. Qualcun altro si era introdotto.
Era Gigl-Glokl, il giullare goblin mutilato che avevano fatto liberare mesi prima.
Canticchiava a bocca chiusa uno strano inquietante motivetto che pareva perforare il cranio, e guardò con odio Uthan e tutti i presenti. Era li per vendicarsi.
Disse di aver seguito una voce nella testa, esser giunto a Hammerstaad ed esser stato benedetto da un uditore, ora era forte e potente, ora era parte del Tutto.
Stava per gettare una sacca tra la folla sottostante quando Adelius si teletrasportò a fianco a lui, strappandogliela e rituffandosi giù.
Lyandria lo colpi con alcuni raggi, ma lui tentò con un imperioso incanto di Comando di far gettare a terra la sacca ad Adelius.
La ferrea volontà del mago per fortuna di tutti i presenti non cedette, e nel frattempo Gelrish con una folata di vento fece volare giù il goblin.
Il mago poi lo addormentò e fu strettamente legato.
Quando però si svegliò, parve cominciare a mutare: la sua faccia si aprì verticalmente in due fauci da pesce, mentre da uno dei moncherini delle braccia emerse un tentacolo che iniziò a liberarsi delle corde.
Con un incantesimo di ammaliamento l'orrenda progenie del profondo fu costretta a parlare e dire tutto quanto gli era accaduto e quel che sapeva su Ydaach'Nar.
Era peggio di quel che pensassero.
L'esercito non era uno scopo.
L'esercito era un mezzo.
Lo scopo era mietere anime... ogni anima che si univa a lui, gli ridava la forza perduta.

Esaminarono la sacca e scoprirono che era piena di una strana polvere verdognola. Sembrava finissimo cristallo. Verde. Proprio come quelli di Berranzo.. e come presumibilmente l'enorme pezzo citato nel diario della miniera, trasportato via dai Thayan.
Schegge di un corpo cristallizzato di una entità divina demoniaca, giunto nel loro mondo.

L'accaduto scosse tutti, e anche i più titubanti ora avevano capito.
Gundarlun e la guerra erano il problema minore. C'era ben altro a cui pensare.
Adelius si offrì di far incontrare tramite i sogni Uthan con Re Olgrave per fermare la sua avanzata e trovare un punto d'incontro.
Il vero avversario era Ydaach'Nar, ma dov'era? E come poteva esser affrontato?
Verania si ricordo di alcuni cristalli lasciati dalla madre, che avrebbero rivelato qualcosa, ma erano stati rubati tempo da fa uno dei suoi covi... guarda caso proprio dai nostri inconsapevoli eroi.
Senza chiedere conto di come diavolo li avessero, Verania allora disse che poteva condurli dove usarli.

Un vocione gracchiante proveniente dall'ingresso echeggiò poi nell'ampia sala.
Era arrivato anche il Re nanico di Rethgaard. E si era perso tutto il divertimento.
Quando salutò gli avventurieri, un barlume di sospetto e congiura lampeggiò negli occhi di Uthan.
Perchè il Re alleato conosceva i nemici??
Re Thurdàin riuscì a evitare le trappole borbottando che lo conoscevano si..ma di fama. Dopotutto a Rethgaard erano famosi per il loro adamantio..

Era il momento di collaborare.
Una volta tanto non era finita in una palla di fuoco.
O in un bagno di sangue.

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