venerdì 28 giugno 2024

RETURN OF THE STORM MAIDEN (59)

CAPITOLO 59 - LA SALUBRE ARIA DI MONTAGNA

"Favole e leggende non dicono ai bambini che i draghi esistono. Perché i bambini lo sanno già. Le favole dicono ai bambini che i draghi possono essere sconfitti" (Jed Maddox il bardo)


(nota: side-quest di fine Campagna)
Il giorno era giunto. Poteva esser gloria o finire in disastro, ma ormai era deciso.
Dopo essersi riposati per qualche giorno, i quatto avventurieri erano pronti ad affrontare i rigori dell'inverno per raggiungere i covo della leggendaria dragonessa Arveiaturace.
In quei giorni avevano raccolto altre storie, leggende e informazioni sull'enorme creatura, e se qualcuna di esse poteva esser utile per affrontarla, altrettante se non di più erano invece utili per accrescere l'aura di timore e paura attorno al drago.
L'ultimo a incontrarli fu Maran Ventopungente, che li raggiunse alla porta nord di Gundbarg.
Era preoccupato che finissero col ferire e far infuriare il drago senza riuscire a ucciderlo, scatenando la sua furia e la sua vendetta sui villaggi o sulla stessa capitale.
Ormai però la sfida era lanciata...
Dopo due giorni di cammino verso ovest, un cammino non certo agevole vista la stagione, ma neppure terribile, il gruppo si incanalò lungo la valle che saliva verso nord, puntando all'imponente picco ghiacciato sede della tana di Arveiaturace.
Anche se avevano raccolto informazioni in città, alcuni consigli e l'esatta zona della tana non riuscivano proprio a ricordare chi gliel'avesse indicata... eppure lo sapevano.
Davvero uno strano fenomeno. I tentacoli di Vestress avevano fatto davvero un buon lavoro sulle loro menti...

Usciti da un bosco di alti abeti grigi, iniziarono ad affrontare una parte più ripida.
C'erano almeno due vie, a giudicare dal terreno. 
Una era un canalone al riparo dal vento e da eventuali sguardi, l'altro più diretto lungo una bianca salita innevata ed esposta.
Lyandria si tenne in alto, esaminando i resti di una misera torre di guardia di cui restavano poche pietre, mentre il resto della spedizione scelse il canyon.
Dall'alto Lyandria individò un branco di bianchi lupi invernali uscire dal bosco.
Avevano fiutato le loro tracce.
L'esperto gruppo riuscì a seminarli facilmente con qualche espediente e qualche trucco magico, per poi proseguire lungo il sentiero montano per qualche ora fino a giungere ai margini di un lago ghiacciato.
Col suo destriero alato Lyandria fece da sentinella, ma troppo tardi si accorse delle due strane ombre sotto al ghiaccio, che puntarono verso i compagni per poi emergere spezzando la crosta.

Erano due temibili remorhaz, per fortuna non ancora adulti, ma ugualmente pericolosi.
I due predatori si avventarono sul gruppo che prese a fuggire verso nord, mentre Adelius con una illusione ne attirava uno dalla parte opposta e rallentava l'altro con un muro.
Il remorhaz inseguitore però scavò sotto, e pur perdendo terreno continuava a inseguirli.
Non era più veloce di loro, ma neppure più lento, e non era facile quindi liberarsene, e correre sulla neve stava diventando sempre più faticoso...
Per guadagnare ancora più terreno Adelius creò una catapulta illusoria, che con i suoi straordinari poteri rese reale, e si lanciò insieme a Gelrish come un proiettile in un folle volo che terminò contro un albero, guadagnando però parecchi metri...
Ishmael, rimasto indietro a tenere a bada la situazione, vide che finalmente la mostruosità desisteva. Che fosse perché avesse rinunciato, o perché non volesse spostarsi troppo a nord sconfinando in territorio più pericoloso, questo non era dato saperlo.

Il buio giungeva in fretta in quelle corte giornate del mese di Hammer, e il gruppo dopo aver camminato un'altra ora avvolto in una fastidiosa nebbia gelata, intirizzito e stremato si fermò ad accamparsi presso i resti di alcuni muretti in pietra, forse vestigia di un arcaico avamposto minerario, che almeno avrebbero dato loro un po' di riparo.
Nonostante il monito di Ishmael, accesero un fuoco. Non era possibile resistere senza in quel gelo, soprattutto di notte.
Inaspettatamente la notte trascorse senza imprevisti, e anche se mezzi anchilosati e rattrappiti al mattino ripresero il cammino. La strana nebbia era sempre tutto attorno. Gelida.
Era qualcosa di innaturale, qualcosa che faceva capire che la presenza di qualche creatura nella zona stava alterando il clima. 
La firma di Arveiaturace.
Il faticoso sentiero saliva ancora di quota. Erano tutti infreddoliti ma il più colpito era Adelius, che avanzava a tratti come uno zombie, poi anche il sentiero, se sentiero si poteva chiamare, terminò ai piedi di una parete rocciosa scavata da un ghiacciaio.
E quel ghiacciaio era un ostacolo sulla loro rotta.
Lyandria usò il suo destriero volante, trascinandosi dietro lo spossato Adelius e riuscendo poi dall'alto a calare delle funi. Gelrish e Ishmael, con fatica e sacrificio, riuscirono infine a issarsi e superare l'ennesimo ostacolo.

Avanzarono nella neve ora alta ma per fortuna anche dura e ghiacciata, senza affondarvi troppo, lungo stradine a picco nelle rocce che seguivano il profilo della montagna, fino ad una zona più spianata dove videro finalmente segni di civiltà.
O di civiltà abbandonata, ma pur sempre di civiltà.
Rovinati gradini erano infatti scavati nella roccia, fino ad un complesso di rovine ai piedi della aguzza e apparentemente inespugnabile vetta della montagna.
Erano certi si trattasse del covo di Meltharond, il mago ormai morto e bizzarramente ancora ancorato alla sella del drago. Si diceva persino che qualche rete di incantesimi da lui intessuta in precedenza mantenesse il cadavere integro e girasse la testa nella stessa direzione di dove guardava la dragonessa.
Tutto piuttosto grottesco.
Uno dei pericoli da cui erano stati messi in guardia, era la capacità di Arveiaturace di attingere a diversi poteri magici delle bacchette del defunto mago pur senza usarle direttamente.
Il piano che avevano in mente era trovarle e spezzare quel legame, in modo da limitare in parte il potere dell'antica bestiona prima di doverla affrontare.
E questo piano passava da quell'inquietante nascondiglio.
Adelius usò un incantesimo per individuare la magia, temendo le protezioni che poteva avere il covo di un mago, anche se defunto da tempo, e non sbagliava.
Individuò qualcosa nascosto in cumuli di neve, forse proprio golem di neve pronti ad animarsi.
Cosa ancora più pericolosa, l'imponente statua di pietra che incombeva sull'ingresso, era anch'essa un grosso e terribile golem di pietra.
L'esperto mago però individuò i glifi protettivi, e fermò all'ultimo istante Lyandria che aveva già puntato la scala di ingresso un attimo prima che ne calpestasse uno.
Erano dentro, e avevano evitato i guardiani.
Ma cosa li aspettava in quel luogo buio, freddo e dimenticato?
E la dragonessa li aveva già percepiti?



 

venerdì 21 giugno 2024

RETURN OF THE STORM MAIDEN (58)

CAPITOLO 58 - PACE(?)

"La gente preferisce di gran lunga un leader che sembra grande, a uno che lo è" (Verità del Saggio Jamal 6.19)


Grigio e bianco erano i colori dominanti in quella stagione ed erano i colori che circondavano Gundbarg, capitale di Gundarlun e che apparvero alla ciurma all'alba del terzo giorno della prima decade di Hammer.
Durante il viaggio era finito quell'orribile anno 1493, ed avevano festeggiato, pur senza fermare la navigazione, l'avvento del 1494.

La città, che solitamente in quel periodo sarebbe stata quasi in letargo, era in fermento e in ricostruzione, anche se non era facile trovare materiali e risorse.
Nel pomeriggio era previsto un incontro al Palazzo delle Udienze, e fu li che ritrovarono Maran ad attenderli. Spiegò loro che li attendevano tutti gli onori, ma che poi ci sarebbe stato un dibattito sul futuro delle isole.

La sala era gremita di Jarl, veterani feriti, consiglieri, mercanti.
Nello scrano principale stava il Re, col fido sciamano Occhioverde.
Innanzi a lui riconobbero Eriknal l'Avveduto, il consigliere Grundalf, lo jarl Gunnarson il Temuto, Bethod lo Zoppo, Otegard il figlio maggiore del Re, il Capoguerra Korlon e Grishanik l'Aspide delle Acque.
C'era un gran brusio di conversazioni che interferivano tra loro, finché gli eroi capitanati da Lyandria non giunsero al cospetto di Re Olgrave, facendo scendere dapprima un rispettoso silenzio, e poi acclamazioni e hurrà.
Il Re prese la parola, chiamandoli a se, elogiandoli e declamando le loro imprese e quanto fosse stato prezioso il loro intervento e il loro aiuto.
Fu loro donato un forziere con preziosi e ricchezze per oltre 10.000 monete d'oro, e nonostante la diffidenza verso la magia di quel popolo, furono donati anche vari oggetti magici prelevati dal tesoro cittadino.
Con sorpresa dei compagni Adelius rifiutò tutte le monete chiedendo che venissero destinate a risanare e aiutare chi aveva perso tutto nell'ultimo assedio.
Ishmael ricordò che i veri eroi non erano loro, ma erano proprio tutti coloro che avevano subito quel conflitto.
Gelrish chiese di poter prendere il posto di Shid'anian alla guida del locale tempio di Valkur.

Le celebrazioni furono poi accantonate per discutere una decisione da prendere.

Il Re spiegò che era stato deciso dalla flotta riunita che assediò i cultisti, di indire un concilio tra Norland, Ruathym e Gundarlun in territorio neutrale, ed era stata scelta l'Isola di Mintarn.

In quel luogo, sarebbe si sarebbe discusso della eventuale riunificazione dei regni o di altri accordi di pace, e c'era quindi da stabilire la linea di condotta che avrebbe dovuto tenere Re Olgrave.

Chiese ai vari consiglieri di esprimersi e perorare le loro cause, e la discussione lentamente iniziò a farsi più caotica e confusa.
C'erano parecchi contrari, c'era chi rivendicava faide o vendette, chi rammentava e ricordava con dovizia torti e crimini e l'attacco alla regata di Gran Raccolto, chi ricordava le azioni di Verania, chi l'eterna indecisione di Rault il Saggio, che venne perfino rinominato Rault L'indeciso o Rault il Ritardatario visto il suo strategico tergiversare e non intervenire mai su nessun fronte.
E poi, la questione più importante, forse insanabile: in caso di unione, su quale isola sarebbe stata la capitale? chi avrebbe governato?

Con amarezza Lyandria e compagni si resero conto che il sogno di Hergatha restava una pura utopia.
Lyandria spese comunque parole a favore di una unione o collaborazione, anche restando regni indipendenti, o con altre formule meno vincolanti.
Dello stesso parere era Otegard, che spiegò come una federazione unita di tutti i northlander non poteva che giovare alla stabilità e agli scambi.
Lyandria provò a giocarsi anche un'altra carta: cercare di riunirli con lo spauracchio di un nemico comune. Rivelò le manovre della Società del Kraken e chiamò Virga, l'attendente del Re, smascherandola grazie ad un incantesimo di zona di verità.
La donna, pur essendo una pedina minore e disinformata sulla vera natura di chi serviva, servì a confermare le infiltrazioni di spie nei loro governi, per manipolarli e condizionarli.

Quando il Re raccolse i voti, nonostante tutto alla fine vinse la linea del NO.
Al concilio di Mintarn, Gundarlun sarebbe stata dunque contraria all'unificazione sotto un unico sovrano.
Però l'opzione di una unione restando indipendenti passò, con sollievo dei nostri eroi e di Maran
Il futuro restava incerto e ancora una volta senza un'unica guida, ma era già qualcosa per quella bellicosa stirpe.
La festa e le celebrazioni per la vittoria potevano ora proseguire.


A tarda notte, Gelrish stava mostrando ai compagni la piccola cappella di Valkur, interna della fortezza, dimora di Shid'anian quando dalle ombre di un angolo si fece avanti una figura longilinea dalla lunga veste e la testa circondata da flessuosi tentacoli violacei.
Era Vestress.
Lyandria rabbrividì.
Aveva bruciato la copertura di Virga, e il Kraken era stato sorprendentemente rapido a manifestarsi, nella figura della potente reggente di Ascarle, dai sinistri poteri psionici.

Per fortuna, la figura era solo una illusione proiettata, ma redarguì duramente la ragazza per quello sgarro.
Poi però, disse che non li avrebbero eliminati, visto che riconoscevano il loro valore e la loro potenziale utilità in futuro, e di conseguenza propose loro una scelta: farsi cancellare dalla memoria la parte che riguardava la Società del Kraken, e continuare la loro esistenza come nulla fosse.
O rifiutare e diventare nemici.

Ishmael, più infastidito che intimorito, disse subito di si.
E così fece Adelius.
Gelrish e Lyandria erano molto più diffidenti e restii a scendere a patti, ma alla fine Lyandria pensò che un simile nemico avrebbe messo in pericolo tutta la sua famiglia, e si piegò.

Vestress li invitò a raggiungerli tramite il cerchio di teletrasporto che conoscevano, e una volta giunti ad Ascarle, la disgustosa mind-flayer avvinghiò i tentacoli attorno ai loro crani, violando le loro menti, spezzando legami e rimuovendo quel che poteva restare dei ricordi di Ascarle, di lei, di Marla, e dei segreti della loro società.
Si risvegliarono storditi, nuovamente nelle fogne.
Ai loro piedi le rune di un cerchio di teletrasporto si stavano affievolendo e scomparendo nel pavimento acquoso. Che ci facevano li? E quello era un cerchio di teletrasporto? E dove portava?
Non ricordavano nulla, ma alcune bottiglie vuote di Verde di Mintarn ai loro piedi li fecero sospettare di aver bevuto un po' troppo durante i festeggiamenti.
Perché non tornare su a berne ancora dunque?

Il Mare Senza Tracce e l'intera Costa della Spada erano in salvo.
Adelius aveva ottenuto anche il permesso di aprire una piccola scuola di magia su un isolotto, dove raccogliere tutti quegli individui che manifestavano un dono, prima che finissero nelle mire dei Cacciatori di Streghe.
Gelrish avrebbe servito Valkur.
Lyandria sarebbe rientrata in famiglia, non prima di aver accompagnato Ishmael che aveva intenzione di imbarcarsi con la prima nave in partenza per Luskan, e raggiungere suo fratello.

E così finì questo racconto, caro avventore, ma per giungere qui a Neverwinter chissà da quante bocche è passato, e chissà se è andò proprio così, ma qui alla Locanda del Gatto Lercio l'importante è raccontare una storia, basta che sia interessante. 
A chi importa la verità?

Ah, dimenticavo...c'era un enorme drago bianco antico ancora in circolazione, e prima di dedicarsi alle loro vite, quei quattro folli organizzarono una spedizione alla sua tana!
Ma questa è un'altra storia...

venerdì 14 giugno 2024

RETURN OF THE STORM MAIDEN (57)

CAPITOLO 57 - CHI NON MUORE SI RIVEDE

"La natura non ci inganna mai; siamo sempre noi a ingannarci." (Ammiraglio Ploppa)

Non esistono festeggiamenti o parole atti a manifestare l'importanza e la grandezza di certe vittorie, e il pericoloso nemico distrutto sarebbe stato una di queste occasioni, ma troppe perdite e troppi dolori avevano accompagnato quel cammino.
Non ultimo, essere tornati senza Ishmael.
Tutti gli equipaggi raggiunsero comunque il ponte del Nasello Fantasma per acclamare e ringraziare i tre eroi tornati dalle profondità insondabili del mare, e nonostante tutto molti barili furono aperti.
Chi proprio non se la sentiva di brindare alla vittoria, lo faceva brindando ai caduti, e presto l'alcool fece il suo lavoro.
Il corvo fantasma appollaiato su Ploppa però era nervoso e svolazzava sul mare, per poi tornare a lamentarsi e a infastidire l'Ammiraglio. Era come se cercasse di far rallentare la nave.
Quel dannato maledetto corvo non era visibile a nessun altro fino a che la nave, col buio, diventava fantasma, e Ploppa sembrava così un mezzo matto.
Ma cosa aveva individuato davvero Seaskull?
Ishmael si trovò immerso in una specie di nebbia ovattata e scura, la sua visibilità era parecchio ridotta e oltre a pochi metri davanti a se tutto era vuoto e nero.
Era freddo, e non c'erano suoni.
Era la morte?
Beh, se l'era immaginata diversa.. non c'era il Piano del Fato? La città del Giudizio? 
Provò a muoversi, e ci riusciva. Anche se era difficile capire dove fosse qualunque direzione, persino l'alto e il basso.
Era leggero ed...etereo...
Poi capì.
La sua fortuna fu aver già provato cose simili, ogni volta che il Nasello Fantasma veniva colto dalla sua maledizione, e col buio scivolava nel piano etereo come uno spettro.. 
Quel dannato incantesimo protettivo l'aveva confinato e sparato nel Piano Etereo dunque?
E forse era in una zona del piano che si affacciava nel corrispettivo corrispondente del piano materiale dell'oceano? Era quella la causa di quella sensazione ovattata e viscosa?

Proseguì, un po' a caso.
Di tanto in tanto scorgeva lievi aloni di colori diversi, brevi baluginii nel vuoto...sipari improvvisi e lontani, dalle sfumature verdi, qualcuno bianco, altri azzurro pallido...
Mentre si spostava un improvviso lampo, molto lontano, attirò la sua intenzione.
Subito dopo una colonna simile a luce eruppe dal basso verso l'alto.. non era chiaro ma non era un corpo unico, sembrava composta da tante piccole fiammelle, anche se scomparve subito dopo e non ci fu modo di osservare meglio.
Era stato solo un istante.
O forse di più? Era difficile anche percepire lo scorrere del tempo in quel luogo maledetto.
Un segnale, per quanto incomprensibile, era comunque meglio di nulla e Ishmael si diresse in direzione di quel fenomeno.
Avanzando notò sotto di se, come se lo osservasse da un vetro opaco e buio, un crepaccio, e i bordi rocciosi del fondale marino..forse stava cominciando ad orientarsi.
Il piano Etereo non si può dire certo che sia molto frequentato, ma oltre a fantasmi, spettri e utilizzatori di magia, nelle sue pieghe più profonde vi si possono incontrare anche folletti o immondi...e in quella buia fenditura che scendeva nel vuoto, si annidavano tre demoni d'ombra che, quasi sorpresi dall'aver percepito una vita vera, lo attaccarono comparendo e scomparendo beffardamente nelle ombre, mentre mentalmente lo deridevano, minacciavano e provavano a privarlo della speranza di sopravvivere...

Ishmael però era duro a morire, e più tosto di un chiodo da bara.
Seppur ferito e stremato dallo scontro con Ydaach'Nar e dal vagare in quel piano sconosciuto, fece pentire amaramente quegli immondi fino a che l'ultimo rimasto, provò a volgere la situazione a suo favore barattando la sua conoscenza del luogo e la possibilità di condurlo via da li con la sua anima.
Ishmael propose invece, al posto della sua anima, tante altre anime che poteva mietere con la sua forza.
Il demone d'ombra entrò allora nella sua arma, annidandosi li e infondendola di un potere misterioso e inquietante...

Fu proprio grazie ad Demone che Ishmael capì a cosa aveva assistito poco prima: la distruzione di Ydaach'Nar, e la liberazione di quelle fortunate anime che ancora non erano state consumate.
Proprio la concentrazione di anime aveva probabilmente attirato quegli infidi demoni...
Il demone spiegò che il colore degli strani bagliori visti ancor prima da Ishmael indicava sipari eterei che si aprivano su altri piani, e il colore ne indicava il tipo.
Se voleva tornare al Piano Materiale, il colore era il turchese...e vista la sua misera cultura in merito, all'uomo non restava altro che fidarsi di quelle parole.
Proseguì nella vana ricerca fino a che incappò in un altro misterioso e pericoloso fenomeno delle profondità del Piano Etereo: un ciclone etereo.
I suoi sensi lo avvertirono in tempo per poter cercare di reagire, e il demone lo ammonì a evitarlo, ma l'ostinato pirata puntò invece quel turbine distorto.
Non sapeva che poteva sbatterlo in prossimità di quale altro piano, peggiorando la sua situazione, o addirittura scagliarlo sul Piano Astrale... per fortuna lo avviluppò solo per un tempo indefinito, rallentandolo e facendogli perdere tanto tempo e nuovamente l'orientamento.
Dove era ora, di bagliori turchini non se ne vedevano.
Frustrato si massaggiò le tempie in cerca di una idea alternativa.
Che c'era.
Ma certo! Il Nasello Fantasma!
Forse era ancora in superficie, forse era quasi notte, e la sua nave si sarebbe trovata sullo stesso piano! Bastava tornare alla nave!
Guidato dal demone d'ombra, Ishmael ritrovò la strada.
Anche se visti attraverso lo specchio nebbioso e distorto di quel piano, riconobbe il capodoglio putrefatto e gli scogli ripidi che risalivano nel luogo dove si erano immersi, proseguendo e ritroso fino ad emergere.
In lontananza, tre sagome vaghe di vascelli, uno dei quali era il Nasello.
Tentò di accelerare per raggiungerlo, ma era stremato.
Poi vide un corvo fantasma su di se. Seaskull!
Il diabolico pennuto volò indietro fino alla nave, e quando Ihsmael cominciava a disperare del fatto che non sarebbe riuscito a raggiungerla in tempo, la nave rallentò come ad attenderlo.

Nel frattempo si fece tutto più buio, il sole sul piano materiale era tramontato e il Nasello scivolò nel piano etereo. Ora Ishmael poteva vederlo chiaramente, non come una sagoma indistinta.
E viceversa, loro potevano vedere lui.

Lanciò un arpione con attaccata una corda, che si conficcò nella poppa della nave, e cominciò a issarsi.
Murray terrorizzato lo notò, pensò di aver visto un fantasma (non rendendosi conto che in quel momento erano tutti fantasmi) e poi lo notarono anche i compagni.

Il demone lo avvisò "non è colpa mia, ci hanno seguito".
E prima che Ishmael potesse capire di cosa diamine parlava, alcuni disperati pirati fantasma si issarono oltre le murate seminando terrore.
Adelius, colpito dall'orrore sul volto di uno di essi, restò talmente spaventato da perdere degli anni di vita, mentre Lyandria era quella più sobria per reagire e li eliminò uno dopo l'altro insieme al resto dell'equipaggio.
Ishmael era di nuovo con loro!
Raccontò la sua odissea ma quando raccontò anche del demone, Lyandria non volle sentire ragione e lo distrusse, eradicandolo dalla spada.
Finalmente poi si gustarono tutti un meritato riposo, e quando al mattino il sole annullò la maledizione del vascello, anche Ishmael tornò insieme alla nave e a tutto l'equipaggio nel piano materiale.

Maran li raggiunse presto per aggiornarli sulla situazione: la flotta aveva messo in fuga e catturato molti cultisti, e ora si apprestava a dividersi e ognuno sarebbe tornato alle proprie isole.
L'idea era di virare verso Gundbarg e raggiungere la flotta di Re Olgrave per ricevere i giusti onori.
Maran però li ammonì di vigilare, perché dalle rovine della guerra qualcuno avrebbe potuto approfittarne, e si diceva certo che ad esempio la società segreta del Kraken avesse agenti infiltrati nei vari consigli pronti a tirare le fila, e nonostante la vittoria la via per unire e riappacificare i clan dei northlander era lunga e utopica.

Gelrish comunicò, con disappunto dei compagni, che era sua intenzione fermarsi poi in città, e portare avanti il tempio di Valkur in omaggio a Shid'anian.
Lyandria continuava a sognare di salvare Hergartha, fomentata anche dalle rivelazioni di Ishmael e di ciò che aveva visto nel piano etereo...
Il futuro delle isole era insomma ancora tutto da scrivere.
Ma ora il vento dell'inverno non sembrava più così freddo, e il mare non sembrava più così scuro.
E la prossima tappa era a Gundbarg.

domenica 9 giugno 2024

RETURN OF THE STORM MAIDEN (56)

CAPITOLO 56 - SCONTRO FINALE

"Forse hanno ragione gli gnomi: quando tutto sembra andare in malora, una grossa esplosione può raddrizzare la giornata" (Lyandria Stromkir)


Lyandria, Gelrish, Ishmael, Adelius...i quattro coraggiosi avventurieri erano di nuovo assieme, fianco a fianco. Soltanto la benedizione di Istishia gli permetteva di resistere a tali profondità, per compiere la loro disperata missione.
Quanto tempo era passato durante quelle lotte mentali con Ydaach'Nar?
Sembrava una vita, ma nel mondo reale forse solo poche manciate di secondi.

La cosa strana comunque, era che non si erano ritrovati nuovamente nella stiva squarciata della nave, al cospetto del contenitore speciale studiato dai thayan per contenere il grosso frammento del corpo cristallizzato di quello che una volta era stato un dio-demone di uno degli infiniti strati dell'Abisso.

Erano probabilmente in un semipiano sottomarino, un tempio decadente dall'architettura remota e sconosciuta, poco più di una serie di strati di roccia che salivano verso un altare dove nonostante il buio opprimente si poteva vedere il cristallo di Ydaach'Nar, lungo un cammino sormontato da colossali colonne incrostate.
I quattro cercarono di mettere da parte sospetti e diffidenze generati dal demone, e procedere compatti verso il cristallo.
Sembrava quasi troppo facile.

Ishmael impugnò lo scalpello in adamantio con bramosia, ansioso di farlo a pezzi.
Avvicinandosi però, notarono che il cristallo era circondato da una barriera protettiva a più strati, ognuno di un colore diverso.
Dei tre strati più esterni restava una flebile traccia, come se si fossero già dissolti da soli.
Adelius ricordò di aver già sentito parlare di simili incantesimi, di difficoltà elevata, e capì che non sarebbe stato facile varcare quelle barriere.
Ipotizzo anche che i primi tre strati forse erano stati alimentati dai tre uditori, e averli eliminati aveva almeno reso più facile il compito quel giorno...
Avvicinandosi, capirono di non esser soli.

Nonostante la flotta radunata all'attacco dei cultisti avesse attirato lontano gran parte delle difese, i servitori del demone non finivano mai: ecco sbucare dalle tenebre, dalle rocce e dai banchi di alghe putrescenti diversi esseri umanoidi, affogati e servitori morti di Ydaach'Nar dotati dei poteri conferiti dal demone.
E anche orrendi uomini pesce, fedeli mutati dalla polvere verde dei suoi cristalli...

Iniziò così quell'ultima battaglia.
Con i quattro avventurieri che presero a eliminare quelle creature che li circondavano, ma presto fu chiaro che era una perdita di tempo dedicarsi a loro, quando quella maledetta barriera era tra i piedi a proteggere il demone.
Il gruppo era stanco, ferito e provato dagli assalti mentali, e Adelius creò allora un muro di forza, ma lo sagomò in modo da proteggerli da ogni direzione tranne uno spiraglio aperto proprio contro il muro prismatico che proteggeva Ydaach'Nar, così da essere isolati da quegli orrendi difensori e poter capire come oltrepassare o distruggere la barriera.

Il primo strato brillava di una luce giallastra, e quando Ishmael lo colpì per saggiarne la resistenza venne investito da un potente fulmine.
Adelius suggerì di usare incantesimi di forza, e funzionò. Lentamente riuscirono a dissolverlo.
Lo strato successivo scoprirono amaramente che causava danni da acido, ma poteva esser spazzato via da una forte corrente. Fu Gelrish evocando un potente vento a crearla.
Il demone nel frattempo non stava certo a guardare, e nonostante i suoi servitori non riuscissero ad oltrepassare il muro di forza eretto da Adelius, presero a convergere in un punto alle spalle dell'altare, dove il fondale sprofondava nel buio e in un baratro senza fondo...
Quei miseri uomini pesce vorticarono in un gorgo che si aprì in quell'abisso, venendo distrutti mentre Ydaach'Nar ne assorbiva il potere, e lo usava per creare un terribile incantesimo.
In una vasta zona calò la tenebra totale.
Nessuna luce, neanche magica poteva far nulla.
E quel che è peggio, in quel buio così totale, si udivano grida, orrendi gorgoglii, lamenti e versi raccapriccianti, tanto da intaccare la mente dei nostri quattro eroi e indebolirli.

Procedendo alla cieca Ishmael attraversò la successiva barriera, che era verde, e fu invaso dal veleno, poi tentò di passare oltre l'ultima, di colore viola.
Quell'ultima difesa era in grado di accecare, ma per il momento non era certo un problema vista la coltre di buio.. il problema era che aveva anche un ulteriore effetto che avrebbe assaggiato da li a poco...

Adelius intanto fece appello ad un altro incantesimo che non aveva bisogno della vista, e si appellava direttamente al nome del bersaglio: Ydaach'Nar.
Lo flagellò mentalmente, danneggiandolo e riuscendo così a dissolvere quel buio devastante.

Ora potevano tutti vedere quello che stava accadendo: Ishmael, accecato, era riuscito a superare l'ultima barriera e colpiva il cristallo.
Ma poi sparì.
Scomparve come nel nulla.
Era quella l'ultima terribile difesa del demone: l'aveva spedito in un altro piano.

I suoi compagni però non lo sapevano, pensarono che fosse morto, e animati dall'odio e dalla rabbia caricarono per colpire.
Ydaac'Nar eliminò le barriere rimanenti, per dar modo ai suoi servitori di avvicinarsi e aiutarlo, attaccando gli invasori, e riutilizzò quelle energie in altri terribili incantesimi.

Lyandria era riuscita ad avvicinarsi e raccolse lo scalpello di adamantio, ma non lo conficcò con le sue forze, bensì con la tremenda onda d'urto scatenata dal suo Anello dell'Ariete.
Il boato conficcò a fondo l'utensile nel cristallo, creando gravi danni.
Il dolore del demone si manifestò sotto forma di un incantesimo, una parola di dolore che investì Lyandria, facendola piegare su se stessa, quasi incapace di muoversi.

Gelrish, anche lui gravemente ferito, causò altre crepe nel cristallo con delle onde tonanti finché Adelius si teletrasportò alle spalle di tutti, lontano dalla mischia, e piazzò il barilotto gnomico in un incavo del cristallo, strappando il sigillo con le rune, per poi iniziare a fuggire verso l'alto.

Di Ishmael non c'era più traccia e non potevano restare ancora li a cercarlo. Anche Gelrish e Lyandria, che lentamente si stava riprendendo dal dolore, accettarono quella realtà e cercarono di risalire.
Il demone intuì la fregatura, tentò di adularli, di blandirli, di implorarli perfino..
Propose loro di restituire i loro cari, di ridargli Shid'anian, di liberare Hergatha, se avessero fermato quel barile...
La risposta di Adelius fu una biglia di forza, che lascò cadere sotto di se, e che imprigionò il cristallo e alcuni dei servitori proprio poco prima che una tremenda esplosione detonò all'interno, per fortuna attenuata da quel campo di forza sferico che andò in frantumi.

Adelius mutò in delfino e aiutò i compagni nella risalita, che sembrò eterna in quel mare buio squassato dall'esplosione. Non c'era più lo spazio ne il tempo, nel semipiano che collassava.
Perfino i loro ricordi si fecero vacui.
Il loro vero ricordo fu avvistare finalmente la luce filtrare dal mare, e le sagome di 3 chiglie.
Stremati emersero tra le onde, vedendo i volti curiosi di gran parte degli equipaggi che si sporgeva dalle murate in ansia e in attesa di capire se sarebbero mai tornati o sarebbero morti nel tentativo.

Ce l'avevano fatta.
Ydaach'Nar era distrutto.
Il Mare Senza Tracce e il Mare delle Spade di nuovo liberi. Per quanto sia malleabile la parola "libertà".


sabato 8 giugno 2024

RETURN OF THE STORM MAIDEN (55)

CAPITOLO 55 - ABISSI MENTALI

"La vita, in alcuni casi, assume le sembianze di un incubo fatto da svegli." (perle di sobrietà di Murray)

Ishmael si guardò attorno, incredulo.
Era in una zona rurale, un agglomerato di piccole fattorie.
Un contadino aveva scuoiato e appeso un cervo, mettendo ai suoi piedi un bacile di legno per raccogliere il sangue. Una volta pieno, attrarversò il fangoso sentiero per raggiungere il recinto dall'altro lato e versare il sangue nella vasca del mangime dei maiali.
In maniera grottesca e incontrollata, i suini presero voracemente a nutrirsi e in quel momento una voce incomprensibile e dai toni bassi e raschianti echeggiò nella mente di Ishmael. Parlava in abissale, la lingua dei demoni, eppure nella sua testa la capiva.
"Li hai visti?" gli chiese "stai diventando come loro...una bestia. La sete ti sta consumando, stai bevendo da ogni creatura schifosa che hai incontrato.. e lo sai che finirai per bere anche dai tuoi compagni...per far loro del male..."
Ishmael cercò di schermarsi da quelle accuse, di ignorare la voce, ma la sua mente era flagellata...
Strinse gli occhi e non era più li.
Era su una nave. 
Lui era a poppa, ma nel castello di prua poteva riconoscere Mara, e una creatura ammantata che la cingeva, di spalle, pronta a morderle il collo..
Ulgar? Maledetto!
Ishmael si fece avanti per fermare il vampiro ma quello, voltandosi rivelò il volto ed era...Ishmael stesso.
Dalla scaletta della stiva emerse suo fratello Kragen, apostrofandolo e accusandolo di aver ucciso Mara, e prima ancora la loro stessa madre proprio quando nacque..e di aver creato la figura di Ulgar solo per nasconder a se stesso la verità..era lui il mostro.
Gli disse che mentiva a se stesso e stava continuando a farlo anche oggi, facendo finta di non vedere chi era il vero Uditore ancora vivo: Lyandria.
Erano tutte menzogne?
Quella voce abissale sapeva usarle come armi, e la testa di Ishmael parve esplodere, ferita da quei pensieri..tutto si offuscò, e si trovava di nuovo sott'acqua, coi suoi compagni.

Gelrish si trovò invece su una strana scogliera, fatta di tante guglie di roccia sospese su un mare in tempesta.
Su ogni guglia amici e conoscenti erano legati ad un palo, intrappolati.
La voce abissale gli disse che poteva ridargli Shid'anian, gli bastava indovinare a chi tra quei prigionieri era stata "abbinata"..uccidendolo lui l'avrebbe restituita.
Erano dieci..avrebbe dovuto procedere a caso? o c'era qualche indizio?
Se era fortunato gli sarebbe bastato sacrificarne uno solo, se lo avesse azzeccato subito.. uccidendoli tutti invece avrebbe avuto la certezza assoluta...
Ma Gelrish non era come pensava Ydaach'Nar..non era disposto a sacrificare altre persone.
Aveva accettato il destino.
La voce lo incalzava e lo scherniva..gli disse che era uno sciocco e che non aveva ancora capito che l'Uditore era Adelius, infiltrato nelle loro fila...
Gelrish, risoluto, fece qualche passo avanti verso il bordo della scogliera, offrendo invece se stesso, la sua vita, per quella di Shid'anian..
La subdola voce, incredula per un gesto tanto alieno e incomprensibile per un essere come un demone, superata la sorpresa accettò di buon grado.
Gelrish era pronto a uccidersi... ma poi ripensò a quella voce, al suo tono, e soprattutto a chi apparteneva: ad un demone.
Mai fidarsi di un demone.
Promesse vane. Lingue maligne e manipolatrici. Forse neppure ce l'aveva il potere di ridargli Shid'anian.
Forse neppure aveva Shid'anian.
E si voltò, andandosene.
A successivo battito di ciglia, riaprendo gli occhi, era di nuovo nelle profondità marine.

Lyandria era in equilibrio precario, sulla tolda di una nave che stava scricchiolando pericolosamente sotto il peso di orrende propaggini tentacolari che l'avevano intrappolata. Il legno cedeva con sonori schiocchi, mentre la nave era alla deriva in un mare ghiacciato.
La parte peggiore erano gli affogati che sciamavano da ogni direzione prendendola d'assalto e Lyandria era sola, non si vedeva neanche un compagno sul ponte.
La ragazza non si perse d'animo e si preparò a usare qualche magia divina che avrebbe avuto la meglio su tanti avversari insieme...
Alzò la spada che fu di Hergatha e la conficcò sul pavimento invocando il potere del Grande Nuban.
Non accadde nulla.
Una voce la schernì e la derise dicendole che Nuban era fuggito, era un codardo, e che lei era sola..
Lyandria allora lottò con gli stili tradizionali, ma era dannatamente difficile così circondata.
Ad ogni assalto la speranza scemava...
La voce la invitò a lasciar prendere il sopravvento a Hergatha, a cedere il suo brandello di anima e invocare invece Umberlee...e ad allearsi con lui, con Ydaach'Nar..e a governare tutto...
Lei non cedette.
Era difficile sopportare il dolore di quella voce nella testa, ed era difficile resistere agli assalti su quella nave.
Finì nell'acqua gelida e guardando sotto, vide altri morti che arrivavano.
Alcuni avevano le sembianze dei suoi amici perduti.. Frustaventi, Victarine...
La voce incalzava, dicendo che Nuban non l'aveva neanche protetta dal vero Uditore, non le aveva neanche aperto gli occhi... e che la sua bontà e ingenuità l'avrebbe portata alla rovina...non si era neanche accorta che l'aveva accolto tra loro... parlava di  Adelius?
Artigli e armi arrugginite la raggiunsero anche in acqua, quasi trascinandola giù..finché non si ritrovò nelle acque buie coi suoi compagni, come nulla fosse successo.. tranne che era davvero ferita, se non nel fisico, nella mente.

Adelius stava fuggendo da qualcosa di inquietante.
Non era chiaro chi o cosa, ma stava fuggendo. 
Il sentiero terminava però su una scarpata.
Che problema poteva essere una scarpata per uno come lui?
Immaginò un robusto ponte di pietra, plasmando quel luogo mentale, e continuò ad avanzare.
Qualcosa beffardamente sfidò la sua padronanza e la sua immaginazione: il ponte prese a crollare, e la sezione centrale collassò: sotto i piedi di Adelius non c'era più nulla.
Il mago cadde ma immaginò una nuvola che lo salvava, e una nuova arrivò, mutando poi in una nave volante dalle strane vele.
Il velivolo era governato da alcune delle guardie di Re Olgrave che lui aveva indottrinato come "esercito dei sogni" nella sua ultima visita al castello.
Non fu mai così grato di averci provato come in quel momento.
Cadde sulla nave, e presero a planare verso il basso di quella gola, superando la nebbia per scorgere uno strano fiume su cui galleggiavano anime.
Una voce lo sfidò, e Ydaach'Nar ribadì la sua autorità su quel luogo e sulla possibilità di plasmarlo, facendo scomparire le vele della nave, che precipitò verso il basso.
Adelius cercò di rallentare la caduta facendo comparire delle ali di drago alla nave, ma il demone le staccò poco dopo insieme al fasciame delle fiancate.. per fortuna la velocità di caduta era stata rallentata e atterrarono sulle sponde ghiaiose e rocciose di quello strano fiume.
Dall'altro lato si vedeva un sentiero che giungeva ad una grotta.
La grotta rappresentava la salvezza. Bastava superare quelle acque e risalire.. o era un inganno?
Adelius scelse di non fuggire più.
Fu raggiunto così da Trakar, suo fratello gigante putrefatto. Non poteva esser vero. L'avevano distrutto con l'aiuto dell'altro gemello...
I soldati con Adelius parevano sul punto di fuggire ma il mago riuscì a dargli motivarli e seppur impauriti dalla mole della orribile creatura, lo circondarono attaccandolo..
Non erano solo le armi a parlare, perchè nella testa di Adelius era in corso anche un duello mentale con le subdole insinuazioni del demone.
Lo accusava di nascondersi con sogni e illusionismo per fuggire dalla realtà, perchè la realtà era troppo amara per lui. Era un ibrido, una creazione fittizia fatta per capriccio con la magia, una non-creatura.. 
La voce insinuò anche il sospetto su Lyandria..era lei l'Uditore nascosto?
In effetti era corrotta da Hergatha...
Trakar picchiava duro, e le sue enormi mani ridestarono Adelius da quelle elucubrazioni per riportarlo ad un dolore ben più terreno, tutto si fece nebbia, e tutto svanì.
Era nel nulla, tra una strana nebbia.
La voce lo perseguitava, ma la forte personalità di Adelius teneva testa.
Adelius si trovò di colpo sulle impalcature di legno di una statua enorme che rappresentava proprio lui. Il demone gli stava mostrando la grandezza esagerata del suo ego.
La statua prese a sbriciolarsi, a simboleggiare quello che avrebbe comportato per Adelius coltivare quell'esagerata considerazione di se. Il demone voleva demolire le sue certezze.. Ma Adelius aveva molti assi nella manica ancora: usò un incantesimo che rallentava la caduta, giungendo nelle acque sottostanti senza danni.
L'acqua si fece più profonda, poi nera, e anche Adelius si ritrovò a fianco ai suoi compagni, come prima. 

venerdì 7 giugno 2024

RETURN OF THE STORM MAIDEN (54)

CAPITOLO 54 - PROFONDITA'

"Qual è il più profondo, il più impenetrabile dei due? L'oceano o il cuore umano?” (riflessioni di Galadaeros "fiamma del tramonto")

Una visione ormai quasi insperata fece forza ai cuori degli eroi pronti all'immersione: anche la Spina Avvelenata li aveva raggiunti.
Dujek annaspava al timone col suo unico braccio, e si portò a fianco del Nasello pronto a proteggere gli equipaggi.
Ploppa ispirò con un ultimo discorso, e anche Alina cercò di incoraggiare.
Le monache-guerriere avevano intonato una preghiera a Istishia e la benedizione del primordiale dell'acqua scese sui quattro volontari.
Si tuffarono e presero a scendere. La benedizione garantiva loro di poter respirare agevolmente sott'acqua, e anche la pressione sembrava in qualche modo alleviata, tanto da farli muovere più agevolmente.
Superarono un relitto che pareva poco più di uno scheletro di rimasugli di legno, per puntare ad una buia depressione che scendeva a profondità insondabili.
Il silenzio e l'assenza di esseri viventi era davvero inquietante, e lentamente aumentò anche il freddo e la pressione.
Soltanto qualche sinistra medusa testa-di-morto fluttuava intorno a loro, e la loro presenza sembrava aumentare verso una direzione ben precisa...sempre più a fondo.
Adelius usò la magia per mutare in un delfino gigante, aiutando i compagni nella discesa.
Anche il buio ora era opprimente, anche per chi aveva il dono della scurovisione.
Accesero la gemma luminosa donata dal piccolo Olfrand, che li rendeva un piccolo punto luminoso sperso in un oceano di oscurità.

In quell'oscurità tuttavia, in una profonda gola sul fondale, iniziarono a scorgere un vago bagliore verdastro che ammantava un relitto.
Era una nave conciata male, ma si poteva distinguerne la linea e alcuni ornamenti esotici tipici del Calimshan.
Sulla murata incrostata era impossibile ormai leggere il nome, ma non ce n'era bisogno: era in tutta certezza la Danzatrice Rossa.
Controluce, notarono figure umanoidi nuotare, o meglio fluttuare verso di loro.
Anche se la grande flotta aveva attirato buona parte dei servitori di Ydaach'Nar lontano da li, erano rimasti comunque fastidiosi guardiani a difendere il dio-demone...
Il delfino Adelius puntò un lato del relitto, mentre i compagni attaccavano quei pericolosi non-morti, alcuni dei quali in grado di usare inquietanti raggi come un warlock.
Gelrish fece esplodere una tempesta turbinante che ne avvolse alcuni, tempestandoli anche di fulmini.
Ishmael teneva a bada la retroguardia degli inseguitori, ma poi da un incavo tra le rocce aguzze su cui era adagiato il relitto, prese a muoversi un grottesco ammasso di detriti, alghe, anemoni, aculei, resti organici e tentacoli..un vero e proprio orrore indicibile, una massa alta quasi cinque metri che si inerpicò fin sul ponte della nave, spruzzando un fiotto acido che ferì gravemente buona parte del gruppo.

Adelius perse la concentrazione sulla sua metamorfosi, piombando sul castello di prua.
Gelrish e Lyandria furono addosso all'Orrore, Lyandria venne travolta ma in lei scoppiò il caos e scomparve per riapparire dall'altro lato del ponte.
Una pesante appendice di quella creatura calò su Gelrish, e un altro colpo devastò una parte del castello di prua facendo cadere Adelius che era li appostato.
Il mago, sovrastato a breve distanza dal mostro, lanciò un potente fulmine che lo colpì in pieno ma la scossa si diffuse anche a Gelrish, rischiando quasi di ucciderlo.
L'orrore però di disgregò inanimato.
Nel frattempo Ishmael aveva elminato gli ultimi assalitori, e pareva tornata la calma.
Curarono Gelrish per quanto possibile, e col cuore in gola scesero nel ponte inferiore della nave.
Il freddo ma soprattutto la pressione a quella profondità erano insopportabili, e non sapevano quanto potevano resistere ancora.  Se in superficie poi le monache fossero state attaccate e avessero perso la concentrazione... meglio non pensarci. 
Non c'era tempo da perdere.

Il relitto era vecchio ed era messo male, con roba ammucchiata e sparsa ovunque, resti di merci e rifornimenti ormai putrescenti, mobili abbattuti, assi divelte... e qualche misero resto dell'equipaggio.
Raggiunsero il ponte secondario ancora più in basso, da cui si dipanavano alcune porte.
Una di queste accedeva ad un piccolo magazzino laterale e proprio mentre Gelrish allungava le mani verso uno scrigno spaccato, lo scheletro che lo abbracciava si animò per colpirlo, ma fu prontamente distrutto.

Si fecero strada tra i detriti trovando una scala che scendeva nella stiva.
Lo scafo in prossimità della stiva era come spezzato a metà, e la luce verde era più intensa.

Proveniva da una grossa cassa di piombo mezza corrosa e che aveva ceduto all'inesorabile azione del tempo e del mare, e che giaceva proprio dove lo scafo era spezzato.
E tra i resti di quell'inquietante sarcofago contenitivo, si vedeva un enorme pezzo di cristallo verde...proprio come lo stesso misterioso materiale già visto in altre occasioni.
Ishmael prese lo scalpello di adamantio, avanzando coraggiosamente, mentre poco più indietro Adelius preparava anche il barilotto gnomico.
Lyandria prese a recitare una preghiera che diffuse un'aura di purezza attorno a se, proteggendo i compagni da diversi effetti nefasti che poteva avere quello sconosciuto quando immobile e apparentemente inerme avversario.
La luce però divenne improvvisamente accecante.
Era tutto verde.
E riaperti gli occhi, ognuno di loro si trovò.... altrove.