CAPITOLO 13 - Matrimonio al primo assedio
Una volta c'era un prato verde, una dolce collina, dominata da una improvvisa cresta rocciosa alla cui sommità, come un nido, si ergeva inespugnabile Vignole Colera.
Ora quel prato era distesa calpestata e fangosa disseminata di tende, carri, metallo e legno: l'accampamento degli assedianti.
L'accampamento bellicoso del Barone Mavco Monico Dello Scalzone.
Alberi eran stati abbattuti per trabocchi in costruzione, insieme a barricate e quant'altro.
Vignole, aspra, chiusa e blindata, osservava dall'alto della pietra.
L'accampamento bellicoso del Barone Mavco Monico Dello Scalzone.
Alberi eran stati abbattuti per trabocchi in costruzione, insieme a barricate e quant'altro.
Vignole, aspra, chiusa e blindata, osservava dall'alto della pietra.
Capiron che peggio non potea andar, visto che quell'infame, "facile" impresa li voleva proprio lassù, entro quelle mura abbarbicate, a recuperar il famigerato e capace volturniese.
Ah maledetta malasorte sempre di traverso!
Tra loro e la missione, c'era una guerra e un assedio.
Tra loro e la missione c'era quindi un mare di merda, sudor e sangue..financo anche mazzate e rischiar la pelle, mica due mascate in una locanda.
La guerra è cosa seria.
Intercettati da severo drappello di soldati, inizialmente presi per spie, in virtù della presunta nobiltà riusciron infine a piegar la volontà militaresca a condurli dal Barone, sceso in capo in personam per guidar la pugna verso Vignole e l'odiato Barone Asbernio Colecisti.
Monico Dello Scalzone era uomo che sapea metter a disagio a prima vista col suo aspetto severo e incattivito. E una strana calvizie da nervoso che ne funestava metà del cranio.
Senza contar cicatrici a indicar la sua propensione all'azione in prima persona.
Spiegò che giunti per lo strategico maritamento, non eran stati fatti entrare con scuse ogni giorno più vacue et vaghe.
Era chiaro che non volean dar più Brigilda in sposa, o addirittura l'avea promessa ad altri?
Spiegò che giunti per lo strategico maritamento, non eran stati fatti entrare con scuse ogni giorno più vacue et vaghe.
Era chiaro che non volean dar più Brigilda in sposa, o addirittura l'avea promessa ad altri?
Qual affronto?!
Chiamò a se lo sconsolato erede, presentandolo alla finta delegazione alaziale.
Prudenzio Dello Scalzone detto Bubbonio era inver brutto come la morte e sfigurato da orrenda rara malattia.
Prudenzio Dello Scalzone detto Bubbonio era inver brutto come la morte e sfigurato da orrenda rara malattia.
Pur non conoscendola, non si stupiron delle scelte di codesta tal Brigilda di Vignole Colera.
Il tentativo di dar in pasto Comare Inese, forse troppo lesto e improvvido, fallì.
L'ingenuo giovinotto ancor voleva Brigilda, e avrebber smontato Vignole pietra per pietra per averla.
O per aver vendetta.
Virarono allora sul chieder il permesso di presentarsi alle porte di Vignole come ambasciatori, e nonostante il Barone li ammonisse che sarebber stati trucidati e presi per spie già a metà della stretta salita, il piano prese forma.
Fuori dalla tenda, furon raggiunti da un soldato che, avendo capito che volean entrar tra le mura, rivelò che dal laghetto ai piedi della montagna c'era un passaggio che risaliva fino alle fogne e alle gallerie sotto il borgo.
Ma nessun di loro era così coraggioso d'affrontarlo visto che si diceva infestato da un confinato:
Il fantasma bizzoso di Manfrino De'Tre Checchi, un guiscardo incatenato e dimenticato in attesa di processo, che morì affogato la sotto durante un'alluvion ben forte anni e anni or sono.
Il fantasma bizzoso di Manfrino De'Tre Checchi, un guiscardo incatenato e dimenticato in attesa di processo, che morì affogato la sotto durante un'alluvion ben forte anni e anni or sono.
Tra i vari modi di morire, dopo attenta ponderazione, il gruppo scelse però la via diretta alle mura.
Che di fantasmi, confinati o quel che l'è, non c'era proprio bisogno in quel casino già abbastanza incasinato.
Pacioso e Inese restaron nella tenda, mentre la delegazione formata da Gerundo e il Dottor Pio, col fido mulo varcò le linee nemiche risalendo la ripidissima salita verso il portone di Vignole.
Gli elmi a punta dei soldati sulle mura fecer capolino ad osservar quell'inaspettata visione, mettendosi comodi come a pregustar uno spettacolo.
E lo spettacolo ci fu davvero, perchè il pover Juanin e lo stesso Gerundo sprofondaron di colpo in una fossa difensiva abilmente occultata e irta di lignei spuntoni ad accoglier la caduta.
Feriti ma vivi, i due provaron a risalire.
Il mulo ferito, in panico, scalciava tumefacendo il volto del Gerundo.
Dall'alto piovve qualche freccia e persin pitali di piscia stantia che investiron il Dottor Pio, intento ad aiutar i due caduti.
Poco mancò che reagisse usando qualche artificio arcagno, mandando a ramengo la diplomazia.
Superato l'ostacolo e l'imbarazzo, imperterriti avanzaron tra lo stupor dei difensori.
Arrivati a portata di voce, millantaron nobiltà e volontà a parlamentare, riuscendo a convincer un ufficiale ad ascoltarli.
Il portone era ben sbarrato e già preceduto da barricate e ostacoli, e non v'era la minima intenzione ad aprirlo.
Vennero così issati sulle mura con delle corde, come pesanti zavorre, e giunti sul torrione principale si trovaron innanzi al Barone Asbernio e alla gentil-consorte Brulba Finiscalchi in Colecisti.
Arrivati a portata di voce, millantaron nobiltà e volontà a parlamentare, riuscendo a convincer un ufficiale ad ascoltarli.
Il portone era ben sbarrato e già preceduto da barricate e ostacoli, e non v'era la minima intenzione ad aprirlo.
Vennero così issati sulle mura con delle corde, come pesanti zavorre, e giunti sul torrione principale si trovaron innanzi al Barone Asbernio e alla gentil-consorte Brulba Finiscalchi in Colecisti.
Raccontaron la storiella della "nobile" Comare Inese, ora ostaggio nell'accampamento degli assedianti, che chiedeva di varcar la soglia di Vignole per farsi suora.
Mentre il Barona soppesava il lor favellare, si guardaron attorno dalle mura che dominavan la valle:
una volta la in cima, era evidente che la disparità numerica tra gli schieramenti era notevole.
una volta la in cima, era evidente che la disparità numerica tra gli schieramenti era notevole.
Dalla sua Vignole però era difficilmente espugnabile grazie alla posizione strategica.
Il nobile ammise che avrebbe posto ben volentier fin all'assedio consegnando la figlia, ma la scapestrata erede già da tempo recalcitrante era sparita e si era sottratta a quelle nozze.
Lasciandoli nel letame, e causando offesa forse presa fin troppo sul personale visto l'esercito alle porte.
Molte eran le voci tra il popolino, e forse una compagnia di guitti e saltimbanchi rimasta intrappolata in città, e con la quale la ragazza avea legato, ne sapevan di più.
All'accampamento intanto, l'offeso Juanin tornò ancor più lento e piegato, solo.
Pacioso e Comare Inese, che nell'attesa si erano intrattenuti con Bubbonio, blandendolo e cercando di migliorar l'aspetto con cure, trucco e parrucco, notaron il ciuco solitario recuperandolo e occupandosi delle ferite.
Cos'era accaduto ai compagni? Schiattati quan'è vero San Schiattato?
I compagni, Gerundo e il Dottor Pio, eran invece vivi e proposer al Barone di recuperar la figlia, chiedendo di poter scender in paese ad indagare.
Scortati da due guardie, percorsero le vie cittadine, dove la gente si preparava al peggio, sperando nel meglio.
E in un lungo piazzare fangoso, forse per scacciar i brutti pensieri, i più poveri, che in fondo avean ben poco da perder non avendo nulla, e tanto sapevan ben che cambiavan vessilli e bandiere, ma i deretani restavan sempre gli stessi, per distrarsi stavan scommettendo in un torneo grottesco chiamata Giostra dei Poveri.
Lercia parodia di veri tornei cavallereschi, qui il destrier era un uomo, spesso coperto di tovaglie o pezze, mentre lo cavalier sulle sue spalle indossava armature fatte di pentolame, assi di legno o quant'altro la fantasia e la necessità imponesse.
Una delle due guardie indicò tra la folla la compagnia di guitti di cui si era parlato.
Una delle due guardie indicò tra la folla la compagnia di guitti di cui si era parlato.
Difficile non notarli, vista la razza: eran tutti malebranche, e qualcun di loro neppur si curava di coprir corna o code.
Era la Compagnia dei Poveri Diabuli.
Ed erano molto preoccupati, visto che era sparito il lor "cavallo" e a breve toccava a loro scender nella contesa, e probabilmente avean già piazzato cospicua scommessa in petecchioni.
Era la Compagnia dei Poveri Diabuli.
Ed erano molto preoccupati, visto che era sparito il lor "cavallo" e a breve toccava a loro scender nella contesa, e probabilmente avean già piazzato cospicua scommessa in petecchioni.
V'era necessità di robusta cavalcatura.
La question fu subito colta dai nostri eroi che in cambio delle loro informazioni si prestaron alla giostra.
L'agile malebranche Nicandro cavalcò il solido Gerundo, contro una enorme donnona cavalcata da un acclamato campione il cui elmo era un secchio di legno capovolto, e l'armatura lo rendeva più un paglioso spaventapasseri che un paladino altomanno.
La question fu subito colta dai nostri eroi che in cambio delle loro informazioni si prestaron alla giostra.
L'agile malebranche Nicandro cavalcò il solido Gerundo, contro una enorme donnona cavalcata da un acclamato campione il cui elmo era un secchio di legno capovolto, e l'armatura lo rendeva più un paglioso spaventapasseri che un paladino altomanno.
Il campione però sottovalutò l'improbabile duo, sottopagato dalle scommesse, e questo è errore da fare mai: spesso ne miete di più la sicumera e l'arroganza della peste stessa.
Le lunghe scope, impugnate come lance, colpirono quasi in contemporanea, fracassandosi.
La folla ululò.
Il campione assaggiò il terreno, pure Nicandro barcollò, Gerundo quasi si affossò dal rinculo, ma infin restaron sul campo.
Vincitori.
Vincitori.
Incassato il dovuto e dileguandosi in fretta tra la folla prima di risse, ritorsioni o ricorsi al risultato, i Poveri Diabuli e le due canaglie si appartaron per onorar lo patto.
Il capo dei malebranche svelò che Brigilda era innamorata di un Capitan di Ventura, un omone a capo della banda mercenaria dei Balenghi Raminghi che risponde a al nome de Giobatta Bratto
Bene.
Cioè..male.
Il capo dei malebranche svelò che Brigilda era innamorata di un Capitan di Ventura, un omone a capo della banda mercenaria dei Balenghi Raminghi che risponde a al nome de Giobatta Bratto
Bene.
Cioè..male.
Ma era comunque prezioso elemento con cui tornar a parlamentar dal Barone.
E la bona sorte, per una volta, non finia lì, perchè quei manigoldi ricchi di pettegolezzi sapean anche di Ugo.
E qui però si ferma la bona sorte.
E la bona sorte, per una volta, non finia lì, perchè quei manigoldi ricchi di pettegolezzi sapean anche di Ugo.
E qui però si ferma la bona sorte.
Perchè era lo volturniese era già in gattabuia...